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Lasciando adesso che le vene crescano
in intrichi di rami melodiosi
inneggianti al destino che trascelse
te fra gli eletti a cingermi di luce.
In libertร  di spazio ogni volume
di tensione repressa si modella
nel fervore del moto e mi dissanguo
di canto "vero" adesso che trascino
la mia squallida spoglia dentro l'orgia
dell'abbandono. O, senza tregua piรน,
dannata d'universo, o la perfetta
nuditร  della vita,
o implacabili ardori riplasmanti
la giร  morta materia: in te mi accolgo
risospinta dagli echi all'infinito.
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