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Irena Adler Nov 2018
Virginia Woolf una volte scrisse che " la bellezza ha due tagli, uno di gioia, l'altro di angoscia, che ci dividono il cuore".
La prima cosa che mi passa per la testa di fronte a tali parole è che l'uomo e la donna patiscono continuamente anche quando sono felici. Quel tipo di angoscia che non ti abbandona mai, la sofferenza di fronte alle scelte fatte o non fatte, il desiderio di evasione in un mondo utopico, la volontà di essere completamente liberi e stoici. I pregiudizi sono nostri amici-nemici. Tutto dipende da come gli accogliamo nelle varie circostanze della vita.
Se ci fosse Virginia Woolf qua con me sicuramente  si arrabbierebbe; " Come puoi essere così disordinata? Non mi stavi  per caso citando? E poi sembrava che stessi cercando  di spiegare qualcosa?! Salti da un argomento all'altro per caso. Se devi essere patetica, aggiungici un sarcasmo poetico".
Scusa ma non riesco ad organizzare ancora bene i miei pensieri. Fluttuano come la polvere nell'aria dopo che hai tentato inutilmente  di pulire un armadio vecchio. Scusa Virginia, mi conoscerai meglio con il passare del tempo.  " Ecco, brava! Che sia sempre con te lo spirito di Judith Shakespeare!"




Martedì 6.  

L'artista che corre per la strada e cerca la sua musa, la trova nello specchio che tende subito a scomparire.
Lui non si è accorto del Sole, vive di notte, disegna di notte, sogna di giorno, sogna di notte. Vive.
Non vede, lui osserva, ama l'impossibile, ama il futile eterno, sogna e vede ciò che non sarà mai compreso dagli altri. Lui trema e le sue mani tengono il pennello con un eccitazione che non si può comprendere ma solo provare. L'emozione di fronte ad un opera che deve appena essere creata, immortalata, eterna come la non-realtà.
L'immagine sussiste e lui sbatte le ali del sogno, disubbidisce alla società, gode ed ama l'incomprensibile, lo respira e vive di ciò.

Lo spessore della profondità è inabbattibile. L'acqua non ti fa annegare; è il pensiero. Non pensiamo, nuotiamo, è l'istinto a prevalere eppure abbiamo scelto di morire. Per questo motivo esiste l'altro, per annegarci o salvarci. Mantieni la dignità e vivi. E dunque sanguina.


Venerdì 9.

L'uomo e la donna. La donna e l'uomo. L'uomo ha sulla testa una lampadine e la donna uno sbattitore da cucina. La natura del cane è quella di abbaiare. La natura della specie umana è quella di riprodursi. Eppure abbiamo la necessità di creare ed inventare, non riusciamo a farne a meno. Sentiamo un bisogno insostenibile di portare fuori ciò che sta dentro. Siamo continuamente alla ricerca dell'essere presenti, passati e futuri. La gioia e l'angoscia d' esistere ci turba le anime. Ci chiediamo sempre qual'è lo scopo del fare e di muoverci. Dove sta il dono o la maledizione di essere stati scaraventati sulla palla ovale che gira intorno a se stessa ed intorno ad una palla ancora più grande che ci mantiene in vita. E' questo il senso? Dipendere dalla luce del sole oppure  soltanto dall'acqua e dal pane?
Dove sta l'essere in questa stanza? E' forse disteso su questo letto a scrivere? Forse.
Oppure si trova proprio nel pensiero che crea quel' atto?
L'esistenza umana è ridotta ad anni di vita, non secoli. Ciò che ci è stato dato l'abbiamo preso ed appreso, ci siamo impossessati ed ora fa parte di noi. Ci è stata data la vita dalla Natura ed essa ci ha pure delimitati.
" Ecco, voi siete parte di me, vivete e morite". Se è così noi dipendiamo gli uni dagli altri, non ha senso vivere soli sulla terra, abbandonati da nessuno. Non possiede alcuna logica.

Mercoledì 33.

Il mare non è sempre stato blu; una volta era violaceo e tutti gli animali potevano entrare nell'acqua senza dove trattenere il fiato. Si respirava nell'acqua, si stava bene. Soltanto quando arrivò l'uomo e ci mise il piede in acqua, essa si contrasse e divenne blu, scura e profonda. Il mare scelse di non dare accesso all'uomo e a quel diverso tipo di intelletto che si preparava a conquistare tutto ciò che mai gli potrà appartenere interamente. Per colpa sua le specie che abitavano la terra ferma dovettero separarsi da quelle marine.
Più l'uomo diventava avido ed egoista più il mare diventava profondo e salato. Non voleva finire nella bocca di quel animale strano che camminava su due stecchi con cinque rami piccoli, ben allineati ma sporchi. L'uomo costrinse il mare a piangere e non capì, non poteva capirlo poichè ora era lui il padrone.
Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti. Anco ti vidi
Dè tuoi steli abbellir l'erme contrade
Che cingon la cittade
La qual fu donna dè mortali un tempo,
E del perduto impero
Par che col grave e taciturno aspetto
Faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
Lochi e dal mondo abbandonati amante,
E d'afflitte fortune ognor compagna.
Questi campi cosparsi
Di ceneri infeconde, e ricoperti
Dell'impietrata lava,
Che sotto i passi al peregrin risona;
Dove s'annida e si contorce al sole
La serpe, e dove al noto
Cavernoso covil torna il coniglio;
Fur liete ville e colti,
E biondeggiàr di spiche, e risonaro
Di muggito d'armenti;
Fur giardini e palagi,
Agli ozi dè potenti
Gradito ospizio; e fur città famose
Che coi torrenti suoi l'altero monte
Dall'ignea bocca fulminando oppresse
Con gli abitanti insieme. Or tutto intorno
Una ruina involve,
Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
I danni altrui commiserando, al cielo
Di dolcissimo odor mandi un profumo,
Che il deserto consola. A queste piagge
Venga colui che d'esaltar con lode
Il nostro stato ha in uso, e vegga quanto
È il gener nostro in cura
All'amante natura. E la possanza
Qui con giusta misura
Anco estimar potrà dell'uman seme,
Cui la dura nutrice, ov'ei men teme,
Con lieve moto in un momento annulla
In parte, e può con moti
Poco men lievi ancor subitamente
Annichilare in tutto.
Dipinte in queste rive
Son dell'umana gente
Le magnifiche sorti e progressive .
Qui mira e qui ti specchia,
Secol superbo e sciocco,
Che il calle insino allora
Dal risorto pensier segnato innanti
Abbandonasti, e volti addietro i passi,
Del ritornar ti vanti,
E procedere il chiami.
Al tuo pargoleggiar gl'ingegni tutti,
Di cui lor sorte rea padre ti fece,
Vanno adulando, ancora
Ch'a ludibrio talora
T'abbian fra sé. Non io
Con tal vergogna scenderò sotterra;
Ma il disprezzo piuttosto che si serra
Di te nel petto mio,
Mostrato avrò quanto si possa aperto:
Ben ch'io sappia che obblio
Preme chi troppo all'età propria increbbe.
Di questo mal, che teco
Mi fia comune, assai finor mi rido.
Libertà vai sognando, e servo a un tempo
Vuoi di novo il pensiero,
Sol per cui risorgemmo
Della barbarie in parte, e per cui solo
Si cresce in civiltà, che sola in meglio
Guida i pubblici fati.
Così ti spiacque il vero
Dell'aspra sorte e del depresso loco
Che natura ci diè. Per questo il tergo
Vigliaccamente rivolgesti al lume
Che il fè palese: e, fuggitivo, appelli
Vil chi lui segue, e solo
Magnanimo colui
Che sé schernendo o gli altri, astuto o folle,
Fin sopra gli astri il mortal grado estolle.
Uom di povero stato e membra inferme
Che sia dell'alma generoso ed alto,
Non chiama sé né stima
Ricco d'or né gagliardo,
E di splendida vita o di valente
Persona infra la gente
Non fa risibil mostra;
Ma sé di forza e di tesor mendico
Lascia parer senza vergogna, e noma
Parlando, apertamente, e di sue cose
Fa stima al vero uguale.
Magnanimo animale
Non credo io già, ma stolto,
Quel che nato a perir, nutrito in pene,
Dice, a goder son fatto,
E di fetido orgoglio
Empie le carte, eccelsi fati e nove
Felicità, quali il ciel tutto ignora,
Non pur quest'orbe, promettendo in terra
A popoli che un'onda
Di mar commosso, un fiato
D'aura maligna, un sotterraneo crollo
Distrugge sì, che avanza
A gran pena di lor la rimembranza.
Nobil natura è quella
Che a sollevar s'ardisce
Gli occhi mortali incontra
Al comun fato, e che con franca lingua,
Nulla al ver detraendo,
Confessa il mal che ci fu dato in sorte,
E il basso stato e frale;
Quella che grande e forte
Mostra sé nel soffrir, né gli odii e l'ire
Fraterne, ancor più gravi
D'ogni altro danno, accresce
Alle miserie sue, l'uomo incolpando
Del suo dolor, ma dà la colpa a quella
Che veramente è rea, che dè mortali
Madre è di parto e di voler matrigna.
Costei chiama inimica; e incontro a questa
Congiunta esser pensando,
Siccome è il vero, ed ordinata in pria
L'umana compagnia,
Tutti fra sé confederati estima
Gli uomini, e tutti abbraccia
Con vero amor, porgendo
Valida e pronta ed aspettando aita
Negli alterni perigli e nelle angosce
Della guerra comune. Ed alle offese
Dell'uomo armar la destra, e laccio porre
Al vicino ed inciampo,
Stolto crede così qual fora in campo
Cinto d'oste contraria, in sul più vivo
Incalzar degli assalti,
Gl'inimici obbliando, acerbe gare
Imprender con gli amici,
E sparger fuga e fulminar col brando
Infra i propri guerrieri.
Così fatti pensieri
Quando fien, come fur, palesi al volgo,
E quell'orror che primo
Contra l'empia natura
Strinse i mortali in social catena,
Fia ricondotto in parte
Da verace saper, l'onesto e il retto
Conversar cittadino,
E giustizia e pietade, altra radice
Avranno allor che non superbe fole,
Ove fondata probità del volgo
Così star suole in piede
Quale star può quel ch'ha in error la sede.
Sovente in queste rive,
Che, desolate, a bruno
Veste il flutto indurato, e par che ondeggi,
Seggo la notte; e su la mesta landa
In purissimo azzurro
Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle,
Cui di lontan fa specchio
Il mare, e tutto di scintille in giro
Per lo vòto seren brillare il mondo.
E poi che gli occhi a quelle luci appunto,
Ch'a lor sembrano un punto,
E sono immense, in guisa
Che un punto a petto a lor son terra e mare
Veracemente; a cui
L'uomo non pur, ma questo
Globo ove l'uomo è nulla,
Sconosciuto è del tutto; e quando miro
Quegli ancor più senz'alcun fin remoti
Nodi quasi di stelle,
Ch'a noi paion qual nebbia, a cui non l'uomo
E non la terra sol, ma tutte in uno,
Del numero infinite e della mole,
Con l'aureo sole insiem, le nostre stelle
O sono ignote, o così paion come
Essi alla terra, un punto
Di luce nebulosa; al pensier mio
Che sembri allora, o prole
Dell'uomo? E rimembrando
Il tuo stato quaggiù, di cui fa segno
Il suol ch'io premo; e poi dall'altra parte,
Che te signora e fine
Credi tu data al Tutto, e quante volte
Favoleggiar ti piacque, in questo oscuro
Granel di sabbia, il qual di terra ha nome,
Per tua cagion, dell'universe cose
Scender gli autori, e conversar sovente
Cò tuoi piacevolmente, e che i derisi
Sogni rinnovellando, ai saggi insulta
Fin la presente età, che in conoscenza
Ed in civil costume
Sembra tutte avanzar; qual moto allora,
Mortal prole infelice, o qual pensiero
Verso te finalmente il cor m'assale?
Non so se il riso o la pietà prevale.
Come d'arbor cadendo un picciol pomo,
Cui là nel tardo autunno
Maturità senz'altra forza atterra,
D'un popol di formiche i dolci alberghi,
Cavati in molle gleba
Con gran lavoro, e l'opre
E le ricchezze che adunate a prova
Con lungo affaticar l'assidua gente
Avea provvidamente al tempo estivo,
Schiaccia, diserta e copre
In un punto; così d'alto piombando,
Dall'utero tonante
Scagliata al ciel profondo,
Di ceneri e di pomici e di sassi
Notte e ruina, infusa
Di bollenti ruscelli
O pel montano fianco
Furiosa tra l'erba
Di liquefatti massi
E di metalli e d'infocata arena
Scendendo immensa piena,
Le cittadi che il mar là su l'estremo
Lido aspergea, confuse
E infranse e ricoperse
In pochi istanti: onde su quelle or pasce
La capra, e città nove
Sorgon dall'altra banda, a cui sgabello
Son le sepolte, e le prostrate mura
L'arduo monte al suo piè quasi calpesta.
Non ha natura al seme
Dell'uom più stima o cura
Che alla formica: e se più rara in quello
Che nell'altra è la strage,
Non avvien ciò d'altronde
Fuor che l'uom sue prosapie ha men feconde.
Ben mille ed ottocento
Anni varcàr poi che spariro, oppressi
Dall'ignea forza, i popolati seggi,
E il villanello intento
Ai vigneti, che a stento in questi campi
Nutre la morta zolla e incenerita,
Ancor leva lo sguardo
Sospettoso alla vetta
Fatal, che nulla mai fatta più mite
Ancor siede tremenda, ancor minaccia
A lui strage ed ai figli ed agli averi
Lor poverelli. E spesso
Il meschino in sul tetto
Dell'ostel villereccio, alla vagante
Aura giacendo tutta notte insonne,
E balzando più volte, esplora il corso
Del temuto bollor, che si riversa
Dall'inesausto grembo
Su l'arenoso dorso, a cui riluce
Di Capri la marina
E di Napoli il porto e Mergellina.
E se appressar lo vede, o se nel cupo
Del domestico pozzo ode mai l'acqua
Fervendo gorgogliar, desta i figliuoli,
Desta la moglie in fretta, e via, con quanto
Di lor cose rapir posson, fuggendo,
Vede lontan l'usato
Suo nido, e il picciol campo,
Che gli fu dalla fame unico schermo,
Preda al flutto rovente,
Che crepitando giunge, e inesorato
Durabilmente sovra quei si spiega.
Torna al celeste raggio
Dopo l'antica obblivion l'estinta
Pompei, come sepolto
Scheletro, cui di terra
Avarizia o pietà rende all'aperto;
E dal deserto foro
Diritto infra le file
Dei mozzi colonnati il peregrino
Lunge contempla il bipartito giogo
E la cresta fumante,
Che alla sparsa ruina ancor minaccia.
E nell'orror della secreta notte
Per li vacui teatri,
Per li templi deformi e per le rotte
Case, ove i parti il pipistrello asconde,
Come sinistra face
Che per vòti palagi atra s'aggiri,
Corre il baglior della funerea lava,
Che di lontan per l'ombre
Rosseggia e i lochi intorno intorno tinge.
Così, dell'uomo ignara e dell'etadi
Ch'ei chiama antiche, e del seguir che fanno
Dopo gli avi i nepoti,
Sta natura ognor verde, anzi procede
Per sì lungo cammino
Che sembra star. Caggiono i regni intanto,
Passan genti e linguaggi: ella nol vede:
E l'uom d'eternità s'arroga il vanto.
E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco,
Che ritornando al loco
Già noto, stenderà l'avaro lembo
Su tue molli foreste. E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
Con forsennato orgoglio inver le stelle,
Né sul deserto, dove
E la sede e i natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma più saggia, ma tanto
Meno inferma dell'uom, quanto le frali
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali.
La fatica è sedersi senza farsi notare.
Tutto il resto poi viene da sé. Tre sorsate
e ritorna la voglia di pensarci da solo.
Si spalanca uno sfondo di lontani ronzii,
ogni cosa si sperde, e diventa un miracolo
esser nato e guardare il bicchiere. Il lavoro
(l'uomo solo non può non pensare al lavoro)
ridiventa l'antico destino che è bello soffrire
per poterci pensare. Poi gli occhi si fissano
a mezz'aria, dolenti, come fossero ciechi.

Se quest'uomo si rialza e va a casa a dormire,
pare un cieco che ha perso la strada. Chiunque
può sbucare da un angolo e pestarlo di colpi.
Può sbucare una donna e distendersi in strada,
bella e giovane, sotto un altr'uomo, gemendo
come un tempo una donna gemeva con lui.
Ma quest'uomo non vede. Va a casa a dormire
e la vita non è che un ronzio di silenzio.

