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[Dedicated to Austin Osman Spare]

Have pity ! show no pity !
Those eyes that send such shivers
Into my brain and spine : oh let them
Flame like the ancient city
Swallowed up by the sulphurous rivers
When men let angels fret them !

Yea ! let the south wind blow,
And the Turkish banner advance,
And the word go out : No quarter !
But I shall hod thee -so !
While the boys and maidens dance
About the shambles of slaughter !

I know thee who thou art,
The inmost fiend that curlest
Thy vampire tounge about
Earth's corybantic heart,
Hell's warrior that whirlest
The darts of horror and doubt !

Thou knowest me who I am
The inmost soul and saviour
Of man ; what hieroglyph
Of the dragon and the lamb
Shall thou and I engrave here
On Time's inscandescable cliff ?

Look ! in the plished granite,
Black as thy cartouche is with sins,
I read the searing sentence
That blasts the eyes that scan it :
"**** and SET be TWINS."
A fico for repentance !

Ay ! O Son of my mother
That snarled and clawed in her womb
As now we rave in our rapture,
I know thee, I love thee, brother !
Incestuous males that consumes
The light and the life that we capture.

Starve thou the soul of the world,
Brother, as I the body !
Shall we not glut our lust
On these wretches whom Fate hath hurled
To a hell of jesus and shoddy,
Dung and ethics and dust ?

Thou as I art Fate.
Coe then, conquer and kiss me !
Come ! what hinders? Believe me :
This is the thought we await.
The mark is fair ; can you miss me ?

See, how subtly I writhe !
Strange runes and unknown sigils
I trace in the trance that thrills us.
Death ! how lithe, how blithe
Are these male incestuous vigils !
Ah ! this is the spasm that kills us !

Wherefore I solemnly affirm
This twofold Oneness at the term.
Asar on Asi did beget
Horus twin brother unto Set.
Now Set and Horus kiss, to call
The Soul of the Unnatural
Forth from the dusk ; then nature slain
Lets the Beyond be born again.

This weird is of the tongue of Khem,
The Conjuration used of them.
Whoso shall speak it, let him die,
His bowels rotting inwardly,
Save he uncover and caress
The God that lighteth his liesse.
tangshunzi Jun 2014
In primo luogo .questa sposa è il mio eroe moda.Non solo ha roccia un abito tutto pizzo - life changingly stupenda ma commutato in due abiti più splendidi prima del giorno era finito .E se questo è ottenuto tutti verdi di invidia solo aspettare fino a vedere l' intera vicenda francese dal Knot \u0026Pop .Laetitia C e Xavier Navarro .Questa .miei cari .è uno dei libri .

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Da Knot \u0026Pop .. Ayse \u0026Fred ha sposato in Provenza nel settembre 2013 .sotto i vasti cieli e le stelle tra le più belle di impostazioni francesi.Ayse è da Londra origine .ma ora vive a Parigi con Fred .dove rappresentano Artisti e gestito una galleria d'arte insieme .Con la coppia che ha solide radici in Francia .e Fred ' famiglia dal sud della Francia .hanno scelto di sposarsi in Francia la più singolare di luoghièun borgo privato pieno di arte e di curiosità che completavano alla perfezione la coppia ' amore per l'arte.Con la cerimonia legale in un piccolo municipio locale .e la famiglia immediata del 10 per assistere .Ayse \u0026Fred ha poi chiesto loro amici Valerio e Sam di agire come celebranti per la cerimonia informale a Le Grand Banc .di fronte ai loro 140 ospiti .

Sposato con vista sulle colline della Provenza .gli ospiti sono stati invitati a creare un cono coriandoli dalla Confetti Bar che ha visto splendida argenteria pieno di ***** di fiori e semi.Dopo il più divertente di cerimonie che hanno visto i due amici raccontano le storie di Ayse \u0026Fred .drink di accoglienza ha avuto luogo il bordo piscina e sul prato .con gli ospiti poi a piedi attraverso la frazione al tendone per la cena .

Per completare le impostazioni naturali.il tema eschema per il giorno mescolato una palette morbida di blush rosa.verde oliva .azzurro .argento e bianco che è stato poi il mirroring di tutti i fiori.decorazioni.cameriere guarda e table- top.Mescolato con la tavolozza .la coppia e il loro evento designer .Knot \u0026Pop pin punte ulteriori temi chiave per l'aspetto grafico che comprendeva motivi a stella per riflettere il senso delle celebrazioni che si svolgono sotto le stelle .e gli animalièin particolare gli elefantièun amore assoluto della sposa ' .

Il motivo stella è stato ripetuto in tutte le ghirlande di nastro che a cascata da archi .i lati cerimonia tendone e alberi focali .Il piano tavolo disegnato da Knot \u0026Pop utilizzato anche il disegno della stella con ghirlande che parte da un bellissimo albero di fico .che ha visto gli ospiti vengono realmente coinvolti nella scoperta delle loro sedi .Piani tavolo miste dipinte plinti stelle legno in mostra splendido fiore riempito di bottiglie d'epoca .con rametti di rami di ulivo immerso in per tovaglioli .e una stella dipinta come favoreèrosa per ragazzi.e blu per le ragazze .

