Submit your work, meet writers and drop the ads. Become a member
y Dec 2015
Intravedo nel mio passato
nel mio presente
vedo crecita
ci sono tre cose quelle mi fanno sorridere
il amore
la vita
e Gesu Cristo
il amore era qualcosa che non ** potuto riconoscere
Adesso lo e tutto per me
Qualcuno che conosco o qualcosa che faccio sempre lo attenziono con amore
la vita e qualcosa sacra e stupenda
Adesso vedo che la mia prospettiva mi ha cambiato
Finalmente ** Gesu Cristo
Prima di lui avevo molti problemi
Adesso ** i stessi probemli ma non sto sola
Adesso io sono forte e felice
Oggi sono la persona quella sono  perche lui
Amy Jan 2015
The temptation of 'Adesso' requests at the tip of my tongue,
for use only when the gaps in-between seem too long.
Distracted again, by the halves at the top and the bottom.
You have questioned my preference more than once, but not often.
To confirm, alone now with thoughts of our conversations drawing me wandering back.
I'm intrigued by you, your mind...to me, the ultimate aphrodisiac.

Thoughts of you leave me lust inebriated,
over two-drink- tipsy and intoxicated.
Longing for my next fix as an addict with no desire to be rehabilitated.

Looking through these green eyes of mine.
You leave me nowhere inside to hide.
'Mischievous' I am told, is my soul, This is true but to love and be loved is my foundation goal.

A soul, honest and kind, a life of monotony is not that which I strive.
This spirit of mine on fire and alive.

Complicated is how you described your soul,
the layers of which I am intrigued to unfold.
Clear and somehow familiar to me.
Not complicated but simple, I love what I see.

A soul perhaps needing T.L.C.
A brain I am told which reduces to Brie.
Clear AND complicated...both are right it seems.

I shall not dwell that despite the cautious words when together I have spoken, 
with each written word now shared, so to increases my vulnerability of being broken.

Experiencing tenderness so sincere and real.
Unfamiliar to me, an exquisite ideal.

Whether each moment together is coincidental or predetermined,
Led by my heart, body and soul is the only way to be certain.

Adesso bello, now close your eyes.
Succumb to thoughts of my fingertips tracing your thighs.
Pull me in close again tight,
safe in your arms for the rest of the night.

The coincidence of bodies, rare like the coincidence of minds.
Love and lust...the purest natural desires of human kind.

Adesso, such a powerful word on the tip of my tongue,
for use only when the gaps in-between seem too long.
Diego Scarca Dec 2010
Adesso, nella calma,
si vedon muovere i pali
della luce, i fogli di carta
sui recinti di legno dei cantieri.

Un’altra volta
c’era stato il commento
degli arabi, dei negri.
In un vecchio vano della casa,
le povere braccia,
le gambe lunghe e magre legate,
incominciano i racconti.

E si urtano gli oggetti
finiti sul fondo della strada,
mentre, per errore,
un fruscìo dei rami avverte
chi vi cammina
o da una griglia esala ancora
l’odore tiepido dell’umidità.

Si dissolve il colore
dalle pianure disegnate
nel sonno dell’umanità. Le creste delle piante
viste d’improvviso
da un punto oscuro
ravvicinate, mute,
perché si possieda in alto
qualche luce della quiete?
Diego Scarca, Architetture del vuoto, Torino, Edizioni Angolo Manzoni, 2007
Lasciando adesso che le vene crescano
in intrichi di rami melodiosi
inneggianti al destino che trascelse
te fra gli eletti a cingermi di luce.
In libertà di spazio ogni volume
di tensione repressa si modella
nel fervore del moto e mi dissanguo
di canto "vero" adesso che trascino
la mia squallida spoglia dentro l'orgia
dell'abbandono. O, senza tregua più,
dannata d'universo, o la perfetta
nudità della vita,
o implacabili ardori riplasmanti
la già morta materia: in te mi accolgo
risospinta dagli echi all'infinito.
Lasciando adesso che le vene crescano
in intrichi di rami melodiosi
inneggianti al destino che trascelse
te fra gli eletti a cingermi di luce.
In libertà di spazio ogni volume
di tensione repressa si modella
nel fervore del moto e mi dissanguo
di canto "vero" adesso che trascino
la mia squallida spoglia dentro l'orgia
dell'abbandono. O, senza tregua più,
dannata d'universo, o la perfetta
nudità della vita,
o implacabili ardori riplasmanti
la già morta materia: in te mi accolgo
risospinta dagli echi all'infinito.
Lasciando adesso che le vene crescano
in intrichi di rami melodiosi
inneggianti al destino che trascelse
te fra gli eletti a cingermi di luce.
In libertà di spazio ogni volume
di tensione repressa si modella
nel fervore del moto e mi dissanguo
di canto "vero" adesso che trascino
la mia squallida spoglia dentro l'orgia
dell'abbandono. O, senza tregua più,
dannata d'universo, o la perfetta
nudità della vita,
o implacabili ardori riplasmanti
la già morta materia: in te mi accolgo
risospinta dagli echi all'infinito.
brock the badger Apr 2016
Now
The world feels only dark and cold
Fear and anxiety
Grief
Rule this head