A spogliarlo, quest'uomo, si trovano membra sfinite
e del pelo brutale, qua e là. Chi direbbe
che in quest'uomo trascorrono tiepide vene
dove un tempo la vita bruciava? Nessuno
crederebbe che un tempo una donna abbia fatto carezze
su quel corpo e baciato quel corpo, che trema,
e bagnato di lacrime, adesso che l'uomo
giunto a casa a dormire, non riesce, ma geme.
Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti. Anco ti vidi
Dè tuoi steli abbellir l'erme contrade
Che cingon la cittade
La qual fu donna dè mortali un tempo,
E del perduto impero
Par che col grave e taciturno aspetto
Faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
Lochi e dal mondo abbandonati amante,
E d'afflitte fortune ognor compagna.
Questi campi cosparsi
Di ceneri infeconde, e ricoperti
Dell'impietrata lava,
Che sotto i passi al peregrin risona;
Dove s'annida e si contorce al sole
La serpe, e dove al noto
Cavernoso covil torna il coniglio;
Fur liete ville e colti,
E biondeggiàr di spiche, e risonaro
Di muggito d'armenti;
Fur giardini e palagi,
Agli ozi dè potenti
Gradito ospizio; e fur città famose
Che coi torrenti suoi l'altero monte
Dall'ignea bocca fulminando oppresse
Con gli abitanti insieme. Or tutto intorno
Una ruina involve,
Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
I danni altrui commiserando, al cielo
Di dolcissimo odor mandi un profumo,
Che il deserto consola. A queste piagge
Venga colui che d'esaltar con lode
Il nostro stato ha in uso, e vegga quanto
È il gener nostro in cura
All'amante natura. E la possanza
Qui con giusta misura
Anco estimar potrà dell'uman seme,
Cui la dura nutrice, ov'ei men teme,
Con lieve moto in un momento annulla
In parte, e può con moti
Poco men lievi ancor subitamente
Annichilare in tutto.
Dipinte in queste rive
Son dell'umana gente
Le magnifiche sorti e progressive .
Qui mira e qui ti specchia,
Secol superbo e sciocco,
Che il calle insino allora
Dal risorto pensier segnato innanti
Abbandonasti, e volti addietro i passi,
Del ritornar ti vanti,
E procedere il chiami.
Al tuo pargoleggiar gl'ingegni tutti,
Di cui lor sorte rea padre ti fece,
Vanno adulando, ancora
Ch'a ludibrio talora
T'abbian fra sé. Non io
Con tal vergogna scenderò sotterra;
Ma il disprezzo piuttosto che si serra
Di te nel petto mio,
Mostrato avrò quanto si possa aperto:
Ben ch'io sappia che obblio
Preme chi troppo all'età propria increbbe.
Di questo mal, che teco
Mi fia comune, assai finor mi rido.
Libertà vai sognando, e servo a un tempo
Vuoi di novo il pensiero,
Sol per cui risorgemmo
Della barbarie in parte, e per cui solo
Si cresce in civiltà, che sola in meglio
Guida i pubblici fati.
Così ti spiacque il vero
Dell'aspra sorte e del depresso loco
Che natura ci diè. Per questo il tergo
Vigliaccamente rivolgesti al lume
Che il fè palese: e, fuggitivo, appelli
Vil chi lui segue, e solo
Magnanimo colui
Che sé schernendo o gli altri, astuto o folle,
Fin sopra gli astri il mortal grado estolle.
Uom di povero stato e membra inferme
Che sia dell'alma generoso ed alto,
Non chiama sé né stima
Ricco d'or né gagliardo,
E di splendida vita o di valente
Persona infra la gente
Non fa risibil mostra;
Ma sé di forza e di tesor mendico
Lascia parer senza vergogna, e noma
Parlando, apertamente, e di sue cose
Fa stima al vero uguale.
Magnanimo animale
Non credo io già, ma stolto,
Quel che nato a perir, nutrito in pene,
Dice, a goder son fatto,
E di fetido orgoglio
Empie le carte, eccelsi fati e nove
Felicità, quali il ciel tutto ignora,
Non pur quest'orbe, promettendo in terra
A popoli che un'onda
Di mar commosso, un fiato
D'aura maligna, un sotterraneo crollo
Distrugge sì, che avanza
A gran pena di lor la rimembranza.
Nobil natura è quella
Che a sollevar s'ardisce
Gli occhi mortali incontra
Al comun fato, e che con franca lingua,
Nulla al ver detraendo,
Confessa il mal che ci fu dato in sorte,
E il basso stato e frale;
Quella che grande e forte
Mostra sé nel soffrir, né gli odii e l'ire
Fraterne, ancor più gravi
D'ogni altro danno, accresce
Alle miserie sue, l'uomo incolpando
Del suo dolor, ma dà la colpa a quella
Che veramente è rea, che dè mortali
Madre è di parto e di voler matrigna.
Costei chiama inimica; e incontro a questa
Congiunta esser pensando,
Siccome è il vero, ed ordinata in pria
L'umana compagnia,
Tutti fra sé confederati estima
Gli uomini, e tutti abbraccia
Con vero amor, porgendo
Valida e pronta ed aspettando aita
Negli alterni perigli e nelle angosce
Della guerra comune. Ed alle offese
Dell'uomo armar la destra, e laccio porre
Al vicino ed inciampo,
Stolto crede così qual fora in campo
Cinto d'oste contraria, in sul più vivo
Incalzar degli assalti,
Gl'inimici obbliando, acerbe gare
Imprender con gli amici,
E sparger fuga e fulminar col brando
Infra i propri guerrieri.
Così fatti pensieri
Quando fien, come fur, palesi al volgo,
E quell'orror che primo
Contra l'empia natura
Strinse i mortali in social catena,
Fia ricondotto in parte
Da verace saper, l'onesto e il retto
Conversar cittadino,
E giustizia e pietade, altra radice
Avranno allor che non superbe fole,
Ove fondata probità del volgo
Così star suole in piede
Quale star può quel ch'ha in error la sede.
Sovente in queste rive,
Che, desolate, a bruno
Veste il flutto indurato, e par che ondeggi,
Seggo la notte; e su la mesta landa
In purissimo azzurro
Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle,
Cui di lontan fa specchio
Il mare, e tutto di scintille in giro
Per lo vòto seren brillare il mondo.
E poi che gli occhi a quelle luci appunto,
Ch'a lor sembrano un punto,
E sono immense, in guisa
Che un punto a petto a lor son terra e mare
Veracemente; a cui
L'uomo non pur, ma questo
Globo ove l'uomo è nulla,
Sconosciuto è del tutto; e quando miro
Quegli ancor più senz'alcun fin remoti
Nodi quasi di stelle,
Ch'a noi paion qual nebbia, a cui non l'uomo
E non la terra sol, ma tutte in uno,
Del numero infinite e della mole,
Con l'aureo sole insiem, le nostre stelle
O sono ignote, o così paion come
Essi alla terra, un punto
Di luce nebulosa; al pensier mio
Che sembri allora, o prole
Dell'uomo? E rimembrando
Il tuo stato quaggiù, di cui fa segno
Il suol ch'io premo; e poi dall'altra parte,
Che te signora e fine
Credi tu data al Tutto, e quante volte
Favoleggiar ti piacque, in questo oscuro
Granel di sabbia, il qual di terra ha nome,
Per tua cagion, dell'universe cose
Scender gli autori, e conversar sovente
Cò tuoi piacevolmente, e che i derisi
Sogni rinnovellando, ai saggi insulta
Fin la presente età, che in conoscenza
Ed in civil costume
Sembra tutte avanzar; qual moto allora,
Mortal prole infelice, o qual pensiero
Verso te finalmente il cor m'assale?
Non so se il riso o la pietà prevale.
Come d'arbor cadendo un picciol pomo,
Cui là nel tardo autunno
Maturità senz'altra forza atterra,
D'un popol di formiche i dolci alberghi,
Cavati in molle gleba
Con gran lavoro, e l'opre
E le ricchezze che adunate a prova
Con lungo affaticar l'assidua gente
Avea provvidamente al tempo estivo,
Schiaccia, diserta e copre
In un punto; così d'alto piombando,
Dall'utero tonante
Scagliata al ciel profondo,
Di ceneri e di pomici e di sassi
Notte e ruina, infusa
Di bollenti ruscelli
O pel montano fianco
Furiosa tra l'erba
Di liquefatti massi
E di metalli e d'infocata arena
Scendendo immensa piena,
Le cittadi che il mar là su l'estremo
Lido aspergea, confuse
E infranse e ricoperse
In pochi istanti: onde su quelle or pasce
La capra, e città nove
Sorgon dall'altra banda, a cui sgabello
Son le sepolte, e le prostrate mura
L'arduo monte al suo piè quasi calpesta.
Non ha natura al seme
Dell'uom più stima o cura
Che alla formica: e se più rara in quello
Che nell'altra è la strage,
Non avvien ciò d'altronde
Fuor che l'uom sue prosapie ha men feconde.
Ben mille ed ottocento
Anni varcàr poi che spariro, oppressi
Dall'ignea forza, i popolati seggi,
E il villanello intento
Ai vigneti, che a stento in questi campi
Nutre la morta zolla e incenerita,
Ancor leva lo sguardo
Sospettoso alla vetta
Fatal, che nulla mai fatta più mite
Ancor siede tremenda, ancor minaccia
A lui strage ed ai figli ed agli averi
Lor poverelli. E spesso
Il meschino in sul tetto
Dell'ostel villereccio, alla vagante
Aura giacendo tutta notte insonne,
E balzando più volte, esplora il corso
Del temuto bollor, che si riversa
Dall'inesausto grembo
Su l'arenoso dorso, a cui riluce
Di Capri la marina
E di Napoli il porto e Mergellina.
E se appressar lo vede, o se nel cupo
Del domestico pozzo ode mai l'acqua
Fervendo gorgogliar, desta i figliuoli,
Desta la moglie in fretta, e via, con quanto
Di lor cose rapir posson, fuggendo,
Vede lontan l'usato
Suo nido, e il picciol campo,
Che gli fu dalla fame unico schermo,
Preda al flutto rovente,
Che crepitando giunge, e inesorato
Durabilmente sovra quei si spiega.
Torna al celeste raggio
Dopo l'antica obblivion l'estinta
Pompei, come sepolto
Scheletro, cui di terra
Avarizia o pietà rende all'aperto;
E dal deserto foro
Diritto infra le file
Dei mozzi colonnati il peregrino
Lunge contempla il bipartito giogo
E la cresta fumante,
Che alla sparsa ruina ancor minaccia.
E nell'orror della secreta notte
Per li vacui teatri,
Per li templi deformi e per le rotte
Case, ove i parti il pipistrello asconde,
Come sinistra face
Che per vòti palagi atra s'aggiri,
Corre il baglior della funerea lava,
Che di lontan per l'ombre
Rosseggia e i lochi intorno intorno tinge.
Così, dell'uomo ignara e dell'etadi
Ch'ei chiama antiche, e del seguir che fanno
Dopo gli avi i nepoti,
Sta natura ognor verde, anzi procede
Per sì lungo cammino
Che sembra star. Caggiono i regni intanto,
Passan genti e linguaggi: ella nol vede:
E l'uom d'eternità s'arroga il vanto.
E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco,
Che ritornando al loco
Già noto, stenderà l'avaro lembo
Su tue molli foreste. E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
Con forsennato orgoglio inver le stelle,
Né sul deserto, dove
E la sede e i natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma più saggia, ma tanto
Meno inferma dell'uom, quanto le frali
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali.
Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti. Anco ti vidi
Dè tuoi steli abbellir l'erme contrade
Che cingon la cittade
La qual fu donna dè mortali un tempo,
E del perduto impero
Par che col grave e taciturno aspetto
Faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
Lochi e dal mondo abbandonati amante,
E d'afflitte fortune ognor compagna.
Questi campi cosparsi
Di ceneri infeconde, e ricoperti
Dell'impietrata lava,
Che sotto i passi al peregrin risona;
Dove s'annida e si contorce al sole
La serpe, e dove al noto
Cavernoso covil torna il coniglio;
Fur liete ville e colti,
E biondeggiàr di spiche, e risonaro
Di muggito d'armenti;
Fur giardini e palagi,
Agli ozi dè potenti
Gradito ospizio; e fur città famose
Che coi torrenti suoi l'altero monte
Dall'ignea bocca fulminando oppresse
Con gli abitanti insieme. Or tutto intorno
Una ruina involve,
Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
I danni altrui commiserando, al cielo
Di dolcissimo odor mandi un profumo,
Che il deserto consola. A queste piagge
Venga colui che d'esaltar con lode
Il nostro stato ha in uso, e vegga quanto
È il gener nostro in cura
All'amante natura. E la possanza
Qui con giusta misura
Anco estimar potrà dell'uman seme,
Cui la dura nutrice, ov'ei men teme,
Con lieve moto in un momento annulla
In parte, e può con moti
Poco men lievi ancor subitamente
Annichilare in tutto.
Dipinte in queste rive
Son dell'umana gente
Le magnifiche sorti e progressive .
Qui mira e qui ti specchia,
Secol superbo e sciocco,
Che il calle insino allora
Dal risorto pensier segnato innanti
Abbandonasti, e volti addietro i passi,
Del ritornar ti vanti,
E procedere il chiami.
Al tuo pargoleggiar gl'ingegni tutti,
Di cui lor sorte rea padre ti fece,
Vanno adulando, ancora
Ch'a ludibrio talora
T'abbian fra sé. Non io
Con tal vergogna scenderò sotterra;
Ma il disprezzo piuttosto che si serra
Di te nel petto mio,
Mostrato avrò quanto si possa aperto:
Ben ch'io sappia che obblio
Preme chi troppo all'età propria increbbe.
Di questo mal, che teco
Mi fia comune, assai finor mi rido.
Libertà vai sognando, e servo a un tempo
Vuoi di novo il pensiero,
Sol per cui risorgemmo
Della barbarie in parte, e per cui solo
Si cresce in civiltà, che sola in meglio
Guida i pubblici fati.
Così ti spiacque il vero
Dell'aspra sorte e del depresso loco
Che natura ci diè. Per questo il tergo
Vigliaccamente rivolgesti al lume
Che il fè palese: e, fuggitivo, appelli
Vil chi lui segue, e solo
Magnanimo colui
Che sé schernendo o gli altri, astuto o folle,
Fin sopra gli astri il mortal grado estolle.
Uom di povero stato e membra inferme
Che sia dell'alma generoso ed alto,
Non chiama sé né stima
Ricco d'or né gagliardo,
E di splendida vita o di valente
Persona infra la gente
Non fa risibil mostra;
Ma sé di forza e di tesor mendico
Lascia parer senza vergogna, e noma
Parlando, apertamente, e di sue cose
Fa stima al vero uguale.
Magnanimo animale
Non credo io già, ma stolto,
Quel che nato a perir, nutrito in pene,
Dice, a goder son fatto,
E di fetido orgoglio
Empie le carte, eccelsi fati e nove
Felicità, quali il ciel tutto ignora,
Non pur quest'orbe, promettendo in terra
A popoli che un'onda
Di mar commosso, un fiato
D'aura maligna, un sotterraneo crollo
Distrugge sì, che avanza
A gran pena di lor la rimembranza.
Nobil natura è quella
Che a sollevar s'ardisce
Gli occhi mortali incontra
Al comun fato, e che con franca lingua,
Nulla al ver detraendo,
Confessa il mal che ci fu dato in sorte,
E il basso stato e frale;
Quella che grande e forte
Mostra sé nel soffrir, né gli odii e l'ire
Fraterne, ancor più gravi
D'ogni altro danno, accresce
Alle miserie sue, l'uomo incolpando
Del suo dolor, ma dà la colpa a quella
Che veramente è rea, che dè mortali
Madre è di parto e di voler matrigna.
Costei chiama inimica; e incontro a questa
Congiunta esser pensando,
Siccome è il vero, ed ordinata in pria
L'umana compagnia,
Tutti fra sé confederati estima
Gli uomini, e tutti abbraccia
Con vero amor, porgendo
Valida e pronta ed aspettando aita
Negli alterni perigli e nelle angosce
Della guerra comune. Ed alle offese
Dell'uomo armar la destra, e laccio porre
Al vicino ed inciampo,
Stolto crede così qual fora in campo
Cinto d'oste contraria, in sul più vivo
Incalzar degli assalti,
Gl'inimici obbliando, acerbe gare
Imprender con gli amici,
E sparger fuga e fulminar col brando
Infra i propri guerrieri.
Così fatti pensieri
Quando fien, come fur, palesi al volgo,
E quell'orror che primo
Contra l'empia natura
Strinse i mortali in social catena,
Fia ricondotto in parte
Da verace saper, l'onesto e il retto
Conversar cittadino,
E giustizia e pietade, altra radice
Avranno allor che non superbe fole,
Ove fondata probità del volgo
Così star suole in piede
Quale star può quel ch'ha in error la sede.
Sovente in queste rive,
Che, desolate, a bruno
Veste il flutto indurato, e par che ondeggi,
Seggo la notte; e su la mesta landa
In purissimo azzurro
Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle,
Cui di lontan fa specchio
Il mare, e tutto di scintille in giro
Per lo vòto seren brillare il mondo.
E poi che gli occhi a quelle luci appunto,
Ch'a lor sembrano un punto,
E sono immense, in guisa
Che un punto a petto a lor son terra e mare
Veracemente; a cui
L'uomo non pur, ma questo
Globo ove l'uomo è nulla,
Sconosciuto è del tutto; e quando miro
Quegli ancor più senz'alcun fin remoti
Nodi quasi di stelle,
Ch'a noi paion qual nebbia, a cui non l'uomo
E non la terra sol, ma tutte in uno,
Del numero infinite e della mole,
Con l'aureo sole insiem, le nostre stelle
O sono ignote, o così paion come
Essi alla terra, un punto
Di luce nebulosa; al pensier mio
Che sembri allora, o prole
Dell'uomo? E rimembrando
Il tuo stato quaggiù, di cui fa segno
Il suol ch'io premo; e poi dall'altra parte,
Che te signora e fine
Credi tu data al Tutto, e quante volte
Favoleggiar ti piacque, in questo oscuro
Granel di sabbia, il qual di terra ha nome,
Per tua cagion, dell'universe cose
Scender gli autori, e conversar sovente
Cò tuoi piacevolmente, e che i derisi
Sogni rinnovellando, ai saggi insulta
Fin la presente età, che in conoscenza
Ed in civil costume
Sembra tutte avanzar; qual moto allora,
Mortal prole infelice, o qual pensiero
Verso te finalmente il cor m'assale?
Non so se il riso o la pietà prevale.
Come d'arbor cadendo un picciol pomo,
Cui là nel tardo autunno
Maturità senz'altra forza atterra,
D'un popol di formiche i dolci alberghi,
Cavati in molle gleba
Con gran lavoro, e l'opre
E le ricchezze che adunate a prova
Con lungo affaticar l'assidua gente
Avea provvidamente al tempo estivo,
Schiaccia, diserta e copre
In un punto; così d'alto piombando,
Dall'utero tonante
Scagliata al ciel profondo,
Di ceneri e di pomici e di sassi
Notte e ruina, infusa
Di bollenti ruscelli
O pel montano fianco
Furiosa tra l'erba
Di liquefatti massi
E di metalli e d'infocata arena
Scendendo immensa piena,
Le cittadi che il mar là su l'estremo
Lido aspergea, confuse
E infranse e ricoperse
In pochi istanti: onde su quelle or pasce
La capra, e città nove
Sorgon dall'altra banda, a cui sgabello
Son le sepolte, e le prostrate mura
L'arduo monte al suo piè quasi calpesta.
Non ha natura al seme
Dell'uom più stima o cura
Che alla formica: e se più rara in quello
Che nell'altra è la strage,
Non avvien ciò d'altronde
Fuor che l'uom sue prosapie ha men feconde.
Ben mille ed ottocento
Anni varcàr poi che spariro, oppressi
Dall'ignea forza, i popolati seggi,
E il villanello intento
Ai vigneti, che a stento in questi campi
Nutre la morta zolla e incenerita,
Ancor leva lo sguardo
Sospettoso alla vetta
Fatal, che nulla mai fatta più mite
Ancor siede tremenda, ancor minaccia
A lui strage ed ai figli ed agli averi
Lor poverelli. E spesso
Il meschino in sul tetto
Dell'ostel villereccio, alla vagante
Aura giacendo tutta notte insonne,
E balzando più volte, esplora il corso
Del temuto bollor, che si riversa
Dall'inesausto grembo
Su l'arenoso dorso, a cui riluce
Di Capri la marina
E di Napoli il porto e Mergellina.
E se appressar lo vede, o se nel cupo
Del domestico pozzo ode mai l'acqua
Fervendo gorgogliar, desta i figliuoli,
Desta la moglie in fretta, e via, con quanto
Di lor cose rapir posson, fuggendo,
Vede lontan l'usato
Suo nido, e il picciol campo,
Che gli fu dalla fame unico schermo,
Preda al flutto rovente,
Che crepitando giunge, e inesorato
Durabilmente sovra quei si spiega.
Torna al celeste raggio
Dopo l'antica obblivion l'estinta
Pompei, come sepolto
Scheletro, cui di terra
Avarizia o pietà rende all'aperto;
E dal deserto foro
Diritto infra le file
Dei mozzi colonnati il peregrino
Lunge contempla il bipartito giogo
E la cresta fumante,
Che alla sparsa ruina ancor minaccia.
E nell'orror della secreta notte
Per li vacui teatri,
Per li templi deformi e per le rotte
Case, ove i parti il pipistrello asconde,
Come sinistra face
Che per vòti palagi atra s'aggiri,
Corre il baglior della funerea lava,
Che di lontan per l'ombre
Rosseggia e i lochi intorno intorno tinge.
Così, dell'uomo ignara e dell'etadi
Ch'ei chiama antiche, e del seguir che fanno
Dopo gli avi i nepoti,
Sta natura ognor verde, anzi procede
Per sì lungo cammino
Che sembra star. Caggiono i regni intanto,
Passan genti e linguaggi: ella nol vede:
E l'uom d'eternità s'arroga il vanto.
E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco,
Che ritornando al loco
Già noto, stenderà l'avaro lembo
Su tue molli foreste. E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
Con forsennato orgoglio inver le stelle,
Né sul deserto, dove
E la sede e i natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma più saggia, ma tanto
Meno inferma dell'uom, quanto le frali
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali.
La fatica è sedersi senza farsi notare.
Tutto il resto poi viene da sé. Tre sorsate
e ritorna la voglia di pensarci da solo.
Si spalanca uno sfondo di lontani ronzii,
ogni cosa si sperde, e diventa un miracolo
esser nato e guardare il bicchiere. Il lavoro
(l'uomo solo non può non pensare al lavoro)
ridiventa l'antico destino che è bello soffrire
per poterci pensare. Poi gli occhi si fissano
a mezz'aria, dolenti, come fossero ciechi.

