Submit your work, meet writers and drop the ads. Become a member
tangshunzi Jun 2014
Sarò onesto .L'autunno è la mia stagione preferita .E ** tempo per maglioni accogliente .buonissimo cacao caldo e curling dal fuoco per quasi tutto l'anno .Cioè .fino a quando io offro i miei occhi su un tropicale amore -fest come questo giorno cara catturato dai Jonas Peterson .Perché questo .amici miei .è un insieme capolavoro piena di sole contro la terra mozzafiato conosciuta come Fiji .e se ogni ultima immagine gloriosa non ti vuole mettere in valigia un po 'di infradito e prendere il primo volo fuori .non so cosa farà .Vedi tutto qui .


E un piccolo film magia Zoom Fiji ?Penso che lo faremo .Si prega di aggiornare il tuo

browserColorsSeasonsSpringSettingsGolf ResortStylesDestination Da Sposa.Sono cresciuto sognando di sposarsi su un'isola tropicale e Fiji era il posto perfetto per rendere questo sogno .Fiji occupa un posto speciale in entrambi i nostri cuori come Dave mi ha sorpreso proponendo e organizzato per volare verso Fiji il giorno successivo per una vacanza incredibile .Siamo entrambi innamorati amare la cultura delle Fiji abiti da sposa on line .il popolo delle Fiji sono così felice e cordiale e ci siamo sempre sentiti così benvenuti.Abbiamo deciso di fare l'Intercontinental Golf Resort \u0026 Spa sulla Coral Coast .un posto così bello .Volevamo un matrimonio intimo con amici e famiglia per condividere il nostro giorno speciale .Abbiamo voluto creare un'atmosfera divertente e rilassante dove i nostri ospiti possono rilassarsi e hanno una grande vacanza !Ciò che era speciale era di essere in grado di uscire con i nostri ospiti che portano al matrimonio .cocktail a bordo piscina .snorkelling sulla barriera corallina e grandi cene .La mia wedding planner Jane all'Intercontinental Golf Resort e Spa ha fatto il lavoro più sorprendente prendersi cura di tutto.Dave e io non dovevano preoccuparsi per una cosa !Come eravamo sposati all'estero ** ancora voluto mettere il mio tocco speciale al nostro matrimonio così ** avuto una



palla di abiti da sposa 2014 progettare i nostri inviti di nozze.Volevo solo qualcosa di casuale e divertente per riflettere la giornata .
erano così felici con quello che il villaggio fornito in termini di fiori e decorazioni .siamo stati fortunati nostra famiglia sono stati in grado di aiutare le decorazioni parlare etc oltre a Fiji .E 'stato importante per noi per i nostri ospiti di sperimentare alcuni la cultura delle Fiji così abbiamo incorporato ballerini Fiji e uno spettacolo di fuoco .tutti i nostri ospiti davvero apprezzato questo .è veramente fatto la notte così speciale .Abbiamo anche avuto serenaders giocare prima della cerimonia e durante l' ora del cocktail .** anche avuto il privilegio di essere scortato alla cappella da due guerrieri delle Fiji .Il nostro ricevimento si è tenuto presso la firma raffinato ristorante Intercontinentals Navo che si affaccia sulla laguna e l'isola di Navo .Dave e ** organizzato un cocktail speciale per tutti i nostri ospiti in arrivo .è stato un mojito di cocco .i nostri ospiti davvero apprezzato questo tocco speciale .** amato il mio bouquet di orchidee e la bella rosa zenzero damigelle mazzi di fiori .hanno legato perfettamente con i loro abiti Amsale .I ragazzi hanno ben sopportare il calore indossando abiti in calore !

Una cosa che era molto importante per me era il nostro fotografo di matrimoni .Avevo fatto la mia ricerca.ma il mio cuore è stato impostato su Jonas Peterson .Non sono rimasto deluso .ha catturato il nostro giorno così bello .entrambi amiamo le nostre foto e li faremo amare sempre .** anche volato su un artista makeup incredibile da Sydney .Christina Chiaramente che era stato a Fiji molte volte quindi sapevo che ero in buone mani .Lei ha fatto un ottimo lavoro e siamo tutti sembrava così bello .il nostro trucco rimase tutto il giorno e la notte .** una squadra di provenienza dei capelli locale da Fiji .non sono rimasto deluso .sapevano esattamente quello che volevo e la loro conoscenza lavorando con i capelli al calore delle Fiji era incredibile !Abbiamo anche avuto il piacere di lavorare con Zoomfiji .hanno anche fatto un ottimo lavoro catturare il nostro giorno speciale .Ognuno è andato al di là di rendere il nostro giorno così incredibile .

Il personale era incredibile all'Intercontinental abiti da sposa 2014 e niente era troppo disturbo per loro .Hanno davvero fatto in modo che si cura di noi e abbiamo avuto il giorno avevamo sempre sognato !Vinaka !

Fotografo: Jonas Peterson | Abito da sposa: Spose di Beecroft | Cancelleria Wedding : Fave Paper Designs | Scarpe da sposa : peeptoe Scarpe | Abiti da sposa : Amsale | Makeup Artist : Christina Cleary | Capelli: Capelli N Mkp Perfezionista | Striscioni pubblicitari : Lullaby Mobiles| Pezzo di capelli della sposa : Kristi Bonnici Accessori da sposa | Abiti Girls ' : Silk \u0026 More | Località : Intercontinental Golf Resort \u0026 Spa FijiAmsale è un membro del nostro Look Book .Per ulteriori informazioni su come vengono scelti i membri .fare clic qui
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-c-1
http://www.belloabito.com/goods.php?id=861
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/2/4171635353535_396853.jpg
Fiji Wedding da Jonas Peterson_abiti da sposa corti
Timmy Shanti Dec 2016
Scrivimi sempre, in ogni stagione:
Nel freddo d’inverno, nel caldo d’estate...
Ti prego di farmi saper le ragioni
Di vivere qui – la pazzia nonostante.