She is no longer a child
And has lost everything that has belonged to that child;
the Mother, the Light, the Self

But Oh! it was all a choice.
Dear God Oct 2014
Il mio interesse altalenante
A tratti contrastante
Il tuo parlare confortante
Ma a volte fuorviante

Uno scoglio davanti a noi
Un pensiero per un poi,
Per un secondo eroi
E poi soltanto...

Adesso è tardi sai?
Ora non lo saprai mai
Non attraverseremo ne mari ne monti
Non diventeremo ne amanti ne tramonti

Viviamo nell'incertezza ogni giorno
Ma l'unica carezza che sento è quella del vento
Ora non vi giro più attorno
E con un respiro tento:

Solo un dubbio mi percuote la mente
E che si insidia nel cuore
L'interrogativo silente
Se questo è un sogno oppure amore
Mi hai reso qualcosa d'ottuso,
una foresta pietrificata,
una che non può piangere
per le maternità disfatte.
Mi hai reso una foresta
dove serpeggiano serpi velenose
e la jena è in agguato,
perché io ero una ninfa
innamorata e gentile,
e avevo dei morbidi cuccioli.
Ma le mie unghie assetate
scavano nette la terra, così io Medusa
fissa ti guardo negli occhi.
Io esperta sognatrice
che anche adesso mi rifugio in un letto
ammantata di lutto
per non sentire più la carne.
Rivedo le tue lettere d'amore
illuminata, adesso, dal distacco;
senza quasi rancore...
L'illusione era forte a sostenerci;
ci reggevamo entrambi negli abbracci
pregando che durassero gli intenti,
ci promettemmo il "sempre" degli amanti,
certi nei nostri spiriti d'Iddii...
... E hai potuto lasciarmi,
e hai potuto intuire un'altra luce
che seguitasse dopo le mie spalle!
Mi hai suscitato dalle scarse origini
con richiami di musica divina,
mi hai resa divergenza di dolore,
spazio per la tua vita di ricerca
per abitarmi il tempo di un errore...
... E mi hai lasciato solo le tue lettere
onde ne ribevessi la mia assenza!
Dianali Jul 2021
Seduta su questa scala
Guardando il mare
Mi ricorda il momento
In cui ** trovato
il percorso corretto
Di andare
Mille notti di piacere
effimero
sono stati per te
il mio tempo prezioso
perso in te
Effimero
Come sei
e come per me
È adesso, gia
Il amore che avevo
tanti anni fa
La fatica è sedersi senza farsi notare.
Tutto il resto poi viene da sé. Tre sorsate
e ritorna la voglia di pensarci da solo.
Si spalanca uno sfondo di lontani ronzii,
ogni cosa si sperde, e diventa un miracolo
esser nato e guardare il bicchiere. Il lavoro
(l'uomo solo non può non pensare al lavoro)
ridiventa l'antico destino che è bello soffrire
per poterci pensare. Poi gli occhi si fissano
a mezz'aria, dolenti, come fossero ciechi.

Se quest'uomo si rialza e va a casa a dormire,
pare un cieco che ha perso la strada. Chiunque
può sbucare da un angolo e pestarlo di colpi.
Può sbucare una donna e distendersi in strada,
bella e giovane, sotto un altr'uomo, gemendo
come un tempo una donna gemeva con lui.
Ma quest'uomo non vede. Va a casa a dormire
e la vita non è che un ronzio di silenzio.