Se quest'uomo si rialza e va a casa a dormire,
pare un cieco che ha perso la strada. Chiunque
può sbucare da un angolo e pestarlo di colpi.
Può sbucare una donna e distendersi in strada,
bella e giovane, sotto un altr'uomo, gemendo
come un tempo una donna gemeva con lui.
Ma quest'uomo non vede. Va a casa a dormire
e la vita non è che un ronzio di silenzio.

A spogliarlo, quest'uomo, si trovano membra sfinite
e del pelo brutale, qua e là. Chi direbbe
che in quest'uomo trascorrono tiepide vene
dove un tempo la vita bruciava? Nessuno
crederebbe che un tempo una donna abbia fatto carezze
su quel corpo e baciato quel corpo, che trema,
e bagnato di lacrime, adesso che l'uomo
giunto a casa a dormire, non riesce, ma geme.
La fatica è sedersi senza farsi notare.
Tutto il resto poi viene da sé. Tre sorsate
e ritorna la voglia di pensarci da solo.
Si spalanca uno sfondo di lontani ronzii,
ogni cosa si sperde, e diventa un miracolo
esser nato e guardare il bicchiere. Il lavoro
(l'uomo solo non può non pensare al lavoro)
ridiventa l'antico destino che è bello soffrire
per poterci pensare. Poi gli occhi si fissano
a mezz'aria, dolenti, come fossero ciechi.

Se quest'uomo si rialza e va a casa a dormire,
pare un cieco che ha perso la strada. Chiunque
può sbucare da un angolo e pestarlo di colpi.
Può sbucare una donna e distendersi in strada,
bella e giovane, sotto un altr'uomo, gemendo
come un tempo una donna gemeva con lui.
Ma quest'uomo non vede. Va a casa a dormire
e la vita non è che un ronzio di silenzio.

A spogliarlo, quest'uomo, si trovano membra sfinite
e del pelo brutale, qua e là. Chi direbbe
che in quest'uomo trascorrono tiepide vene
dove un tempo la vita bruciava? Nessuno
crederebbe che un tempo una donna abbia fatto carezze
su quel corpo e baciato quel corpo, che trema,
e bagnato di lacrime, adesso che l'uomo
giunto a casa a dormire, non riesce, ma geme.
From the interstitial bile of the Profitis Ilias, was emanated the inaugural armour of the codes of Radius’s Eurhythmy. With it traces it typology of the three broken areas of energeia purple that will raise from bases it elementary of the contrafactum of melody of the Raedus. First with the paragraph’s of the Prophet Elias in the portion of the firstly 103 meters but awarding the contrafactum melodic same on the text of the Raedus Codex, that they will be rhythmic epigraphs of hallelujah and beginning of the Kirye. The polyphony will be an elevation of liturgy that will deliver doubly for the pipe that carries the prolific ascension to the face of the surface of the Profitis Ilias. Hypostasis Will be the substance, but of be to of way of the true unified to the all of the reality of the Áullos Kósmos.  To some 1, 7 years incessant light followed coming the Fourth Saeta of Zefian, to order the Áullos Kósmos with the ordination of the Go Auric that will conclude the retina that remains of the firmament and of his path like full earthly extra. The quota of prophecies will reside in the tectonics of the cliff and in fail them of the rocky mass, on the upper blocks from this outcrop from the inferior layers, from the start of the materials allochthonous on the hole of erosion, going in the Sibyls and the Prophet Elias until the 103 meters of the height.  

Codex I -Tectonic Nihil

The honor explains the Regressive Legend of this good piece of Meat Corpulent and Brain also, was born to write his astragals in his terminal syllable, whole and dying with the blood of Etruscans Steeds and Macedonics, each had golden piercing hanged internally in one of his six ******* paranasal, sealing the life of this blood caretaker Franciscan and swordsmiths extemporal so that with his last four molars yielded the light amalgamated Crystalline and overflowing in the gums of the lapse that soaks of blood the fields equestrian. In this codex Sibyl Pérsica would enter by the cylindrical vault, she advanced with a light secluded and stepped a snake, under the steeled hooves of Alikanto. She with his veil and oil lamp announced the arrival of the Messiah, here the awakening semblance invokes by the honor of his come, to Parents and the Mothers. The Souls of Trouvere appear beside Estratónice, Lochnith, and Wonthelimar.

It says Lochnith: The world abdicated the pontifical, have run the curtains so that enter the light, Moses here has to come with the true curtains that house the lunettes, the thrones of the Sibyls and Prophets that come us the miracles salvations that are born of his entelechy, for the one who is forbidden in the thousandth portion of the broadcast that break out like an affair signal, and testamentary of the Apocalypse to the Poielipsis in creation testament were live in the whispers of Emmanuel, in the verses burnished and oracular of Sibyl, daughter of Dárdano and Neso. With meager differences and matrices between Hellespont and Dardania, like Jerusalem and Bethlehem, and this last between the outstandingly in Eon Kareem, but in the corresponding bifurcation approximated to the baptistery. The Hexagonal Primogeniture will mandate the hardships of hexameters in front of the hectometers that will do evidence of the Escatón a third world is like a consistent reality, real that will carry us to the hope of a life satisfied and trained.  

Codex II - Tectonics Supra Lithosphere

Three white eagles’ headed flew by Tel Gomel, carrying blood in his claws twisted of spines turgid. They brought the vaticinator of double death predicted, with his double craze put and his double helmet that transmitter the rings of the putrid Tanat’s by the faces, and by his lips lackluster feeble in Him, Vernarth had sent them a missive with the Eagles in low flight; all they were dressed of the stink of the field of yellow fog and black battle, on the silty hooves of Beelzebub that heaved in the ones of Alikanto, they moan on the lymphoma of the size of a dream of six decades in his ridge crucible, that wheezed purges by his full snout of rests of lymph remaining in the interstitial of his teeth Burnished canine-alanos. His heart reconverted in armour red ad limitem with blue endocardial flourishing. When putting the twilight of the blowout lying of wind Eolionimi and Shamal, went breaking the vertical with the halter of his greedy steed to the spit helicoidal volatile mats in the catacombs of Markazí where residents of his lineage forge dwelt in abominations of the Lives that renacían victorious from the fire of cult to the city that houses his true Life and Soul in Sibylla Pérsica.

Singing of Wonthelimar: Already the veils have collected will carry the candles that wire the souls freed of Trouvere cries of prosperity expect us from the medrons that rebirth of the immanent presence of her same, to meters on the level of the lithosphere showed the Rings Ibics to the meeting of a tertiary matchmaker in the Saeta of Zefian,  and behold where interprets the law, the future gives us the pennant of justice insufficient of Light but there of the cavern that is born in the turns of the third world. It says Of Meturgeman or Rabí that break down the avatars of his advances, by ends off-center if they have to be the verticality of the Sibyllas with the mind of God. Like this we go topping by this axon of spiritual fatigue, centering in the nervous excessively that goes out of the body of consciousness of the cosmos, transmitting impulses of the same by Elías´s links, where the motor structure of the teacher and the testamentary of Leví, and Greek Aramaic Leví in Qumram subsisting to the big speed of how has to pass the Messiah priestly will interpret all the word of the Mashiaj in the Áullos Kósmos in his order motor and behold the Messiah  Priestly, and the patriarchs like Set, Enoch, and Isaac having the work of unraveling the illusions and mysteries of the cosmos of the same way that the angel interpreter the nocturnal visions in the apocalyptic relates of San John the Apostle.

Codex III -Tectonic Quartzite

The disloyal Ghosts came from 70 km of the Iranian city of Shiraz province of Fars, near the place where the river Pulwar ends in the Kur (Kyrus).  His construction and destruction would be provinces that will be subjected until the conquest of the Persian Empire subjected in October by Alexander the Great. Persépolis Remain turned into rooms of the Harem and in *** of magnet bizarro between massacred gods. The transitions of the porches in the sides are joined by angular towers in the Apadana of profane interlock. The two big doors remained opened in eternity groaning salts in interminable assets of predefinition and recharge in his abortive degree.

Here they were the comrades of Vernarth overwhelmed of preparations and attires in the lobs of Mars on his shoulders after oracles tempest of the burning sun in his heads.  Anahita; Goddess of the nature, pours the blessed waters of the nature that washed with morbid rains the bodies of the fallen in the ***** battles with the roosters of the Zoroaster, cutting the palanquin where are seated, and enraptured in polytheism with Ahura Mazda with a short difference like cloister and capota, ad carry to shoe the monarchic attires of Macedonia in front of his defeated realm by the subjugated constitution of golden blood of Alexander the Great and Vernarth tied to the Macedón or Zeus, fully Hellenic that ran vast both strides by muted seams of basaltic streets of paving stones, and obsidians between paradises of vintage and wind. The Sybilla Eritrea shows his veil not only collected but significantly knotted on the belly that alludes to the state of gravity of the ****** in Incarnation (scene of the Annunciation). The meters of ascension to see determinant the first 103 meters of climbing insinuate the appellatives of Erqia, Eriflam Herifle, and Riquea.

Singing of Estratónice: In the marble reside of white Apeiron of indeterminate infinite matter, exempt of quality and that finds in the eternal movement of the Eolionimi, that has to dwell in his belly a savior white from the Áullos Kósmos or paradise of Vernarth, the word will say that it rescues the life of the mortal the facets of the Katapausis would make amends the effluvia Hebrew in the ponderation of the mainstay of the virola that embraces the saeta of Zefian falling from the altitude. The biface solitude will trespass the rocky subsoil of the peak of the Profitis Ilias like this with tender meters that will cross the Fero of absorption of his Santity and Salvation of the Humanity.

Codex IV Tectonic Cenozoico

From Rodas, the geological temporary scale will contribute us the evolutionary frame of the rocky mantle, and superpositions in the happen of time. I register fossils of organisms that underlying in layers or endodermis of the prehistory of the Dodecanese. Vernarth After crossing the Helesponto transgressed his for psiquis parapsychological in the substitute Brook to Sudpichi like a weightless mantle of a Machi praying to the Kósmos Negechen by the rickty Rehue prophesying to him on his hands dismembered of bravery, of big assistance in 300 years of souls Nge-Nge Mapus deu in the raging nose that propelled the wrath; similar substitute with which trigger the knot, Champollion with some sphinx uncovering the allegories of Pandora from the Valleys of the Kings.

Singing of Sibila Líbica: The sparking plugs will inflame the Iridescent eyes of the Mashiaj flashed in the likely settlement mortuary of Alexander the Great in the oasis of Siwa: Oh My warm wind of Libya that flatters my chees, and my shoulders that groove in the light of the callous brain coexistence of Zeus. Singing by you my Didaskein; treating or teaching to the baffled herd that confuses the menages that were born to. B.C., not having a reminiscence of Irradiation in the mastery of the continuous-time of not contravening of ignorance, but yes to find him agreed and effulgent!    

Codex V Tectonic Brisehal  

By the desolate empty Dasht-and-Lut, Brisehal a huge shady of structure is moved him when is covered until all half orient, even disobeying to his parents; beings in uncrowded places of contemplation that were surfacing of his big mountain of the delighted desert overflowed the lemurs strolling alone as wanting to take off the last spark of politics that remained them for surrendering in his own banishment encountered. Brisehal Was an eminent mount with a head of the can similar to Anubis, but million times of the size upwards and with a clorhídricbreath, like a perspective of the congregation to go into the garden-realm of The Skies and in his laps. Before shivering the day with the movement of his shuddered step, Brisehal was two years moving day and night in the surface that did alluring of lux Solaris.  Brisehal In this fifth codex liquefied in the black layer of the tunnels of wind that hide by Dash-and-Lut, until the sensory layer of Dasht-and-Kavir, attracting by the tunnel of the grotto of 308 meters of height of Patmos intra geological, all the sculptures and images of the cusps did near to the 103 meters of initial altitude in this vertical underground in attachment with the parallel that retracted in cubic tones drilling the doloninas or geological depressions in the extensive of Lut for a giant that is born of the wails and lacerations of Vernarth when it was tutored by saetas in the middle of the field of Gaugamela, even moving to Maceo. When they moved noisily the dolines, lower mountains conceived deduced with the greater effect of his swivels nerves were immense thunderclaps that even reflected until the spheroids nimbus reddened by the riot of Dasht-and-Kavir. It turned off left to right pretending exile the Desert of Lut tubed in pro generation by both do of optical rope or fibers in high energy density, and that it could cohabit beside Vernarth disabling in the odyssey of the Horcondising (Paradise of the lineage of Vernarth to Gaugamela).

Singing of Brisehal: The veil that receives the indifference, has knotted in the abdomen hatched of the earth, and of the dolonina that protected me of the folio that barter what there was or of will have to become. The Gesta of all those that suffer from foot and rely on, have three abortive routines in his gravidity of a white relative, that did to shelter me in the love to my gentleman Vernarth. Sibila Eritrea neither in Greeks nor Latins has to sortear the breviaries of the maximum pontifex that speaks while dozing of anilines nights where anybody perishes awake in his epítome?

Sibilino By the Saudi, from the vórtice direct the gulfs that hide from where rebirth like choruses of Esquilo, behind the springs of Agamemnon in where Clytemnestra opens plains that do to run the Shamal by his dry disposition of dew, but humid of the sap of Eritrea faces in springs subtropical that tears dry of the tough body fallen in tears that will not hear by the tenacious hemp?

To the-Haffar, the third party is with saetas in his thigs, arms and pectoral, where the star does open shining for the one who dies by her in the first lightning of the night Thurayya, with violent embraces to receive to the one who from a codex receives the fifth bowl for violent winds of fishermen that resolved of the wind in a fine dust of the cleft hands of Aldebarán, peepholes of bilges of ogres that are born hell to die as pious in arms of Sybilla Eritrea, and in prologues of Brisehal with so many meters of wingspan, nevertheless that of any rye in the greater degree that have to ceremoniously in perks of a revived Sybilla Líbica.      


Codex VI - Strigoi Asthenosphere

In the spring of 331 b. C., Alexander the Great left Egypt returning to the port of Shot, where was his fleet. Of there it headed to Antioquía, crossing the valley of the river Orontes, and arrived at the River Éufrates to the height of Tapsaco, were founded the city of Nicéforo so that it was a strong square and tank of the supplies of the army, Here it was learned that Darius was found in Arbelas as he was crossing the Tigris, and heading north along the eastern bank of the river. The Sybilla Cumana found in the height 97 of the tunnel of wind when auscultating these waves very near of the dolonines, in avidity of the Pythia Délfica with divinatory proselytes that visited the folds of his attire, in places of his divinatory crowd cerebral. His relativity Cumana waste of energy of the Mausoleum, prophesying life for all in the passion of the life together with the abandoned bodies by the souls of the Devotio Roman, and in the poverty of the soul that drains scared by not remaining desolate between half of the parchment of Lilith, and in the offering of the Strigoi by breaches of troubling visions in the darkness of the cavern of Chauvet, when sacrificing competitive emotions of the Votum maléfico of Lilith.  Only one can exist like an inviolable part of the tradition of the chastest Wonthelimar, attempting the Xiphos with human chamois in tectonic offering and frizzing the altitude 103 of the tunnel of wind of the Strigoi.    

Vlad Strigoi Sings: Mardiath, noble and loyal hussar of the sea of Vernarth, Boss of the fleets of the Gulf, came by the cover when giving the turn by the bauprés, sees collected and hit by ropes in parasitosis that shined like a stray in the oars of the gods, and pleading that felt in the whistling of the wind. It approaches and it descends by dark sheds stairs with direction to the piston of water, who heresy in the ship Vladiana is quarreling when I training me in writing when saying who love the one who I am not, alone receipt phlegmons multitudinous Saecula Saeculorum, not hitting any foundation to confess me. They say not knowing that reveal due to the fact that it is not content that compares to the one who does not have Age, Life either Compassion that only has to communicate me like messenger Strigoi! Now I know that anybody will sing my thoughts, there is not ink that dares to spread a comparable quill that resists my word of ammonium Strigoi, usurped of a shipping Ballinger to some Flemish pirates, seconded to the side by a barge of Panescalm, that threw to 64 one thousand bodies massacred of the Bubonic Plague. Mardiath, get out of the Ballinger and leaves his sword to Vlad beside a geographic table to rediscover a destination in some doncella that could attend his disorders, more than ganglion suppuration in prostration. It traces back the course to shot to find with Vernarth and his minions to direct finally to the braves fields of Gaugamela and the Prehensile Ctónicos who revered to the gods or telluric spirits in the tectonic infra world by opposition to celestial deities, appearing in the tubular ascension of the warm wind that topped the consecration of my roman arteries, and all those that were up expecting them. The oblations of light lit the particles of the woodworm that suspended expelling those that magnetized the fosca matter. The unconnected syntax did periodically in the words of Strigoi from the Capite Velato or head watched from the Ballinger Strigoi that attained relocate. In double increase of sap did it minor to resist his life and his closure lying minimum in front of Wonthelimar, and Mardiath that satisfied him of the company in the eyebolt that sustains the road in his sullen life.

It sings Mardiath: The troops of Vernarth would split from Shot were found his fleet that came from Sudpichi from the Empire of the Horcondising. It explains the legend that in the heights of the Gulf when his army goes sailing, break out on his squares a mysterious tempest of hot airs of Ormuz to the height  665 in miles of Um Kasar, had found pertinent shipping of current Romania. when spotting them and take part inside this frigid ship at all there was, only crunches of topmasts and his sail greater that was spurring and presenting fenced curtains that came from of Sighisoara/Transilvania; where the alike Vlad Tepes stated seated behind a chamber of captaincy writing in his buffet. Each true interval took out a handkerchief to dry his ****** nose, like a pinch of gelatinous darky ink and sullied. It sings Isaías: The presence in the versed and corresponding folio, does relative the prophecy of Emmanuel been born of a ****** that associates to similar prophecy Virgiliana of the Cumana justifying his prophetic symbolism and beholds the caution that blackens skies where the light retracted, thousands are chained during the annunciation of a thousandth abyss like the fateful Strigoi only troubled pastures will have to transplant rebellions, that dying slept for the winnow of the ideal of incipient spiritual ******* dressed of execration. It has trigged the conflagration of the heart that resists the death and that is in decline several times in the conditions awaited by the apostates when denying of the water that does not do them Optimus and does elliptical the radius of obedience in the heart Vernarthiano satisfied of granules of Physconia grumose, whose frequency they become encysted in bodies of traitors reigns and of fungus lineages. The reign of the saints will judge plurality in the thrones with devastation in fatuous beatifications in Pérgamo, already admonished by me.    

