Submit your work, meet writers and drop the ads. Become a member
solEmn oaSis Dec 2015
Anak ng poocha naman o oh
Sa lahat naman ng ayaw ko...
Anigma pasubali...fliptopan ba'to
Pooja' una pa lang pinagsabihan na kita,
Pero ngayon... malamang magtanda ka na!!!

Unang banat.. wala akong ganang mag ingles
Nakakawalang galang ka! Hinde naman sa naiines
Hinde na lang talaga kasi ako makatiis
Sa pigura **** pagkakinis-kinis
Kahit tuwalya wala ka man lang tapis
Daig mo pa nakatihayang ipis
Pasalamat ka walang pambura dala kong lapis
Kundi aabutin ka sa 'kin ng walang humpay na daplis
Sa patuwad **** nakalilis
Landas ko'y nalilihis.

Pangalawa..hinde pa ito ang huli...
ayoko sanang maging arogante
Sa lubot **** mala elepante...
Ambot sa imo wag kang makampante
Sa postura **** naka bra lang at panti
Naturalmente 'pupusta pa ako ng mil bente
Magsusumbong ka...magagalit ang mga higante
mapapagbigkas ka sa iyong linguwahe
'lintek lang ang walang ganti
Hinde ako intelehente...
dati lang akong ahenteng galante.
anong gusto mo diamante o brilyante
hahaha!! nganga!,, parehas lang yun impertenente!!!

Pangatlong banat,
.... ito ang tutuo
Pinoy Ako!!!
Purong tagalog den ako...
Pero kung iinglisen mo ako..
Then go ahead..english-san na 'to...ehheemmh,,,
=Do you understand the word that coming out of my mouth
You're some kindda liberated there in the south
Don't sample me (huwag mo akong subukan)
...perhalps change me'''' (ibahin mo ako)
YOU CAN NOT EYES ME ANYMORE!!! (hindi mo na ako kayang mata-matahin)
i will "the rich zoo" you! ("diretso"-hin na kita)=
Hey What's up Pooja Sweety?
Nose bleed??? I don't care if i look scary
To you i'm not being pity'
Real talk''' ...i'm not heavy
But you won't be able to carry
This trash talk of my tongue full of messy
Even your closest bessy
In your ***..shall be freaky
Mabuti pang nag selfie ka ng wacky !!!!!
I'm sure .....you gonna be pretty!!!!
Garantisado.....Madlang b-side...tuwa pa nila so plenty
......TIME ;)
rebut

balagtasan noon
fliptop-pan doon

sa lawak ng mundo ng hiphop lahat ay kasya!
Nat Lipstadt Dec 2013
t'is a seasonal custom of us,
(you did notice that us
is the centerpiece of c-us-tom?)

that in December, not November
when turkey precedes...

I take my slip of a gal
for a big bowl of pasta
and white truffles from France.

the eyetalian waiter knows
he made the sale when her eyes,
crinkle wrinkle when I ask,
upon which pasta
does the ristorante serve the
white truffles from France?

fettuccine, naturalmente!

in ritual grandiose,
the mushroom grated before our eyes,
shavings and specks scattered and disbursed,
part one of the us in c-us-tom done.

me, I grew up lower middle cheap,
Ronzoni rigatoni and Heinz Ketchup,
not just good enough, but a treat,
and I did not from truffle oil eat
nor speak.

two thirds of the way,
part two, I say, hey!
you know you don't have to eat the whole thing.

with eyes adoring,
she fesses up her tiny tummy was full
about half way through.

but she knows
me, I grew up lower middle cheap,
hate to waste the money,
that comes so hard.

part two is the part of the c-us-tom
she forgets about, but the part that
she really loves me for,
so who cares how much truffles cost,
as far her eyes are concerned,
they crinkle wrinkle at the taste,
of my remembering part two.
See http://hellopoetry.com/poem/hasta-la-pasta/.  If, now you got a craving for pasta...

Hasta La Pasta!


She stands in the doorway
As is her wont,
Bidding adieu to the retreating figure
Who spent the night in
Adoration of the Magi,
Her charms, her hair,
Her serpentine figure most fair,
And scribbling on Hello Poetry
Till his eyes said, no mas!

The retreating figure that be me,
Late for work at 7:20.
Over the shoulder I exclaim,
Hasta Mañana!
Which is silly because
My return is faithfully guaranteed,
Every eve for as long as I live!

She laughs and replies,
Hasta la Pasta!

Stop in my tracks,
About face and in woeful Italian,
Do exclaim, in a deeply serious timbre,
Hasta la Pasta?
Basta!  
(Italian for "that-does-it")

You can have my love, my soul,
But leave to me the labor of poetry.
Loving you with words is
my domain, the speciality of my terrain,
So no more hasta la pasta if you please,
And by the bye, I would love some
Tonight, say around eight,
At a restaurant where the moon is
The only light illuminating our faces.

7:45 AM
tangshunzi Jul 2014
Ogni giorno si arriva a caratterizzare splendido lavoro di Lindsay Madden su SMP è un buon giorno .Ma un giorno in cui si arriva a caratterizzare un intero weekend di festeggiamenti splendidamente fotografato in Turk e Caicos ?Ebbene .non vi è un aggettivo nell'intera dizionario che può descrivere questo.Ma non significa che non si può godere fino all'ultimo abiti da sposa 2014 secondo della loro ripresa amore .cena di benvenuto e matrimonio sotto - e naturalmente c'è ancora di più vi aspetta qui .Oggi è un buon giorno davvero .


Da Lindsay Madden Fotografia .. Chris \u0026Laura ha optato per un amore tiro tropicale prima del giorno delle nozze per documentare il loro tempo speso su Turks e Caicos .Questi vestiti da sposa due erano così felice .rilassato ein amore .Mi è piaciuto molto trascorrere il pomeriggio catturare il loro amore bello sulla morbida sabbia fine e le acque turchesi di Grace Bay .


Da Lindsay Madden Fotografia.Come l'azzurro del cielo ha dato rapidamente il posto a un tramonto pesca.Laura .Chris \u0026i loro ospiti si stabilirono in sul ​​ponte ovest del Seven Stars Resort per Chris e la cena di benvenuto di Laura .Lanterne appeso da una palma all'altra e gli ospiti aveva una vista mozzafiato del tramonto sulla Grace Bay .Questo è stato Chris \u0026Weekend di nozze di Laura calcio d'inizio !Dopo una deliziosa cena tutti hanno fatto la loro strada verso la spiaggia per un falò completo di smores \u0026uno dei principali dance party grazie alla fascia isole Junkanoo .abbiamo FUNK .