Se scrivi, mi alzo oltre il dolore,
Se sogni, mi chiedo se è la pietà
Che mi fa pensare a te nel rumore
Che mi butta via dal' nostra realtà.

Scrivimi sempre, in ogni stagione:
Nel bianco d’inverno, nel verde d’estate...
Facendomi creder i suoni ascoltati,
E fantasticare coll’ale baciate.
La vita è bella!
tangshunzi Jul 2014
Una cosa so per certo : quando una squadra di talento di fornitori si riunisce per una giornata di ispirazione .è un magico .cosa magica .Pensate Angela Roy Newton .Michelle Lange ed Eventi ( + molti.molti di più ) di tutte le forze che uniscono Kat Eitner per realizzare una giornata in stile boho di abbastanza .E 'un ambiente lussureggiante soddisfa tutte le cose impressionante e si può vedere ogni all'ultimo momento stupendo proprio qui in piena galleria .


E un film dolce da Nayeem Vohra Films .Si prega di aggiornare il tuo

browserColorsSeasonsSummerSettingsInnStylesBohemianRomantic Da Michelle Lange .Come fotografo .uno dei nostri compiti è abiti da sposa 2014 quello di essere un passo avanti a tutti gli altri.I nostri clienti sono i palpiti delle nostre imprese .e le decisioni e le azioni relative alla funzione di quelle imprese dovrebbero sempre tenere a mente che il battito cardiaco .Fin dall'inizio della mia attività .** avuto un molto dettagliato piano ' se qualcosa mai accaduto ' .Entrambi i miei genitori .mio marito hanno il piano dettagliato .Alcuni dei miei amici fotografi più vicini sono consapevoli del fatto che essi sono elencati come i contatti .Mai in un milione di anni avrei pensato che questo piano avrebbe dovuto entrare in vigore .ma il giorno prima di questa ripresa ispirazione ( mesi previsti in anticipo) .lo ha fatto .E il mio cuore le imprese non saltare un po ' .Credo davvero che una forza superiore mi ha fatto richiede una appendicectomia d'emergenza in un momento in cui ** avuto una pausa nella stagione dei matrimoni .La cosa più importante .è che venendo a contatto con ciò che è descritto nel mio piano .come un backup fotografo di emergenza .Angela Roy Newton intensificato al piatto per fotografare questa ispirazione ripresa ero così entusiasta per mesi.Questo la dice lunga su quelli di carattere e l'industria nel suo complesso .L'industria del matrimonio .mentre competitivo.è guidata da persone che amano l'amore e credono nel lavoro di squadra .Mentre spero di avere mai mettere questo piano di emergenza in vigore di nuovo .mi conforta sapere di quale grande industria sono una parte di .

Da Kat Eitner Eventi .Questa ripresa ispirazione sviluppato da una visione di elementi bohemien



e nido d'ape .I mobili antichi nera da Trunk Vintage vacanze erano lo sfondo perfetto per i pops di corallo a Karma tavolo Fiori e design bouquet.Mostra arresto Marchesa e Reem Acra abiti di Elizabeth Giovanni.trapuntata runner e non convenzionale bella tavola disegno floreale aggiunti elementi di Boemia.Speriamo di abiti da sposa 2014 ispirare le coppie di incorporare accattivanti elementi.come il nido d'ape o pop di colore .tutto il loro grande giorno .Fotografia
: Angela Roy Newton | Fotografia : Michelle Lange | Fotografia: Nayeem Vohra Films | Pianificazione : Kat Eitner Eventi | Cake: Cake Fiction | Inviti : Poco signorina signora | Abiti da sposa : Elizabeth Giovanni | Lavagna Arte: Chalk It UpTo Love | Fiori \u0026 Event design: Karma Flowers | capelli: StylesOnB | Località : Raritan Inn | Trucco : Nicole Makeup Artistry Sievers | vestiti da sposa Favors Profumo : Anthropologie | Noleggio Mobili Vintage: Affitto Trunk VintageElizabeth Johns e Angela Roy Newton Fotografia sono membri del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Elizabeth Johns vedi portfolio Angela Roy Newton Fotografia VIEW
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-2014-c-13
http://www.belloabito.com/goods.php?id=1001
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/2/2264035353535_397861.jpg
Bohemian Inspiration Spara_abiti da sposa on line
Aileen Connolly Feb 2010
Lei piange, e piange.Il fiore del sua cuoreÉ morto nella questa stagione d’invernoPerché la sua amore, chi abitava in questo floreE lo guardava, e lo amava,Ha salito sine una parola.E lui solo ha salito le spine per compagnia.Che crueltá, che iróniaChe la donna chi non sentava niente maiHa solo le ferite nel cuore a consolarleHa solo il guanciale a aguscia le sue lacrimeQuando tutta che lei voglia nel mondoÉ il ragazzo chi prima ha scopertoChe lei possa amare davvero.
Benedetto sia'l giorno e'l mese e l'anno
e la stagione e'l tempo e l'ora e'l punto
e'l bel paese e'l loco ov'io fui giunto
da'duo begli occhi che legato m'ànno;

E benedetto il primo dolce affanno
ch'ì ebbi ad esser con Amor congiunto,
e l'arco e le saette ond'ì fui punto,
e le piaghe che'nfin al cor mi vanno.