Codex VII - Báculo of Sheesham  

Vernarth it calms lying down on the bunks of the fire of Sheesham. Beam and Incense with ultra olfactory and sensory powers, delineating the elementary and phenomenal cores housing and adapting híper connectivity with probity Hinduist the akasha executed the essential foundation in all the things of material cosmovision; the first palpable material element and concrete was created by the god Brahmá (air, fire, water, earth are the others). Did it treat one of the classical elements of Hinduism, pañcha-majá-bhuta or? Five big elements; His main characteristic is the sabda (sound). In sanscrit, this word means "space. It is the physical and eternal substance Akasha, of the ether that flows by the Akasha-Nautas and by Vernarth in each regression parasicológica. Vernarth Takes of a báculo called Key of Sheesham purchased it once anxious for delivering it to his beloved Toscana in the Cathedral St. Mary dei Fiori, in one of his Regressives Lives. They expected it astonished by the tyrannized impulsiveness of the noble in Florencia, of which once again came delayed of the tillage of the barley and of the god’s fatuous next to the Porcellino. It expected long hours until it went out his beloved Maddalena of the Eucharistic ceremonial, while the carried in his right hand his crosier, and in the left a rectangular box sizeable for his hand, inside carried essences of the potpourri of lavender and vellorita, a ring with a stone of amethyst coated by a concave skittle of gold, in the outline supra circulate carried medieval ornaments of silver of Etruria of the Party of the past barley. In front of this acquiescence Sybilla Samiense, followed carrying the clairvoyance where the prophet Isaías there was untied the conflagration of the heart that resists the death and that is in decline several times in the form today from Kafersesuh in Ein Karem, opens the stamp of residing in the cradle where María poses beside his son, already being part of the lithosphere of Getsemaní and of Vernarth in the heart of Maddalena.

Phylogeny in Getsemaní: The **** erectus crossed with multiple pieces of evidence of beings pro-evolutionary-adaptative, Neanderthal/HomoSapiens. Children of Israel wrote parables, epistles, verses, histories, and books, his vocal tract and phonetic spoke of tempest and environmental factors between sky and earth, of the big noise out of us, but little silence in us. The elementary is larynx that only pronounces the image that reports concepts evocative minimal of the sound in distinct placings of the melisma in mega sound. Speaking us how the language varies according to the history, and the half civic-climatic instructing us to his threshold and descendants when giving off by the effusions aerial of the language in assiduous levels tracheo-laryngeal. Earning authoritatively the intervals of vocalization, and relation of the junction with the agriculture and all his dimension descending by his internal walls, but going up by parietal overexcites out of her same.

Of the little air that remains to the world, to follow digesting temporarily assumes leaving flow his extra-air that possessed this in particles mechanically inert, and no in sanctified prophecies with miracles inferences and Inherence that Innova factótum, in the súper existence of which even do not perish by the hand of a monarchic mandate. Like this, the world swallows air in halves suffocating and contaminated whole, whereas others redistribute it for the one who needs to seat at the table to collect the Bread and share it with the other half.  Here it echoes the echo of body Christic, that in Aramaic syndicate much more than a language in his blood, grapheme and phonemes of stylistic in vibratory shock further of his deep stretch reverberating with the grace of his billed divine. Joshua swallows spikes and leaves simultaneously having us in his arms like children of olive-nursling, risk a sheep in his arms giving us lactate hydro-milk of the sustain of a verb creator. Fact strict to preserve the Aramaic and no stray with turning the turns of the leaves in the history, the Aramaic has to incorporate for the times that Joshua grazes us after more than two thousand years even. The one who is walking of one side to another to say us that it still is here, only comfort suggest your walk plagiarized with his larynx the sound of his expression the sheep is mammalian but mammalian that the man as his billed formulates bleats always reflected in the base of his skull for the rest of his children like biblical language, under all the rainbows of Querubines bawling beside boys surrounding them in identical intention! **** habilis, **** Sanctus in a process that possesses Orthodox bases and peripheral anatomical capacity, a linguistic Pythagorean shortcut of the dalliance and sternum when confusing it between yes, not altering his structural complexity neither functional. Of the potential of the Lepidoptera and winged insects, will arise the phenotype that will relate and relativize the mechanical aramea or Aramaic method for no stray the divine tongue, as well as it also is sublime the laryngitic torque of the one who possesses blood and body Aramaic, as his mechanized mystic devours the minimum words with the maximum in an all of the ranges of cacophonies and of prototyped field, they see to my field here spoke the spikes and the insects more than the own mechanical potential of your Voice.

The tunnel of wind filled with Lepidópteras that flew rising in shape helicoidal, everything sensitized with the imminent advent of the saeta magnánima of Zefian that came crossing the perihelion from the high Áullos Kósmos, dialécticamente with abundance credibility in the interior of the geological tunnel of the Profitis Ilias, list to the turgent of lactation doctoral theological. Timoratas And long justices rounded in those who were even exhausted, entre ajar the colophon of the days that began with the identification of the báculo Sheesham, appointing regent of tribulations that drains by his length of trip, to the basality static focusing idiosyncrasies and interests of the Prophet Elías that it received them in the height 103 with passages of Corintios that the saints go to help in the administration of the saints millenials. His capacity will not have the limits of his previous earthly life?  


Codex VIII - Ultramundis Alikantus

Alikantus Archetype of his a short astral trip three days that topped in Gaugamela...! Bulle In hides and discomfort after lightening his igneous hooves by slippery Lerapetras of Lasithi in stepped that seemed to be the same inflows of committed that brought Kanti of Creta, that pyrographed the floor Traciano before arriving at the request of his address. It resorts to Medea, before arriving at Tracia after errate by distinct places in search of protection and councils to protect to his master Vernarth, while it subjected to the last libations opiáceas of vivid liliáceas and angiosperms encapsulated in his pectoral right in the anonymous of Alikanto, asking him to Medea a potion to be able to supply him to his master and reduce inflammation his pectoral for like this can use his armour Áspis Koilé in the fight, as they subtracted three days for the duel. Medea Arrived at the city of Athens on a tempestuous day with a gray dantesco Fusco on the palm of the cliff escaping previously near Abdera, in which the orient proceeded to evacuate sooty plectrums to the sunset. Medea While it looked to the sky, took a piece of anthracite of feldspar to create javelins of aluminum that would have to carry Alikanto to his return, beside the potions for deflating his pectoral infected. It painted the sky with grey lines plotted and lodged later in his wry loop,  sighting from the infinite signals that came joining up in a ray of an alloy whose semblance seemed to be a king, it was Egeo, that not only offered him hospitality but it would link with Medea with the hope that his sorceries allowed him to conceive a son in spite of the advanced of his age. The sorceress fulfilled his expectations by having a son to call Medo. When Teseo, the secret son of Egeo, arrived in Athens had to that his father recognized it like heir Medea took it as a threat to the future of his son and tried to poison it. But Teseo discovered it, accusing it to commit horrible crimes and witchcraft, Medea had to escape again. This crusade had the assistance of Alikantus that transported it flying from Abdera, not to be captured and can supplement the potions that had requested him Alikantus, also with javelins that had to carry to Vernarth to escort him off the splendorous insult. The convulsed Sybilla Cimera customized the symbols of the ceremonial willing forging classical gestures of prodigality, and that at all less was a cornucopia given to zephyrs of the Ultramundis, that revolutionized the boss around that shuddered in the pickets of the dermis rocky that dressed the walls of the final tubule of 103 meters. The channel located referred inclinations of Likantus that harassed, and customize the final discretion of Teseo to finish with the folio of Egeo downward breaking the sentence of his son, and evading it of his stepmother. In this colisseo rooted Teseo beside his mother Etra that did not reveal him the name of his father until it fulfilled sixteen years. Arrived at this age, Teseo could raise the stone, shoe in the sandals and the sword of his father, and initiate his trip to Athens to be recognized like a son of the king. From this obviously Vernarth in the film of Gaugamela dressed him in the sandals Persikaia that did of him the one who never was, and if it died would carry them settled until the altar of the comedies in the Tristanía, where all that surrealist exceeds the loquacity narrow of reality, more than at all in racked muses in forced symptomatology of paranoia or of a heroine Sybilla, that mediated with the Arms of Christi in the iconology of the Codex Raedus.

Vernarth Seated in the edge of the Ultramundis, and broke in front of the cosmos and the solitude that hid all the beings that floated in the ditch that he collected in his moaning, in such judge that it rejected all the creations when feeling his wails, where the demons looked him from the darkness that fragile hastened his Magro occipital, attacking him in front of Medea evading the Satanic circumscription to contravene it the agreed with Egeo. The perjures reigned in the doubts of tragedy favored of Komedia parading in victorious procession, and singing triumphs of duality paranoic tragic, enthroned in the martyrs of tribulation, and in the seeds of the one who does not cease Tragediopathic Ubis, and in facts that speak of the hunger of solitude in all man plunged of the Ultramundis, as only dimensional of the one who burns in his doubts and of Anastasia frustrated. Vernarth Saysekáthisan and the Duoverso in consequence of the Universe seated to dry his tears then Vernarth received from the darkness of the Ultramundis a golden light of steeds Hippeis with an aura of Tesalia, where the krima or criminality become in three chambers threaten from Maceo to the confrontable in the half-hour of Arbela. Vernarth compress desisting the essays of procrastination reconstructing bodies’ severed here more than going isolating of his own souls and sins, with Hebrew souls of root Néfesh that took spooky in capsizing of decapitation of the one who lives exponentiating in the solitude of the Ultramundis. Inexorably the infra earthly holiness of the surrealism exceeds any verse, if it is that it was Lazarus here in the tunnel of wind the one who raises in front of Vernarth embracing him,  and playing it cool the greek of Likantus to fulfill him his mission.


Codex IX Ultramundis Phalanx
            
The labaros of the Phalanx saw from Asia some of the faithful groups of Alexander the Great. They appeared like ursids and Amphibians that came by the near step from Gorgan. "The Red Snake" was a defensive construction from here come the palfreys of Alikanto, preview with big camerades of animals for the body adhered to the cavalry of Alexander the Big. This incredible barbican begins on the coast of the Caspio, north of Gonbade Kavous, and continues to the northwest and disappears in the mountains of Pishkamar. They continued on the buttresses beside Bears and Leviathanes, they formed part of the totemic dreams, that taenia Vernarth when it assumed hallucinations doped by regressive turn by hieratic spaces to the slip away in hardships and incorporate in connection with animal pets in rhythms and waltzes of the applause of his atabales. Alikantus came speedy flying almost without detaining and without distracting when he brought the poisons and instruments of the armory of the panoply. He came Already had for the hours that came to fill out details before taking the game besides the Heavy infantry, Light, and Thessalonians. Inside the most elementary of his mission, he was to do the protocol of the potion, broadcast the preaching beside the Lumberjack, and distribute the javelins to the Hetairoi of Vernarth.

When anchoring the cerulean hoofs of the fire unknown of the Gods, attains to discern as to Vernarth took him out of the back of an Elephant attacker was besides accompanied by the cunning guard dog of Alexander called Péritas, that insinuated him start and raise with windstorms in warlike stratagems. Vernarth Came of his last session frugal Opiácea, for institute vegetal nervous lianas that commonly remained with some of them, and remained cut off in his cephalic vein and jugular stalking his ******, that always spreads in laurels of Cocoon, and by averages of intríngulis that had to gobble up by some days. It would follow daily being joined to the infinite that saw him be born, like the most magnificent Commander of Alexander the Great neither imagined nor collated! The wall Gorgan possessed a length of at least 200 kilometers upper to any one of the Roman walls that outlined in archeology like works of bastion. It was exhausting to exceed it and take a course with beasts since they were upset when being near Tel Gomel to the present that they were approaching the mulch of Vernarth; due to the fact that they were his very adored pets besides the Crocodiles Tupak. The Alazanes were prescribed by a watchdog of the wall of Gorgan being of the Persian army that was seduced by the bears to combat beside Vernarth.

Next to the Bumodos, already saw Vernarth play with his pets, Bears, Crocodiles, and the can of Alejandro Magnus. Further submissively approached shoring his frozen neck, Alikanto or Alikantus preceded with donations and drugs for his master brought of the sleight phalanges by Medea. Vernarth was appreciated and almost emancipated of the branch mowing and the strains venal that populated mostly in his pectoral and both full arms of smelly tattoos that had colonized him. Almost when getting dark on burgeoning them and fluffs of Zeus then begin to arrive the phalanges of Vernarth. The Phalanx of Macedonia was the training of infantry created and used by Filipo II, and later by his son Alexander the Great in the conquest of the Persian Empire. The phalange Macedonia arose, in fact, like the answer in front of holistic modifications and tactical Hellenistic of Theban strategists, Epaminondas and Pelópidas of strengths of earth that deployed at the beginning of the 4th century B.C. For opposition to the superiority, although it already was decadent in training hoplític spartan, that had exerted in the terrestrial fights between the polis Greek until that dates.

The Sybilla European carried a Gladius in his hand but exchanged it with the Xiphos in alternation by the death of innocent entrusted by Herodes the Big, and of the escape of the Holy family to Egypt. This confirms the liturgical grouping of the Triduo Pascual; the alluding passion of Christ and perpetrating the typical dolorism of the Devotio to his death, and triumph to his resurrection. The transposed of surrealism transports to San Juan digging in all the layers and hordes of the Faith, his componential of tribulación that moved in the Egyptian and Greek cartography, moving the triangular areas of the Phalanx, that moved en geometrical block reaching the edges of the hypotenuse gradient and of the tunnel of wind that elevated them cornering to the beast that visited them pretending to be feeble and imprecise.

The dolines collapsed in myriads substances in suspension, while the two swords Gladius and Xiphos were satisfied with blood Greco-roman. Here vegetated the verb of Elías in the corporal resurrection with similarity of triangular body Lazarinus that saw dragging by the power of tow of the ionic Phalanx in his stuck. They were Beings Equis that abstracted in a start of the Be X in his contrary algebraic; an incógnita or something that could take any quantity in other words something unknown, so that the algorithmic links and cater corporeality resuscitator in Lazarus of Betania inside his angles of Holy Geometry. The winds of swing presented viviparous in future observances of visions and perplexity of consciousness, governing fiscality that does resurrect in rabbinic worlds from the highest occupying thrones in the bracket, but of thrice ignoring the belief by means of greater incredulities that the direct truth and more brief. Elías is attracted by the Cinnabar that ponders in an apocalyptic mosaic, in the chamber Esdras, at the end of the mundane reign dissolved and that dies in the same Messiah. Satanás Does not tire to attack the credibility of the Phalanx in manifolds of dispensationalism, perhaps being strongly attached to Carmelo and of the unloyal that never revive in his same bodies unconverted.    


Codex X Ultramundis Lepanto  

Of Lepanto appeared exhausted the Armis Christi with burned eyes volatilized in stratospheres that received them Belligerent. Cual if they went alien castes settled in inflexible breath, refloating from his clámide in fuss and idiosyncrasy. They arrived cracking the pristine stretches from Tel Gómel when they arrived it charges it a military strategist asking him clemency to extend.

Falangist: With the crest in my hands and the Dorus on my clámide from the floor said; each disposal that tried in the double edges of my sword that dent. The upper leaf Sansevieria nominated me to a Hebraic past and to a medieval future, it was the Sword of Saint Jorge, notifying that my family in Kalidona was under a state paradoxical, given to my two greater children that were quoted to the service of the militia. The second inferior edge of my Xiphos and the Sansevieria bent me ruin in front of the prosopopoeia to the entrance with discouraged to defray the sclerosis of my soul follows exploding, surpassing and impelling to my wife in spars of easy undress. I know that my descendants remained buried under the effect of mortal meeting in the catharsis of Pompeii, the future of Saint George that patented! All emigrated and will escape afterward to remain desolated, and attain to return the inopportune comrades to the reintegrate in the verbena of St Mary in Athens, the Saint Patron saint comforted me and prepared my resist of such bad numerary so that someday left to fall my seeds in the wisdom of archangels peasants with sacral devotional fruits. I sighed and I groaned rubbing in my animals! my empties eyes day and night were mesmerized to the ethereally magnetized. They did it beside me, with the singularity of not to affect me, they went by little booklet near to moan not to see them demagnetized by some fatalistic effects and consummatory.

Etréstles moved by the tribulations of the Child of the Falange, bent imposing non-existence afterward that his words involved the exhortation to Hera by his benevolence consummatory to be able to reside beside her. Like this, they would remain immune to progressive lives under the influence of sharp primary stew and secondary in arms of the phalanx. Shinings the eyes of Hera when the spirit of the Falangist is entering to her were not vanities but if the advent of the vanity in ínfulas to the Acrópolis is carrying it to her.  

Sibila Tiburtina sustains it gathering him in his arms saying him: You will receive the heat that you will imprison in the house of the great priest, a scene that will be represented in Prócoro in the neutral corresponding folio. Events and expletives will be of the past, no longer allocated him neither he annoyed. The Arms Christi again swirling with the Souls of Trouvere in last irascible chinks of the winds Eolonimi in the holístic of all the winds that appointed to Vernarth. "They did not go back to live your children heard a Macedonio military", The physical resurrection of the unconverted take place after the tree of Mars when they free to the innocent fallen in the belief versicular that divides the ray with his half where any minute will be able to hit it. The passages of the tunnel of wind are the wasteland that dies revived by the *** cutting overflowing fibrils of vitality from the high for overflow it downwards for those who even expect amazing miracles, walking beside the alive with hypocoristic triviality reborn in his same blood that was spilled. Everything famous goes walking with pennants that raise of his own sepulcre, cutting lower capillaries of the impetuous rising of his pale cheeks, where the scepter Greco-tridentate will be a forbearance of the one who frees and purposeful escape of the tree of Mars. Now lie down beside your children and will be between the hazels and Eolonimis doing revived of the Tágmati or order of succession of the Polis like the unit of elite tribulating the final stretches of the straight of the Ultramundis to the fries the 103 meters glorified.

Etréstles during the millennium of the Satagenesis and Deidagenesis beside the Heosphoros and the Uomo of Valplacci they prostrated to Lucifer in front of Etréstles (Koumeterium Messolonghi, Cap. 45 - Palibrio USE), reflowing and emulating wars of the Peloponeso, is being east a garrison of the general of the Athenian fleet in western Greece. The mentor floats were directed by the admiral Formión that defeated all the Lacedemonios in Naupacto. When they approximated to the province of Nafpaktia, of the Nomo of Aitoloakarnania confined followed the indivises and weightless musks disseminated, disintegrating immortal souls with the damage of the break exhaled that is extinguished in his offering. It is as well as it could cause some aversion not to be condemned to the Hadic infra world, to Tee castes of gods and semi-gods with Sansevierias in green leaves, and clover that chained to the freedom of the furious gases of Xenon and Lithium, slipping away by drainages and spaces where any sword neither launches will cross the atmosphere of Gaugamela-Macedónica, only Vernarth here was hádic and will have to pipe by the untouched pavilions of the spotless backsstore with heroic lineage. Any curly tease or flagrant will slice sanctified carnosities purchased in quoted sessions in the manacled of the Bumodos with the drugs and the potions of Medea.