Condividi questa splendida galleria

Da Lindsay Madden Photography.Turks e Caicos è un posto davvero speciale per avere un matrimonio di destinazione .Laura \u0026Chris sono nativi newyorkesi e condividere il mio amore \u0026affetto per i Caraibi .Così.quando mi hanno chiesto di volare giù per il paradiso per il loro matrimonio .io .ovviamente .ha detto di sì !Hanno scelto di sposarsi presso il Seven Stars Resort che si trova proprio sulla Grace Bay .La loro cerimonia ha avuto luogo sulla sabbia calda circa un'ora prima del tramonto del sole e il loro cocktail ora / ricevimento si è tenuto in Apollo suite dell'hotel.La suite in sé era un attico con vista sull'oceano e questo ha offerto Chris e ospiti una vista mozzafiato di Laura del tramonto durante l' ora del cocktail e posti in prima fila per la loro sorpresa fuochi d'artificio alla fine della notte .Fiori per Arts ambientali decorato la suite con bellissimi fiori dell'isola \u0026candele.L'atmosfera era calda einvitante che era perfetto per la loro storia intima.Chris \u0026Laura sorrise e si mise a ridere per tutta la giornata



e ** avuto la fortuna di catturare il loro sforzo bel matrimonio di destinazione.
Fotografia : Lindsay Madden Fotografia | Event Planner : NILA Eventi - Lynne Watts | Cake: Seven Stars Resort | Inviti : Jessica Leigh Paperie | Scarpe da sposa : Nine West | Wedding abiti da sposa 2014 Bands : Cartier | Scarpe sposo : Louis Vuitton | vestito dello sposo :su ordine dalla My.Suit | Bikini : lavanderia da Shelli Segal | Dress \u0026 Velo da sposa : Cymbeline | Chris ' Swim Trunks : Vilebrequin | Fuochi d'artificio : Seven Stars Resort | Fiori \u0026 Lighting : Fiori per Arte ambientale { Turks \u0026 Caicos } | Hair \u0026Make Up : Sheque da Shenique | Pantaloni di Laura : Letarte | Località : Seven Stars Resort .Turks e Caicos | Località : West Deck .Seven Stars Resort .Turks e Caicos | Posizione : Grace Bay.Turks e Caicos | Cappello per il sole : Joe FreshLindsay Madden Fotografiaè ñ/ a> e Nila Le destinazioni sono membri del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Lindsay Madden Fotografia vedi portfolio Nila Meta vedi
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-c-1
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/1/986535353535_395299.jpeg
http://www.belloabito.com/goods.php?id=637
Turks e Caicos Wedding Weekend da Lindsay Madden Fotografia_abiti da sposa corti
tangshunzi Jul 2014
Quando Jen Fariello e Pat di disegni floreali unire le forze .le cose sul serio splendidi svolgersi.Basta prendere questo Pollak Vineyards serata .per esempio.E ' la miscela più bella di eleganza meridionale e la bellezza paesaggistica tutto racchiuso in un perfetto giorno d'estate .Vuoi mantenere il partito pinning andando?Abbiamo sooooo molto più seduto abiti da sposa 2014 proprio qui .

Condividi questa splendida galleria ColorsSeasonsSummerSettingsVineyardStylesTraditional

Da Sposa .Sam e io ci siamo incontrati su match.com .Inizialmente abbiamo detto ai nostri genitori un supplenteè èome abbiamo incontratoèstoria .ma abbiamo finito fessing fino alla fine !A quel tempo .era di stanza a Fort Benning a Columbus .GA e io ero a scuola di medicina ad Atlanta .Ci siamo incontrati in una taverna di Atlanta per un drink prima di andare a Braves gioco con un paio di suoi amici .La serata è proseguita con la cena .bevande e.infine.mirtillo frittelle bianco con scaglie di cioccolato a 02:00 .Più tardi .abbiamo capito che nessuno di noi era in realtà affamati di frittelle .al momento.ma eravamo solo divertiti così tanto che ci stavaè èvogliono la notte alla fine !Sam fu infine nuovamente di stanza in North Carolina .e mi è arrivato tardi per la residenza .

Noi amiamo trekking .campeggio e godersi la vita all'aria aperta ogni modo possibile .così cerchiamo di trascorrere quanto più tempo possibile a casa della mia famiglia a Blue Ridge Mountains fuori Charlottesville .Il 4 luglio .siamo arrivati ​​fino alla cima della montagna per griglia fuori e guardare i fuochi d'artificio .Durante il gran finale dei fuochi d'artificio .ha proposto a me con un bellissimo anello che lui stesso aveva progettato con l'aiuto del suo gioielliere città natale .Era lo stesso luogo dove esattamente un anno prima lui prima mi ha detto che mi amava .Il tutto era abbastanza perfetto!

Amiamo le Blue Ridge Mountainsè èt '.dove ci siamo innamorati e ci siamo impegnatiè eo naturalmente abbiamo voluto condividere questo con la nostra famiglia e gli



amici .Pollak è uno dei nostri preferiti cantine della zona .I loro vini sono davvero di prim'ordine e l'ambiente è semplicemente incantevole .
Uno dei nostri obiettivi principali era solo per evidenziare la bellezza naturale delle montagne e Virginia paese del vino .Abbiamo cercato di fare questo selezionando un palato colore neutro e incorporando elementi locali quando possibile.

Progettare la nostra cerimonia si è rivelato essere un processo scoraggiante .ma molto gratificante .Siamo stati in grado di tessere di tradizioni importanti.mentre assicurandosi che fosse personale e significativo per noi .Sam e io amo cruciverba .così abbiamo progettato il nostro cruciverba e incorporati nella nostro programma come un modo per intrattenere gli ospiti .mentre erano in attesa per la cerimonia per cominciare .Ci sono stati alcuni indizi di nozze a tema e curiosità su di noi .Si è rivelato essere un grande successo !

Sam è dal Maine e hoè èda Virginia .e abbiamo cercato di incorporare le cose da entrambe le nostre città di origine per rendere la festa più personale .Abbiamo chiamato la nostra firma bere ilè èAine Virginianè?in quanto caratterizzato mirtillo ***** dalla città natale Sam ' di Freeport .ME e fragole coltivati ​​localmente da Albemarle County .Abbiamo avuto anche una selezione di birre locali e sidro così come alcuni dei favoriti Sam ' dal Maine .

nostre borse di benvenuto erano uno dei miei tanti preferiti.Quasi tutti i nostri ospiti stavano arrivando da fuori di stato .quindi abbiamo vestiti da sposa davvero voluto esprimere la sua gratitudine eravamo di averli lì .Abbiamo imbottigliato limoncello fatto in casa .mia suocera vestiti da sposa - in- fatti piccoli cuscini balsamo .e mia mamma ha fatto tutti i suoi famosi biscotti di pasta frolla .

Oltre a un libro tradizionale struttura .abbiamo avuto una capsula del tempo .dove gli ospiti possono lasciare le note per noi apriamo il nostro anniversario cinque anni .Per favori .** fatto mirtillo cioccolato bianco con gocce di cioccolato pancake mix per i nostri ospiti di portare a casa .Abbiamo divorato questi sul nostro primo appuntamento .così abbiamo pensato che sarebbe stato opportuno offrire a questi ai nostri ospiti .come pure!