Benedette le voci tante ch'io
chiamando il nome de mia donna ò sparte,
e i sospiri e le lagrime e'l desio;

e benedette sian tutte le carte
ov'io fama l'acquisto, e'l pensier mio,
ch'è sol di lei; si ch'altra non v'à parte.
bk Mar 2015
I
quel giorno, quando mi hai lasciato sola sul prato bagnato, sono morta per ben 13 secondi & tu non te ne sei accorto neanche.
** lavato la mia faccia con whiskey scadente & tutto è andato per il meglio.

II
se dovessi scegliere un'altra vita vorrei tanto che fosse un'esistenza fatta di cristallo & acqua ghiacciata, penso al profumo della lavanda e a lunghi, lunghissimi nastri blu.

III
passo il mio tempo a graffiare con le chiavi la vernice delle auto e a raccontare in simboli tutto ciò che non so
il mio tempo perduto in cambio del tuo primogenito.

IV
vivevamo in una casa bianca & tu sparavi ai conigli davanti ai miei occhi & io ti amavo ma allo stesso tempo speravo di poter sparare in faccia te, faceva caldo, a casa nostra era sempre giugnoluglioagosto, esisteva solo una stagione, nelle altre dormivamo.

V**
io sono viola scuro, sono polvere, sono sostanze luccicanti, sono fumo, sono nulla, sono tutto ciò che intasa i tuoi polmoni, tutto ciò che ti rovina il fegato.
Di gloria il viso e la gioconda voce,
Garzon bennato, apprendi,
E quanto al femminile ozio sovrasti
La sudata virtude. Attendi attendi,
Magnanimo campion (s'alla veloce
Piena degli anni il tuo valor contrasti
La spoglia di tuo nome), attendi e il core
Movi ad alto desio. Te l'echeggiante
Arena e il circo, e te fremendo appella
Ai fatti illustri il popolar favore;
Te rigoglioso dell'età novella
Oggi la patria cara
Gli antichi esempi a rinnovar prepara.
Del barbarico sangue in Maratona
Non colorò la destra
Quei che gli atleti ignudi e il campo eleo,
Che stupido mirò l'ardua palestra,
Né la palma beata e la corona
D'emula brama il punse. E nell'Alfeo
Forse le chiome polverose e i fianchi
Delle cavalle vincitrici asterse
Tal che le greche insegne e il greco acciaro
Guidò dè Medi fuggitivi e stanchi
Nelle pallide torme; onde sonaro
Di sconsolato grido
L'alto sen dell'Eufrate e il servo lido.
Vano dirai quel che disserra e scote
Della virtù nativa
Le riposte faville? E che del fioco
Spirto vital negli egri petti avviva
Il caduco fervor? Le meste rote
Da poi che Febo instiga, altro che gioco
Son l'opre dè mortali? Ed è men vano
Della menzogna il vero? A noi di lieti
Inganni e di felici ombre soccorse
Natura stessa: e là dove l'insano
Costume ai forti errori esca non porse,
Negli ozi oscuri e nudi
Mutò la gente i gloriosi studi.
Tempo forse verrà ch'alle ruine
Delle italiche moli
Insultino gli armenti, e che l'aratro
Sentano i sette colli; e pochi Soli
Forse fien volti, e le città latine
Abiterà la cauta volpe, e l'atro
Bosco mormorerà fra le alte mura;
Se la funesta delle patrie cose
Obblivion dalle perverse menti
Non isgombrano i fati, e la matura
Clade non torce dalle abbiette genti
Il ciel fatto cortese
Dal rimembrar delle passate imprese.
Alla patria infelice, o buon garzone,
Sopravviver ti doglia.
Chiaro per lei stato saresti allora
Che del serto fulgea, di ch'ella è spoglia,
Nostra colpa e fatal. Passò stagione;
Che nullo di tal madre oggi s'onora:
Ma per te stesso al polo ergi la mente.
Nostra vita a che val? Solo a spregiarla:
Beata allor che nè perigli avvolta,
Se stessa obblia, né delle putri e lente
Ore il danno misura e il flutto ascolta;
Beata allor che il piede
Spinto al varco leteo, più grata riede.
Se ti dicessi che ti amo
direi una infame bestemmia
perché i fratelli non si amano mai
eppure è vero; nel fuoco dell'arte
abbiamo un amore in comune,
questo non posso dimenticarlo
e dirti ti amo per un poeta
assume un significato diverso
dal volgere umano delle cose.
Amo i tuoi orizzonti impossibili
la tua coscienza perfetta
il tuo volgere ad ogni stagione,
la tua pennellata distratta
la tua fiducia in te,
che è in fondo l'umiltà di Cristo
che pure era figlio del Padre.
Io stongo 'e casa a 'o vico Paraviso
tengo tre stanze all'urdemo piano,
int' 'a stagione, maneche e 'ncammisa,
mmocca nu miezo sigaro tuscano,
mme metto for' 'a loggia a respirà.
Aiere ssera, quase a vintun'ora,
mentre facevo 'a solita fumata,
quanno mme sento areto nu rummore:
nu fuja-fuja... na specie 'e secutata...
Mm'avoto 'e scatto e faccio: "Chi va là?".

Appizzo ll'uocchio e veco 'a dint' 'o scuro
Bianchina, ferma 'nnanze a nu pertuso
'e chesta posta! Proprio sott' 'o muro.
Ma dato ch'era oscuro... era confuso,
non si vedeva la profondità.

St'appustamento ca faceva 'a gatta,
a ddì la verità, mme 'ncuriosette...
Penzaie:"Ccà nun mme pare buono 'o fatto:
e si Bianchina 'e puzo nce ne mette,
vuol dire qualche cosa nce adda stà".

E, comme infatti, nun m'ero sbagliato:
dentro al pertuso c'era un suricillo
cu ll'uocchie 'a fore... tutto spaventato,
...'o puveriello nun era tranquillo,
pensava: Nun m' 'a pozzo scapputtià.