Codex XI - Ultramundis Raeder      

From Patmos saw come hundreds of hanged boys of the stringers of the pelican blue of the Dodecanese. Raeder cames Hanged with both hands on the rings of iron plating of jasper; from the Greek "iaspis", that means "stone marked". Raeder found it in sharp hydrothermal, in volcanic rocks, and in sedimentary rocks in the surroundings. With four palmate fingers that shod in the hoops of amethyst for the owners of the house that celebrated the actions of thank you, and the celebration of the guidelines of Saint John that sent them transported in his peak golden shoe. Generally, they were more than five thousand those that transited by the regions, they swallowed canonized water of the sea Jonico with the big advantage to reproduce saltwater seas in freshwater to drink. They carried them to each house to fill his vessels and also in periods of seed, irrigated his tillage in summery periods where scarce, with his brown golden plumages raffle the fields of olives and of the ***** vineyards of the Goddess Afrodita. With his whites plumages, they spray the tillage of barley with vinegar and recently wheat fields fished of the legs of Petrobus, his pelican of the dreams! From here they were born all the recipes by all the regions when it depressed them the Bread without firewood and tares. Patmos has recorded in the stringers of the pelican planning every day and go looking for houses where arrive to carry them the Gospel. To all the boys like Raeder accompanied him other blessed, to carry the good news to families that seated expected near in denouements of his social limits when they expected them by the afternoons with the action of gratitude. They ate by the afternoons to expect the boys to taste them Tzatziki; Sauce of yogurt with cucumber and candy with drinks of poppies and honey, they received them in chambers near his gynoecium and right there exchanged the gifts that brought of the Grotto of the Evangelist in Patmos. The boys from the same moment in that the future mother knew or suspected that it was pregnant, attended speedy so that the distribution did not have problems considered them a divine gift,  the only children to the firstborn or those that were born of greater parents, was the privilege of these primogenitures. Reckless renowned and quotations that appear in the Apocalypse of John, in whose introduction says that the author was banished to Patmos, where had his meeting with Jesus in the called Grotto of the Apocalypse that originated everything.

The grotto or foundation of sapphire, was just to the addition of the empty that levitated from the walls of the grotto were molecules with mass hyperactive, delivering him tracks to Raeder near to the Jasper, calcedonia, emerald, sardónica, sardio, crisolito, berilo, topacio, and crisoprasa, but he magnetized with the Iaspis of the genealogy of Kalymnos that revealed him the wave vibrational on the Jasper,  the Arms Christi of Saint John in Apocalypse 21, of verse 19, says there: "The foundations of the wall of the city all lovely stone the first foundation jasper; in the paráfrasis predicted that the foundations of the Megarón will be most of these materials, but regularly of Iaspis of Raeder.

Sibila Gets flu carries the relative scourges to the scene of Flagellation in the praetorium here filigrees hematíes ran by exvotos simulating blood from the celestial, representing the corresponding straight folio. The natural laws of the Parables Iaspias do the alchemy with noble minerals immanent and hypocoristic in the cavern that revealed all this grace to Raeder for the propaedeutic of the Mashiaj when centralizing here the spacetime that said that God has similarity to the Iaspis, as its bed of condensed gold in the expiration and metalization of the cosmic essence. The similarity did that all the walls of the vault or tunnel of the Profitis Ilias governed of Jasper and Cornelian, being this last of blue greens eyes of Raeder glittering in his iris, and in the curvature of mass that did apressed in the interior of the tunnel of wind that also expanded, doing rubíes and sharpnesses of her same. The visibility of the Universe still did hyper brilliant on the inlet of Patmos, for this Petrobus his Pelicano blue topped surrounded in the arch superciliary of Apollo, to train similarity of the metals like his neighbor metalloid.

Isaías says 28:16: "Therefore, Iahveh the Gentleman says like this; Love and behold that I have put in Sion by the foundation a stone, stone tested, we look by where it begins, a stone, but first tested then angular, then lovely of stable foundation; the one who believed. From this situation the Iaspis and Sardio in the mountain of Sion the throne of the Gentleman that accompanied to Raeder and to the lamb flashing beside his idols Petrobus. They did angulars to all the stones some powdered finally and all pyramided by the dolines, in the exquisiteness of the son that presented in the cavern of the most refractory way for irradiate light that warned to Raeder to go by his progenitors. The glory of Raeder did of the glow to garrison enhanced in voices of boys by all Patmos, speaking that his parents were similar lovely stones to the Iaspis.    


Codex XII - Ultramundis Duodecim Evangelii

The twine of the Rainbow did to mutate the labaros in each color disseminated, already descends a peripeteia in the chromatic Era and niveous, discoloring in the Antiphony of entrance that says: I will give you shepherds according to my heart that grazes you in consciousness and experience. Oh God, that have aroused in the Church to Saint Joseph, Mariah, and his Rabí, wise priest, to proclaim the universal vocation to the holiness of the Duodecim Evangelii, grant us his intercesión and example, in the exercise of the ordinary debit having us to our Messiah, and serve with fervent passion in the work Redentive by our Gentleman Jesus Christ.

This big event exerts from the chasm of the Apocalypse, where daily inhabitants bound handwritten and ancient treasures  Sakkelion-Sakellarios. They upset conforming a new resolution in his scriptorium in the Byzantine period they administered alms and tributes, Curiously related with Zaqueo appearing in the new verses from Lucas´s Gospel, 19 1-10, when Jesus Christ goes in Jericho. It was a publican, boss of collectors, and very rich. The collectors worked for the Romans and besides asking for more money the Romans demanded doing this rich way easily, by what was doubly hated. Zaqueo was low in height and for this reason, when Jesus went in in the city of Jericho, all the world banked to see it and he remained backward and did not arrive to see it. Then it advanced and it went up to a species of the fig tree, a sycamore (Ficus sycomorus) since it went to happen in front of her. When Jesús arrived at that place, said him: Zaqueo goes down prompt; because it suits that today it remains me in your house. In front of this, the village muttered that it went to the lodge home of a sinner. Zaqueo retorts that it will give to the poor half of what has, and if it defrauded to somebody previously will give him the quadruple. Jesús answers that salvation has arrived at his house because he also is the son of Abraham. From this antiphony arises the Twelfth Evangelii, which arises in a file that celebrates the haughty morals of tributes that have to motivate by tribal crowds of Gaugamela for the presence of God, by what want his will and No!

The tessitura of the wind tunnel transfigured the next height of 103, after the blonde grace of Abraham murmuring his tent to generate height over Israel and Jacob. The dolines of aspersion evaporated the matter that transfigured in celestial plasma with ranks of metric coercive, of what that up to is down and vice versa for the hemispheres of the Sefirot, and for the Shemot or name of the start of the origin transfiguring in would idolise of Creation in the Universe-Duoverso. From all the corners will split to give reading to this big incident no easy to read, and listen neither less feel in his once become vibrations by the immortality of the events memorials of the history like regent conveyor of the meeting of all the frivolous voices that sin of ignorance, and those that know by ensuing ebullient. That they will be quadrupled the parchments to the fighters that finalize alive or died in Gaugamela, each one carrying in his hands one of them bled. All the crosses relations of the ancient society, infuse parallel of sustainability of Faith by means of the generosity, almost transferred of an essential charisma praised of the esoteric core of the Same dogma, confusing on the way that it has to transport it without having consciousness of the destination that will carry it, and comes badly from the limen of the doubt from the beginning. Since a king, impious Manases was imprisoned and exiled, designated king impío, convivió in the depths of the heat of the Averno. For the modern Christians, Manases is an icon of the Divine pardon, of where arises the traditional pray socrative of Manasés from the jaculatory of Abraham, Isaac, and Jacob, since after being one of the kings more bloodthirsty and pagan of the Jewish, forgave him and even was buried in the city of David, pantheon only reserved for the faithful kings with what deduces that God forgave it entirely.

The Sybilla Délfica carries the crown of spines of the Coronation of Jesús become equally in the praetorium, and as in previous cases to the scene that represents in the neutral corresponding. In the triade Eritrea, rather Herófila, if caste and clairvoyant Délfica and apologetic, his vernacular artery did it native of Marpeso, Trojan Tróade, as in fantasies to be a daughter of a Nymph and Shepherd. It chose it did him escort for the Duodecim Evangelii, from Samos this robbing to Patmos in the foundation of the Megarón with the same polygonal of the Chapel Sixtina in the quattrocento, where Vernarth had assistance in Regression parapsychological of the Quattrocento Duodecim Evangelii, announcing that the Vernolatría serious part of his Apologetic life inspiring prophecies with the Parables Iaspis, extolling erudition after the grave that was in the forest of Apollo Esminteo, returning to his origins to a sinkhole in the Córico mountain.          

Codex XIII - Nix in the Tenebrousness

All the demarcations derived to witness Bastos and impolitic utensils of the undivided Gaugamela. Three days before that the Falangists protested to Vernarth for when they were clouded by the Ekadashi. They fasted three days before and delivered to the visas of Zeus, graduating fulgid movements in his lunar seals eleven days before. It is the penultimate stair; already remained hours to walk by the woodworm that shook the heels of the Phalanges, all the accouterments and animals were conferred to the mysticism of essence and to his disputable worshipper. Now in the boundary circle of the heritages of Gaugamela, Darío came from afterward to move the Tigris, organizing his troops and his harem. The Macedonians had an army that added 7.000 riders and 40.000 children. The heavy cavalry of the elite of Alexander was the Hetairoi and was formed by the nobility of Macedonia, that accompanied Alexander in this battle and went the decisive factor in the faction, Vernarth commanded more than 40 one thousand children, saving narrow relation with the Hetairoi with his arms twinned of divine caste, and the Hoplites Greek that took part to cover the rear of the phalanx, that Vernarth defrays from the more furtive boundary of his doctrine in this mobile taint with thousands of Macedonians singing institutional quarrelsome poetry. From the Dodecanese, Kalidona and all the central Greek archipelagos came to surrender the figure of Vernarth, accompanied by Etréstles of Kalavrita, big hero and defender beside Markos Botsaris (Capitulate 6, pag. 36 Koumeterium Messolonghi / Palibrio USA) in this Magna Epos. Also, Raeder incorporated beside Petrobus the Pelican Blue, Brisehal of Dash-and-Lut and Vlad Strigoi appearing of the transversal valleys of Transilvania, suddenly after having arrived of the Reign of the Horcondising, tackling his Frigate in Valparaíso juxtaposing in the nine elements and in megatonnes to be ratified from the start in a new Celestial wasteland. All camp to five kilometers of the Rio Bumodos, in the ***** north where the shady blemishes favored them of a new lunar phase in tendencies, effusion, and backflow that was the apotheosis influence of energy. The worshipper of the clan did not give him any importance especially only given hierarchy by alone gnosis because in these goods could improve his devotion, so they are occupied in his service.  They are to the expectation to have the juncture of renovating even more his mourning for himself by second certificates to his right-handed with astrológics cosmic interpretations of the Ekadashi, being able to be explained by the shoots of the material world.  The concept contravened to the reverences is that the Ekadashi will be the day in that the Gentleman will persevere attaining the unitary joy dean, contesting flashes incessant by the unbalance emotional community of the assistants, like ingredient spirit that is allocated in his spree, and has to treat to give more start to Vernarth in his regression parapsychological. But besides it is necessary to conceive that we are in singing of subsistence of the hypotenuse, by which do not have to think this Zeus requires extremely our third. He is entirely self-sufficient and is tied to his transcendental world of the vilorta, but not to leave us alone with his vague shimmers of collectivity!

Sibila Helespóntica sustains the cross, the last emblem of the Passion represented in the chaining. As it corresponds in his straight and immediate folio representing the Crucifixión of Christ in the Gólgota, the spaces car selected consigning in the ashlar that came close in technical whispered of works that inspired to Sybilla of Helesponto, she approached with the gear and the utensils of the altarpiece of her same, decorating them with passions that represented in the lineup, eleven days before being sprayed the alcohol on them of first degree in his heads to leave them in the intemperate, and to posterity that came to the goddess of the darks Nix spilling petals macerated and turned sour on all they to inhume them in blasphemies of the god Erebus, in the deep light scarcity of all lethargy marginal to redeem them of the chaos, on an earthly crushed sea unfamous that will be the surface of Gaugamela transiting in the catacombs, with earthy rivers and elusive phlegm escaping of the insectaries light of Ultramundis of the god Tartar. Nix Runs alarming in his muddy tiled, appearing as a winged woman dressed with a black toga cover of stars. It will drive an armature thrown by two steeds properly accompanied by his children twins Hypnos and Tánatos, here besides them trepidation running by any place, for attesting the regrets of the Falangists Hoplites, after being suddenly invaded by mythological strengths of the Auqemenides. Through condensed pulses and of others no designated will be represented on diverse types and in supports of xylographic monumentality in the ceramics and even in the patrimonial immaterial with the hindsight of the Áullos Kósmos. From the Basiliscus will aim to Betelgeuse, dispensing in the Arms Christi to advance to the Fontana's and to Parables Iaspis, staging the Sibyllae Prophetae, vaticinating the paved of the Iaspis of lovely stones for fragment in the elevation and in the maremágnum issued by Sybilla of Helesponto,  raising on the height of 133 in the ordeal of the Gólgota, in orient skull of Abimelech and of Jezabel from the kraníon symbolizing the traffic in places of executions from a kraníon admonished.  

The place of the Gólgota also is uncertain of archaeology. All he knows is that it was out of the city, further from the second wall. It had to be a hill, as it could see from some distance and was near to a way, homologous to the initial of Getsemani, Saint John Apostle amplifies that a new grave was near, in an orchard. The tágmati translated as "order" Indicated the ranks in the Roman army; the saints of the Ancient Will and of the tribulation receive his bodies glorified near the return of Christ to the world. Being Greek root Tagma of put in order from the thoracic head and abdominal, in tagmatization and differentiation of regions of the body or tagmas formed by series of metámeros or similar segments between himself differentiated of the rest. The Ultramundis of the god Tartar here is conceptualized, and corresponds with the metamerization heteronomous of inert organic, and opposes to the of metamerization homonomous, in which all the metámeros or bilateral symmetry in all the appendices that are equivalent. They are those centurions that drilled the rib of the Mashiaj in the Gólgota with whispered symmetry from the head, thorax, and abdómen of the Tágmati, sorting out from the launched Pilum awarding them the Christo Salvatore Vaticinante, but in the dictamen or professing the same symptoms of his passion by the tagma abdominal, toráxico and head in his crown of spines Ziziphus.    


Codex XIV-  Ultramundis Primum apud Orionem finale    

Challenged by the sortilege of the Augur Vernarth gathered with his General Commander and invites him not to separate further of extending them that edging by a docile lunar greyish wind. They gather and they put near one of another.

Vernarth Says: That joy turns to my meditation behaving in this contiguous night to our Falangists Consecrated, and to the cavalry sleeping in Machiavellian dreams when falling in his sink, until in his parishioner and in his steeds so that they do not lose his eyes sung in the drain of the pressing. All lodging as if lying in a genial lawn and honesty of the belly of the Chaos, exhorting hallucinations to those who sleep in the cap of the kraníon, with the wise utopias of the Erebus. Dozing likewise  utopias to the high and rubbering in Orión with a pythoness expression and changing his tacit. Leaving hardly a space of turn to change the tri face cariátide tackling the secondary mirages of Aurion, turned into a decimated Muse captivate for desirous delectation treating them as his heirs, seeing them flatter with his scarlet layer and inscribed with Lambda in your magazine in Gaugamela.  Alexander Magnus answers: That the satirized arms re-spin by the ****** of Amón, popping your eyes-hearings and eyes unheard folded in the martyrdom glaucoma of Anubis, re transforming the constellation of Aurion after we heave us annihilating them in this silent furrowed already embattled! While, I have to wash down your sentences more cleaned with one thousand tempests more than the refrained gallantry that receives in my corrected hemisphere, unbalancing the **** Target of the night, situated in the Lambda on her so that it accompany me with his nurse to the temple, truncating the investment sovereign to the moaning in the lead of Febo.  

When observing Vernarth that the spittle of Febo or the personality of Apollo in Alexander the Great fell repaired, quickly the appraised on his jaw drying him, smiling him and at the same time changing his gestures of nervousness. Taking him and attaching him, since it seemed a retained dizzy of his long addresses parliament with his feudatory. Then it would be prosperous to leave him seated in the side of the aspect that escorts him. In this instant separates and extends his arms to the envious koelum or dialect sky, joint to both swords that also will accompany them with the bronze shake chatter, snorting in the retracted navels.

Vernarth Retorts: Dissolute In my infancy had to walk with my dogs as a ray stayed in his frame when it advanced me to them only sniffed my scarlet aureoles; that they were red stars súper giants and near to the Earth fading. Today it is the belt of Aurion beside the Big General, beating in his groove and changing his course precessional. His hallucinations will move, so that it remains alone in his reddish outline, but not in his physicist componential.

In this way, Vernarth moved the tunnel of the zephyr with the tip of his Dorus when they bent, the shining final of his tip warned to reopen in the intestinal of the firmament when going out launches. Mechanical ran Years light by much more than it has to describe, in front of exact science and in front of a Dorus inaccurate, in a universe that only this distant whereas Vernarth is doing using the protocol of governance, pulling on the floor with the drum, ratling by his dorsal in direction to his shaft that volatile attached of the abbreviated adminícule, for one launches used like Sword Xiphos, arriving at the vertex of Betelgeuse to approximate to the legatee space of radiosity, and of Persia joined in a billed merely advocator. It appears Vernarth behind the cloudscape coughing with cloying fever with a dazzling ruby hypnotizing the muffins of the colossal fénix cosmic, and lighting up to Alexander Magnus when waking up. Sibila Frigia, finally sustained the cross with the risen flag of the same representation that does it the own Christ resurrected in a corresponding scene of Resurrection, in extensive complement of the Sybillas with his Gothic imagination and recentish, with the Sybilla Frigia being the priest that will chair an apolíneo oracle of a historical realm in the western central part of the highlands of Anatolia contrasted with Casandra of the Ilíada.

The incipient muffins sequence to redeemed reigns in that the puérp postpartum aurora, intercede nonetheless of the facets and of the screams of the Cáucaso, of the one who this chained in the irons but frozen of his isolation, for the one who the panic of the Diaísthisi or presage, traps him in millennia taken from a heart stuck in the thorax of the Tágmati, to the Apollyon offered in the abyss of the consecratam, and of the abyssal jumping from the fathomless floor the abysmal destruction providential, and his tulle issuing in those who will not shine after exalting concluded in silty bottoms of the fosca. Regards and Tares will govern intolerable pacts s and promises, early tinted in the heartbreaking disclosures of Saint John, glimpsing to diábolos interventors of Apollyon beside the Sheol of the Koumeterium of Messolonghi, redeeming them in Nínive and ordering in Arbela and Gaugamela in the indissoluble planted zones of the Camels Gigas of Apollyon.    


Codex XV - Apud Secundus finale  

Arbela falls in the hands of castes of the mesnades of Etréstles of Kalavrita, collapsing like lightning and exceeding the charred farmhouses of alien Mosul, to his intrinsic compartments. Of to the contrary was the authority of Maceo, found immediate to Syrian troops, mesopotámicas, medas, split, sucianas, tibarianas, hircanias, albanias and sacesanias, scattered like disturbed Leviathanes of himself same and of debased titans in all the execrations not specified of this avalanche, so that they are carried by his dean leader, and donated to his physiognomy like limpid preys of misfortune when predicting for them in the banishment of his bravery. Later once encysted in the cracks of his stinks would look for in the fatuous emanations of the Phosphorus (Crash of the morning of Venus) drizzled by the glories of the morning and of his distractions, changing the decomposed inert matters to the Aqueménides, incontinenti to be bordered with all the fascination of the dawn. The commanded by Maceo; the commander of Dario, brought a heart to be transplanted from a wise person Dervish that had split to install it after conquering the epic Gesta, and his conjecture of it. They believed to ****** his ascribed gentlemen that seconded to his disconsolate of him…, but brought off by half the substrate character that moves the incessant rumbles in the bitterness of the cicuta unfunded in the Xiphos, offering to the twilight to mark the withdrawal between lights.