La mia foto preferita è stata scattata durante il nostro ultimo ballo della notte.A quel tempo .i miei capelli stava cadendo giù e Sam si era tolto la giacca e la cravatta allentata .Noi didnè ècura.Siamo rimasti così felice !Esausto troppo .ma così felice di essere sposato e circondato da tutti amiamo .Ogni volta che guardo quella foto .ricordi meravigliosi di quel fantastico giorno ritornano impetuosi .

Sam è in campo militare .così abbiamoè èe ha dovuto trascorrere la maggior parte del nostro primo anno di matrimonio a parte .Avendo foto come questa mi fa sentire come se fossi con lui anche quando è dall'altra parte del mondo

Fotografia : Jen Fariello | Pianificazione : . Shindig Matrimoni ed Eventi | Floral Design : Floreale di Southern Blooms By Pat Designs |Abito da sposa : Junko Yoshioka | Cake : Maliha Creations | Inviti : rock Paper Scissors | Cerimonia Sede : Pollak Vineyards | Banco Sede : Pollak Vineyards | Bridesmaids Dresses : Adrianna Papell | Catering : Harvest Moon Catering | Calligraphy : Se è così Inklined | damigella d'onore Regali:Ditty Borse | DJ : Ran Henry | Hair \u0026 Make-up : Jeanne Cusick | Affitto Tenda : Sperry TendeJen Fariello Fotografia e meridionali Blooms di Disegni floreali Pat ' sono membri del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Jen Fariello Fotografia vedi portfolio meridionali Blooms di Flora del Pat ... vedi
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/1/4290835353535_391964.jpg
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-c-1
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-2014-c-13
Pollak Vineyards Wedding_abiti da sposa on line
Desde temprano había menudeado las llamadas de
felicitación. Para el ex torturador (todavía no se
sentía cómodo con esa partícula: ex) ya no
había peligro. La tan cuestionada ley de amnistía ahora
tenía el aval del voto popular. A las felicitaciones él
había respondido con risas, con murmullos de aprobación,
con entusiasmo, sin escrúpulos. Sin embargo no se sentía
eufórico. Desayunó a solas, como siempre. A pesar de sus
cuarenta, se mantenía soltero. Estaba Eugenia, claro, pero en
una zona siempre provisional. Recogió los diarios que
habían deslizado bajo la puerta, pero se salteó
precisamente aquellas páginas, aparatosamente tituladas, que
analizaban la ahora confirmada amnistía. Sólo se detuvo
en Internacionales y en Deportes. Luego se dedicó a regar las
plantas y el césped del fondo. La recomendación oficial
decía que, hasta nuevo aviso, era imprescindible ahorrar agua
corriente y prohibía especialmente el riego de jardines. Pero
él gozaba de amnistía. Todo le estaba permitido. Si le
habían perdonado torturas, violaciones y muertes, no lo iban a
condenar por un gasto excesivo de agua. Democracia es democracia. El
agua salía con fuerza tal que algunos tallitos, los más
débiles, se inclinaban e incluso hubo uno que se quebró.
Lo apartó con el pie. Así estuvo dos horas. Regaba y
volvía a regar, dos o tres veces las mismas plantas, que ya no
agradecían la lluvia. Cuando sintió en los pies el
frío de las zapatillas húmedas, cerró por fin la
canilla, entró en la casa y se vistió informalmente para
ir al supermercado. Una vez allí, hizo un buen surtido de
bebidas y comestibles hasta llenar prácticamente el carrito y se
puso en la cola de la Caja. Un signo de igualdad y fraternidad,
pensó: aunque estaba amnistiado, de todos modos se resignaba a
hacer la cola. De pronto sintió que una mano fuerte le tomaba el
brazo y experimentó una corriente eléctrica. ¿Como
una picana? No. Simplemente una corriente eléctrica. Se dio
vuelta con rapidez y con cierta violencia y se encontró con un
vecino de rostro amable, un poco sorprendido por la reacción que
había provocado. Disculpe, dijo el señor, sólo
quería avisarle que se le cayó la billetera. Él
sintió que las mejillas le ardían. Emitió un breve
tartamudeo de excusas y agradecimiento y recogió la billetera.
Precisamente en ese momento había llegado su turno, así
que fue colocando sus compras frente a la cajera, pagó, y
metió todo en la bolsa que había traído a esos
efectos. Cuando abandonaba el supermercado, oyó que alguien le
decía, al pasar, enhorabuena, nadie hizo comentario alguno pero
él comprobó que uno de los clientes, un bancario que
pasaba a diario frente a su casa haciendo jogging, levantaba
inequívocamente las cejas. Pensó en los perros de caza,
cuando, al detectar la proximidad de la presa, levantan las orejas.
¿Él sería la presa? Boludeces, muchacho,
boludeces. Estoy amnistiado. Un hombre sin deudas con la sociedad. Todo
lo hice por obediencia debida (con alguna yapa, como es natural), mi
conciencia y yo estamos en paz. Ya en la casa, fue vaciando la bolsa,
metió en la heladera lo que correspondía, y lo
demás en la despensita, sin mayor orden. Mañana, cuando
viniera Antonia a hacer la limpieza, sabría a qué estante
pertenecía cada cosa. Encendió la radio pero sólo
había rock, así que la apagó y se quedó un
buen rato contemplando el techo y sus crecientes manchas de humedad.
Llamar al constructor, anotó mentalmente. Después fue al
dormitorio, se desnudó, se duchó, se vistió de
nuevo pero con ropa de salir, fue al garaje, encendió el motor
del Peugeot, pensó hacer todo el camino por la Rambla pero mejor
no, siempre es más seguro por Bulevar España y Maldonado.
Qué tontería. ¿Más seguro? Vamos, vamos, si
estoy amnistiado. Y rumbeó hacia la Rambla. No había
muchos coches. A la altura del puertito del Buceo, lo pasó un
Mercedes, que de pronto frenó. El conductor le hizo señas
para que se detuviera. Él vaciló. Sólo por una
décima de segundo. El corazón le golpeaba con fuerza. La
Rambla jamás es segura. Fue sólo un instante, pero en ese
destello calculó que, si bien había suficiente distancia
como para esquivar al otro coche y huir, el motor del otro era mucho
más potente y le daría alcance sin problemas. De modo que
se resignó y frenó junto al Mercedes. El otro
asomó una cara sonriente. Lleva la valija abierta, amigo,
¿no se había dado cuenta? No, no se había dado
cuenta, así que dijo gracias, ha sido muy amable, y se
bajó para cerrar la valija. Sin embargo, la valija no estaba
abierta. Todo él se llenó de sospecha y
prevención, pero el Mercedes ya había arrancado y se
había perdido tras la curva. Miró hacia atrás,
hacia el costado, hacia adelante. No había otros coches a la
vista. ¿Podría ser que la valija se cerrara sola?
¿Por qué no? Boludeces, muchacho, boludeces. Pero cuando
volvió a empuñar el volante, dejó abierta la
gaveta donde estaba el revólver y por supuesto no siguió
por la Rambla. Cuando llegó al Centro, y a pesar de que en esa
cuadra había dos sitios libres, no se arriesgó a dejar el
coche en la calle y lo llevó a una playa de estacionamiento.
Recordó que debía comprarse una camisa. Entró en
una tienda y le dijo al vendedor que la quería blanca, de mangas
largas, para vestir. ¿Es para usted? Sí, es para
mí. ¿La quiere con el cuello flojo o más bien
apretado? ¿Cómo apretado, qué quiere decir con
eso? Oh, no lo tome a mal, me parece bien que lo quiera flojo, hoy en
día nadie usa una camisa que lo estrangule. Hoy en día.
Naturalmente. Hoy en día nadie. Estoy amnistiado. Nadie quiere
que lo estrangulen. Ya no se usa. Se llevó la camisa blanca,
para vestir, de mangas largas, y de cuello flojo (39 en vez de 38, que
era su número). Le pareció carísima, pero no
quería llamar la atención, así que pagó con
un gesto de soberbia y a la vez de despreocupación por el
dinero, y empezó a caminar por Dieciocho. Desde un auto,
detenido porque el semáforo estaba en rojo, un desconocido le
gritó: felicidades. ¿Quién será? Por las
dudas saludó con la mano y entonces el otro le mostró la
lengua. Su intención fue acercarse, pero el semáforo se
había puesto verde y el auto arrancó con estruendo, entre
las risotadas de sus ocupantes. Guarangos, sólo eso, se dijo.