A spogliarlo, quest'uomo, si trovano membra sfinite
e del pelo brutale, qua e là. Chi direbbe
che in quest'uomo trascorrono tiepide vene
dove un tempo la vita bruciava? Nessuno
crederebbe che un tempo una donna abbia fatto carezze
su quel corpo e baciato quel corpo, che trema,
e bagnato di lacrime, adesso che l'uomo
giunto a casa a dormire, non riesce, ma geme.
bk May 2016
** tinto i capelli di turchese, c'è qualcosa di nuovo nella mia faccia, qualcosa di diabolico.
** scoperto di provare odio, di saper odiare, guarda che belle le mie labbra che si incurvano per sputarti addosso, per sputare su qualsiasi cosa ci sia stato. melenso e falso.
guarda che belle le mie dita che danzano sulla tastiera scrivendo parole di disprezzo, guarda che bello il ghigno si è formato sulla mia faccia.
vorrei avere una spada (emblema di verità) e mozzarti la testa
vorrei avere un'automobile ed investirti ed ancora ed ancora ed ancora
vorrei che tutto ciò che scrivo trafiggesse il tuo cervello, aghi appuntiti nelle pupille, un tatuaggio mentale che ti ricordi perennemente che sei un qualcosa di marcio
perché adesso che ** scoperto la verità è tutto cambiato.
** vinto io.
**non mi sono mai sentita bene come ora
non mi sono mai sentita bene come ora
non mi sono mai sentita bene come ora
non mi sono mai sentita bene come ora
non mi sono mai sentita bene come ora
non mi sono mai sentita bene come ora
Non è del nulla che ti parlo
ma di questo vacuo ardore
che misura ogni mio atto

Ognuno adesso è santo e il pasto
di certe sere - di bocche serie
ha smembrato anche me

che guardo e fingo
di non sapere che l'asfalto
riflette il mio viso
liquefatto per il caldo

E' un patto questo fango
di macerie restaurate
da mani urlanti un passato
in cui tutto era più chiaro o forse
meno azzardato
Ridotto a me stesso?
Morto l'interlocutore?
O morto io,
l'altro su di me
padrone del campo, l'altro,
universo, parificatore...
o no,
niente di questo:
il silenzio raggiante
dell'amore pieno,
della piena incarnazione
anticipato da un lampo? -
penso
se è pensare questo
e non opera di sonno
nella pausa solare
del tumulto di adesso.
Aspettavo quest'alta negazione
per trionfare in forma di parole,
ora l'hai predicata, né mai mano
di sacerdote antico si alzò lesta
a decretare in vergine condanna.
Venni a cercarti timida e concreta
senza ricordi più d'altri legami
ma rispettosa della tua statura.

Vasto uomo mi fosti e come Saffo
c'era adesso una rupe ove abbellire
un disegno di sorte dacché lutto
mi è entrato avaro e crudo nelle carni.
A me l'Idra farebbe scoramento,
sanguinare altre corde poi che una
una soltanto hai dentro il cuore.

Io ne conservo mille e mille ancora.
Vita amara
che mi illudesti come giove
di poter risplendere di luce propria.

Eppure a me,
adesso,
fai bruciare senza pace nè sosta.

Vita che mi illudi di vita,
come nidi di un ramo caduto.

Mi hai mostrato la luce solo per poterla immaginare nell'oscurità.
Giove è una stella mancata.
Ha tutti gli ingredienti per essere una stella ma una ***** poco più ridotta di quanto gli serva.
L'illusione da un punto di vista astronomico.

I nidi ospitano delle nuove vite(uova).
Ma i nidi di un ramo caduto ospitano l'illusione di queste vite, che cadute dal ramo saranno inevitabilmente morte.
Illusione della vita stessa.

Se la realtà esistesse davvero solo nella nostra mente ed essa fosse quindi solamente soggettiva, potrei forse pensare di essere, avere, fare( e qualsiasi altro verbo) tutto ciò che voglio.
Ma non è così.
Ci sono cose che sono in un determinato modo per tutti gli esseri umani.
Cose che non posso cambiare solo perché le voglio. E sono così, ferme, assolute.
Non tutto è relativo, alcune cose sono oggettive.
Ma forse le domanda da farsi è "che cosa è la relatività, e dunque il suo opposto?"
Quando si ha una e l'altra?