Tutto a nu tratto 'o sorice parlaie
cu na parlata in italiano puro:
"Bianchina, ma perché con me ce l'hai?
Smettila, via, non farmi più paura!".
Dicette 'a gatta: "I' nun mme movo 'a ccà!".

"Pietà, pietà, pietà! Che cosa ** fatto?".
E s'avutaie 'e botto 'a parte mia:
«Signore, per piacere, dica al suo gatto
che mi lasciasse in pace e così sia!".
"Va bene, va', Bianchì... lascelo stà!".

"Patrò, trasitevenne 'a parte 'e dinto,
che rispunnite a ffà mmiezzo a sti fatte?
Stu suricillo ca fa 'o lindo e pinto,
mme ll'aggia spiccià io ca songo 'a gatta,
si no ccà 'ncoppa che ce stongo a ffà?".

"Va bene, - rispunnette 'mbarazzato -
veditavella vuie sta questione,
però ccà 'ncoppa nun voglio scenate;
e ricordate ca songh'io 'o padrone
e si rispetta l'ospitalità".

"E inutile che staje dint' 'o pertuso,
-'a gatta lle dicette - chesta è 'a fine...
Si cride 'e te scanzà, povero illuso!
He fatto 'o cunto ma senza Bianchina...
Songo decisa e nun mme movo 'a ccà!".

"Pietà di me! Pietà, Bianchina bella!".
Chiagneva e 'mpietto lle tremava 'a voce,
cosa ca te faceva arriccià 'a pella.
Povero suricillo, miso 'ncroce
senza speranza 'e se pute salvà!

"Va buo', pe chesta vota, 'izela 'a mano,
cerca d' 'o fà fui stu suricillo,
chello ca staje facenno nun à umano,
te miette 'ncuollo a chi à cchiù piccerillo...
Embe, che songo chesti nnuvità?".

"'O munno è ghiuto sempe 'e sta manera:
'o pesce gruosso magna 'o piccerillo
(mme rispunnette 'a gatta aiere ssera).
Pur'io aggio perduto nu mucillo
mmocca a nu cane 'e presa; ch'aggia fà?".

"Ma cosa c'entro io con quel cagnaccio!
Anch'io ** una mammina che mi aspetta:
Gesù Bambino, più non ce la faccio!
Nella mia tana vo' tornare in fretta;
se non mi vede mamma mia morrà"»

'O suricillo già vedeva 'a morte
e accumminciaie a chiagnere a dirotto,
'o core lle sbatteva forte forte,
e p' 'a paura se facette sotto.
Mm'avoto e faccio 'a gatta: "Frusta llà!".

'A gatta se facette na resata,
dicette: "E se po' iate int' 'a cucina
e truvate 'o formaggio rusecato,
pecché po' v' 'a pigliate cu Bianchina?
Chisto è 'o duvere mio... chesto aggia fà!".

In fondo in fondo, 'a gatta raggiunava:
si mm' 'a tenevo in casa era p' 'o scopo;
dicimmo 'a verità, chi s' 'a pigliava
si me teneva 'a casa chiena 'e topi?
Chiaie 'e spalle e mme jette a cuccà!
Mo accumencia l'anno nuovo,
è Jennaro, ch'alleria!
Cu 'a speranza e 'a fantasia,
tu te pienze ca chist'anno
forse è cchiù meglio 'e chill'ato...
quanno è a fine t'he sbagliato.
A Febbraio nce sta 'o viglione:
chi se veste d'arlecchino,
pulcinella o colombina...
e me fanno tanta pena
chesti ggente cu sti facce:
ma songh'uommene o pagliacce?!

Quanno vene 'o mese 'e Marzo
pure 'e ggatte fanno ammore,
ch'aggia fa? Me guardo a lloro?
'Mmiezo 'e grade cu 'a vicina,
faccio un anema e curaggio
e m'acchiappo nu passaggio.

Comme è ddoce 'o mese Abbrile,
tutta ll'aria è profumata!
P' 'e ciardine quanno è 'a sera
cu na femmena abbracciata,
musso e musso, core e core...
tutta smania e tutto ammore.

Quant'è bello 'o mese 'e Maggio
quanno schioppano sti rrose!
Che prufumo int'a stu mese
pe Pusiileco addiruso!
Stongo 'nterra o 'mparaviso
quanno tu staje 'mbraccio a mme?

Quanno è Giugno la stagione
vene e trase chianu chiano:
s'ammatura pure 'o ggrano,
s'ammatura tutte cose...
Pure 'a femmena scuntrosa
tu t' 'a cuoglie cu nu vaso.

Quanno è Luglio 'mmiezo 'o mare,
'ncopp' 'a spiaggia, 'nterra 'a rena
mamma mia, quanta sirene!
Io cu ll'uocchie m' 'e magnasse;
guardo a chesta, guardo a chella,
ma pe mme tu si 'a cchiù bella!

Quanno è Austo che calore!
lo nun saccio che me piglia...
Chistu sole me scumpiglia!
E te guardo cu passione:
volle 'o sango dint' 'e vvene
e nisciuno me trattene.

È chest'aria settembrina
ca te mette dint' 'e vvene
tanta smania 'e vulè bbene!
Nu suspiro, ciente vase
mille cose e 'o desiderio
ca st' ammore fosse serio.

Vene Uttombre, int' 'a stu mese
ll'aria è fresca p' 'a campagna.
Chisto è tiempo d' 'a vennegna,
si t'astrigne a na cumpagna
zittu zittu dint' 'a vigna,
nun se lagna e lass'a fà.

Chiove, nebbia, scura notte.
Stu Nuvembre porta 'mpietto
nu ricordo fatto a llutto:
nu canisto 'e crisanteme...
chistu sciore, che tristezza,
mette 'ncore n'amarezza!