Pero por qué lo de felicidades. ¿Por la amnistía?
¿O simplemente había sido una palabra amable, destinada a
servir de contraste con el gesto ofensivo que la iba a seguir? Vaya,
después de todo no era la primera lengua que veía, por
cierto había visto otras, más dramáticas que la de
ese idiota. Cosas del pasado. Abur. Por orden del presidente, la buena
gente había cerrado los ojos de la nuca. Ahora ya no iban a
escribir verdugos a la cárcel, verdad y justicia, y otras
sandeces. Ahora habían aprendido a decir: se le cayó la
billetera, enhorabuena, amigo lleva la valija abierta, felicidades.
Almorzó solo, en un restaurante donde nadie lo conocía.
Sin embargo, cuando estaba en el churrasco a la pimienta, vio que desde
otra mesa alguien lo saludaba, pero estaba tan lejos que su
miopía no le permitió distinguir quién era. Al
rato vino el mozo con una tarjetita. El nombre era del corresponsal de
una agencia internacional, y había unas líneas
recién escritas: Tengo sumo interés en hacerle una
entrevista. Sobre la amnistía, ya se lo habrá imaginado.
Le pidió al mozo que le dijera a ese señor que muchas
gracias, pero que no era posible. Ya no pudo seguir comiendo a gusto.
Al concluir no pidió café sino un té de boldo,
pero ni así. Salió rápidamente, sin mirar al
corresponsal, que se quedó en el fondo, haciendo señas en
vano. Iría a lo de Eugenia, era la hora. Ella le había
telefoneado bien temprano para decirle que lo esperaba con
champán. Un alivio. Por lo menos aquel apartamento, que
él había financiado, era tierra conocida y no devastada.
Eugenia estaba vestida poco menos que para una fiesta. Estarás
tranquilo ahora, me imagino, fue la bienvenida. Sí, bastante.
Pero no lo estaba y ella lo advirtió. No seas estúpido,
mi amor, ese asunto se acabó, ya lo dijo el presidente, ahora
hay que mirar hacia adelante. En una ocasión como ésta, y
tras el brindis de rigor (por la democracia, dijo Eugenia, y
soltó una carcajada), estaba más que cantado que
irían a la cama. Y fueron. Durante todo el trámite,
él estuvo con la cabeza en otra parte, pero así y todo
pudo cumplir como un buen soldado. En un momento, ella había
apretado su abrazo de forma exagerada y él sintió que se
asfixiaba. Por un momento tuvo pánico, casi se mareó.
¿Será el abrazo, o el anís tendría algo?
¿Será posible? ¿Nada menos que Eugenia?
Afortunadamente, todo pasó, Eugenia había aflojado el
abrazo, dijo que había estado regio, él pudo respirar
normalmente, y ella empezó a besarlo, como lo hacía
siempre en la etapa post coitum, de abajo hasta arriba. De pronto
él anunció que se iba. ¿Ya? Esta noche tengo una
reunión y quiero estar despejado, quiero dormir un poco.
¿Es por la amnistía? No, dijo él, receloso, es por
otra cosa. ¿Y dónde es? Él la miró,
desconfiado. A esta altura del partido, no iba a caer en trampa tan
ingenua. También podía suceder que, precisamente por ser
tan ingenua, no fuese trampa. Todavía no lo sé, me
avisarán esta tarde. Nublado está mi cielo, dijo ella,
sí, es mejor que te vayas, a ver si mañana estás
menos tenso. Estoy cansado, sólo eso. Bajó a la calle,
caminó unas cuadras hasta donde había dejado el auto y
antes de arrancar lo examinó con cuidado. Esta vez no
tomó por la Rambla, entre otras cosas porque soplaba un viento
que auguraba tormenta. Trató de ir esquivando (antigua
precaución) las esquinas con semáforos, que obligaban
siempre a detenerse y de hecho convertirse en blanco fijo. Cuando
llegó a casa, notó con asombro que la luz de la cocina
estaba encendida. ¿Y eso? ¿La habré encendido yo
mismo hoy temprano, y luego, cuando me fui, como era de día, no
me di cuenta? Vaya, todo estaba en orden. Quería descansar.
Abrió la cama, se quitó la ropa (siempre dormía
desnudo) y tomó un somnífero suave, suficiente para
descansar unas horas. Por supuesto, no tenía ninguna
reunión esta noche. Experimentó un cosquilleo de
satisfacción cuando advirtió que sus ojos se iban
cerrando. Sólo cuando estuvo profundamente dormido,
comenzó a recorrer un corredor en tinieblas, una suerte de
túnel interminable, cuyas paredes eran sólo ojos, miles y
miles de ojos que lo miraban, sin ningún parpadeo. Y sin perdón.
Nat G Asúnsolo Jul 2013
Deberías de estar aquí a mi lado, bailando al mismo ritmo de la música; moviendo tu cuerpo de la misma manera que el mío, con nuestros brazos en el aire y nuestras manos entrelazadas.
Deberías de distinguirte, vestimenta llamativa y con estilo especial, tez clara cubriendo tu delgado pero al mismo tiempo ejercitado cuerpo, tu cabello  quebrado color ***** que lleba una cachucha plana decorándolo por encima; tus ojos azules con tus largas y pobladas pestañas cruzándose con los mios y tus labios, naturalmente rojos, esperando tocar mis labios.
¿Porqué no te encuentro? Si ambos procurámos estar en la parte delantera en cada comcierto, aquí estoy y no te veo.
¿Porqué no encuentro tu encantadora sonrisa que adorna tu forma peculiar de reír? Si estuvieras a mi lado la vería más seguido.
Debería de localizarte al momento de ver al hombre que está más emocionado y metído en la música del rave.
Las luces neon no iluminan mucho tu rostro, pero sí lo suficiente para darte un beso. Quizá así no te encuentre.
¿Dónde estás? ¡No te veo! ¡No te encuentro! Y es que aún no te conozco.
Aquellos días extraviaron mi sentido profético, a mi casa
entraban los coleccionistas de sellos, y emboscados, a altas horas de la estación, asaltaban mis cartas, arrancaban de ellas besos
frescos, besos sometidos a una larga residencia marina, y conjuros que protegían mi suerte con ciencia femenina y defensiva
caligrafía.
Vivía al lado de otras casas, otras personas y árboles tendiendo a lo grandioso, pabellones de follaje pasional, raíces emergidas, palas vegetales, cocoteros directos, y en medio de estas espumas verdes, pasaba con mi sombrero puntiagudo y un corazón por completo novelesco, con tranco pesado de esplendor, porque a medida que mis poderes se roían, y destruidos en polvo buscaban simetría como los muertos en los cementerios, los lugares conocidos, las extensiones hasta esa hora despreciadas, y los rostros que como plantas lentas brotaban, en mi abandono, variaban a mi alrededor con terror y sigilo,, como cantidades de hojas que un otoño súbito trastorna.
Loros, estrellas, y además el sol oficial, y una brusca humedad, hicieron nacer en mí un gusto ensimismado por la tierra y cuanta cosa la cubría, y una satisfacción de casa vieja por sus murciélagos, una delicadeza de mujer desnuda por sus uñas, dispusieron en mí como de armas débiles y tenaces de mis facultades vergonzosas, y la melancolía puso su estría en mi tejido, y la carta de amor, pálida de papel y temor, sustrajo su araña trémula que apenas teje y sin cesar desteje y teje. Naturalmente, de la luz lunar, de su circunstancial prolongación, y más aún, de su eje frío, que los pájaros (golondrinas, ocas) no pueden pisar ni en los delirios de la emigración, de su piel azul, lisa, delgada y sin alhajas, caí hacia el duelo, como quien cae herido de arma blanca. Yo soy sujeto de sangre especial, y esa substancia a la vez nocturna y marítima me hacía alterar y padecer, y esas aguas subcelestes degradaban mi energía y lo comercial de mi disposición.
De ese modo histórico mis huesos adquirieron gran preponderancia en mis intenciones: el reposo, las mansiones a la orilla del mar me atraían sin seguridad, pero con destino, y una vez llegado al recinto, rodeado del coro mudo y más inmóvil, sometido a la hora postrera y sus perfumes, injusto con las geografías inexactas y partidario mortal del sillón de cemento, aguardo el tiempo militarmente, y con el florete de la aventura manchado de sangre
olvidada.
Adrián Poveda Jan 2016
Suenan campanas difíciles de oír, dentro de ti,
son tus metáforas y mi poca cordura en colisión,
formando notas que no podemos decir,