A tavola i bambini era tutto sul fattore divertimento con una stampa wallpaper di marchi e matite colorare collocato fuori per tenere i bambini occupatiècontempo riflette ancora una volta la coppia e il loro amore per l'arte con la galleria stile carta da parati incorniciata .Il bar è stata ribattezzata la Star Bar con un pi argentoeata fondale.stella cocktail agitatori e cocktail su misura prende il nome la coppia a scegliere.

elefanti vernice spray argento apparsi su ogni tavolo con un cartellino attaccato spiegando che la coppia sarebbe in visita un rifugio per animali in viaggio di nozze in Kenya .dove



abiti da sposa pizzo sarebbero donare a nome dei loro invitati alle nozzeèuna bella e sentita alternativafavorire .Gli ospiti sono stati certamente sentendo la magia animale aver doned maschere di animali per una divertente sessione di photobooth prima di andare in cenare .Foto Polaroid degli ospiti sono state prese in un contesto nastro.con gli ospiti scrivendo poi un messaggio alla coppia e mettendo in una tela a forma di cuore .rendendo il perfetto keep- sake della giornata che si trova ora un posto d'onore nella coppia ' a ​​casa .Ayse \u0026Giorno Fred ' era pieno di divertimento .che riflette tutti i loro amori .con tutta la loro cari intorno a loro per celebrare nelle impostazioni più singolari .memorabili ed elegante di .
Fotografo: Xavier Navarro Photographie | Fiori : Laetitia C | Abito da sposa: Pronovias | Altri Abiti : Oh My Love | Rosticcerie : Helen Traiteur | Scarpe sposo : Hugo Boss | Vestito dello sposo : Hugo Boss | scarpe da sposa da sposa .Main Ricerca: Dolce \u0026 Gabbana | scarpe da sposa da sposa .look vintage : Dune | Abiti ragazze di fiore : Etsy .adattata dal fratello della sposa abiti da sposa pizzo | Marquee : AR Eventi | Hamlet privata: Le Grand Banc | Argenteria Auto : Knot \u0026 Pop | Abito da sposa Vintage: GabrieleVintage | abiti da sposa outlet Wedding Planner e Event Designer : Knot \u0026 PopLaetitia C. - fleurs d' atelier è un membro del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Laetitia C. - fleurs d' atelier VIEW
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Le Grand Banc Provence Wedding_vestiti da cerimonia
Victor Marques Oct 2013
Tempo perdido no tempo

Quando me lembro do tempo,
Fico preso no esquecimento,
O tempo deixa no entanto,
Alegria ou tempo de lamento.

O tempo indeterminado,
Tempo presente, futuro, passado.
Tempo que ousadamente esqueci,
Tempo do que sou e vivi.

Tempo que penar é coisa mística,
Pedreiro sem pedra não é artista.
O tempo intemporal de um ser,
Acordar com o amanhecer.

Fogueiras de um tempo que parecem apagadas,
Tempo de janelas abertas e fechadas.
Tempo que parece um ficheiro encerrado,
Incondicional amor bem-amado.

Victor Marques
tempo,amor, viver
Victor Marques May 2015
Minha filha Victória,

      Dou graças a Deus por tudo que me tem dado, o melhor de tudo foste tu teres nascido e durante estes anos compreender e apreender as melhores facetas e ensinamentos que tu mesma descobriste e aperfeiçoastes.
    Fico muito feliz com o sucesso que tens tido em todas as vertentes da tua vida e com o final de ano com a tua licenciatura em Medicina Dentária. Sou pai orgulhoso, amigo e confidente e podes sempre contar comigo no futuro, sem eu nunca querer impor regras ou princípios.
     Peço desculpa pelas vezes em que não consegui dar-te o apoio infinito que tu sempre mereces, por não ser mais calmo em todas as circunstâncias que a vida por vezes nos submete. Quero te agradecer pela filha maravilhosa que és, pela tua sabedoria, pelo teu carinho, pelo teu amor de filha que sempre guardo no meu coração.
     Deus deu-me este grande privilégio e espero que continue por largos anos a poder privar da tua doce e excelsa companhia. Neste tempo de grandes transformações quero que esteja sempre presente na tua vida: o poder da alma, do amor, do respeito por todos os seres humanos, e pela natureza pura e imaculada que eu tanto divulgo e aprecio.
   Obrigado filha por tu também teres contribuído para eu me tornar um ser humano melhor, mais amigo, mais companheiro, mais sonhador. Se todos os Pais amassem os seus filhos da forma mais genuína como as avezinhas amam os seus teríamos um mundo muito melhor.
   Dar liberdade e confiança ajuda sempre para se ter a certeza do caminho a seguir. Eu sou daqueles que quer que a minha filha seja muito melhor do que eu, que tenha uma vida mais feliz, que tenha tudo sempre muito melhor do que eu. Esta é a minha forma de pensar e de viver e porque não dizer o quanto te quero bem.
   Adoro-te filha
Victor Marques
filha, amor, pai
Letícia Costa Jul 2013
Parte do tempo percebemos que somos perfeito
A maior parte não paramos de falar
Eu seguro sua mão, você dá um sorriso
A gente se beija no meio fio

Meu corpo se mexe pra trás e pra frente
Aqui está pra prefeitura, aqui está o bar que nos vende tequila
Somos tão esquisitos que daria certo

Os cartões de crédito dela me perdoaram
Os cabelos enrolados me perdoaram
Por que você não pode me perdoar?
Somos tão esquisitos que daria certo

O garoto de óculos escuros me deu um gole daquela ***** barata
Você me deixou colocar a cabeça no seu ombro
Quando fomos embora você me seguro no colo
Somos tão esquisitos que daria certo

Esquerda, direita, cima e baixo
Só porque não temos joguinhos não quer dizer que não é certo

Você vive dizendo que quer me ver
Amo essa mescla de felicidade e receio
Quando fico triste você faz uma dança engraçada
Somos tão esquisitos que fica perfeito
Mariana Seabra Mar 2022
A realidade é fácil de controlar.


