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** sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
** sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ** scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Ah se almeno potessi,
suscitare l'amore
come pendio sicuro al mio destino!
E adagiare il respiro
fitto dentro le foglie
e ritogliere il senso alla natura!
O se solo potessi
toccar con dita tremule la luce
quella gagliarda che ci sboccia in seno,
corpo astrale del nostro viver solo
pur rimanendo pietra, inizio, sponda
tangibile agli dei
e violare i più chiusi paradisi
solo con la sostanza dell'affetto.
tokonoma Oct 2014
out of lust he detached
his eyes from the recording meter,
frames shifted apart,
he turned when all was already gone.
as he fiddled between elastic bands and clips
he realized :
time for another cigarette and a barley coffee.
with his friend’s eybrows
the patron of the corner bar ***** the sister,
too ****** not to deserve it at least in dreams.
a song popped up again
unwrapping fifteen years of ratafia candies .
as he crossed the street, again
the yellow light reminded him that santander
was a rainy city .
what mostly ****** him off was not being able to smoke on the street

Italian version  written in 1995:

per concupiscenza staccò
gli occhi dal contatore,
l’immagine cambiò parte,
si voltò quando già non c’era.
giochicchiando tra l’elastico e le clips
si rese conto:
era tempo di un’altra sigaretta e un caffè d’orzo.
il signore del bar d’angolo
stuprava la sorella colle ciglia dell’amico,
troppo stronza per non meritarlo almeno in sogno.
una canzone si rifece viva
scartando almeno quindici anni di caramelle ratafià.
riattraversando
il giallo gli rammentò che santander
era una città piovosa.
soprattutto lo irritava il non poter fumare in strada.
Ah se almeno potessi,
suscitare l'amore
come pendio sicuro al mio destino!
E adagiare il respiro
fitto dentro le foglie
e ritogliere il senso alla natura!
O se solo potessi
toccar con dita tremule la luce
quella gagliarda che ci sboccia in seno,
corpo astrale del nostro viver solo
pur rimanendo pietra, inizio, sponda
tangibile agli dei
e violare i più chiusi paradisi
solo con la sostanza dell'affetto.
Ah se almeno potessi,
suscitare l'amore
come pendio sicuro al mio destino!
E adagiare il respiro
fitto dentro le foglie
e ritogliere il senso alla natura!
O se solo potessi
toccar con dita tremule la luce
quella gagliarda che ci sboccia in seno,
corpo astrale del nostro viver solo
pur rimanendo pietra, inizio, sponda
tangibile agli dei
e violare i più chiusi paradisi
solo con la sostanza dell'affetto.
** sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
** sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ** scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
bk Jun 2015
mio caro amore  
** deciso che i tempi dello scrivere sotto sedativi sono tornati quindi poggia la testa al sedile, chiudi gli occhi e goditi la corsa.
I:
** messo la testa fuori dalla finestra nella speranza di riempire i miei polmoni di aria gelida ma tutto ciò che ** visto è la solita strada con il solito alienante senso di vuoto che solo un paesino del Sud può regalare. quando ** detto che i vicini di casa mi spaventano non stavo dicendo una bugia: aspetto ancora che qualcuno ammazzi qualcuno sulla mia strada, probabilmente perché un paio di anni fa quello sarebbe dovuto essere il mio destino.
II:
chissà se le persone hanno capito che le mie domande non hanno un doppio fine ma semplicemente ** una vera e propria dipendenza da informazioni, devo avere tutto perfettamente chiaro e perfettamente illuminato, altrimenti perdo il controllo e divento ossessiva finché il tutto non si chiarisce.

III;
penso alle ninfee, alle ranocchie, agli stagni putridi in cui riposano ossa. ogni Monet occulta un cadavere.

IV;
le tue mani sono molto belle e non mi importa se ti mangi le pellicine e non mi importa se le rovini col cemento finché le usi anche per costruìre imperi sulla mia schiena, palazzi con i miei capelli intrecciati.