Surcas la nobleza de decir sin decir, naturalmente
quieres que yo diga lo que no puedes contar,
pero ante el andar de la duda y tus acertijos
prefiero volar inconsciente
y darle cabida a un nuevo presente.

Quiero decirte que eres vital para mí
que con tus besos y tus misterios me haces sonreír,
tus recuerdos dibujan conciertos dentro de mí,
es lamentable que me tenga que ir.
A una mujer, una amiga, te quiero...

Copyright © 2016 Adrián Poveda All Rights Reserved
tangshunzi Jun 2014
matrimoni australiani non mancano mai di farmi un po 'tantino geloso di tutte le persone che hanno avuto la fortuna di parteciparvi .Perché quando prendo una sbirciatina a un matrimonio come questo da Sarah Bamford Fotografia So solo che gli ospiti sono ancora parlando di quanto sia divertente che avevano in questo matrimonio oggi .E ' la perfetta combinazione di moda e sentimentale .e c'è molto di più vi aspetta qui .

Condividi questa splendida galleria

Da Sarah Bamford Photography.This matrimonio era pura perfezione .Beatitudine Vintage ed eccellenza fai da te.Ogni splendido dettaglio è stato creato dalla sposa e lo sposo compresi i menu .centrotavola .la torre torta .bouquet e ospite book.The sposo anche fatto i tavoli di accoglienza da vecchi pallet in legno.Tale quota coppia un uno su un milione amore e la connessione e traspariva il giorno più di ogni altra cosa .Erano così facile andare e gli ospiti ci sono svanite abiti da sposa corti dalla bellezza di tutto questo.La cerimonia si è svolta nel bellissimo giardino percorso di Seppeltsfield Cantina abiti da sposa corti nella Barossa Valley .con la reception in un epoca ispirata tendone sul prato sopra .

Questo matrimonio aveva tutto.Una grande festa nuziale vestiti da sposa splendido .musica acustica dal vivo durante la cerimonia .polaroid .e naturalmente una torta ciambella di nozze per coronare il tutto !La giornata è stata perfetta e l'amore tra Olivia e Matt era indescrivibile .. Ancora una volta .pura perfezione e ispirazione Fotografia



: Sarah Bamford Fotografia | Doughnuts : Athelstone Bakehouse | Fiori ( di origine ) : Adelaide Central Markets | Fiori ( di origine ) : Adelaide Central Markets | Venue - cerimonia e il ricevimento : Seppeltsfield
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-corti-c-49
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-c-1
http://www.belloabito.com/goods.php?id=118
Vintage Adelaide Nozze di Seppeltsfield Winery_abiti da sposa 2014
Señora; según dicen, ya tiene usted otro amante.
Lástima que la prisa nunca sea elegante...
Yo sé que no es frecuente que una mujer hermosa
se resigne a ser viuda, sin haber sido esposa.

Y me parece injusto discutirle el derecho
de compartir sus penas, sus gozos y su lecho;
pero el amor, señora, cuando llega el olvido
también tiene el derecho de un final distinguido.

Perdón, si es que la hiere mi reproche, perdón,
aunque sé que la herida no es en el corazón...
Y, para perdonarme, piense si hay más despecho
en lo que yo le digo que en lo que usted ha hecho;

pues sepa que una dama con la espalda desnuda,
sin luto, en una fiesta, puede ser una viuda,
pero no, como tantas, de un difunto señor,
sino, para ella sola; viuda de un gran amor.

Y nuestro amor, recuerdo, fue un amor diferente,
(al menos al principio, ya no, naturalmente).

Usted era el crepúsculo a la orilla del mar,
que, según quien la mire, será hermoso o ******.
Usted era la flor que, según quien la corta,
es algo que no muere o algo que no importa.

O acaso ¿cierta noche de amor y de locura,
yo vivía un ensueño... y usted una aventura?
Si, usted juró, cien veces, ser para siempre mía:
yo besaba sus labios, pero no lo creía...