Acordar, tomar banho, tomar o pequeno-almoço, sair para a escola ou para trabalhar, executar tarefas, conduzir, carregar neste botão, carregar naquele, tomar um café, fumar um cigarro, fazer isto ou aquilo, adormecer, acordar e repetir…o meu corpo já faz mais de metade em piloto automático, o que é ótimo, deixa-me mais tempo para viver a minha realidade, dentro da minha cabeça, onde a real ação acontece e se desenrola, onde não há tempo nem espaço, onde sou livre e ninguém me controla.



Por vezes, fico genuinamente chateada com as pessoas quando elas me interrompem e me tiram do meu mundo mais profundo. Não é culpa delas. Elas não sabem que estou a viver noutro mundo.



Encontro-te a toda a hora no meu mundo, que quase me esqueço que não te encontro na realidade.



Por vezes, estou de olhos abertos mas não é neste mundo que estou a viver. Falo contigo e consigo ver-te nitidamente, consigo viajar até ti sem ter de me mover. O meu corpo acompanha, não sei como, tem reações físicas espontâneas que o começam a atravessar.



Por vezes, arrepio-me exatamente onde imagino que me estás a tocar. Olho para o braço e sinto um toque que o explora. Olho para a minha mão e ela está a entrelaçar-se no vazio, com o polegar a percorrer o nada, esse nada que já foi algo outrora.



Por vezes, sinto cócegas na cara, onde o teu cabelo já esteve pousado. Depois, inconscientemente, vou a tentar afastá-lo para conseguir olhar para ti…e é mais um momento fracassado, porque abro os olhos e estou sozinha, não te tenho ali, onde deverias estar, ao meu lado.



Por vezes, estou no escuro, de olhos bem abertos e, apesar de não haver um único raio de luz, consigo ver tudo à minha volta, vejo a silhueta que me seduz. Sinto uma respiração junto à minha, o ar fica mais pesado, mais quente e, consequentemente, logo sinto o coração acelerado. Não me mexo. Não me posso mexer. Não quero que te assustes e saias a correr…então, assim fico.



Por vezes, estou de pé na varanda, encostada à parede, de olhos fechados, com a cara diretamente voltada para o sol e, de repente, apanho-me a sorrir. Já sei! Já sei que vens ter comigo...ou será que nunca chegaste a partir? Sinto um peso a encostar-se a mim, também de cara voltada para o sol e, claro!, não consigo evitar sorrir. Encosto a minha cara com cuidado, sinto duas peles em contacto e é quente! ardente, exatamente onde elas se tocam.



Quando me apanho de novo, estou com os braços em redor de algo. O meu corpo físico acompanha e tira as medidas certas do meu pensamento. Abraço o peso que se apoiou em mim e, não me mexo, fico paralisada com tanto sentimento. Não me posso mexer. Não posso perder este momento…

Mas não está lá nada.  



E quando a minha mente consciente se apercebe disso, rouba-te de mim.


Enfim...
Consegue ser cruel! É tão cruel. Que consciência é esta que não tem consideração por todo o amor que depositei naquele momento, para que ele existisse, mesmo que noutro mundo? E por todo o amor que foi necessário para o manter vivo, mesmo sendo realisticamente impossível eu o estar a viver? Bem dizem os outros que amar é sofrer...



Deixem-me ser inconsciente!



Sinto cheiros, ouço vozes, leio pensamentos que não são meus, toco no ar que me rodeia como se não fosse apenas isso, ar, e continuo aqui para me questionar, será que ainda estou dentro dos parâmetros da sanidade ou já me perdi em todos e não há volta a dar?



Mas seja como for,  

Deixem-me estar!

Por mais que pareça perdida, a quem não sabe sonhar, não preciso de ninguém que me venha tentar encontrar.
Victor Marques May 2016
• Vivendo, descobrindo e agradecendo.
Parece que se nasce todos os dias, que Deus nos manifesta o seu amor através da beleza infindável que se descobre todos os dias no sol, na chuva, no vento, no mar, no ribeiro...
Por o universo ser preciso, maravilhoso, e sempre constante nos seus ciclos criadores de vida. Temos de fazer alguma coisa por todos o que nascem desprovidos de amor, de sentimentos, de vontade de ser recordados neste mundo. Para sempre ficarem na memória dos outros seres humanos que parecendo insignificantes tem sempre presente quem tem coração. Respeitar uma sociedade que parece estar ali para acolher pobres, resolver os problemas dos mais desprovidos. O que faríamos nos em condições de pobreza, miséria, fome, guerra? O que faríamos nos se todos acreditassem na vida, na morte e numa ressurreição que Deus através dele seu Filho provou? O que faríamos nos se a natureza não fosse gratuita e uma fonte inesgotável de recursos? O que faríamos nos sem memória, pensamento, razão? Por sermos felizes agradecemos a beleza das estrelas do orvalho, da noite, do dia...Temos todos de viver com a esperança, com o trabalho, com as pessoas, com o amor! Se nosso lema fosse: viver, descobrir, agradecer tudo seria mais fácil para nos alegrar e dar a nossa vida um sentido mais puro e sereno. Viver de uma forma positiva e apaixonada ajuda nos a descobrir nossas potencialidades escondidas, adormecidas.