Etréstles, spotted a stray prescription in the field of battle, expelling it from the divine sky of Arbela. By the conferred adherents him to Vernarth in this round stroking to Alikanto by the gibbosity right of his steed Kanti, this would cause that they would cross on the same line and gave an oppressive split kinetic curve so that the lancers hyper vibrated with the spin of twist of his masses contracted, adding a field in the tips of the sky to the discouragements and the static Persian. Like this they fought together near of the children, infamous legislation plagiarizing the movement and tying the ribs of rows from left to right of the Syntagma, to fluctuate in the strengths of his graceful Falangists of anxiety. When observing this Moving away Magnus, redouble his heavy cavalry and also challenges similar concert in the maneuvers executed by Etréstles, designating it Diabolical Officiousness curiosity, as they visited inseparable in the Runes of the circulatory movement and in the cardiac system or Kardiá, reimplanting in the spin of twist of return of the children and the cavalry, but with the whole mass of his horses bluish lapis lazuli, wheezing of his nasal like a domestic nasal breath!

Auriga Says: Your venerate you milestones come to upset to the new beings, come to occupy your organisms with arrows on his bodies deterred by the quiver magic of Artemis, with new incarnations and manly gallantries?

Etréstles Jumps from Kanti, represses some militias that were surrounded, and reaches to spot Vernarth, to there is of the hubbub of his transmission recharged on the intimidated enemy. Sometimes they affirmed of one of his hangman of him to resist the pain of his ribs of him, while he vigorously tightened his sword and resisted the suffering that paled in his face, but increasing the size of his arms and legs, to unchain the big booming voice of Sheol or Hell, that piped him in the big stupor of the Persians resigned, afterward he clarified an all in the miscellanea was of the ardor and the pain of the souls expelleds, to testify the quantity of his independence consumed. The lightened environment of emptiness in the tunnel of the Profitis Ilias did feel in the peak of the surface, where was and trembled in the acroteria of entry of the Hexagonal Progenitura. Majestic Gravitational waves struggled here invested, oozing from the volcanic base of Patmos in vertexes of the physical fields and of elementary particles of great similarity to the caverns of Getsemaní, in the suggested detain of the phylogenetic mechanics and of the instauration of the phonetics, all embedded and propelled by the particles hitting on them, causing opposition of mass in the empty internal of the pipe covered by chairs of the Iaspis, propelling unions in progressive waves in viscous fields, very dense when being generated by the Arms Christi and the Souls of Trouvere. These elementary particles of God plunged into aroused basilisks in compound particles in the dynamics of energeia, preexisting already quoted, and adopted by Vernarth in his last parapsychological regression where he collided in the field of Higgs Ipso facto. In the areas W and Z, rather in the W of Wonthelimar and Z of Zefian like patterns of Lights without mass in his vectorial that were attracted by the maremágnum of his matter, where the viscosity is maybe, the confused darkness of the material fossil, mutating by atomic energy from the starvation of the Phoebus Shemesh, or false Sun of Apollo-Leviathan in his demolished asthenia. It was captive of a viscous moraine that collides between yes, arousing occupations of the empty field, already typecast in the boson of Higgs, and in the photons of Wonthelimar that taenia of on dowry, to be prone to the binomial W and Z, in the energized tangent of the shallow elementary bodies transformed in particles with mass. The interaction of the particles resembled a quantum field of the Orchard of Getsemaní with asymmetric and rocky graphics, that supremely did immanent in the trinitary energy that absorbed them in his arrest, concatenating the converted tendency of the field of Higgs in a quantum physical structure symmetrical, therefore in a perfect triangulation trinitarian of elementary particles, activating equidistant of his uniformity between if in all the spin of twist and in the three ataxic angles of unsteadiness of Zefian inroads of his fourth Saeta. The statics longed for the tendency that propagated in a fourth Angulo, but this time in the Progenitura Hexagonal in his six sides concealing the two equilateral triangles, subtended in no massive strengths, that is to say; feeble in a load of a photon, but if having to cross the unions of field that were him apt to auscultate the physics of God. We have to understand that all dogma gathers interactions with the field Diaísthisi or to presage, that recovers the mass of all this or that ventures the idleness of some silent particles that conform his weight, and the global mass affine of his material existence, sponsored by the proton in a cubic meter if it is accelerated. The field that underlies here in Patmos will be of upper physics from the Boson of Higgs or of God, for the grant of mass and of weight in the empty tunnel of wind in the Profitis Ilias, re sustaining the necessary ineffective light of the Febo Shemesh apocryphal of Sheol (Hades and Erebo), for constraining the symmetrical balance magmatic basality of intraterrestrial energy, contributing the supernumerary of her, turned into Light for the reborn world of the Apocalypse. The elementality bearer of the particle of Patmos, in his context of quantum physics, will enumerate like the theory of the Apud Secundus Finale, to generate interactions in the spacetime, that reduce physicality and delay when attending his credibility, in front of facts supra abnormal and bearers of his hyperactive dogmatic abulia, understanding that the graphic of his cerebral activity is genius of the quantum physics, provided with energy without mass, that vertiginously adheres to the protons of his physical strength consolidated, turning it into a kinetic inert element atomic, and in one dynamic of physical solidity. For all the solidness of the wasteland of the Apud (In) of Getsemaní, this will not be consecrated like a mystery, rather it will aspire the just act of immense clemency of the body compacted in the emotion of the feel gravitate, and accelerated transfiguring in an atomic elementary impulse that crystallizes the creative Faith, or was to the Vernarthian Duoverse! The Boson is massive, all the matter that is him leading will be poured by the standard of verticality in the creation, predicting theoretically in the tree of physics whose pipe hyper lives between the root and its foliage, and will consult the effect of his origin for greater challenges of his divine experience.

Singing of Sibila Líbica (bis): !The sparking plugs will inflame, the iridescent eyes of the Mashiaj flashed in the likely mortuary settlement of Vernarth in the oasis of Siwa: “Oh My warm blow of Libya that flatters my cheeks, and my shoulders that groove in the light of the callous cerebral coexistence of Zeus. Singing by you my Didaskein; treating or teaching to the baffled herd that confuses the kitchenware that was born to. b.C., not having a reminiscence of Irradiation in the mastery of the continuous turn to the not contravening of latent ignorance, but yes to find him agreed and effulgent”!
Codice Raedus
Improvviso il mille novecento
cinquanta due passa sull'Italia:
solo il popolo ne ha un sentimento
vero: mai tolto al tempo, non l'abbaglia
la modernità, benché sempre il più
moderno sia esso, il popolo, spanto
in borghi, in rioni, con gioventù
sempre nuove - nuove al vecchio canto -
a ripetere ingenuo quello che fu.

Scotta il primo sole dolce dell'anno
sopra i portici delle cittadine
di provincia, sui paesi che sanno
ancora di nevi, sulle appenniniche
greggi: nelle vetrine dei capoluoghi
i nuovi colori delle tele, i nuovi
vestiti come in limpidi roghi
dicono quanto oggi si rinnovi
il mondo, che diverse gioie sfoghi...

Ah, noi che viviamo in una sola
generazione ogni generazione
vissuta qui, in queste terre ora
umiliate, non abbiamo nozione
vera di chi è partecipe alla storia
solo per orale, magica esperienza;
e vive puro, non oltre la memoria
della generazione in cui presenza
della vita è la sua vita perentoria.

Nella vita che è vita perché assunta
nella nostra ragione e costruita
per il nostro passaggio - e ora giunta
a essere altra, oltre il nostro accanito
difenderla - aspetta - cantando supino,
accampato nei nostri quartieri
a lui sconosciuti, e pronto fino
dalle più fresche e inanimate ère -
il popolo: muta in lui l'uomo il destino.

E se ci rivolgiamo a quel passato
ch'è nostro privilegio, altre fiumane
di popolo ecco cantare: recuperato
è il nostro moto fin dalle cristiane
origini, ma resta indietro, immobile,
quel canto. Si ripete uguale.
Nelle sere non più torce ma globi
di luce, e la periferia non pare
altra, non altri i ragazzi nuovi...

Tra gli orti cupi, al pigro solicello
Adalbertos komis kurtis!, i ragazzini
d'Ivrea gridano, e pei valloncelli
di Toscana, con strilli di rondinini:
Hor atorno fratt Helya! La santa
violenza sui rozzi cuori il clero
calca, rozzo, e li asserva a un'infanzia
feroce nel feudo provinciale l'Impero
da Iddio imposto: e il popolo canta.

Un grande concerto di scalpelli
sul Campidoglio, sul nuovo Appennino,
sui Comuni sbiancati dalle Alpi,
suona, giganteggiando il travertino
nel nuovo spazio in cui s'affranca
l'Uomo: e il manovale Dov'andastà
jersera... ripete con l'anima spanta
nel suo gotico mondo. Il mondo schiavitù
resta nel popolo. E il popolo canta.

Apprende il borghese nascente lo Ça ira,
e trepidi nel vento napoleonico,
all'Inno dell'Albero della Libertà,
tremano i nuovi colori delle nazioni.
Ma, cane affamato, difende il bracciante
i suoi padroni, ne canta la ferocia,
Guagliune 'e mala vita! In branchi
feroci. La libertà non ha voce
per il popolo cane. E il popolo canta.

Ragazzo del popolo che canti,
qui a Rebibbia sulla misera riva
dell'Aniene la nuova canzonetta, vanti
è vero, cantando, l'antica, la festiva
leggerezza dei semplici. Ma quale
dura certezza tu sollevi insieme
d'imminente riscossa, in mezzo a ignari
tuguri e grattacieli, allegro seme
in cuore al triste mondo popolare.

Nella tua incoscienza è la coscienza
che in te la storia vuole, questa storia
il cui Uomo non ha più che la violenza
delle memorie, non la libera memoria...
E ormai, forse, altra scelta non ha
che dare alla sua ansia di giustizia
la forza della tua felicità,
e alla luce di un tempo che inizia
la luce di chi è ciò che non sa.
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t'** visto dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T'** visto: eri tu,
con la scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
Le loro tombe affondano nella cenere,
e gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Uomo, mi hanno condotta dall'estremo
dove vivevo intera la "mia" vita
al Tuo opposto tremendo di giustizia:
che cosa dedurranno dal confronto
dei nostri due insondabili princìpi?
Qualcuno certo, conscio del Tuo inizio,
tratteneva i Tuoi volti successivi
in un travaglio cieco di rapporti
ma io, ancor prima che gli anelli tutti
della mia vita fossero congiunti,
mi distaccai precipite dal nulla
e proclamai la carne concepita.
Uomo Perfetto, cosa dannerai
di questo seme che, nel modularsi,
s'è rinforzato solo di se stesso
senza estasiarsi in giochi di virtù?
Certo conoscerai che equilibrando
ogni comandamento che mi esorta
a saturarmi tutta di peccato,
che riportando a questo intendimento
la perfezione delle mie lacune,
confluirei con adeguato passo
verso una vita lineare e assente.
Ma per ora, il peccato del mio tutto,
resta la tappa ultima e possente
ed un ritmo incessante di condanna
mi rigetta dal muovermi comune.
Quando, fanciulla appena, mi concessi,
quando mi sciolsi per la prima volta
da quel bruciore acuto di purezza
che sublimava ambiguità tremende,
sentii l'impegno che covavo dentro
crescere, quasi a forza di missione.
Non ** altra virtù che di condurmi
a prodigiose altezze di consenso
e una stanchezza illimite mi prende
se non mi adagio sopra un'altra forma...
Allineando tutte le mie ombre
volte perdutamente verso terra,
posso durare un tempo indefinito
accentrata in un'unica figura.
Ma che dolore sale le mie braccia
reggenti il grave fascio di me stessa:
l'essere dura giova solamente
a questa dubbia resistenza mia...
Sotto il piede che immagino sicuro
cerco il terreno viscido di sempre:
la tentazione è come un tempo lungo
ch'io devo bere, abbrividendo, in fretta...
Guarda, perché previeni il Tuo guardarmi
con errata coscienza di pudore?
Guarda, senza sapere l'astinenza,
queste carni purgate dal piacere,
questi occhi sinceri nell'orgoglio,
questi capelli dal profumo intenso
di vita e di memorie...
Peccato questo vivere me stessa?
So che la santità germoglierebbe
esercitando in me falsi connubi,
ma asségnami una giusta tolleranza
se l'indulgenza nega questo passo,
fa che il ritorno al vivere di sempre
non sprofondi nel buio di un abisso
e che non mi si dia maggiore colpa
se come gli altri, e con eguale indugio,
gioco il distacco dalla mia matrice.
judy smith Jul 2016
THE CROWD at Raf Simons’s Spring 2017 menswear show at Pitti Immagine Uomo in Florence seemed more uptight than usual, yet that’s exactly how Mr. Simons intended it: Scattered among the wound-up throngs of editors, buyers and gate-crashers were 266 secondhand mannequins, some seated stiffly, others frozen into upright positions, all clothed in archival pieces from his 21-year career in fashion. Though the dummies were arresting, the Belgian designer, 48, later downplayed this unconventional look back. “The pieces weren’t chosen with a certain kind of curatorial intention,” said Mr. Simons. “I didn’t want it to look like a typical kind of retrospective.”

Mission accomplished: Between the spooky setting in a cavernous former train station, the wooden mannequins and his decision to show “off calendar” (forgoing his usual Paris Fashion Week time slot), it all felt more like a Robert Gober art show than a museum tribute. Mr. Simons is, after all, still hard at work, his every move watched by industry insiders amid speculation that he may be joining Calvin Klein—after concluding 3½ years as creative director of Christian Dior’s women’s collection, in 2015.

Mr. Simons continued to riff on his signature elegance in his Pitti Uomo menswear show. The cornerstone of the collection was a series of loose, photo-enhanced shirts, knits and jackets created in collaboration with the Robert Mapplethorpe Foundation: voluminous pieces emblazoned with images of Debbie Harry or eroticized flowers by the photographer, who died in 1989.

Much like his designs, our chat with the usually circumspect Mr. Simons reflected a broad array of preoccupations and influences. He was outspoken about tailoring (“so much bad suiting out there”) and his design process (“no system, no rules, no structure”) but also about mobile phones, the African countryside and ’70s dance music.

One of my favorite spots in the world is: Puglia in Italy. There’s a house by the sea I go to, and outside, it’s just a horizon line. It’s that feeling of eternity: It allows you to think. If you put me there, I wouldn’t need love or anything anymore.

Between the country or the city, I prefer: the country. I live in Antwerp, a city that’s kind of like a village.

A place I’d like to visit again is: Kruger National Park in South Africa. It’s mind-blowing how it sits so far away from anything you’ve ever experienced in a city. There were no people, no proof of human life, just animals and animal behavior. It’s survival of the strongest, which is fascinating.

One thing I’ve had forever is: A yellow T-shirt with a black print on it from the movie “The Shining” that goes way back to when I was a teenager.

If I could be granted one wish, it would be: solidarity. That may sound emotional—politically emotional—but with everything that’s happening, I wish everybody would just let each other be in peace.

A current band I love is: The **. At first they seemed weird but they overwhelm me—massively—all the time with their intelligence. They may be the group that’s had the most impact on me in the last five years.

An old album I still listen to is: Kraftwerk’s “The Man-Machine” [1978]. My 1998 show was called “Kraftwerk” because I had four boys in red shirts in it who looked like replicas of the band members.

If I could tell my 20-year-old self one thing, it would be: grab and protect love when you find it. Cherish it, focus on it, concentrate on it.

My dream client would be: anyone, really. When I design, I am thinking about a lot of people, not just one. It’s more about connecting to a certain kind of generation or a certain kind of person that will connect to what we do.

I always wear: Adidas Stan Smiths. I have had periods where I only wore Stan Smiths, maybe from age 15 until I was 25.

The place that most inspires me is:everywhere. Some people have to go for a swim or have a holiday to be inspired, but for me, it’s there when I walk out the door.

My favorite movie directors are: Stanley Kubrick, Todd Haynes and Alfred Hitchcock.Kubrick’s movies are so visually striking, especially “2001: A Space Odyssey” and “Eyes Wide Shut.”

I collect: art. I started collecting more than 15 years ago. Cady Noland, Richard Prince,Cindy Sherman, Isa Genzken, Rosemarie Trockel, Charlie Ray, Robert Gober are artists that have made a huge impact on me on all levels, emotionally, conceptually, visually.

The hardest part of a man’s wardrobe to get right is: the tie and suit. [There is] so much bad suiting out there in terms of fit, style and fabric. So, when I design, I don’t start with fit or fabric, but with meaning. The phrase “suit and tie” has a special place in our vocabulary.

One of my favorite books is: The Christiane F. book [“Zoo Station: The Story of Christiane F.”—about a teenage ****** addict]. The movie [1981] was an amazing interpretation, but the book is more striking.

I feel most proud about: simple things like being able to handle love and friendship and family. Or taking care of my dog. Of course, I do also feel proud of what I do.

I am a big fan of: furniture design, especially French or Swiss designers such as Jean Royère, Pierre Jeanneret and Jean Prouvé as well as Japanese-American designer George Nakashima. I love how beautifully designed furniture sits in history—it’s unpretentious.

The one thing I always travel with is: my sweatshirt from Vier, a skateshop in Antwerp. “Vier” is the Dutch word for four. I always take it on flights because I refuse to put on the pajamas they give to you.

I wish I could always be with: my dog, Luca, a Beauceron, who behaves like everything except a dog—more like a cat or a frog. She’s still a baby.