V:
sono le 02:02 e il mondo non è bello ma almeno è silenzioso.
** sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
** sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ** scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
tokonoma Oct 2014
just like sakuntala
lying on my own marble
i go insane
(at least according to the world )
secluded in a countryside asylum
where is my old lover
thief of hands and gestures
i'll be staying
here alone against my tears
pending on the panes of an angel
necessary but depleted of fingers

(italian version, from "Case di Lacca", 2013)

come sakuntala
sdraiata sul marmo di se stessa
impazzisco
(almeno secondo il mondo)
reclusa in un asilo di campagna
dov’è il mio antico amante
ladro di mani e gesti
me ne starò
qui sola contro le mie lacrime
sui vetri in attesa di un angelo
necessario ma sprovvisto di dita
bk Jun 2016
** cercato di mettere insieme i pezzi del puzzle, ** raccolto ininterrottamente tutti quei pezzi di vetro e chiodi arrugginiti che  insieme formano un risultato miserabile ma finalmente onesto, almeno alle apparenze, quel tanto che basta a quietare parzialmente quel bisogno di cercare le tracce nel fango per potersi ritrovare sul giusto percorso.
sento le mani sporche e il cuore meno pesante di prima, non sono felice ma posso crogiolarmi in quella sensazione di vittoria amara del sapere di aver avuto sempre ragione, una corona senza alcun valore.
la lingua va a cercare perennemente il punto doloroso della bocca, stuzzicandolo, ed è così che continuo a riaprire vecchie ferite di cui non mi sono mai mai dimenticata.
Dimmi almeno che oscura meraviglia
già ti prende di me, che trovi bella
questa sommessa, e umile giunchiglia
che già ti paragona a una stella;
dimmi che me divina e me presente
senti dentro il tuo letto di piacere,
dimmi che un bacio fuga dolcemente
tutte le smanie e tutte le chimere.
** visto una mosca poggiarsi sulla merda invece del bellissimo frutto poggiato sul tavolo.

E ** provato sgomento.

"come fai a scegliere la merda invece della frutta? Ma almeno prova ad assaggiarla, vedrai che è più gustosa, più buona, più salutare"

Poi ** capito.
Lei è una mosca e alle mosche piace la merda
È come con il cibo spazzatura, ci attrae, ha un aspetto molto più invitante della verdura.
Io sono un po' mosca e non voglio più esserlo.
Ma ci darà dei minuti di gioia e gusto in cambio di ammalare il nostro organismo.
Mentre la verdura seppure non sempre così gustosa per un palato superficiale, ci farà stare bene.
La scelta è nostra, come della mosca.

A.B.
Dimmi almeno che oscura meraviglia
già ti prende di me, che trovi bella
questa sommessa, e umile giunchiglia
che già ti paragona a una stella;
dimmi che me divina e me presente
senti dentro il tuo letto di piacere,
dimmi che un bacio fuga dolcemente
tutte le smanie e tutte le chimere.
Dimmi almeno che oscura meraviglia
già ti prende di me, che trovi bella
questa sommessa, e umile giunchiglia
che già ti paragona a una stella;
dimmi che me divina e me presente
senti dentro il tuo letto di piacere,
dimmi che un bacio fuga dolcemente
tutte le smanie e tutte le chimere.
Gorba 2d
Perché? Permesso?
Ormai, ci ** pensato un po’
Se non sbaglio
Una notte invece di un anno, una settimana o un giorno
Non a caso
Perché è proprio nel buio
Che un raggio di luce si vede meglio

Una notte per mettere ordine nel mio pensiero
Far sì che in un modo o nell’altro
Io riesca a rivelare il fatto
Che il motivo
Il motivo per cui voglio averti
Alla fine, forse non ce l’**

E penso che vada bene così
Che tutte le cose
Non vadano per forza sempre spiegate
Che se un ragionamento razionale non c’è
Almeno si può fingere che i sassi
Pur di essere presenti
E spesso troppo ingombranti
In realtà, non siano da soli
Che il cervello a volte faccia spazio
A qualcosa che potrebbe essere emozioni
Anzi, sensazioni viscerali
Che, fortunatamente o purtroppo
Rimangono sempre fuori
Di portata, come di solito
I sogni da bambini

E se importasse poco il perché?
Se fosse solo il riflesso dell’amore che stravince?
Che ci fa vivere
Che ci fa sentire
Che ci fa provare
Che ci fa volare
Fra le nuvole

Vita dà vita
Che prima o poi se ne va
Per iniziare un nuovo ciclo
Che persevererà lo stesso
Che tu te ne accorga o meno
Quindi, a volte non ci serve
Torturare la mente
Meglio accettare le cose
Per ciò che sono
In questo caso, il più bel regalo del mondo
Comunque, benvenuto Hugo.
This is my first text in Italian. I've been learning this language for two years now, and the "watershed" moment finally happened last week. Two or three other texts in Italian should follow. Well, if I don't lose on the way, as usually happens. Stay put! Or better, a presto!

— The End —