Vivendo, descobrindo, agradecendo
Nas vivências e descobertas todos os seres humanos conseguem perceber melhor a sua genialidade e existência. Quando penso em Deus, vivo mais... A nossa terra onde Nascemos nunca deixa de ser nossa e sempre bela aos olhos de quem nela nasce, vive e por vezes morre... Não existe quem não esteja grato a ela, seus antepassados, seus lugares preferidos que perduram nas noites, nos dias... A grandeza de ser grato ajuda a viver, impulsiona a descobrir caminhos inimagináveis e impossíveis de ser recordados. Quando se agradece: o cheiro de uma rosa branca, o canto da cigarra, o uivar do lobo, o chilrear dos Passarinhos, a luminosidade da lua cheia. Fico perplexo, emocionado, sentido por saber que vivendo e sempre agradecendo o meu ser.

Victor  Marques
vivendo, descobrindo e agardecendo
Mateuš Conrad May 2016
indeed, only yesterday i took to the arable seclusion,
the warm april air amplified by the oozing
sunshine, through the forest and into open
dilated pupil horizon - there ahead
the horrid geometry of elevated rectangular
pivots of civilisation, that ***** & Gomorrah
of urbanity; yet nearer me within a touch
a herd of horses grazing like tables in some
sort of Salvador Dalí immersion - beer in hand
i wandered among them, sat in turkish akimbo
and waited... no sooner than later i was whispering
with them, eating camomile flowers, one approached
with enough sincerity, so i cupped my hand and
poured some beer into it for him to drink it,
and he did - the african like nozzle so gooey and warm,
the eyes: goat-like slits... a pleasant reminder that
i'm yet to be fully urbane, only two generations
separate me from rural life, two... and the generation
in question was ushered out from the great project
of industrialisation, an exodus into cities precipitated
by the second world war... i too remember her
musings on the matter, she died aged ~90, in a
peaceful way, conscious, as Julius Caesar remarked
about death: rather than asleep, i want death to
come sudden! and indeed she collapsed, suddenly,
yet her memories still echo in me, donkey's years for
some, history books for others, but a vivid
eye-to-eye memorandum; so yes, only two generations
separate me and what would have been an endless
hubris in rural life, the best example i can cite
is a book of B & W photography by Edward Hartwig
entitled moja ziemia (my earth)... and that's the
beauty of what modernity can provide (given the location
you find yourself in)... on a Friday i can travel
to the hub of immigration that's east London,
namely Stratford... and on a Saturday i can walk into
a rural predictability, with owls, crows... horses...
crows... exactly! when have you ever spotted a crow
in an urban environment? hmm... never...
as the saying goes, the membrane of urban life
is predicated as: where the crows create a roundabout
and turn back among the wild - ahem - indeed my
wolf like howling, that ah woo! did get mention,
my neighbours freaked out, trigger-happy interventionists
for the police or ambulance... apparently freedom
of this nature freaks people out... more than the freedom
people have killing one another... odd, isn't it?
being asked, why did you do a wolfish in the middle
of the night? i just replied... er... because i can?
so if you think that all this social criticism i sometimes
unveil concerning western society, its values and its
shortcomings... i wouldn't want to be anywhere else...
and indeed social criticism is a sort of bitter-sweet
antagonism that just has to be evident, should another
maniac with a Kalashnikov or a suicide-vest end up
bringing a thundercloud to your little parade of
running a mile for cancer sufferers in your strange
twist-of-tale from colonial power to charity power...
added to the fact... that i write EVERYTHING drunk...
i take partial responsibility for my internal mechanics...
i'm writing... i'm not drink driving... so m'eh m'eh
and with what Shakespeare said about thumb biting
in Romeo & Juliet... indeed as cited

Samson - i do bite my thumb, sir.
Abram - do you bite your thumb at us, sir?
Sam. - is the law of our side, if i say aye?
Gregory - no.
Sam. - no, sir, i do not bite my thumb at you, sir;
             but i bite my thumb, sir.

Gre. - do you quarrel, sir?
Abr. - quarrel, sir! no, sir.

well... it wasn't really a biting of the thumb, revelatory
when you hear it decoded:
   you'd wedge your incisors behind your thumb's
nail and then flick it to craft a sound that's
the entire play rather than an onomatopoeia -
otherwise the meaning being, according to Nares:
'the thumb in this action represented a fig, and the
whole was equivalent to a fig for you, or the fico',
basically an f off or you're such a thick'oh /
custard brains.
Letícia Costa Jul 2013
Aquela toca, pernas longas e câmera
Você me faz me sentir como uma criança
Vivo tentando te dizer
Tento, tento, mas não sai nada de mim

Sinto raiva, depois fico derretida, e depois com raiva de novo
E tudo o que você saber falar é sobre alguns números
9, 25, 88, 97, 16...

Eu sou apenas uma adolescente volátil
Sou um panda abandonado
um panda pequeno

E agora você deve estar fotografando várias meninas de 23
uma com piercing no septo e outra com uma tatto da Marilyn
Se eu tivesse nascido em 95 tava tudo bem...
És um rio que nunca vi
Corres depressa demais
Gestos e palavras vazias
Não te abrandam
E não te posso alcançar.

És um rio que nunca vi
Somente em sonhos
Que não me deixam dormir
Sonho que sou a lua
E que és um rio
Que te posso alcançar
Iluminar
Como se entre nós
Não fosse tua a única luz.

És um rio
E fico a ver-te correr
Viajam em ti
Todas as dádivas da natureza
Exceto eu.
Exceto eu.
Victor Marques Jan 2017
Quando me levanto e olho da minha janela,
Agradecendo a vida  e o amor que tenho por ela.
As encostas por trabalhadores durienses foram esculpidas,
E suas memorias nunca  esquecidas ....


Agradecendo as geadas que gelam nosso olhar
Vides que esperam uma Primavera,
Nevoeiros que esfumaçam na nossa terra,
Pastores  que pernoitam com o brilho do luar...