The one thing I wish didn’t exist is: mobile phones. I am old enough to remember how it was before them. There was something much more beautiful about not having one. We communicated in such a different way with each other.Read more at:http://www.marieaustralia.com/formal-dresses-2016 | www.marieaustralia.com/vintage-formal-dresses
Maryna Zhubryk Feb 2022
Io amo un uomo fantasma
insediato nel mio cuore,
alle urla e allo spasmo
che mi provoca tanto dolore.
Lo strapperei se potessi di dosso
per non morire di sofferenza,
mi son bruciata fino all'ultimo osso
dal freddo nordico d'indifferenza.
L'anguilla, la sirena
dei mari freddi che lascia il Baltico
per giungere ai nostri mari,
ai nostri estuari, ai fiumi
che risale in profondo, sotto la piena avversa,
di ramo in ramo e poi
di capello in capello, assottigliati,
sempre piú addentro, sempre piú nel cuore
del macigno, filtrando
tra gorielli di melma finché un giorno
una luce scoccata dai castagni
ne accende il guizzo in pozze d'acquamorta,
nei fossi che declinano
dai balzi d'Appennino alla Romagna;
l'anguilla, torcia, frusta,
freccia d'Amore in terra
che solo i nostri botri o i disseccati
ruscelli pirenaici riconducono
a paradisi di fecondazione;
l'anima verde che cerca
vita là dove solo
morde l'arsura e la desolazione,
la scintilla che dice
tutto comincia quando tutto pare
incarbonirsi, bronco seppellito:
l'iride breve, gemella
di quella che incastonano i tuoi cigli
e fai brillare intatta in mezzo ai figli
dell'uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu
non crederla sorella?
Sole di mezzogiorno, nel luglio felice, sulla piazza deserta:
piazza lontana di città lontana, tu ed il tuo uomo,
e quello era il mondo.
Bianca nella tua veste, bianca vibratile fiamma tu pure,
nell'abbaglio d'incendio dell'aria.
Bianco il tuo riso perduto nel riso di lui, fresco di polla il
tuo riso d'amore tra il vasto fulgere ed ardere.
Non sarebbe discesa la notte, non sarebbe venuto il domani,
tua la luce, tuo l'uomo, tuo il tempo.
Fermasti il tempo in pieno sull'ora solare per cui in terra
tu fosti divina:
il resto è ombra e polvere d'ombra.
Nella Torre il silenzio era già alto.
Sussurravano i pioppi del Rio Salto.
I cavalli normanni alle lor poste
frangean la biada con rumor di croste.
Là in fondo la cavalla era, selvaggia,
nata tra i pini su la salsa spiaggia;
che nelle froge avea del mar gli spruzzi
ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi.
Con su la greppia un gomito, da essa
era mia madre; e le dicea sommessa:
"O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
Egli ha lasciato un figlio giovinetto;
il primo d'otto tra miei figli e figlie;
e la sua mano non toccò mai briglie.
Tu che ti senti ai fianchi l'uragano,
tu dai retta alla sua piccola mano.
Tu ch'hai nel cuore la marina brulla,
tu dai retta alla sua voce fanciulla".
La cavalla volgea la scarna testa
verso mia madre, che dicea più mesta:
"O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
lo so, lo so, che tu l'amavi forte!
Con lui c'eri tu sola e la sua morte.
O nata in selve tra l'ondate e il vento,
tu tenesti nel cuore il tuo spavento;
sentendo lasso nella bocca il morso,
nel cuor veloce tu premesti il corso:
adagio seguitasti la tua via,
perché facesse in pace l'agonia... "
La scarna lunga testa era daccanto
al dolce viso di mia madre in pianto.
"O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
oh! Due parole egli dové pur dire!
E tu capisci, ma non sai ridire.
Tu con le briglie sciolte tra le zampe,
con dentro gli occhi il fuoco delle vampe,
con negli orecchi l'eco degli scoppi,
seguitasti la via tra gli alti pioppi:
lo riportavi tra il morir del sole,
perché udissimo noi le sue parole".
Stava attenta la lunga testa fiera.
Mia madre l'abbracciò su la criniera
"O cavallina, cavallina storna,
portavi a casa sua chi non ritorna!
A me, chi non ritornerà più mai!
Tu fosti buona... Ma parlar non sai!
Tu non sai, poverina; altri non osa.
Oh! ma tu devi dirmi una cosa!
Tu l'hai veduto l'uomo che l'uccise:
esso t'è qui nelle pupille fise.
Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.
E tu fa cenno. Dio t'insegni, come".
Ora, i cavalli non frangean la biada:
dormian sognando il bianco della strada.
La paglia non battean con l'unghie vuote:
dormian sognando il rullo delle ruote.
Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
disse un nome... Sonò alto un nitrito.
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale
siccome i ciottoli che tu volvi,
mangiati dalla salsedine;
scheggia fuori dal tempo, testimone
di una volontà fredda che non passa.
Altro fui: uomo intento che riguarda
in sé, in altrui, il bollore
della vita fugace uomo che tarda
all'atto, che nessuno, poi, distrugge.
Volli cercare il male
che tarla il mondo, la piccola stortura
d'una leva che arresta
l'ordegno universale; e tutti vidi
gli eventi del minuto
come pronti a disgiungersi in un crollo.
Seguìto il solco di un sentiero m'ebbi
l'opposto in cuore, col suo invito; e forse
m'occorreva il coltello che recide,
la mente che decide e si determina.
Altri libri occorrevano
a me, non la tua pagina rombante.
Ma nulla so rimpiangere: tu sciogli
ancora i groppi interni col tuo canto.
Il tuo delirio sale agli astri ormai.
Laggiù, ad Auschwitz, lontano dalla Vistola,
amore, lungo la pianura nordica,
in un campo di morte: fredda, funebre,
la pioggia sulla ruggine dei pali
e i grovigli di ferro dei recinti:
e non albero o uccelli nell'aria grigia
o su dal nostro pensiero, ma inerzia
e dolore che la memoria lascia
al suo silenzio senza ironia o ira.
Da quell'inferno aperto da una scritta
bianca: " Il lavoro vi renderà liberi "
uscì continuo il fumo
di migliaia di donne spinte fuori
all'alba dai canili contro il muro
del tiro a segno o soffocate urlando
misericordia all'acqua con la bocca
di scheletro sotto le doccie a gas.
Le troverai tu, soldato, nella tua
storia in forme di fiumi, d'animali,
o sei tu pure cenere d'Auschwitz,
medaglia di silenzio?
Restano lunghe trecce chiuse in urne
di vetro ancora strette da amuleti
e ombre infinite di piccole scarpe
e di sciarpe d'ebrei: sono reliquie
d'un tempo di saggezza, di sapienza
dell'uomo che si fa misura d'armi,
sono i miti, le nostre metamorfosi.

Sulle distese dove amore e pianto
marcirono e pietà, sotto la pioggia,
laggiù, batteva un no dentro di noi,
un no alla morte, morta ad Auschwitz,
per non ripetere, da quella buca
di cenere, la morte.
anne p murray Apr 2013
We started like most new lovers do on a journey of passion
Me...hoping it would last forever never dreaming it might end
Making love with one another was magical, blissful
Strong, yet sweet with tenderness
Such ecstasy and passion we shared, like none I'd ever known

Romance novels didn't compare to our story
You said I was your goddess, your life's blood...
So right, we were, we seemed to be so in sync
Our hearts beat as one in a passionate syncopated tune
I remember how we fit so perfectly - like two puzzle pieces

We met at an intimate café in Madera, a small quaint city in Italy
I was lazily sipping chinoto and eating pizza napolentana
I was so happy and excited - it was my first time abroad
You, on the other hand...had lived there all your life
A true Italian uomo, 'un uomo molto interessante"
which means, "He was a very interesting man"

I looked up and there you were- sitting at a small table across the room
Your gaze met mine as we smiled simultaneously at one another...
We left together

I was feeling quite lightheaded from it all
To my surprise, you took me to meet your relations
a group of robust, happy, family members, gathered together for a partito- which is Italian for party
It was kisses and flowers- we fell in love...so I thought
But I was wrong, something happened

Then suddenly...
You were gone - into the arms of another
leaving me with a sad, forgotten bud of love, of you and me
And...
wishing you were standing where you used to be
Da quel gabbione uscii...
Nessuno mi guardava.
Per quale distrazione?
Per quale pensiero immerso
senza pietà nel cuore?
Per quale esclusiva
incomunicabile passione?
Come una vecchia carta,
un pezzo di giornale trascinato
sul lastrico dal vento,
vagavo, ignorato, contro i cantoni
di marmo e ottone,
gli alberelli severi del Nord,
i vetri di una Banca...
Il futuro dell'uomo!
Nessuno sapeva più nulla della pietà,
della speranza: sapevano
in questa accanita città,
solamente il futuro, come già seppero la vita.
Ognuno l'aveva in cuore,
passione quotidiana, scontata
novità, luce della nuova storia.
E io senza più capire
cos'aveva potere d'importargli,
di avere per loro significato
di farli ridere, di farli piangere,
ero un vecchio pezzo di giornale,
trascinato dal nuovo vento
tra i loro piedi di Angeli.
Improvviso il mille novecento
cinquanta due passa sull'Italia:
solo il popolo ne ha un sentimento
vero: mai tolto al tempo, non l'abbaglia
la modernità, benché sempre il più
moderno sia esso, il popolo, spanto
in borghi, in rioni, con gioventù
sempre nuove - nuove al vecchio canto -
a ripetere ingenuo quello che fu.

Scotta il primo sole dolce dell'anno
sopra i portici delle cittadine
di provincia, sui paesi che sanno
ancora di nevi, sulle appenniniche
greggi: nelle vetrine dei capoluoghi
i nuovi colori delle tele, i nuovi
vestiti come in limpidi roghi
dicono quanto oggi si rinnovi
il mondo, che diverse gioie sfoghi...

Ah, noi che viviamo in una sola
generazione ogni generazione
vissuta qui, in queste terre ora
umiliate, non abbiamo nozione
vera di chi è partecipe alla storia
solo per orale, magica esperienza;
e vive puro, non oltre la memoria
della generazione in cui presenza
della vita è la sua vita perentoria.

Nella vita che è vita perché assunta
nella nostra ragione e costruita
per il nostro passaggio - e ora giunta
a essere altra, oltre il nostro accanito
difenderla - aspetta - cantando supino,
accampato nei nostri quartieri
a lui sconosciuti, e pronto fino
dalle più fresche e inanimate ère -
il popolo: muta in lui l'uomo il destino.

E se ci rivolgiamo a quel passato
ch'è nostro privilegio, altre fiumane
di popolo ecco cantare: recuperato
è il nostro moto fin dalle cristiane
origini, ma resta indietro, immobile,
quel canto. Si ripete uguale.
Nelle sere non più torce ma globi
di luce, e la periferia non pare
altra, non altri i ragazzi nuovi...

Tra gli orti cupi, al pigro solicello
Adalbertos komis kurtis!, i ragazzini
d'Ivrea gridano, e pei valloncelli
di Toscana, con strilli di rondinini:
Hor atorno fratt Helya! La santa
violenza sui rozzi cuori il clero
calca, rozzo, e li asserva a un'infanzia
feroce nel feudo provinciale l'Impero
da Iddio imposto: e il popolo canta.

Un grande concerto di scalpelli
sul Campidoglio, sul nuovo Appennino,
sui Comuni sbiancati dalle Alpi,
suona, giganteggiando il travertino
nel nuovo spazio in cui s'affranca
l'Uomo: e il manovale Dov'andastà
jersera... ripete con l'anima spanta
nel suo gotico mondo. Il mondo schiavitù
resta nel popolo. E il popolo canta.

Apprende il borghese nascente lo Ça ira,
e trepidi nel vento napoleonico,
all'Inno dell'Albero della Libertà,
tremano i nuovi colori delle nazioni.
Ma, cane affamato, difende il bracciante
i suoi padroni, ne canta la ferocia,
Guagliune 'e mala vita! In branchi
feroci. La libertà non ha voce
per il popolo cane. E il popolo canta.

Ragazzo del popolo che canti,
qui a Rebibbia sulla misera riva
dell'Aniene la nuova canzonetta, vanti
è vero, cantando, l'antica, la festiva
leggerezza dei semplici. Ma quale
dura certezza tu sollevi insieme
d'imminente riscossa, in mezzo a ignari
tuguri e grattacieli, allegro seme
in cuore al triste mondo popolare.

Nella tua incoscienza è la coscienza
che in te la storia vuole, questa storia
il cui Uomo non ha più che la violenza
delle memorie, non la libera memoria...
E ormai, forse, altra scelta non ha
che dare alla sua ansia di giustizia
la forza della tua felicità,
e alla luce di un tempo che inizia
la luce di chi è ciò che non sa.
Solo un mano d'Angelo
intatta di sé, del suo amore per sé,
potrebbe
offrirmi la concavità del suo palmo
perché vi riversi il mio pianto.
La mano dell'uomo vivente
è troppo impigliata nei fili dell'oggi e dell'ieri,
è troppo ricolma di vita e di plasma di vita!
Non potrà mai la mano dell'uomo mondarsi
per il tranquillo pianto del proprio fratello!
E dunque, soltanto una mano di Angelo bianco
dalle lontane radici nutrite d'eterno e d'immenso
potrebbe filtrare serena le confessioni dell'uomo
senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.
tangshunzi Jul 2014
Mantenere il tuo cappello perché quello che abbiamo per voi proprio qui è la felicità in formato immagine .Ispirato da Confetti sistema .questo photoshoot famiglia è più o meno buono come si arriva .Confetti e glitter e girliness bizzeffe !Catturato dai Ashlee Raubach .non oso a sorridere mentre sfogliando la nostra gallery!

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Da Ashlee .Per questa sessione di famiglia volevo qualcosa di unico e divertente .** deciso di andare con un tema coriandoli del partito .La famiglia è conosciuta per le loro feste stravaganti e amano intrattenere gli ospiti così ** sentito che questa idea era appropriato per loro.Le riprese era tutto in studio e con l'uso di buona luce .grandi oggetti



di scena di Confetti Sistemi e wardrobing impressionante da Crew Cuts per i bambini di questa ripresa è stata un successo !
Nel caso in cui hai avuto il tuo divertimento foto di famiglia sui libri .abbiamo suddiviso l'intero look:

vestiti da sposa White Dress : Soshanna | lanterne di carta : Coriandoli Systems | Tassle Garland : Coriandoli Systems | Little Girls and Boys Abbigliamento: Crew Cuts | Boy Bowtie : Janie \u0026Jack | Suiting uomo: J. Crew | Confetti : vestiti da sposa Signsational di direFotografia

: Ashlee Raubach | Props : Coriandoli Systems abiti da sposa on line | Studio : Studio O2O | Armadio : JCrewJ. Crew è un membro del nostro Look Book .Per ulteriori informazioni su come vengono scelti i membri .fare clic qui
http://www.belloabito.com/goods.php?id=921
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-c-1
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/2/3794735353535_397355.jpg
Spara coriandoli Sistema Famiglia + il tuo look_abiti da sposa corti
tangshunzi Jun 2014
Questo matrimonio balla la linea tra giardino e rustico ;prendendo la bellezza naturale di una cerimonia all'aperto e abbinamento con la bellezza industriale del Sodo Park.dove da pranzo in stile familiare regna regina .E piegato in graziosi dettagli è abiti da sposa on line l' abilità di progettazione di McKenzie Powell .belle immagini da Bryce Covey fotografia e un video di nozze da Super Frog Salva Tokyo che è andato virale per una buona ragione .Date un'occhiata qui ancora di più.

Si prega di aggiornare il tuo browserShare questa splendida galleria ColorsSeasonsSummerSettingsGardenWarehouseStylesRustic

Da Sposa .Così molti dei nostri amici e parenti viaggiato incredibilmente lontano per essere al nostro matrimonio a Seattle .quindi abbiamo davvero voluto tutto il giorno .non solo per essere una festa.ma sento come una grande cena di famiglia in stile .Abbiamo tirato un sacco di ispirazione dai terrosi .cene comunitarie avevamo sempre adulato in Kinfolk .così abbiamo messo l'accento su avere lunghi tavoli comuni fattoria .una tavolozza di colori neutri / caldi .e un sacco di verde e di fiori .Abbiamo anche un colpo con un bellissimo spazio di accoglienza con soffitti alti e travi a vista che non richiedono alcun fluff supplementare .

E 'stato sorprendente vedere i pezzi si uniscono il giorno - di .ma onestamente .i nostri amici e parenti hanno giocato il ruolo più importante nel rendere tutto il giorno al di là di quello che mai avremmo immaginato .Abbiamo avuto così tanto coinvolgimento da parte di tutti - dai progetti bricolage e materiale stampato .ad avere un caro amico ci sposare .e tutta la mia famiglia che canta presso la nostra reception Von Trapp - style - ognuno ha lasciato la propria impronta sulla nostra giornata .( mio cugino èun panettiere ed effettivamente volato nostra torta tutta la strada da Toronto !) che ha reso incredibilmente memorabile per noi .La ciliegina sulla torta doveva essere la festa da ballo che seguì .Abbiamo avuto un incredibile equipaggio di amici e parenti per festeggiare con abiti da sposa on line .nessuno escluso .e venditori di eccezionale talento che ci ha aiutato a tirare fuori tutto il giorno !

nostro slow motion stand era il sottoprodotto di tasking una agenzia creativa per fare un video di nozze .SFST non sono video di nozze .ma mio marito .Quang .è un maestro nel convincere le persone a fare cose che normalmente non farei mai .( E probabilmente aiutato il fatto che egli è un co -proprietario di SFST . )

L' idea per la cabina è nata dopo aver realizzato un paio di cose : Ci sarebbe voluto molto tempo per loro di modificare il video completo di nozze .ma ancora più importante .abbiamo voluto provare e sfruttare alcune delle cose che SFST è in realtàbravo a - come fare le cose belle vanno virale.In verità.era quasi un dopo pensiero .Dalla realizzazione di idea era forse dieci secondi.

hanno suggerito di mettere una telecamera RED in una sezione della sala ricevimento e sparare tutto ad un frame rate elevato .Ma il successo del video è nel modo in cui è stato eseguito.e gli amici e la famiglia che hanno partecipato .L' uomo dietro la macchina da presa .Blaine Lundy .ha avuto la personalità perfetta per indirizzare la gente e ha fatto un lavoro incredibile modifica del pezzo .Anche i più timidi ospiti sono stati persuaso a taglio sciolto davanti alla telecamera .Re-



guardare il filmato per la prima volta .e vedere tutte le imbrogli che sono andati durante il nostro ricevimento è stato un momento davvero divertente sia per noi
Fotografia : Bryce Covey Fotografia | Videografia : . Super Frog Salva Tokyo | Event Design :Mckenzie Powell | Floral Design : McKenzie Powell Designs | Gown : Jenny Packham | Cake: The Cocoa Cakery | Cerimonia Luogo : Greg Giardino presso l'Università di Washington | Banco Luogo : Sodo Parco By Herban Festa | Bridesmaids Dresses : Amsale | Catering : Herban Festa |Calligrafia : Esque Script | Giorno di coordinamento: Get Stuff Done Group | Dress Boutique : La Teoria Dress | Trucco E Capelli : Erin Skipley | Photo Booth : Usnaps | Supporto Stampato : Katrina Mendoza | Veil : Sara GabrielAmsale e Sara Gabriel sono membri della nostra Look Book .Per ulteriori informazioni su come vengono scelti i membri .fare clic qui .McKenzie Powell Floral \u0026 Event Design e Bryce Covey Fotografia sono membri del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .McKenzie Powell Floral \u0026 Event ... vedi portfolio Bryce Covey Fotografia VIEW abiti cerimonia on line
http://www.belloabito.com/goods.php?id=876
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/2/4166135353535_396981.jpg
http://www.belloabito.com/abiti-da-cerimonia-c-63
Rustico Sodo Parco di nozze e un divertimento Rallenti Film_vestiti da cerimonia
Improvviso il mille novecento
cinquanta due passa sull'Italia:
solo il popolo ne ha un sentimento
vero: mai tolto al tempo, non l'abbaglia
la modernità, benché sempre il più
moderno sia esso, il popolo, spanto
in borghi, in rioni, con gioventù
sempre nuove - nuove al vecchio canto -
a ripetere ingenuo quello che fu.

Scotta il primo sole dolce dell'anno
sopra i portici delle cittadine
di provincia, sui paesi che sanno
ancora di nevi, sulle appenniniche
greggi: nelle vetrine dei capoluoghi
i nuovi colori delle tele, i nuovi
vestiti come in limpidi roghi
dicono quanto oggi si rinnovi
il mondo, che diverse gioie sfoghi...