A Natale, 'o zampugnaro,
'e biancale, 'e spare, 'e bbotte,
'o presebbio a piede 'o lietto.
Quann' è 'mpunto mezanotte
cu mugliereta tu miette
'o Bambino dint' 'a grotta...
Di gloria il viso e la gioconda voce,
Garzon bennato, apprendi,
E quanto al femminile ozio sovrasti
La sudata virtude. Attendi attendi,
Magnanimo campion (s'alla veloce
Piena degli anni il tuo valor contrasti
La spoglia di tuo nome), attendi e il core
Movi ad alto desio. Te l'echeggiante
Arena e il circo, e te fremendo appella
Ai fatti illustri il popolar favore;
Te rigoglioso dell'età novella
Oggi la patria cara
Gli antichi esempi a rinnovar prepara.
Del barbarico sangue in Maratona
Non colorò la destra
Quei che gli atleti ignudi e il campo eleo,
Che stupido mirò l'ardua palestra,
Né la palma beata e la corona
D'emula brama il punse. E nell'Alfeo
Forse le chiome polverose e i fianchi
Delle cavalle vincitrici asterse
Tal che le greche insegne e il greco acciaro
Guidò dè Medi fuggitivi e stanchi
Nelle pallide torme; onde sonaro
Di sconsolato grido
L'alto sen dell'Eufrate e il servo lido.
Vano dirai quel che disserra e scote
Della virtù nativa
Le riposte faville? E che del fioco
Spirto vital negli egri petti avviva
Il caduco fervor? Le meste rote
Da poi che Febo instiga, altro che gioco
Son l'opre dè mortali? Ed è men vano
Della menzogna il vero? A noi di lieti
Inganni e di felici ombre soccorse
Natura stessa: e là dove l'insano
Costume ai forti errori esca non porse,
Negli ozi oscuri e nudi
Mutò la gente i gloriosi studi.
Tempo forse verrà ch'alle ruine
Delle italiche moli
Insultino gli armenti, e che l'aratro
Sentano i sette colli; e pochi Soli
Forse fien volti, e le città latine
Abiterà la cauta volpe, e l'atro
Bosco mormorerà fra le alte mura;
Se la funesta delle patrie cose
Obblivion dalle perverse menti
Non isgombrano i fati, e la matura
Clade non torce dalle abbiette genti
Il ciel fatto cortese
Dal rimembrar delle passate imprese.
Alla patria infelice, o buon garzone,
Sopravviver ti doglia.
Chiaro per lei stato saresti allora
Che del serto fulgea, di ch'ella è spoglia,
Nostra colpa e fatal. Passò stagione;
Che nullo di tal madre oggi s'onora:
Ma per te stesso al polo ergi la mente.
Nostra vita a che val? Solo a spregiarla:
Beata allor che nè perigli avvolta,
Se stessa obblia, né delle putri e lente
Ore il danno misura e il flutto ascolta;
Beata allor che il piede
Spinto al varco leteo, più grata riede.
Io stongo 'e casa a 'o vico Paraviso
tengo tre stanze all'urdemo piano,
int' 'a stagione, maneche e 'ncammisa,
mmocca nu miezo sigaro tuscano,
mme metto for' 'a loggia a respirà.
Aiere ssera, quase a vintun'ora,
mentre facevo 'a solita fumata,
quanno mme sento areto nu rummore:
nu fuja-fuja... na specie 'e secutata...
Mm'avoto 'e scatto e faccio: "Chi va là?".

Appizzo ll'uocchio e veco 'a dint' 'o scuro
Bianchina, ferma 'nnanze a nu pertuso
'e chesta posta! Proprio sott' 'o muro.
Ma dato ch'era oscuro... era confuso,
non si vedeva la profondità.

St'appustamento ca faceva 'a gatta,
a ddì la verità, mme 'ncuriosette...
Penzaie:"Ccà nun mme pare buono 'o fatto:
e si Bianchina 'e puzo nce ne mette,
vuol dire qualche cosa nce adda stà".

E, comme infatti, nun m'ero sbagliato:
dentro al pertuso c'era un suricillo
cu ll'uocchie 'a fore... tutto spaventato,
...'o puveriello nun era tranquillo,
pensava: Nun m' 'a pozzo scapputtià.

Tutto a nu tratto 'o sorice parlaie
cu na parlata in italiano puro:
"Bianchina, ma perché con me ce l'hai?
Smettila, via, non farmi più paura!".
Dicette 'a gatta: "I' nun mme movo 'a ccà!".

"Pietà, pietà, pietà! Che cosa ** fatto?".
E s'avutaie 'e botto 'a parte mia:
«Signore, per piacere, dica al suo gatto
che mi lasciasse in pace e così sia!".
"Va bene, va', Bianchì... lascelo stà!".

"Patrò, trasitevenne 'a parte 'e dinto,
che rispunnite a ffà mmiezzo a sti fatte?
Stu suricillo ca fa 'o lindo e pinto,
mme ll'aggia spiccià io ca songo 'a gatta,
si no ccà 'ncoppa che ce stongo a ffà?".

"Va bene, - rispunnette 'mbarazzato -
veditavella vuie sta questione,
però ccà 'ncoppa nun voglio scenate;
e ricordate ca songh'io 'o padrone
e si rispetta l'ospitalità".

"E inutile che staje dint' 'o pertuso,
-'a gatta lle dicette - chesta è 'a fine...
Si cride 'e te scanzà, povero illuso!
He fatto 'o cunto ma senza Bianchina...
Songo decisa e nun mme movo 'a ccà!".