E se fosse tutto relativo solo per una incapacità di definizione perfetta?
E se la definizione perfetta non esistesse in questo senso ma avrebbe la perfezione solo nel contesto in cui è applicata?
Tutto mi porta a pensare logicamente sempre che l'assoluto esiste ed è relativo al contesto.
L'assoluto è relativo.
Quando lottavo duramente il giorno
per sradicare l'ora dal mio cuore
sola entità di tenebre, angosciosa
era questa fatica alle mie mani.

Ma non so quale leggerezza imbeve
logicamente adesso la natura
del mio corpo rinato; so che muovo
allucinato il passo alle mie pene,
sento che in me recede il rigoglioso
volume del mio sangue e che più dolce
mi è liberare sguardi di paura.
natanaele Mar 2019
perchè sei così perfetta
perché, tra tutte le persone, dovevi essere tu?
ero ferito e vulnerabile
e tu eri bello
e ** pensato che ti importasse
lo so meglio ora
probabilmente lo sapevo anche io.
ma è troppo lontano adesso
mi sento pazzo
Jay Luistro Nov 2018
Tu che dall’ombra compari,
E docile e dolce tu pari,
Nel sole cocente la tua pelle schiarisce
E dalla tua faccia la tristezza svanisce.

Ti ** guardata dritta negli occhi,
E tu la mia pelle mi tocchi.
Ti ** guardata nel viso un sorriso
Che la dolce faccia tua ha riso.

Mi ricordo di averti amata subito
E che allorché scelta non dubito,
E di fatto mi hai regalato la felicità
E al cuore mio la verità.

Adesso ti dirò che sei speciale,
Speciale ma non tanto quanto il reale.
Perché più di questo tu sei e sarai
E per sempre il mio cuore battere farai.
You that you appear in the shadow,/
Docile and sweet you seem,
Under the hot sun your skin lightens,/
And from your face the sadness vanishes./

I looked through your eyes,
And my skin you touch.
I saw in your face a smile,
That your sweet face has laughed.

I remember to have loved ya immediately,
And my choice when I decided I don’t doubt,/
And in fact you gave me the happiness,/
And to my heart the truth.

Now I tell you, you are special,/
But Special not as likely the reality,/
Because you are and will be more than it(special),/
And my heart you will always make it beat./

Dedicated to my Girlfriend.
Mi ero innamorato ed era bellissimo.
Lei era bellissima.
E ** creduto di amarla intensamente.
L'** persa e ** creduto di perdere la cosa più bella che la vita avrebbe mai potuto darmi.
** lottato contro i miei sentimenti, invano.
Ma è bastato che lei fosse così umana per cadere.
E adesso l'unico sentimento che mi manca è la nostalgia.

Nostalgia di ciò che credevo lei fosse.
E over c2 Apr 2020
This is interesting.
I have no direction in writing this.
I guess this is me trying to understand,,,,,myself?
or you?
us.,. maybe.

have i moved on?
my brain has, yes
but my heart is stubborn
like any true italian, stubborn as all hell
add to that being straight white dude and you've got what i call
Emotional Stubborn City, Population:
                          Me

These poems for me have always meant a lot
They always will
And now adays i dont even bother to rhyme
not always
but if i had to try

Id be something like this
an abyss
lies deep within me
a hole
empty;soul
within me
i am happy yes
but when i see him kiss you
i cant help but scream.

Months ago you said it was a petty crush
nothing of.
months ago i lied and it ended up biting me back.
months ago i didn't know how to explain my emotions
and i still
                                  *******
        cant
and months ago it all added up to me weeping on an apartment balcony in Tokyo.
my best friends behind me, confused.
offering me another beer while i stand shirtless in the rain
knowing his arms are wrapped around you.
and mine are dangling two stories up.
I look up and see an old lady hang her clothes.
gather up the strength thinking,
"a shirtless gaijin across from her probably isnt what she wants to see at 11pm"
i dont sleep that night

when i come back to this hermit of a city, things are different.
very different.
now there's talks of exploring with other people
doubts of who we want
doubts of who we are

and months ago

i should of said no.

then and there.