Usted sabe, y perdóneme, que en ese juramento
influye demasiado la dirección del viento.
Por eso no me extraña que ya tenga otro amante,
a quien quizás le jure lo mismo en este instante.

Y como usted, señora, ya aprendió a ser infiel,
a mí, así de repente... me da pena por él.

Sí, es cierto. Alguna noche su puerta estuvo abierta,
y yo, en otra ventana me olvidé de su puerta;
o una tarde de lluvia se iluminó mi vida
mirándome en los ojos de una desconocida;

y también es posible que mi amor indolente
desdeñara su vaso bebiendo en la corriente.
Sin embargo, señora, yo, con sed o sin sed,
nunca pensaba en otra si la besaba a usted.

Perdóneme de nuevo, si le digo estas cosas,
pero ni los rosales dan solamente rosas;
y no digo esto por usted, ni por mí,
sino por los amores que terminan así.

Pero vea, señora, que diferencia había
entre usted que lloraba y yo; que sonreía,
pues nuestro amor concluye con finales diversos:
Usted besando a otro; yo, escribiendo estos versos...
Kim Yu May 2015
Todas as cartas de amor são - Ridículas.
Não seriam cartas de amor se não fossem - Ridículas.
Também escrevi em meu tempo cartas de amor,
Como as outras - Ridículas.
As cartas de amor, se há amor,
Têm de ser - Ridículas.
Mas, afinal, - Só as criaturas que nunca escreveram
Cartas de amor - É que são - Ridículas.
Quem me dera no tempo em que escrevia - Sem dar por isso
Cartas de amor - Ridículas.
A verdade é que hoje - As minhas memórias
Dessas cartas de amor - É que ******>Ridículas.
(Todas as palavras esdrúxulas - Como os sentimentos esdrúxulos,
São naturalmente - Ridículas.)


Fernando Pessoa
One of my favorite poems by Fernando Pessoa, a Portuguese poet.
Pablo Paredes Oct 2014
Tengo miedo,
De un día salir a buscarte
De no aguantar las ganas
Y llorar
Todas las lagrimas,
Que he callado
Atras de esta mascara viril.

El miedo es natural,
Y naturalmente temo.
Me da pavor
Porque te encontrare
Justo donde te dejo.
Besaré tu recuerdo,
Mas no se sientira igual.

El blanco vacio oscurece,
Te miro de frente
Y no estas.
En el espejo veo tu reflejo y
En tus ojos no te encuentro.
Me aterra la idea
De no verte nunca más
Te sentí, como el viento, cuando pasabas ya;
como el viento, que ignora si llega o si se va...
Fuiste como una fuente que brotó junto a mí.
Y yo, naturalmente, sentí sed y bebí.

Llegaste como el viento, náufraga del azar,
con tus ojos alegres entristeciendo el mar.
Y, para que la tarde pudiera anochecer,
te fuiste como el viento, que no sabe volver.
Mariah Tulli Feb 2019
Chovia a umas três horas, nada tão diferente de dias normais em São Paulo. Clara se arrumava para o trabalho com aquela pressa de quem ia perder o trem, mas na verdade era apenas a euforia pro segundo encontro com Luisa, que ia acontecer no fim do expediente. Se desesperou mais ainda quando olhou para cama e viu o tanto de roupa que havia deixado espalhada.  E se no final nós viermos para minha casa? Vai estar tudo uma bagunça, pensou ela, mas deixou assim mesmo, pois não queria criar expectativas demais, era apenas o segundo encontro e como já havia notado, Luisa parecia ser daquelas meninas meio tímidas de início. Pronto, calça preta, blusa preta e um boné vermelho que combinava com o tênis, pois em dias de chuva era necessário já que sempre perdia a sombrinha.

- Oii linda, então está tudo certo pra hoje né? Saio às 17h e prometo não atrasar. Disse clara enfatizando aquela idéia de pontualidade mais pra ela mesma do que para Luisa.
- Clara.. ops, claro rs! Te encontro no metrô perto do seu trabalho :)

Luisa tinha mania de fazer piadas com coisas bem bobas, era sua marca. Logo em seguida da mensagem enviada percebeu que mais uma vez tinha feito isso e riu de si mesma. Assim se estendeu o dia, Luisa sem muito o que fazer pois era seu dia de folga, então estava com todo o tempo do mundo para se arrumar, mas era daquelas decididas que pensava na roupa que iria vestir enquanto tomava banho e em dez minutos já estava pronta. O relógio despertou às 16h, trinta minutos se arrumando e mais trinta no metrô. Luisa estava pontualmente no local combinado, mesmo sabendo que Clara iria demorar mais um pouco ate finalizar todas as tarefas. Mais trinta minutos se passaram e nesse tempo Luisa já estava sentada em um bar ao lado da saída lateral do metrô com uma cerveja na mão, avistou aquele sorriso intenso de Clara, sorriu de volta cantarolando em sua cabeça “cê tem uma cara de quem vai fuder minha vida”, música vívida entre os jovens.

-Desculpa, te deixei esperando mais uma vez, como vamos resolver essa dívida aí? Disse clara esperando que a resposta fosse “com um beijo”.
-Sem problemas, já estou quase me acostumando, me rendi a uma cerveja, mas podemos beber outras lá em casa, o que acha?

Sem mais nem menos Clara aceitou e ficou surpresa pelo convite, a timidez percebida por ela já tinha ido embora pelo jeito. Chegando lá sentou em um colchão em cima de um pallet que ficava na sala e começou a analisar todo o ambiente, uma estante com dezenas de livros e três plantas pequenas no topo. Luisa com o tempo livre do dia deixou a casa toda arrumada e a geladeira cheia de cerveja, abriu uma garrafa e sentou-se ao lado de Clara em seu sofá improvisado.

-Posso? Pergunta Luisa ao indicar que queria passar a mão no sidecut de Clara.
-Claro, aproveita que raspei ontem.

Com a deixa para carícias, a mão ia deslizando de um lado para o outro em um toque suave na parte raspada do cabelo, até chegar ao ponto em que Clara já estava ficando um pouco excitada e gentilmente virou-se para Luisa encarou-a e sorriu, sem dizer nada, silêncio total, deixando aquela tensão pré beijo no ar por uns segundos. E sem nenhum esforço deixou que acontecesse naturalmente, sentindo aquele beijo encantador de Luisa. Pernas se entrelaçaram, corpos mais pertos um do outro, Clara acariciava lentamente o ombro de Luisa, aproveitando o movimento para abaixar a alça de sua blusa e dar um leve beijo na parte exposta, se estendendo ao pescoço, fazendo Luisa se arrepiar. Naquele momento o ambiente começa a ficar mais quente e num piscar de olhos as duas já se livraram de suas blusas. Clara volta a acariciar a pele de Luisa, mas dessa vez mais intensamente, percorre a mão pela barriga, puxa cuidadosamente a pele perto do quadril para conter o tesão, vai deslizando pela coxa, e num movimento quase imperceptível abaixa o short de Luisa e beija seus lábios molhados, fazendo-a soltar gemidos de excitação, criando um clima mais ofegante. Luisa em um mix de sensações sentiu a pulsação mais rápida de suas veias acelerado o coração, pernas tremendo e mãos suando, até perceber que aquele oral era o primeiro em que se entregava por completo, e se entregou.  Estava segura de si que aquilo era mágica e com a respiração voltando ao normal, posou um sorriso no rosto, abraçou Clara e perdurou o afago até cair no sono.
yo y los girasoles
amamos la luz