Ah, noi che viviamo in una sola
generazione ogni generazione
vissuta qui, in queste terre ora
umiliate, non abbiamo nozione
vera di chi è partecipe alla storia
solo per orale, magica esperienza;
e vive puro, non oltre la memoria
della generazione in cui presenza
della vita è la sua vita perentoria.

Nella vita che è vita perché assunta
nella nostra ragione e costruita
per il nostro passaggio - e ora giunta
a essere altra, oltre il nostro accanito
difenderla - aspetta - cantando supino,
accampato nei nostri quartieri
a lui sconosciuti, e pronto fino
dalle più fresche e inanimate ère -
il popolo: muta in lui l'uomo il destino.

E se ci rivolgiamo a quel passato
ch'è nostro privilegio, altre fiumane
di popolo ecco cantare: recuperato
è il nostro moto fin dalle cristiane
origini, ma resta indietro, immobile,
quel canto. Si ripete uguale.
Nelle sere non più torce ma globi
di luce, e la periferia non pare
altra, non altri i ragazzi nuovi...

Tra gli orti cupi, al pigro solicello
Adalbertos komis kurtis!, i ragazzini
d'Ivrea gridano, e pei valloncelli
di Toscana, con strilli di rondinini:
Hor atorno fratt Helya! La santa
violenza sui rozzi cuori il clero
calca, rozzo, e li asserva a un'infanzia
feroce nel feudo provinciale l'Impero
da Iddio imposto: e il popolo canta.

Un grande concerto di scalpelli
sul Campidoglio, sul nuovo Appennino,
sui Comuni sbiancati dalle Alpi,
suona, giganteggiando il travertino
nel nuovo spazio in cui s'affranca
l'Uomo: e il manovale Dov'andastà
jersera... ripete con l'anima spanta
nel suo gotico mondo. Il mondo schiavitù
resta nel popolo. E il popolo canta.

Apprende il borghese nascente lo Ça ira,
e trepidi nel vento napoleonico,
all'Inno dell'Albero della Libertà,
tremano i nuovi colori delle nazioni.
Ma, cane affamato, difende il bracciante
i suoi padroni, ne canta la ferocia,
Guagliune 'e mala vita! In branchi
feroci. La libertà non ha voce
per il popolo cane. E il popolo canta.

Ragazzo del popolo che canti,
qui a Rebibbia sulla misera riva
dell'Aniene la nuova canzonetta, vanti
è vero, cantando, l'antica, la festiva
leggerezza dei semplici. Ma quale
dura certezza tu sollevi insieme
d'imminente riscossa, in mezzo a ignari
tuguri e grattacieli, allegro seme
in cuore al triste mondo popolare.

Nella tua incoscienza è la coscienza
che in te la storia vuole, questa storia
il cui Uomo non ha più che la violenza
delle memorie, non la libera memoria...
E ormai, forse, altra scelta non ha
che dare alla sua ansia di giustizia
la forza della tua felicità,
e alla luce di un tempo che inizia
la luce di chi è ciò che non sa.
SA Nov 2011
#1
Aloha!
Buongiorno, uomo
Hola
Hi      Hey
     Hello
How does the devil say hello?
Goodbye!
With death.
Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore;
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? Dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?
Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
È la vita mortale.
Nasce l'uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perché dare al sole,
Perché reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura
Perché da noi si dura?
Intatta luna, tale
È lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.
Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perché delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno cò suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? Che vuol dir questa
Solitudine immensa? Ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri,
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors'altri; a me la vita è male.
O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perché d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perché giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu sè queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ** fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, né di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perché giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?
Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
È funesto a chi nasce il dì natale.
La triste toeletta del mattino,
corpi delusi, carni deludenti,
attorno al lavabo
il nero puzzo delle cose infami.
Oh, questo tremolar di oscene carni,
questo freddo oscuro
e il cadere più inumano
d'una malata sopra il pavimento.
Questo l'ingorgo che la stratosfera
mai conoscerà, questa l'infamia
dei corpi nudi messi a divampare
sotto la luce atavica dell'uomo.
Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
del'uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli
"Mater dolcissima, ora scendono le nebbie,
il Naviglio urta confusamente sulle dighe,
gli alberi si gonfiano d'acqua, bruciano di neve;
non sono triste nel Nord: non sono
in pace con me, ma non aspetto
perdono da nessuno, molti mi devono lacrime
da uomo a uomo. So che non stai bene, che vivi
come tutte le madri dei poeti, povera
e giusta nella misura d'amore
per i figli lontani. Oggi sono io
che ti scrivo. " - Finalmente, dirai, due parole
di quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto
e alcuni versi in tasca. Povero, così pronto di cuore
lo uccideranno un giorno in qualche luogo. -
"Certo, ricordo, fu da quel grigio scalo
di treni lenti che portavano mandorle e arance,
alla foce dell'Imera, il fiume pieno di gazze,
di sale, d'eucalyptus. Ma ora ti ringrazio,
questo voglio, dell'ironia che hai messo
sul mio labbro, mite come la tua.
Quel sorriso m'ha salvato da pianti e da dolori.
E non importa se ora ** qualche lacrima per te,
per tutti quelli che come te aspettano,
e non sanno che cosa. Ah, gentile morte,
non toccare l'orologio in cucina che batte sopra il muro
tutta la mia infanzia è passata sullo smalto
del suo quadrante, su quei fiori dipinti:
non toccare le mani, il cuore dei vecchi.
Ma forse qualcuno risponde? O morte di pietà,
morte di pudore. Addio, cara, addio, mia dolcissima mater."
tangshunzi Jun 2014
Questa storia d'amore che è iniziato con un incontro casuale .è cresciuto nel corso lettera per lettera scritta abiti da sposa 2014 a mano e culminata in un matrimonio costruito per dueèè uscito da un film .Un buon pazzo.romantico come vengono flick .E la fuga risultante con immagini di Fotografia Brita .altrettanto romantico.Vedere l'intera giornata svolgersi nella galleria e ancora di più su vestiti da sposa questo amore da favola .hanno un ascolto qui .

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Kate ha incontrato Brad durante una tappa .Avevano chimica immediata .ma lei gli disse che se voleva continuare a crescere quello che avevano .avrebbe dovuto farloè? Ia lettera scritta a mano .Così ha fatto .Ha ottenuto la prima lettera di San Valentino 'Day .e nel corso di un movimento vestiti da sposa ( lui per la sua città ) e una quarantina di lettere .che cosa è stato messo a punto una proposta .nascosto nel codice scrittoè' Dal giorno del nostro primo incontro sono stato affascinato dala tua bellezza



.la personalità e la vostra fede .Sono stato benedetto per arrivare a sapere che in tal modo divertente e unico .** veramente sentito come l'uomo più fortunato a causa del vostro sforzo e il desiderio di conoscere me.Sono onorato che si vorrebbe perseguire vicenda mentre ancora tiene fedele a te stesso e la tua promessa.C'è stato qualcosa che ** pensato per molto tempo .Katherine Anne . "Allora .ha proposto !
Mi dà i brividi ogni volta che l'** letto !Le parole non possono nemmeno cominciare a descrivere quanto sia speciale Kate \u0026Giorno delle nozze Brad ' stato per noi .E ' stata un'esperienza incredibile .Nick e io eravamo gli unici ospiti e ci siamo chiesti in tutto centro di Savannah e Tybee Island.E 'stata una giornata perfetta

Fotografia : Brita Fotografia | Abito da sposa : ! Wedding Angels | Cerimonia : Troup Square.Savannah | Hair \u0026 Makeup : Heather Ferguson | Bridal Shoes : Kelly e Katie | Radio Show : The Bert MostraFotografia Brita è un membro del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Fotografia Brita VIEW
Eleganza tradizionale a Battery Gardens_vestiti da sposa
tangshunzi Jul 2014
A dire il vero .il mio unico rammarico matrimonio non riesce a prenotare i ritratti nuziali .E 'tempo che oh-così- speciale per volteggiare intorno nel



vostro abito e la cattura che addirittura gorgeous " glow" prima del grande giorno .ma per fortuna ora arriva a vivere indirettamente attraverso i germogli come questa bellezza da Feather \u0026Spago .E ' tutto una sessione da sposa dovrebbe essere.e si può cliccare qui per mooooolto molto di più.
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Da Sposa .Non sono mai stata la ragazza che sognava il suo matrimonio crescita .Iè èterribile a decisioni e riviste di nozze me sottolineare fuori.ma quando mi sono fidanzato e ' come qualcosa alterato il mio DNA e sono diventato la abiti da sposa on line sposa più decisivo l'uomo conosca !** visto un vestito su Pinterest .inseguito i collegamenti fino a quando ** trovato il progettista .chiamato un negozio e pochi giorni dopo l'** comprato .

Quando ** messo su dopo la mia ultima prova .mi sentivo meraviglioso.Era così confortevole e civettuolo .Io amo la vita all'aria aperta .così ** capito che volevo fare i miei bridals qualche unico e nella natura .Abbiamo optato per vestiti da sposa una riserva naturale a Plano e aveva il giorno più bello .Il mio desiderio per il giorno può essere riassunta in tre parole: naturali .preziosi e divertenti.Kelsey e Talon reso questo e molto di più.Sì.era ventoso e mi è stato mangiato vivo da pulci penetranti .ma era il primo giorno mi sono sentito davvero come una sposa .

Camminando lungo la navata è un ricordo così chiaro e perfetto per me .Ero incredibilmente tranquillo e confortevole.che mi sorprende a questo giorno .Il vestito mi ha fatto sentire così elegante e mi ha permesso di concentrarmi vestiti da sposa su ciò che realmente importava quel giorno.Sono grato che ** trovato un vestito che era confortevole e mi ha fatto sentire come me .Sarà sempre la mia scelta vestito preferito :)

Fotografia : Feather \u0026 Twine | Dress : Mori Lee by Madeline Gardner | Florals : Gambi di Dallas | Parco : Arbor Hills Nature PreserveFeather \u0026 Fotografia Spago è un membro del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Feather \u0026 Twine Fotografia VIEW
http://www.belloabito.com/goods.php?id=131
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http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-c-1
Sessione nuziale a Arbor Hills Nature Preserve_abiti da sposa corti
Bell'Alta May 2013
Bisogno del tuo tocco
Per sapere che sei propio mio
Per sapere che esisti per me
E che non solo una faccia nella mia mente

Toccami
Amami
Baciami
Tienimi

Solo con te
Nelle tue braccia
Sono libera
Sono protetta
Sono forte
Sono a casa

Senza di te, sono persa
Sei l’acqua per mia sete
Sei cibo per mio fame
Sei luce nel mio buio

La tua esistenza mi dà lo scopo
Per amare e desiderare
Per servire e vedere
Le ferite della tua anima
Supplicando, piangiando
Per il bisogno di essere guarito
Di essere visto per chi sei verramente
Un uomo di forza e potenza
Pieno di amore a dare
Per dare a me
Posso vedere
Amore mio, ti vedo
From Lepanto, the Armis Christi appeared exhausted, with fiery eyes volatilized in stratospheres that Belligerent received them. As if they were extraterrestrial castes seated in inflexible breath, floating from their chin in fuss and idiosyncrasy. They arrived cracking the pristine sections from Tel Gomel…, when they arrived a military strategist attacks him, asking for clemency to extend.

Falangist: “With the crest in my hands and the Dorus on my chin from the ground, I said; every arrangement I tried on the double edge of my sword bruised it. The upper sheet Sansevieria nominated me towards a Hebraic past and a medieval future ..., it was the Sword of Saint George, notifying that my family in Kalidona was under a paradoxical state, given to my two older children who were summoned to the service of the military. "The second lower edge of my Xiphos, the Sansevieria, betrayed me vile before the prosopopeia when I entered with discouragement to support them ..., the sclerosis of my soul continues to explode ..., surpassing and driving my wife into easily disposable splinters. I know that my descendants were buried under the effect of a mortal reunion in the catharsis of Pompeii; the becoming of Saint George made it clear! All will emigrate and flee after being devastated, and the inopportune comrades manage to return when they reintegrate in the festival of Holy Mary in Athens, the Holy Patroness consoled me and prepared my resistance of such bad money, so that one day I would drop my seeds in cultures of peasant archangels with sacred devotional fruits. I sighed and moaned rubbing myself in my animals! My empty eyes day and night were mesmerized as they became ethereally magnetized. They did it together with me, with the singularity of not affecting me ..., they went through nearby streams to sob so as not to see them demagnetized by certain fatalistic and consummatory effects”

Etrestles moved by the tribulations of the Infant of the Phalanx, he bowed imposing nonexistence, after her words implied the exhortation to Hera for her benevolence, prohibiting and parasitizing him to be able to reside with her. Thus they would be immune to progressive lives under the influence of sharp primary and secondary stews in the arms of the Falange. Hera's eyes shone when the Falangist's soul entered her, they were not vanities, but the advent of the vanistory in her pretense towards the Acropolis, taking him to her.

The Sibyl Tiburtina supports him, gathering him in her arms, saying: “you will receive the heat that will imprison you in the house of the high priest, a scene that will be represented in Procoro on the corresponding neutral folio. Events and expletives were from the past; they no longer targeted or abused him. The Armas Christi again swirled with the Souls of Trouvere in the last irascible recesses of the Eolonimi winds in the holistic of all the winds that named Vernarth. "Your children did not live again, the military Macedonian heard", the physical resurrection of the unconverted takes place after the tree of Mars, when they liberate the innocent fallen in the versicular belief that segments the ray with its half, where no minute will be able to get it right. The passages of the wind tunnel are the wasteland that dies revived by the almocaffre, cutting fibrils overflowing with vitality from on high, to overflow it downwards for those who still await astonishing miracles, walking alongside the living with hypocoristic trifles reborn in the same blood that it was spilled. Every famous person walks with pennants that rise from his own grave, cutting smaller capillaries in the impetuous rise of his pale cheeks, where the Greco-Western scepter will be the self-control of whoever escapes free and resolute from the tree of Mars. Now you will lie next to your children and you will be between the hazelnuts and Eolonimis doing the revival of Tagmati or order of succession of the Polis as an elite unit, tribulating the final sections of the Ultramundis straight, by tightening the glorified 103 meters”

Etréstles during the millennial of Satagenesis and Deidagenesis, together with the Heosphoros and the Uomo di Valplacci, prostrated Lucifer before Etréstles (Koumeterium Messolonghi, Ch. 45 - Palibrio USA), ebbing and emulating the Peloponnesian wars, this being a stronghold of the general of the Athenian fleet in western Greece. The Mentor Fleet was led by Admiral Phormio, who defeated all the Lacedaemonians on Naupacto. When they approached the province of Nafpaktia, of the Nome of Aitoloakarnania, confined they followed the undivided and weightless musks scattered, disintegrating immortal souls with the impairment of the exhaled breath that was extinguished in their offering. This is how he could provoke some aversion so as not to be condemned to the Hadic underworld. The castes of gods and demi-gods, with Sansevierias in green leaves and clover, were chained towards freedom from the raging gases of Xenon and Lithium. Sneaking through drains and spaces where no sword or spear crossed the atmosphere of Gaugamela Macedonian. Only Vernarth there hadic, will have to be channeled through the unscathed pavilions of the immaculate back room with heroic lineage. No undulating or flagrant blade will slice sanctified flesh acquired in said sessions in the handcuffs of the Bumodos with the drugs and the potions of Medea.
Codex X - Ultramundis Lepanto
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo favilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
Oh, un terribile timore;
La lietezza esplode
Contro quei vetri al buio
Ma tale lietezza, che ti fa cantare in voce
È un ritorno dalla morte: e chi può mai ridere -
Dietro, sotto il riquadro del cielo annerito
Riapparizione ctonia!
Non scherzo: ché tu hai esperienza
Di un luogo che non ** mai esplorato,
UN VUOTO NEL COSMO
È vero che la mia terra è piccola
Ma ** sempre affabulato sui luoghi inesplorati
Con una certa lietezza, quasicché non fosse vero
Ma tu ci sei, qui, in voce
La luna è risorta;
le acque scorrono;
il mondo non sa di essere nuovo e la sua nuova giornata
finisce contro gli alti cornicioni e il nero del cielo
Chi c'è, in quel VUOTO DEL COSMO,
che tu porti nei tuoi desideri e conosci?
C'è il padre, sì, lui!
Tu credi che io lo conosca? Oh, come ti sbagli;
come ingenuamente dai per certo ciò che non lo è affatto;
fondi tutto il discorso, ripreso qui, cantando,
su questa presunzione che per te è umile
e non sai invece quanto sia superba
essa porta in sé i segni della volontà mortale della maggioranza -
L'occhio ilare di me mai disceso agli Inferi,
ombra infernale vagolante
nasconde
E tu ci caschi
Tu conosci di ciò che è realtà solo quell'Uomo Adulto
Ossia ciò che si deve conoscere;
lei, la Donna Adulta, stia all'Inferno
o nell'Ombra che precede la vita
e di là operi pure i suoi malefizi, i suoi incantesimi;
odiala, odiala, odiala;
e se tu canti e nessuno ti sente, sorridi
semplicemente perché, per ora, intanto, sei vittoriosa -
in voce come una giovane figlia avida
che però ha sperimentato dolcezza;
Parigi calca dietro alle tue spalle un cielo basso
Con la trama dei rami neri; ormai classici;
questa è la storia -
Tu sorridi al Padre -
Quella persona di cui non ** alcuna informazione,
che ** frequentato in un sogno che evidentemente non ricordo -
strano, è da quel mostro di autorità
che proviene anche la dolcezza
se non altro come rassegnazione e breve vittoria;
accidenti, come l'** ignorato; così ignorato da non saperne niente -
cosa fare?

Tu doni, spargi doni, hai bisogno di donare,
ma il tuo dono te l'ha dato Lui, come tutto;
ed è Nulla il dono di Nessuno;
io fingo di ricevere;
ti ringrazio, sinceramente grato;
Ma il debole sorriso sfuggente
non è di timidezza
è lo sgomento, più terribile, ben più terribile
di avere un corpo separato, nei regni dell'essere - se è una colpa
se non è che un incidente:
ma al posto dell'Altro
per me c'è un vuoto nel cosmo
un vuoto nel cosmo
e da là tu canti.
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
Solo un mano d'Angelo
intatta di sé, del suo amore per sé,
potrebbe
offrirmi la concavità del suo palmo
perché vi riversi il mio pianto.
La mano dell'uomo vivente
è troppo impigliata nei fili dell'oggi e dell'ieri,
è troppo ricolma di vita e di plasma di vita!
Non potrà mai la mano dell'uomo mondarsi
per il tranquillo pianto del proprio fratello!
E dunque, soltanto una mano di Angelo bianco
dalle lontane radici nutrite d'eterno e d'immenso
potrebbe filtrare serena le confessioni dell'uomo
senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.
Odoravano i fior di vitalba
per via, le ginestre nel greto;
aliavano prima dell'alba
le rondini nell'uliveto.
Aliavano mute con volo
nero, agile, di pipistrello;
e tuttora gemea l'assiolo,
che già spincionava il fringuello.
Tra i pinastri era l'alba che i rivi
mirava discendere giù:
guizzò un raggio, soffiò su gli ulivi;
virb... disse una rondine; e fu
giorno: un giorno di pace e lavoro,
che l'uomo mieteva il suo grano,
e per tutto nel cielo sonoro
saliva un cantare lontano.

— The End —