"you either have all of me, or none. your choice. no in between."

is what i should of said if i had conviction in my words.
If i actually ******* knew how i felt but i was so blinded by love i thought hey maybe if i just roll with it ill still have her at the end.

fast forward and there i stood next to a boulder
in the cold
waiting
and i waited
hours
because you wanted you fun with a pretty boy who could talk the talk
i thought i didnt mind. i thought i could deal with it. but i couldn't.
and that rage i showed then when you kissed him dancing is a rage that stays with me to now
where a new boy holds your hips and calls you baby
all because months ago i ****** up
and didnt speak up.
didnt understand how i felt so i didnt say a word.
its not your fault.
its not really mine either.
it just ******* *****.
and i think why do i still care?
why?
after everything.

in the end
i want to burn it
the memories from my mind
the poems left behind
the trees built in my room
fire and smoke and mirrors consume
i am
so
angry.
but i have no way to show it.
im not violent im not loud when im sad im not an angry person at heart
but im angry right now
and i will be for a very long time.
i wish i could yell at you or him or both of you and for it to mean nothing. to get it all out then pretend like it never happened
maybe a far off day in the future when we're all drunk together and no one will remember
maybe then ill be content

maybe im just overthinking

maybe this is just jealousy
plain and simple
and if it is?
then time will heal itself
but time cant run back
and so i learn

let me be clear
contrary to my cries
i am happy
im happy you have him and that you're happier now
im happy that i have her, even if maybe im not ready for all of her yet, but thats okay we're taking it slow
im happy that i feel freer even if the house i live in feels more like a prison sometimes
im happy that we can still chat
im happy that i can still feel after all cause for a period of time there i really doubted i could

but i guess i can be happy and sad at the same time
im schrodingers emotions
a paradox
or simply misunderstood

i was not all of me when i was with you
and i wont be all of me for a long time
not until i move
not until i realise what i truly want
he's older, you can do more, be more,
and right now you need that more than some stuck up dude in his underwear writing a sorry love letter at 2am. im not exciting. i never have been.

to finish
i wish you luck from here
i wish you good health in mind and body, i know you more than anyone needs it
i wish luck to him, for if he treats you any less than a true ****** monarch so god help his ******* soul.
just cause im not yours doesnt mean i dont care.
doesnt mean i wont put you before him and make sure he knows he better not **** around like he has before.

to finish
pitter patter rain comes falling
out my window
my cat purrs beside me
i take another sip of bitter coffee
candle light around me i write now to you in the hope i make a percentage more sense to you now than before
e adesso dico,
non dimenticarmi. perche non posso dimenticarti mai.
sleep well
i might take a while
written in the early am, stream of consciousness with no goal or real poetic flow, just feelings, stuff i cant seem to find in spoken word.
Ovunque tu possa vagare
Basta che tu sia con me

Allontanerò le nubi della tua mente.

Non sentirti sola adesso, il sole tornerà per lavar via le tue lacrime
e comincerai a realizzare che le cose di cui hai bisogno sono così vicine.

Questi momenti possono essere reali.

Vediamo l'alba, una nuova luce sta aprendo i nostri occhi.
Bellezza intorno a noi,
So che ci circonderà sempre.

E saremo fragili ma non ci sarà affatto paura.
Un giorno morirò.
Potrebbe essere domani o fra 60 anni.
Ma accadrà...
E allora mi fermo. Adesso.
E penso.
Il mare di Ognina. Il fruscio delle sue onde e alle sfumature di blu, azzurro e verde su cui poso l'attenzione.
È davvero bello.
E penso ancora.
Ogni singola cosa e persona che è entrata nella mia vita.
E compare un sorriso, un altro, e un altro ancora.
Una mano delicata, un'altra mano che prende la mia.
Compare lei che fa cadere il telefono sui gelati e tutto il suo imbarazzo.
Lei che balla appena assaggia un pezzetto di sushi. È meravigliosa.
Il mio migliore amico che canta. Meraviglia delle meraviglie.
Potrei scrivere un libro di sole descrizioni delle cose bellissime che ** visto, vissuto e provato e se mi fermo ancora riesco ad assaporarle.