"Pietà di me! Pietà, Bianchina bella!".
Chiagneva e 'mpietto lle tremava 'a voce,
cosa ca te faceva arriccià 'a pella.
Povero suricillo, miso 'ncroce
senza speranza 'e se pute salvà!

"Va buo', pe chesta vota, 'izela 'a mano,
cerca d' 'o fà fui stu suricillo,
chello ca staje facenno nun à umano,
te miette 'ncuollo a chi à cchiù piccerillo...
Embe, che songo chesti nnuvità?".

"'O munno è ghiuto sempe 'e sta manera:
'o pesce gruosso magna 'o piccerillo
(mme rispunnette 'a gatta aiere ssera).
Pur'io aggio perduto nu mucillo
mmocca a nu cane 'e presa; ch'aggia fà?".

"Ma cosa c'entro io con quel cagnaccio!
Anch'io ** una mammina che mi aspetta:
Gesù Bambino, più non ce la faccio!
Nella mia tana vo' tornare in fretta;
se non mi vede mamma mia morrà"»

'O suricillo già vedeva 'a morte
e accumminciaie a chiagnere a dirotto,
'o core lle sbatteva forte forte,
e p' 'a paura se facette sotto.
Mm'avoto e faccio 'a gatta: "Frusta llà!".

'A gatta se facette na resata,
dicette: "E se po' iate int' 'a cucina
e truvate 'o formaggio rusecato,
pecché po' v' 'a pigliate cu Bianchina?
Chisto è 'o duvere mio... chesto aggia fà!".

In fondo in fondo, 'a gatta raggiunava:
si mm' 'a tenevo in casa era p' 'o scopo;
dicimmo 'a verità, chi s' 'a pigliava
si me teneva 'a casa chiena 'e topi?
Chiaie 'e spalle e mme jette a cuccà!
Io stongo 'e casa a 'o vico Paraviso
tengo tre stanze all'urdemo piano,
int' 'a stagione, maneche e 'ncammisa,
mmocca nu miezo sigaro tuscano,
mme metto for' 'a loggia a respirà.
Aiere ssera, quase a vintun'ora,
mentre facevo 'a solita fumata,
quanno mme sento areto nu rummore:
nu fuja-fuja... na specie 'e secutata...
Mm'avoto 'e scatto e faccio: "Chi va là?".

Appizzo ll'uocchio e veco 'a dint' 'o scuro
Bianchina, ferma 'nnanze a nu pertuso
'e chesta posta! Proprio sott' 'o muro.
Ma dato ch'era oscuro... era confuso,
non si vedeva la profondità.

St'appustamento ca faceva 'a gatta,
a ddì la verità, mme 'ncuriosette...
Penzaie:"Ccà nun mme pare buono 'o fatto:
e si Bianchina 'e puzo nce ne mette,
vuol dire qualche cosa nce adda stà".

E, comme infatti, nun m'ero sbagliato:
dentro al pertuso c'era un suricillo
cu ll'uocchie 'a fore... tutto spaventato,
...'o puveriello nun era tranquillo,
pensava: Nun m' 'a pozzo scapputtià.

Tutto a nu tratto 'o sorice parlaie
cu na parlata in italiano puro:
"Bianchina, ma perché con me ce l'hai?
Smettila, via, non farmi più paura!".
Dicette 'a gatta: "I' nun mme movo 'a ccà!".

"Pietà, pietà, pietà! Che cosa ** fatto?".
E s'avutaie 'e botto 'a parte mia:
«Signore, per piacere, dica al suo gatto
che mi lasciasse in pace e così sia!".
"Va bene, va', Bianchì... lascelo stà!".

"Patrò, trasitevenne 'a parte 'e dinto,
che rispunnite a ffà mmiezzo a sti fatte?
Stu suricillo ca fa 'o lindo e pinto,
mme ll'aggia spiccià io ca songo 'a gatta,
si no ccà 'ncoppa che ce stongo a ffà?".

"Va bene, - rispunnette 'mbarazzato -
veditavella vuie sta questione,
però ccà 'ncoppa nun voglio scenate;
e ricordate ca songh'io 'o padrone
e si rispetta l'ospitalità".

"E inutile che staje dint' 'o pertuso,
-'a gatta lle dicette - chesta è 'a fine...
Si cride 'e te scanzà, povero illuso!
He fatto 'o cunto ma senza Bianchina...
Songo decisa e nun mme movo 'a ccà!".

"Pietà di me! Pietà, Bianchina bella!".
Chiagneva e 'mpietto lle tremava 'a voce,
cosa ca te faceva arriccià 'a pella.
Povero suricillo, miso 'ncroce
senza speranza 'e se pute salvà!

"Va buo', pe chesta vota, 'izela 'a mano,
cerca d' 'o fà fui stu suricillo,
chello ca staje facenno nun à umano,
te miette 'ncuollo a chi à cchiù piccerillo...
Embe, che songo chesti nnuvità?".

"'O munno è ghiuto sempe 'e sta manera:
'o pesce gruosso magna 'o piccerillo
(mme rispunnette 'a gatta aiere ssera).
Pur'io aggio perduto nu mucillo
mmocca a nu cane 'e presa; ch'aggia fà?".

"Ma cosa c'entro io con quel cagnaccio!
Anch'io ** una mammina che mi aspetta:
Gesù Bambino, più non ce la faccio!
Nella mia tana vo' tornare in fretta;
se non mi vede mamma mia morrà"»

'O suricillo già vedeva 'a morte
e accumminciaie a chiagnere a dirotto,
'o core lle sbatteva forte forte,
e p' 'a paura se facette sotto.
Mm'avoto e faccio 'a gatta: "Frusta llà!".