los girasoles y yo
retoñamos naturalmente
Juventud, divino tesoro,
¡ya te vas para no volver!
Cuando quiero llorar, no lloro...
y a veces lloro sin querer...Plural ha sido la celeste
historia de mi corazón.
Era una dulce niña, en este
mundo de duelo y de aflicción.Miraba como el alba pura;
sonreía como una flor.
Era su cabellera obscura
hecha de noche y de dolor.Yo era tímido como un niño.
Ella, naturalmente, fue,
para mi amor hecho de armiño,
Herodías y Salomé...Juventud, divino tesoro,
¡ya te vas para no volver!
Cuando quiero llorar, no lloro...
y a veces lloro sin querer...Y más consoladora y más
halagadora y expresiva,
la otra fue más sensitiva
cual no pensé encontrar jamás.Pues a su continua ternura
una pasión violenta unía.
En un peplo de gasa pura
una bacante se envolvía...En sus brazos tomó mi ensueño
y lo arrulló como a un bebé...
Y te mató, triste y pequeño,
falto de luz, falto de fe...Juventud, divino tesoro,
¡te fuiste para no volver!
Cuando quiero llorar, no lloro...
y a veces lloro sin querer...Otra juzgó que era mi boca
el estuche de su pasión;
y que me roería, loca,
con sus dientes el corazón.Poniendo en un amor de exceso
la mira de su voluntad,
mientras eran abrazo y beso
síntesis de la eternidad;y de nuestra carne ligera
imaginar siempre un Edén,
sin pensar que la Primavera
y la carne acaban también...Juventud, divino tesoro,
¡ya te vas para no volver!
Cuando quiero llorar, no lloro...
y a veces lloro sin querer.¡Y las demás! En tantos climas,
en tantas tierras siempre son,
si no pretextos de mis rimas
fantasmas de mi corazón.En vano busqué a la princesa
que estaba triste de esperar.
La vida es dura. Amarga y pesa.
¡Ya no hay princesa que cantar!Mas a pesar del tiempo terco,
mi sed de amor no tiene fin;
con el cabello gris, me acerco
a los rosales del jardín...Juventud, divino tesoro,
¡ya te vas para no volver!
Cuando quiero llorar, no lloro...
y a veces lloro sin querer...
¡Mas es mía el Alba de oro!
De cuando en cuando y a lo lejos
hay que darse un baño de tumba.

Sin duda todo está muy bien
y todo está muy mal, sin duda.

Van y vienen los pasajeros,
crecen los niños y las calles,
por fin compramos la guitarra
que lloraba sola en la tienda.

Todo está bien, todo está mal.

Las copas se llenan y vuelven
naturalmente a estar vacías
y a veces en la madrugada,
se mueren misteriosamente.

Las copas y los que bebieron.

Hemos crecido tanto que ahora
no saludamos al vecino
y tantas mujeres nos aman
que no sabemos cómo hacerlo.

Qué ropas hermosas llevamos!
Y qué importantes opiniones!

Conocí a un hombre amarillo
que se creía anaranjado
y a un ***** vestido de rubio.

Se ven y se ven tantas cosas.

Vi festejados los ladrones
por caballeros impecables
y esto se pasaba en inglés.
Y vi a los honrados, hambrientos,
buscando pan en la basura.

Yo sé que no me cree nadie.
Pero lo he visto con mis ojos.

Hay que darse un baño de tumba
y desde la tierra cerrada
mirar hacia arriba el orgullo.

Entonces se aprende a medir.
Se aprende a hablar, se aprende a ser.
Tal vez no seremos tan locos,
tal vez no seremos tan cuerdos.
Aprenderemos a morir.
A ser barro, a no tener ojos.
A ser apellido olvidado.

Hay unos poetas tan grandes
que no caben en una puerta
y unos negociantes veloces
que no recuerdan la pobreza.
Hay mujeres que no entrarán
por el ojo de una cebolla
y hay tantas cosas, tantas cosas,
y así son, y así no serán.

Si quieren no me crean nada.

Sólo quise enseñarles algo.

Yo soy profesor de la vida,
vago estudiante de la muerte
y si lo que sé no les sirve
no he dicho nada, sino todo.
Colecciono pronósticos
anuncios y matices
y signos
              y sospechas
                                   y señales

imagino proyectos de promesas
quisiera no perderme
un solo indicio

ayer
sin ir más lejos
ese ayer que empezó siendo aciago
se convirtió en buen día
a las nueve y catorce
cuando vos
inocente
dijiste así al pasar
que no hallabas factible
la pareja
la pareja de amor
naturalmente

no vacilé un segundo
me aferré a ese dictamen

porque vos y yo somos
                                        la despareja.
stanley hook llegó a Melody Spring un jueves de noche con un sapo en la mano
"oh sapo" le decía "sapito mío íntimo mortal y moral y coral
no preocupado por esta finitud
no sacudido por triste condición furiosa" le decía

"oh caballito cantor de la humedad o pedazo esmeralda"
le decía stanley hook al sapo que llevaba en la mano
y todos comprendieron que él amaba al sapo que llevaba en la mano
más allá de accidentes geográficos sociológicos demográficos climáticos
más allá de cualquiera condición

"oye mío" le decía "hay muerte y vida día y noche sombra y luz"
decía stanley hook "y sin embargo te amo sapo
como amaba a las rosas tempranas esa mujer de ******
pero más y tu olor es más bello porque te puedo oler"

decía stanley hook y se tocaba la garganta
como raspándose el crepúsculo que entraba y avanzaba y le ponía el pecho gris
gris la memoria feo el corazón
"oye sapo" decía mostrándole el suelo
"los parientes de abajo también están divididos ni siquiera se hablan"
decía stanley hook "qué bárbara tristeza" decía ante el asombro popular
los brillos del silencio popular
que se ponía como un sol

esa noche naturalmente stanley hook se murió
antes les dio terribles puñetazos a las paredes de su cuarto en representación de sí mismo
mientras el sapo sólo el sapo todo el sapo
seguía con el jueves

todo esto es verdad:
hay quien vive como si fuera inmortal
otros se cuidan como si valieran la pena
y el sapo de stanley hook se quedó solo
Joshua Mar 2021
Como Ganar Musculo Para Hard Gainers Parte 1


Cada persona tiene un diferente tipo de cuerpo por naturaleza. Hay personas con el metabolismo alto, otras que acumulan mucha grasa porque no queman tantas calorías, personas con huesos grandes, pequeños, etc. En este caso, lo que voy a presentar es como ganar masa muscular para los hardgainers (las personas que son muy flacas por tener un metabolismo alto y quemar muchas calorías naturalmente sin necesidad de ejercicio). Por lo general estas personas tienen un bajo porcentaje de grasa, su cuerpo les pide alimentos que proporcionen energía y ellos mismos son energéticos. Si eres de estas personas, probablemente los músculos se te marcan muy rápido, pero no son grandes en tamaño y nunca has tenido problema con ser gordo. Pues yo soy una de estas personas. Y todas las cualidades que mencione arriba son ciertas en mi caso. Hace mas de 5 meses empeze un desafio conmigo mismo de ganar masa muscular. Hasta el momento, llevo 15 libras ganadas en músculo. De 135 libras a 150. Aquí les comparto lo que he aprendido que me ha ayudado a hacer lo que he logrado hasta el momento.