Potrei scrivere anche delle cose brutte, certo.
Ma oggi, ora, voglio ricordarmi di tutte quelle cose che la vita frenetica di ogni giorno non mi fa ricordare.
** bisogno di ricordare.
Ricordarsi:
Fermarsi.
Rilassarsi.
Non fare niente.
Annoiarsi.
Forse ** capito qualcosa
Aspettavo quest'alta negazione
per trionfare in forma di parole,
ora l'hai predicata, né mai mano
di sacerdote antico si alzò lesta
a decretare in vergine condanna.
Venni a cercarti timida e concreta
senza ricordi più d'altri legami
ma rispettosa della tua statura.

Vasto uomo mi fosti e come Saffo
c'era adesso una rupe ove abbellire
un disegno di sorte dacché lutto
mi è entrato avaro e crudo nelle carni.
A me l'Idra farebbe scoramento,
sanguinare altre corde poi che una
una soltanto hai dentro il cuore.

Io ne conservo mille e mille ancora.
La fatica è sedersi senza farsi notare.
Tutto il resto poi viene da sé. Tre sorsate
e ritorna la voglia di pensarci da solo.
Si spalanca uno sfondo di lontani ronzii,
ogni cosa si sperde, e diventa un miracolo
esser nato e guardare il bicchiere. Il lavoro
(l'uomo solo non può non pensare al lavoro)
ridiventa l'antico destino che è bello soffrire
per poterci pensare. Poi gli occhi si fissano
a mezz'aria, dolenti, come fossero ciechi.

Se quest'uomo si rialza e va a casa a dormire,
pare un cieco che ha perso la strada. Chiunque
può sbucare da un angolo e pestarlo di colpi.
Può sbucare una donna e distendersi in strada,
bella e giovane, sotto un altr'uomo, gemendo
come un tempo una donna gemeva con lui.
Ma quest'uomo non vede. Va a casa a dormire
e la vita non è che un ronzio di silenzio.

A spogliarlo, quest'uomo, si trovano membra sfinite
e del pelo brutale, qua e là. Chi direbbe
che in quest'uomo trascorrono tiepide vene
dove un tempo la vita bruciava? Nessuno
crederebbe che un tempo una donna abbia fatto carezze
su quel corpo e baciato quel corpo, che trema,
e bagnato di lacrime, adesso che l'uomo
giunto a casa a dormire, non riesce, ma geme.
Rivedo le tue lettere d'amore
illuminata, adesso, dal distacco;
senza quasi rancore...
L'illusione era forte a sostenerci;
ci reggevamo entrambi negli abbracci
pregando che durassero gli intenti,
ci promettemmo il "sempre" degli amanti,
certi nei nostri spiriti d'Iddii...
... E hai potuto lasciarmi,
e hai potuto intuire un'altra luce
che seguitasse dopo le mie spalle!
Mi hai suscitato dalle scarse origini
con richiami di musica divina,
mi hai resa divergenza di dolore,
spazio per la tua vita di ricerca
per abitarmi il tempo di un errore...
... E mi hai lasciato solo le tue lettere
onde ne ribevessi la mia assenza!
Donall Dempsey Aug 2020
COME VIENE...VIENE!
(WHAT COMES...COMES!)

for Paolo Sandulli

The sun is
preaching her sermon

to the town
of Praiano

that clings to the cliffs
in wonder.

Here in her hand
of light & water

she tells the parables
of pebbles.

One wave waves to another
as she walks upon the water.

Bells undress Time
disrobe her of her hours.

Lemons grow
big-bellied on branches

pregnant
with yellow.

The juice
of the Future

praying in a church
of trees.

Here, a congregation
of butterflies & bees.

Grapes dream of being
turned into wine.

Figs ripen
with pleasure.

The gods of pagan times
survive

disguised as statues.

I only believing
in the religion of

a woman’s
laughter.

And even now
as darkness

grows
upon the rose

it’s as if
the sunlight never leaves

only changes
colour

and the sunlight darkens
only to blossom

into the next morning
in love with Time.

*

This was written for the Italian artist/ceramic sculptor Paolo Sandulli who has a studio in an old Saracen tower overlooking Praiano called Torre a Mare.