Lagartos que hibernam sempre no Inverno,
Noites longas que nos deixam monótonos e tristonhos,
Agradecendo o amor que parece eterno,
Vivendo segundo a lei dos nossos sonhos...


O Sol espreita por vezes de soslaio e sorrateiro,
Agradecendo as noite frias em Janeiro,
O céu fica limpo e pronto para ser contemplado,  
E eu fico meio embasbacado ...


Victor Marques
AGRADECER, INVERNO, FRIO
Juliet R May 2014
Percorri a tua alma,
Na noite, na calma.

Esperei por ti, nada,
Fico aqui, abalada.

Prezo para que chegues,
Que chegues e me aconchegues.

Rebeldia à tua maneira,
Junto da luz da fogueira.

Sente o toque da areia,
Pensa nela como uma odisseia.

Lembra-te da felicidade,
Em ver o mar, na pura cumplicidade.

O pôr-do-sol se instala,
Ninguém tenta soltar a fala.

Prendo-me a ti,
Tal como antevi.

Solto a mente,
livre do inconsciente.

Toque de lábios,
O caminho, esse é de sábios.
Victor Marques Sep 2018
Nem sei o que hoje te vou dizer,
Ouço a natureza  ao anoitecer...
Meu Deus, meu Deus, Meu Deus
Sigo ensinamentos teus....

Que melodia medonha na noite perdida,
Até parece pintada sem cor nem medida,
Meu Deus, meu Deus ai filhos do mundo,
Escrevo para ti num oceano sem fundo.

Continuo a tentar perceber zumbidos da noite com amor e prazer,
Meu Deus infinito e amado por tudo que é ser e não ser...
Eu escuto com a ousadia universal de algo descobrir,
Fico com teu amor e as borboletas da noite para te sentir.

A noite se deita num céu estrelado de quarto minguante,
Tu meu Deus és passado, futuro e presente.
Mesmo na noite tudo é feito com brilho e muita luz...
Eu me encanto no teu amor e na ressurreição divina de teu filho Jesus.

Victor Marques
Deus,Deus, Jesus
Dayanne Mendes Feb 2013
Tenho ficado frustrada,
Por não saber o dia de amanhã,
Por não ter visto o sol nascer.

Por não ter observado a linda Lua cheia.
Tenho ficado frustrada,
Por esperar muito de você.

Mas fico mais frustrada ainda,
Por não admitir que errei,
Por colocar a culpa em você,

Em toda vez que eu passo naquela praça.
Samir Koosah Dec 2021
Sinto saudades…
Do seu cheiro, dos seus beijos,
Dos seus cabelos.
De te assistir chegando quando estou te esperando
Da forma que fico, sem graça, tímido, quase uma criança
Na sua presença.



Saudades…
Do seu toque, da sua pele, do seu gosto
Dos seus abraços, de te abraçar.
De te segurar até dormir

Da sua beleza, inefável
Do jeito que voce me faz rir
Colocar a palma da sua mão contra a minha,
Das suas unhas roídas…



Passo vontades, doídas, mas que vontades boas!
Mariana Seabra Jun 2022
Ó terra fria e suja,
Com que os vivos me taparam...
Fui acorrentada
       aprisionada
       encaixotada
Cabeça, corpo e alma soterrada,
Quando ainda não tinha idade...
Era bela e tenra a idade para me saber salvar.

A criança que fui, se é que a fui,
Jaz numa campa, jaz lá deitada.
Tornou-se um símbolo de pureza,
Da minha inocência arruinada.
Mal fechou os olhos, soltou-se o último suspiro,
Abriu-se a Terra e ouviu-se em grito:

"És só mais uma pessoa estragada!
Bem-vinda ao mundo real,
Aí em cima, estar partida é requisito.
Desce cá abaixo, atira-te sem medos,
tenho muito para te ensinar!
Aqui somos todos filhos do Diabo,
Dançamos com ele lado a lado,
Aniquilamos o que em nós já estava manchado,
Destruímos a ferro e fogo o ódio e o pecado,
Renascemos livres e prontos para amar.
Anda recuperar a pureza que te tentaram matar!"

Bichos do solo que devoravam
O meu corpo gélido e petrificado.
Via-os passar por cima do meu olhar desesperado,
Comiam o que restava do meu coração.
Quase, quase adormecido...
Quase, quase devorado...
Quase, quase esquecido....
É bom relembrar-me que estou só de passagem,
Enquanto me entrego ao sonho e a esta última miragem
Da violência, da ganância, da frieza, da ignorância,
Que só os vivos desta Terra conseguem revelar.


Acharam eles que me iam quebrar!

Belo truque de ilusionismo!
Foi o que me tentaram ensinar.
Levei metade da vida para me desapegar
De todos os maus ensinamentos que me tentaram pregar.
Mas não sou Cristo para me pregarem,
Prefiro crucificar-me já.
Nem sou Houdini para me escapar,
Prefiro o prazer que ficar me dá.
A minha maneira é mais barbária,
Abri caminho à machadada,
Incendiei a cruz e a aldeia inteira,
Rebentei com o caixão onde estava enfiada.
Fui à busca da liberdade, para longe.
Bem longe, onde não me pudessem encontrar.
Não encontrei a liberdade, essa já a tinha, já era minha.
Mas reencontrei a inocência que há tanto queria recuperar.

Chamem-me bruxa moderna!
Mulher sensitiva, sonhadora, intuitiva,
Que vê além do que os sentidos mostram,
Que sente além da fronteira que nos separa do invisível.
Neta, bisneta, trisneta, tetraneta,
De mulheres poderosas e ancestrais.
Das chamadas "bruxas originais"
Que os cobardes não conseguiram queimar.
E bem que as tentaram erradicar!
Mas a magia sobrevive à História!
Poder senti-la hoje, poder perpetua-la,
Essa será sempre a nossa vitória, pertence a todas as mulheres.