La primera cosa que tienes que hacer es identificar el tipo de cuerpo que tienes. Identificar que tipo de cuerpo tienes por naturaleza te ayudará a ver que pasos tienes que seguir para la meta que quieres y que plan hacer para llegar ahí. Si no tienes esta información desde un principio puede ser que el camino se te haga muchas veces más difícil y que no mires resultados. Lo que puedes hacer para identificar esto es usar el Phy Rate:




Esto te lo calculan muchas diferentes marcas de pesas. Yo, por ejemplo, estaba en 8 hace unos meses. De acuerdo a Tanita.com  la “clasificación física 8 es un cuerpo delgado y musculoso. Esto significa que tiene una cantidad baja de grasa corporal y un nivel estándar de masa muscular.” Sin embargo, esto fue después de hacer gimnasio y subir de peso durante varias semanas, así que probablemente empecé en 7. Ahora estoy en 5. La “clasificación física 5 es estándar. Un tipo de cuerpo estándar significa que tiene niveles promedio de grasa corporal y masa muscular. Las personas con un tipo de cuerpo estándar pueden progresar mucho cuando comienzan a hacer ejercicio.” Y dependiendo de donde te encuentres, el plan que es recomendado seguir.


Sin embargo, tienen que entender que la naturaleza de su cuerpo no define hasta dónde pueden llegar con él. Una persona con sobrepeso y una persona extremadamente flaca puede llegar a tener un buen fisico si le meten dedicación y las técnicas adecuadas. Así que, identificar el tipo de cuerpo que tiene cada uno es una forma de hacer el proceso más eficiente, no una forma de buscar excusas. Porque todos pueden llegar a donde quieren.

En conclusión, encuentra el tipo de cuerpo que tienes y en base a esto haz tu plan dietético y de ejercicio para llegar a tu meta. No te detengas con excusas de que no tienes un cuerpo naturalmente propicio a un buen físico porque todos los cuerpos pueden ser moldeados. Todos podemos llegar a nuestras metas.
Xix
Volví clandestinamente a Buenos Aires en mayo de 1978. Estaba bella la ciudad.

Mejor dicho, bellísima bajo esos días de mayo en que el otoño porteño admite un fuego, una calor de primavera muriendo o por nacer, nunca se sabe.

Me habían aconsejado que no caminara por el centro, que no frecuentara los sitios que solía frecuentar. Naturalmente: caminé por el centro, por los sitios que solía caminar. ¿Quién me iba a reconocer?

¿No estaba muerto Paco? ¿No habían secuestrado a Rodolfo y a Haroldo? ¿No habían matado al Jote, al Lino, a Josefina, a Dardo, a la Diana, tal vez? El restorán donde mi hijo escribió un poema sobre el mantel de estraza, este poema:


        La oveja negra
        pace en el campo *****
        sobre la nieve negra
        bajo la noche negra
        junto a la ciudad negra
        donde lloro vestido de rojo

el restorán estaba abierto, pero a mi hijo lo habían secuestrado dos años atrás y nunca supe de su suerte. Su mujer estaba encinta de siete meses cuando la secuestraron con él.

Leí los diarios de la época. En "La Opinión" -donde alguna vez trabajé, que alguna vez fundé-, un compañero intelectual de la izquierda (ex compañero o ex izquierda) sumaba su vocecita paga a la propaganda de la dictadura militar. El diario era de los militares para entonces, el ex compañero o ex izquierda también.

Hago esfuerzos y no alcanzo a recordar su nombre. Era cuentista, o algo así, como su mujer, que se cagaba en Rosa Luxemburgo desde posiciones de izquierda. Tenía un ano de izquierda que no le habrá impedido evacuar la pitanza militar.
Por una vez existe el cielo innecesario.
Nadie averigua acerca de mi corazón
ni de mi salud milagrosa y cordial,
porque es de noche, manantial de la noche,
viento de la noche, viento olvido,
porque es de noche entre silencio y uñas
y quedo desalmado como un reloj lento.

Húmeda oscuridad desgarradora,
oscuridad sin adivinaciones,
con solamente un grito que se quiebra a lo lejos,
y a lo lejos se cansa y me abandona.

Ella sabe qué palabras podrían decirse
cuando se extinguen todos los presagios
y el insomnio trae iras melancólicas
acerca del porvenir y otras angustias.

Pero no dice nada, no las suelta.
Entonces miro en lo oscuro llorando,
y me envuelvo otra vez en mi noche
como en una cortina pegajosa
que nadie nunca nadie nunca corre.

Por el aire invisible baja una luna dulce,
hasta el sueño por el aire invisible.
Estoy solo como con mi infancia de alertas,
con mis corrientes espejismos de Dios
y calles que me empujan inexplicablemente
hacia un remoto mar de miedos.

Estoy solo como una estatua destruida,
como un muelle sin olas, como una simple cosa
que no tuviera el hábito de la respiración
ni el deber del descanso ni otras muertes en cierne,
solo en la anegada cuenca del desamparo
junto a ausencias que nunca retroceden.
Naturalmente, ella
conoce qué palabras podrían decirse,
pero no dice nada,
pero no dice nada irremediable.
<<Es que nace un mundo nuevo >>
–Mundo Nuevo,Lila Downs y Alexis Puentes

Si, lo puedo sentir en la forma que siento la rotación del planeta–

Es verdad nace un mundo nuevo
y descuelga frases antiguas, y surge como contrincante
con su paz permutando toda las previas formas de comprender y operar con algo más lleno
más bello

viene erradicando fronteras
y con su amor deshaciendo los límites impuestos por un mundo viejo lleno de miedo
miedo de vivir
miedo de morir
miedo del infierno
miedo de no ser suficiente
miedo de escasez
Miedo

Se muere todo esto que perpetua el medio
y nace uno mundo nueve

un mundo lleno de amor
donde solo su calidez impeliera
y naturalmente desde nuestras entrañas surja

y no necesita que tú lo llames
este mundo viene entre nos
mira las criaturas las flores los peces y los niños ellos son el mundo nuevo igual que tú

y desde adentro toma sus manos  
tu costado
tu vida
y tú ser

es que somos el mundo nuevo

— The End —