His work and his workplace are magical and deliciously fantastic making the mind smile and the soul laugh as he creates a

NUOVE MITOLOGIE MEDITERRANEE

with his love of place and people. Delightful and enthralling.

Check out Paolo's creations at p.sandulli@alice.it

The title in the English version comes from the Italian menu which is the chief's surprise...eh...what comes...comes..ok? The title like Paolo's work amused me so much that it became the poem's name. The dish itself was a pizza with a midrash of everything and anything.

CHE COSA SI FA

Il sole è
la sua predicazione predica

alla città
di Praiano

che si aggrappa alle scogliere
a meraviglia.

Qui in mano
di luce e acqua

racconta le parabole
di ciottoli.

Una ondata onde ad un altro
come lei cammina sulle acque.

Campane spogliarsi Tempo
disrobe della sua ora.

Limoni crescere
grande-addome su filiali

incinta
con il giallo.

Il succo
del Futuro

pregare in una chiesa
di alberi.

Qui, una congregazione
di api e farfalle.

Uvaggio sogno di essere
trasformata in vino.

Fichi maturi
con piacere.

La divinità pagane di volte
sopravvivere

dissimulata come statue.

** solo credere
nella religione di

una donna
risate.

E anche adesso
come il buio

cresce
la rosa

è come se
la luce del sole non lascia

solo le modifiche
colore

e la luce del sole si oscura
solo a fiore

nella mattina successiva
in amore con il tempo.
Una riflessione

Premessa:
Sono sempre stato molto empatico e ** sempre sofferto della sofferenza altrui. La sentivo come mia. Per questo ** sempre sognato un mondo ideale dove nessuno soffrisse, e dove i rapporti tra esseri viventi fosse il più delicato e rispettoso possibile.
E come ogni persona su questo mondo, quando qualcuno mi tratta male, dice qualcosa di negativo o faccia qualsiasi cosa che io reputi ingiusto nei miei confronti ci sto male, magari mi sento triste, adirato, arrabbiato ecc...

Quando la Russia invase l'Ucraina e pensai a tutta quella sofferenza mi sentii molto triste. MA.
Adesso uso un pensiero alternativo:

"Cioè la Russia fa uno schifo di guerra, e IO MI AUTOPUNISCO provando emozioni negative?
Cioè è lei che fa lo schifo e ci deve andare di mezzo la mia serenità?
Può la mia sofferenza, per quanto grande, cambiare ciò che sta accadendo?
No.
Anzi aggiungo un'altra persona che sta male, me stesso.
Questo non vuol dire che io non scenda in piazza a protestare o che avendone la possibilità io non provi a cambiare le cose.
Vuol dire semplicemente SOFFRIRE MENO."

Oppure, qualcuno mi tratta male e io ne devo soffrire?
Cioè lo stronzo sei te e ci devo stare male io?
Beh puoi andare bellamente a cagar.
La fatica è sedersi senza farsi notare.
Tutto il resto poi viene da sé. Tre sorsate
e ritorna la voglia di pensarci da solo.
Si spalanca uno sfondo di lontani ronzii,
ogni cosa si sperde, e diventa un miracolo
esser nato e guardare il bicchiere. Il lavoro
(l'uomo solo non può non pensare al lavoro)
ridiventa l'antico destino che è bello soffrire
per poterci pensare. Poi gli occhi si fissano
a mezz'aria, dolenti, come fossero ciechi.

Se quest'uomo si rialza e va a casa a dormire,
pare un cieco che ha perso la strada. Chiunque
può sbucare da un angolo e pestarlo di colpi.
Può sbucare una donna e distendersi in strada,
bella e giovane, sotto un altr'uomo, gemendo
come un tempo una donna gemeva con lui.
Ma quest'uomo non vede. Va a casa a dormire
e la vita non è che un ronzio di silenzio.

A spogliarlo, quest'uomo, si trovano membra sfinite
e del pelo brutale, qua e là. Chi direbbe
che in quest'uomo trascorrono tiepide vene
dove un tempo la vita bruciava? Nessuno
crederebbe che un tempo una donna abbia fatto carezze
su quel corpo e baciato quel corpo, che trema,
e bagnato di lacrime, adesso che l'uomo
giunto a casa a dormire, non riesce, ma geme.
Aspettavo quest'alta negazione
per trionfare in forma di parole,
ora l'hai predicata, né mai mano
di sacerdote antico si alzò lesta
a decretare in vergine condanna.
Venni a cercarti timida e concreta
senza ricordi più d'altri legami
ma rispettosa della tua statura.