Que venham agora tentar apanhar-me!

Solto-lhes as chamas do Inferno,
Onde os deuses me escolheram forjar.

Ai, a crueldade que este mundo traz...

Só mesmo as pessoas, essa raça sadia que é capaz
De destruir o seu semelhante, manipular o seu próprio irmão,
Sem um único pingo de compaixão.
Pegam na pá, cavam-lhe o precipício,
São os primeiros a empurrarem-no ao chão.
Reparem bem...Disse "pessoas",
Que é bem diferente de "seres-humanos",
Essa é a questão.
Porque quem sabe ser-humano, sabe bem daquilo que escrevo,
Não é indiferente à sua própria condição,
Limitada, defeituosa, machucada.
Basicamente, não valemos nada! Que alívio, admiti-lo.
Loucos são os que vivem na ilusão
De serem superiores aos bichos do solo.
Os mesmos que vos vão devorar os olhos no caixão.

(...)

Ó terra fria e suja
Com que me taparam...
De lágrimas foste regada,
De ti surgiu o que ninguém sonhava,
Um milagre que veio pela calada.
Um girassol!
Com pétalas de água salgada
Que sai pelo seu caule disparada.
És tudo, simultaneamente!
És nascente do rio e és fonte avariada.
Pura água! onde toda a gente mergulhava,
Apesar de não saberem lá nadar.
Não paravam para a beber, quanto mais para a apreciar.

Talvez tenha sido numa noite de luar,
Que conheci uma ave rara...
Uma beija-flor colorida, com olhos castanhos de encantar,
Formas humanas, magníficas,
E uma voz melódica de fazer arrepiar.
Talvez tenha sido num dia de sol,
Que ela me observara, indecisa sobre a partida ou chegada.
Porque é que em mim pousara?
Não sei. Não a questionei.
Fiquei encantada! Estava tão tranquila
Que quase... quase flutuava, como uma pena soprada,
Enquanto ela penicava a minha água salgada,
Banhava-se na minha corrente agitada,
Sentia os mil sabores enquanto a devorava,
Absorvia-me no seu corpo sem medo de nada.
Não havia presente, passado ou futuro!
Só havia eu, ela e as semelhanças que nos representam,
Os opostos que nos atraem e complementam,
O amor que é arrebatador, ingénuo e puro.

Nessa noite, nesse dia, descobri que a água amava!
Como é que posso dizer isto de uma coisa inanimada?
Vejo vivos que já estão mortos,
Submersos nos seus próprios esgotos mentais.
Vejo coisas que estão vivas,
Como a água que nunca pára,
Não desiste de beijar a costa por mais que ela a mande para trás.
Ela vai! Mas sempre volta.
Se o amor não é isso, então que outro nome lhe dás?

Podia jurar que ouvi a água a falar...
Que sina a minha!
Outra que disse que veio para me ensinar.
Envolveu-me nos seus braços e disse:
"Confia! Sei que é difícil, mas confia, deixa-te levar.
A água cria! A água sabe! A água sabe tudo!
Já se banharam nestes mesmos oceanos
Todas as gerações que habitaram este mundo.
É a água que esconde os segredos da humanidade,
Os seus mistérios mais profundos.
É a água que acalma, é a água que jorra, é a água que afoga,
Dá-te vida ao corpo, mas também a cobra."

Não era a água...estava enganada.
Era a minha ave rara quem me falara,
Quem me sussurrava ao ouvido,
Com um tom de voz quase imperceptível mas fluído.
Que animal destemido!
Decidiu partilhar um pouco de si comigo,
Decidiu mostrar-me que pode existir no outro
um porto de abrigo.
Teceu-me asas para que pudesse voar!
E disse "Vai! Voa! Sê livre!",
Mas depois de a encontrar, não havia outro sítio no mundo onde eu preferisse estar.
Ensinou-me a mergulhar, a não resistir à corrente,
A suster a respiração, controlar o batimento do coração,
Desbravar o fundo do mar, sem ter de lá ficar.

Verdade seja dita! Devo ter aprendido bem.
Verdade seja dita! Sempre à tona regressei.

Bem que me tentaram afogar! Eu mesma tentei.

Mas verdade seja dita! Sou teimosa, orgulhosa.
Se tiver de morrer, assim será! Mas serei eu!
Eu e só eu, que irei escolher quando me matar.

Pode parecer sombrio, dito da forma fria que o digo.
Mas verdade seja dita! Sinto um quente cá dentro,
Quando penso na liberdade de poder escolher
A altura certa que quero viver
Ou a altura certa que quero morrer.

(...)

Com as asas que me ofereceu,
Dedico-me à escrita, para que a verdade seja dita.
Da analogia, à hipérbole, à metáfora, à antítese.
Sou uma contradição maldita!
Sou um belo paradoxo emocional!
Prefiro voar só, a não ser quando bem acompanhada.
Porque neste longa jornada,
A que gosto de chamar de "vida" ou "fachada",
Há quem me ajude a caminhar.

Pela dura estrada, às vezes voo de asa dada.
Celebro com a minha ave rara a pureza reconquistada!
Permitimos que as nossas raízes escolham o lugar
Por onde se querem espalhar.
Seja na Terra, no Céu, no Mar.
Somos livres para escolher!
Onde, quando e como desejamos assentar.

(...)

Dizem que em Terra de Cegos,
Quem tem olho é Rei.
Digo-lhes que tinha os dois bem abertos!
Quando ao trono renunciei.