'A gatta se facette na resata,
dicette: "E se po' iate int' 'a cucina
e truvate 'o formaggio rusecato,
pecché po' v' 'a pigliate cu Bianchina?
Chisto è 'o duvere mio... chesto aggia fà!".

In fondo in fondo, 'a gatta raggiunava:
si mm' 'a tenevo in casa era p' 'o scopo;
dicimmo 'a verità, chi s' 'a pigliava
si me teneva 'a casa chiena 'e topi?
Chiaie 'e spalle e mme jette a cuccà!
Benedetto sia'l giorno e'l mese e l'anno
e la stagione e'l tempo e l'ora e'l punto
e'l bel paese e'l loco ov'io fui giunto
da'duo begli occhi che legato m'ànno;

E benedetto il primo dolce affanno
ch'ì ebbi ad esser con Amor congiunto,
e l'arco e le saette ond'ì fui punto,
e le piaghe che'nfin al cor mi vanno.

Benedette le voci tante ch'io
chiamando il nome de mia donna ò sparte,
e i sospiri e le lagrime e'l desio;

e benedette sian tutte le carte
ov'io fama l'acquisto, e'l pensier mio,
ch'è sol di lei; si ch'altra non v'à parte.
Di gloria il viso e la gioconda voce,
Garzon bennato, apprendi,
E quanto al femminile ozio sovrasti
La sudata virtude. Attendi attendi,
Magnanimo campion (s'alla veloce
Piena degli anni il tuo valor contrasti
La spoglia di tuo nome), attendi e il core
Movi ad alto desio. Te l'echeggiante
Arena e il circo, e te fremendo appella
Ai fatti illustri il popolar favore;
Te rigoglioso dell'età novella
Oggi la patria cara
Gli antichi esempi a rinnovar prepara.
Del barbarico sangue in Maratona
Non colorò la destra
Quei che gli atleti ignudi e il campo eleo,
Che stupido mirò l'ardua palestra,
Né la palma beata e la corona
D'emula brama il punse. E nell'Alfeo
Forse le chiome polverose e i fianchi
Delle cavalle vincitrici asterse
Tal che le greche insegne e il greco acciaro
Guidò dè Medi fuggitivi e stanchi
Nelle pallide torme; onde sonaro
Di sconsolato grido
L'alto sen dell'Eufrate e il servo lido.
Vano dirai quel che disserra e scote
Della virtù nativa
Le riposte faville? E che del fioco
Spirto vital negli egri petti avviva
Il caduco fervor? Le meste rote
Da poi che Febo instiga, altro che gioco
Son l'opre dè mortali? Ed è men vano
Della menzogna il vero? A noi di lieti
Inganni e di felici ombre soccorse
Natura stessa: e là dove l'insano
Costume ai forti errori esca non porse,
Negli ozi oscuri e nudi
Mutò la gente i gloriosi studi.
Tempo forse verrà ch'alle ruine
Delle italiche moli
Insultino gli armenti, e che l'aratro
Sentano i sette colli; e pochi Soli
Forse fien volti, e le città latine
Abiterà la cauta volpe, e l'atro
Bosco mormorerà fra le alte mura;
Se la funesta delle patrie cose
Obblivion dalle perverse menti
Non isgombrano i fati, e la matura
Clade non torce dalle abbiette genti
Il ciel fatto cortese
Dal rimembrar delle passate imprese.
Alla patria infelice, o buon garzone,
Sopravviver ti doglia.
Chiaro per lei stato saresti allora
Che del serto fulgea, di ch'ella è spoglia,
Nostra colpa e fatal. Passò stagione;
Che nullo di tal madre oggi s'onora:
Ma per te stesso al polo ergi la mente.
Nostra vita a che val? Solo a spregiarla:
Beata allor che nè perigli avvolta,
Se stessa obblia, né delle putri e lente
Ore il danno misura e il flutto ascolta;
Beata allor che il piede
Spinto al varco leteo, più grata riede.
Se ti dicessi che ti amo
direi una infame bestemmia
perché i fratelli non si amano mai
eppure è vero; nel fuoco dell'arte
abbiamo un amore in comune,
questo non posso dimenticarlo
e dirti ti amo per un poeta
assume un significato diverso
dal volgere umano delle cose.
Amo i tuoi orizzonti impossibili
la tua coscienza perfetta
il tuo volgere ad ogni stagione,
la tua pennellata distratta
la tua fiducia in te,
che è in fondo l'umiltà di Cristo
che pure era figlio del Padre.
Mo accumencia l'anno nuovo,
è Jennaro, ch'alleria!
Cu 'a speranza e 'a fantasia,
tu te pienze ca chist'anno
forse è cchiù meglio 'e chill'ato...
quanno è a fine t'he sbagliato.
A Febbraio nce sta 'o viglione:
chi se veste d'arlecchino,
pulcinella o colombina...
e me fanno tanta pena
chesti ggente cu sti facce:
ma songh'uommene o pagliacce?!

Quanno vene 'o mese 'e Marzo
pure 'e ggatte fanno ammore,
ch'aggia fa? Me guardo a lloro?
'Mmiezo 'e grade cu 'a vicina,
faccio un anema e curaggio
e m'acchiappo nu passaggio.

Comme è ddoce 'o mese Abbrile,
tutta ll'aria è profumata!
P' 'e ciardine quanno è 'a sera
cu na femmena abbracciata,
musso e musso, core e core...
tutta smania e tutto ammore.

Quant'è bello 'o mese 'e Maggio
quanno schioppano sti rrose!
Che prufumo int'a stu mese
pe Pusiileco addiruso!
Stongo 'nterra o 'mparaviso
quanno tu staje 'mbraccio a mme?

Quanno è Giugno la stagione
vene e trase chianu chiano:
s'ammatura pure 'o ggrano,
s'ammatura tutte cose...
Pure 'a femmena scuntrosa
tu t' 'a cuoglie cu nu vaso.