Vasto uomo mi fosti e come Saffo
c'era adesso una rupe ove abbellire
un disegno di sorte dacché lutto
mi è entrato avaro e crudo nelle carni.
A me l'Idra farebbe scoramento,
sanguinare altre corde poi che una
una soltanto hai dentro il cuore.

Io ne conservo mille e mille ancora.
Ridotto a me stesso?
Morto l'interlocutore?
O morto io,
l'altro su di me
padrone del campo, l'altro,
universo, parificatore...
o no,
niente di questo:
il silenzio raggiante
dell'amore pieno,
della piena incarnazione
anticipato da un lampo? -
penso
se è pensare questo
e non opera di sonno
nella pausa solare
del tumulto di adesso.
Mi hai reso qualcosa d'ottuso,
una foresta pietrificata,
una che non può piangere
per le maternità disfatte.
Mi hai reso una foresta
dove serpeggiano serpi velenose
e la jena è in agguato,
perché io ero una ninfa
innamorata e gentile,
e avevo dei morbidi cuccioli.
Ma le mie unghie assetate
scavano nette la terra, così io Medusa
fissa ti guardo negli occhi.
Io esperta sognatrice
che anche adesso mi rifugio in un letto
ammantata di lutto
per non sentire più la carne.
Fuori era il caos
Ed io non sapevo bene chi fossi.
Adesso che sono diventato me stesso...
Fuori rimane il caos, ed è come dovrebbe essere.
Rivedo le tue lettere d'amore
illuminata, adesso, dal distacco;
senza quasi rancore...
L'illusione era forte a sostenerci;
ci reggevamo entrambi negli abbracci
pregando che durassero gli intenti,
ci promettemmo il "sempre" degli amanti,
certi nei nostri spiriti d'Iddii...
... E hai potuto lasciarmi,
e hai potuto intuire un'altra luce
che seguitasse dopo le mie spalle!
Mi hai suscitato dalle scarse origini
con richiami di musica divina,
mi hai resa divergenza di dolore,
spazio per la tua vita di ricerca
per abitarmi il tempo di un errore...
... E mi hai lasciato solo le tue lettere
onde ne ribevessi la mia assenza!
Ridotto a me stesso?
Morto l'interlocutore?
O morto io,
l'altro su di me
padrone del campo, l'altro,
universo, parificatore...
o no,
niente di questo:
il silenzio raggiante
dell'amore pieno,
della piena incarnazione
anticipato da un lampo? -
penso
se è pensare questo
e non opera di sonno
nella pausa solare
del tumulto di adesso.
Quando lottavo duramente il giorno
per sradicare l'ora dal mio cuore
sola entità di tenebre, angosciosa
era questa fatica alle mie mani.

Ma non so quale leggerezza imbeve
logicamente adesso la natura
del mio corpo rinato; so che muovo
allucinato il passo alle mie pene,
sento che in me recede il rigoglioso
volume del mio sangue e che più dolce
mi è liberare sguardi di paura.
Quando lottavo duramente il giorno
per sradicare l'ora dal mio cuore
sola entità di tenebre, angosciosa
era questa fatica alle mie mani.

Ma non so quale leggerezza imbeve
logicamente adesso la natura
del mio corpo rinato; so che muovo
allucinato il passo alle mie pene,
sento che in me recede il rigoglioso
volume del mio sangue e che più dolce
mi è liberare sguardi di paura.
Mi hai reso qualcosa d'ottuso,
una foresta pietrificata,
una che non può piangere
per le maternità disfatte.
Mi hai reso una foresta
dove serpeggiano serpi velenose
e la jena è in agguato,
perché io ero una ninfa
innamorata e gentile,
e avevo dei morbidi cuccioli.
Ma le mie unghie assetate
scavano nette la terra, così io Medusa
fissa ti guardo negli occhi.
Io esperta sognatrice
che anche adesso mi rifugio in un letto
ammantata di lutto
per non sentire più la carne.

— The End —