Não quero a Coroa, não ambiciono o bastão,
Não quero dinheiro para esbanjar,
Não quero um povo para controlar.
Quero manter o coração aberto!
E que seja ele a liderar!
Deixo o trono para quem o queira ocupar.
Para quem venha com boas intenções,
Que saiba que há o respeito de todo um povo a reconquistar.
Quem não tenha medo de percorrer todas as ruas da cidade,
Da aldeia, do bairro... desde a riqueza à precaridade.
Para quem trate com equidade todo o seu semelhante,
Seja rico ou pobre, novo ou velho, gordo ou magro,
inteligente ou ignorante.
Vamos mostrar que é possível o respeito pela diversidade!

Governemos juntos! Lado a lado!

(...)

O reflexo na água é conturbado...
Salto entre assuntos, sem terminar os que tinha começado.
Nunca gostei muito de regras e normas, sejam líricas, sociais ou gramaticais.
No entanto, quanto mais tempo me tenho observado,
Mais vejo que há um infinito em mim espelhado.
Sou eterna! Efémera...
Só estou de visita! E, depois desta vida,
Haverá mais lugares para visitar, outras formas para ser.
Só estou de visita! É nisso que escolho acreditar.
Vim para experienciar! Nascer, andar, correr,
Cair, levantar, aprender, amar, sofrer,
Repetir, renascer...

Ah! E, gostava de, pelo menos, uma grande pegada deixar.
Uma pegada bem funda, na alma de um outro alguém,
Como se tivesse sido feita em cimento que estava a secar.
Uma pegada que ninguém conseguirá apagar.

E, se neste mundo eu não me enquadrar?

Não faz mal! É porque vim para um novo mundo criar.
Para ser a mudança que ainda não existe,
Para ter o prazer de vos contrariar.

Sou feita de amor, raiva, luz, escuridão, magia,
Intensidade que vibra e contagia.
Giro, giro e giro-ao-sol, enquanto o sol girar.
Mesmo quando ele desaparece, para que a nossa lua possa brilhar.

Quem, afinal, diria?
Que o amor que me tentaram assassinar,
Cresceu tão forte em agonia
Que tornou-se tóxico, só para os conseguir contaminar.
E inundar, e transbordar, quem sabe, para os mudar.
Como que por rebeldia, estou habituada a ser a que contraria.
Prefiro fazer tudo ao contrário!
Em vez de me deixar ser dominada, prefiro ser eu a dominar.
Mais depressa me mantenho fiel à alma que me guia,
Do que a qualquer pessoa que me venha tentar limitar.
Nunca fui boa a ser o que o outro queria.
Nunca foi boa a reduzir-me, para me certificar que no outro haveria um espaço onde eu caberia.

Uma mente que foi expandida
Jamais voltará a ser comprimida!
Nunca mais será enclausurada! Num espaço fechado
                                                         ­                         pré-programado
                         ­                                                         condicio­nado
Cheio de pessoas com o espírito acorrentado,
Que se recusam a libertar das suas próprias amarras,
Quebrar antigos padrões, olhar para fora da caverna,
Em direção ao mundo que continua por ser explorado.

"Então é aqui a Terra? O tal Inferno que me tinham falado!"

Sejam livres de prisões!
Revoltem-se, unam-se, libertem-se!
A vocês e aos vossos irmãos!
Vão ao passo do mais lento!
Certifiquem-se que ninguém fica para trás!
Sejam fortes e valentes!
Mostrem que, com todos juntos,
A mudança será revolucionária e eficaz!
Apoiem-se uns aos outros!
Não confiem no Estado!
Dêem a mão uns aos outros, sejam o apoio que vos tem faltado!

(...)

Carrego a luz que dei à vida e, reclamo-a para mim.
Não me importo de a partilhar,
Faço-o de boa vontade!
Este mundo precisa de menos pessoas e mais humanidade.
Esta humildade, esta forte fragilidade,
Brotou das mortes que sofri, de todos os horrores que já vi.
Brotou força, de todas as lutas que sobrevivi.
Brotou sabedoria, de todos os erros que cometi,
De todos aqueles que corrigi, e dos que ainda não me apercebi.

Criei-me do nada.
Resisti!
Como uma fénix sagrada e abençoada,
Moldei-me sem fim, nem começo...
Queimei o passado, sem o ter apagado.
Ensinei-me a manter os olhos para a frente.
Permiti-me à libertação!
De enterrar o que me tentou destruir anteriormente.

Moro no topo da montanha.
Amarela, azul, verde e castanha.
A tal montanha que só por mim é avistada,
No novo mundo que criei para a minha alma cansada.

Moro no topo de céu.
Numa casa feita de girassóis sem fim, nem começo...
Que plantei para oferecer à minha ave rara,
Ao meu beija-flor colorido. O meu beija-flor preferido!
Que me veio ensinar que o amor existe.
Afinal ele existe!
E é bruto. Intoxicante. Recíproco.
Mas nem sempre é bonito.
Seja como for, aceito o seu amor!

Este dedico-te a ti, minha beija-flor encantada.
Tu! Que me vieste manter viva e apaixonada.
Porque quando estás presente,
A Terra não é fria, nem enclausura. Ao pé de ti, posso ser suja!
Acendes a chama e fico quente!
Porque quando estás presente,
Iluminas-me a cabeça, o corpo, a alma e a mente.
Porque quando estás presente,
Sinto que giro-ao-sol e ele gira cá.
E, se existe frio, não é da Terra.
É o frio na barriga!
Por sentir tanto amor! é isso que me dá.
Rui Serra Jun 2014
Existo no tempo
e vejo a cidade
sem abrigo
nua e fria
e fico
aqui

Vanno verso le Terme di Caracalla
giovani amici, a cavalcioni
di Rumi o Ducati, con maschile
pudore e maschile impudicizia,
nelle pieghe calde dei calzoni
nascondendo indifferenti, o scoprendo,
il segreto delle loro erezioni...
Con la testa ondulata, il giovanile
colore dei maglioni, essi fendono
la notte, in un carosello
sconclusionato, invadono la notte,
splendidi padroni della notte...