Quanno è Luglio 'mmiezo 'o mare,
'ncopp' 'a spiaggia, 'nterra 'a rena
mamma mia, quanta sirene!
Io cu ll'uocchie m' 'e magnasse;
guardo a chesta, guardo a chella,
ma pe mme tu si 'a cchiù bella!

Quanno è Austo che calore!
lo nun saccio che me piglia...
Chistu sole me scumpiglia!
E te guardo cu passione:
volle 'o sango dint' 'e vvene
e nisciuno me trattene.

È chest'aria settembrina
ca te mette dint' 'e vvene
tanta smania 'e vulè bbene!
Nu suspiro, ciente vase
mille cose e 'o desiderio
ca st' ammore fosse serio.

Vene Uttombre, int' 'a stu mese
ll'aria è fresca p' 'a campagna.
Chisto è tiempo d' 'a vennegna,
si t'astrigne a na cumpagna
zittu zittu dint' 'a vigna,
nun se lagna e lass'a fà.

Chiove, nebbia, scura notte.
Stu Nuvembre porta 'mpietto
nu ricordo fatto a llutto:
nu canisto 'e crisanteme...
chistu sciore, che tristezza,
mette 'ncore n'amarezza!

A Natale, 'o zampugnaro,
'e biancale, 'e spare, 'e bbotte,
'o presebbio a piede 'o lietto.
Quann' è 'mpunto mezanotte
cu mugliereta tu miette
'o Bambino dint' 'a grotta...
Mo accumencia l'anno nuovo,
è Jennaro, ch'alleria!
Cu 'a speranza e 'a fantasia,
tu te pienze ca chist'anno
forse è cchiù meglio 'e chill'ato...
quanno è a fine t'he sbagliato.
A Febbraio nce sta 'o viglione:
chi se veste d'arlecchino,
pulcinella o colombina...
e me fanno tanta pena
chesti ggente cu sti facce:
ma songh'uommene o pagliacce?!

Quanno vene 'o mese 'e Marzo
pure 'e ggatte fanno ammore,
ch'aggia fa? Me guardo a lloro?
'Mmiezo 'e grade cu 'a vicina,
faccio un anema e curaggio
e m'acchiappo nu passaggio.

Comme è ddoce 'o mese Abbrile,
tutta ll'aria è profumata!
P' 'e ciardine quanno è 'a sera
cu na femmena abbracciata,
musso e musso, core e core...
tutta smania e tutto ammore.

Quant'è bello 'o mese 'e Maggio
quanno schioppano sti rrose!
Che prufumo int'a stu mese
pe Pusiileco addiruso!
Stongo 'nterra o 'mparaviso
quanno tu staje 'mbraccio a mme?

Quanno è Giugno la stagione
vene e trase chianu chiano:
s'ammatura pure 'o ggrano,
s'ammatura tutte cose...
Pure 'a femmena scuntrosa
tu t' 'a cuoglie cu nu vaso.

Quanno è Luglio 'mmiezo 'o mare,
'ncopp' 'a spiaggia, 'nterra 'a rena
mamma mia, quanta sirene!
Io cu ll'uocchie m' 'e magnasse;
guardo a chesta, guardo a chella,
ma pe mme tu si 'a cchiù bella!

Quanno è Austo che calore!
lo nun saccio che me piglia...
Chistu sole me scumpiglia!
E te guardo cu passione:
volle 'o sango dint' 'e vvene
e nisciuno me trattene.

È chest'aria settembrina
ca te mette dint' 'e vvene
tanta smania 'e vulè bbene!
Nu suspiro, ciente vase
mille cose e 'o desiderio
ca st' ammore fosse serio.

Vene Uttombre, int' 'a stu mese
ll'aria è fresca p' 'a campagna.
Chisto è tiempo d' 'a vennegna,
si t'astrigne a na cumpagna
zittu zittu dint' 'a vigna,
nun se lagna e lass'a fà.

Chiove, nebbia, scura notte.
Stu Nuvembre porta 'mpietto
nu ricordo fatto a llutto:
nu canisto 'e crisanteme...
chistu sciore, che tristezza,
mette 'ncore n'amarezza!

A Natale, 'o zampugnaro,
'e biancale, 'e spare, 'e bbotte,
'o presebbio a piede 'o lietto.
Quann' è 'mpunto mezanotte
cu mugliereta tu miette
'o Bambino dint' 'a grotta...
Benedetto sia'l giorno e'l mese e l'anno
e la stagione e'l tempo e l'ora e'l punto
e'l bel paese e'l loco ov'io fui giunto
da'duo begli occhi che legato m'ànno;

E benedetto il primo dolce affanno
ch'ì ebbi ad esser con Amor congiunto,
e l'arco e le saette ond'ì fui punto,
e le piaghe che'nfin al cor mi vanno.

Benedette le voci tante ch'io
chiamando il nome de mia donna ò sparte,
e i sospiri e le lagrime e'l desio;

e benedette sian tutte le carte
ov'io fama l'acquisto, e'l pensier mio,
ch'è sol di lei; si ch'altra non v'à parte.
Se ti dicessi che ti amo
direi una infame bestemmia
perché i fratelli non si amano mai
eppure è vero; nel fuoco dell'arte
abbiamo un amore in comune,
questo non posso dimenticarlo
e dirti ti amo per un poeta
assume un significato diverso
dal volgere umano delle cose.
Amo i tuoi orizzonti impossibili
la tua coscienza perfetta
il tuo volgere ad ogni stagione,
la tua pennellata distratta
la tua fiducia in te,
che è in fondo l'umiltà di Cristo
che pure era figlio del Padre.

— The End —