Va verso le Terme di Caracalla,
eretto il busto, come sulle natie
chine appenniniche, fra tratturi
che sanno di bestia secolare e pie
ceneri di berberi paesi - già impuro
sotto il gaglioffo basco impolverato,
e le mani in saccoccia - il pastore
migrato
undicenne, e ora qui, malandrino e
giulivo
nel romano riso, caldo ancora
di salvia rossa, di fico e d'ulivo...

Va verso le Terme di Caracalla,
il vecchio padre di famiglia, disoccupato,
che il feroce Frascati ha ridotto
a una bestia cretina, a un beato,
con nello chassì i ferrivecchi
del suo corpo scassato, a pezzi,

rantolanti: i panni, un sacco,
che contiene una schiena un po' gobba,
due cosce certo piene di croste,
i calzonacci che gli svolazzano sotto
le saccocce della giacca pese
di lordi cartocci. La faccia
ride: sotto le ganasce, gli ossi
masticano parole, scrocchiando:
parla da solo, poi si ferma,
e arrotola il vecchio mozzicone,
carcassa dove tutta la giovinezza,
resta, in fiore, come un focaraccio
dentro una còfana o un catino:
non muore chi non è mai nato.
Dryden Apr 2018
Sinto-me cansado, talvez nem neja cansaço,
É que todos os dias eu escrevo
Nem que seja o mais pequeno pedaço,
Na esperança de elaborar a melhor rima
Que exprima a dor dos meus fracassos.

Portanto eu insisto e deposito o que sinto,
Inconscientemente por instinto,
odeio-me porque minto
Engulo as minhas falhas como absinto.
Embriagado, caio deitado, ja vejo tudo desfocado,
Fecho os olhos, olho para dentro, fico assustado.

Cortava qualquer membro,
Se me prometessem sentir descansado,
Com uma visão mais clara
Do que se passa ao meu lado.

Todos os pensamentos de ontem ou do passado,
Repetem-se hoje como seria de esperado,
Estado mental em auto-piloto, caio desesperado.

Procuro na escrita algum alivio, algum silencio ,
Algo que á vida me faça sentir conectado.
Tento ir aos confins do meu subconsciente  
Desdobrar os efeitos dele no presente.

Sinto arrepios com a vibração do mundo
Enjoa-me a forma como escondemos a cara quando pecamos,
Como enterramos e oprimimos aquilo que condenamos
Como baseados em mentiras,
construímos verdades que agora acreditamos.

Sei que faço o mesmo, mas já o fiz mais,
talvez seja algo intrínseco a todos os animais,
escolhemos o caminho mais facil,
onde pensamos estar a fugir da dor
mas a resignação é um veneno
que nos torna incompatíveis e sem sabor.

Acumulamos mascaras, crucificamos o nosso bem estar
deixamo-nos mentalizar que temos de nos adaptar,
perdemos a essência, para uma sociedade de aparencias,
que temos consciência que nos esgotara a paciência.

As vezes o mais importante é ter um amigo,
outras vezes um simples antiquado papel.
O perfeito é encontrares uma alma,
E que possas fazer dela uma tela ,
Onde pintas a tua alma nua e deixas a tua chancela.

Alguém com quem promessas são feitas e recusadas,
Ou mal feitas e quebradas
No entanto insistimos em usa-las.

A eternidade delas é coisa de anjos
Não de mortais perdidos e inconstantes
Egoístas e ignorantes.
Somos apenas meras penas com destinos semelhantes.

Que envelhecem com as estaçoes
E que rejuvenescem com as ilusões.

A minha alma penso eu que já é velha
Com uma voz grave e rouca da exaustão
Transportada num corpo jovem fruto da reprodução.

Sinto que trouxe algo de novo ao meu ancião interior,
Que apesar das suas enumeras vidas sente constante pavor,
Trouxe-lhe frutos proibidos aos quais ele não estava habituado
Então ele sussurra aos meus ouvidos um grito angustiado
O que a estas horas estou a fazer acordado (?)

Então eu respondo-lhe,
Esta noite decidi voltar a pecar.
Que direito tenho eu de escrever e de me libertar ?

Tens razão, devia ficar quieto no meu canto,
Adormecer com a mente vazia de vez em quando.
No entanto gosto de te incomodar
E nos teus sonhos sem tu saberes participar,
Fiquei desiludido com a imagem que tens sobre mim
Quando me mostraste o espelho,
Julguei ter visto o meu fim.
Acho que tu me odeias, eu até gosto de ti ,
podias falar mais comigo, deixaria de te atacar,
Mas o teu silencio enerva-me, da-me vontade de te sufocar
Com a crueza do meu ser que tu tentas limitar.

Foi bom contigo hoje dialogar
Ou comigo monologar
Não passas de um grito que eu com versos consigo abafar.
Dayanne Mendes Jul 2015
Você, meu lindo
Que com palavras bonitas
Me confunde
Me ilude
E eu, mesmo sabendo disso
Estou apenas vivendo o amor
Tão impossível
Eu olho você
E vejo tanto
No fundo dos seus olhos
Eu vi tanta beleza
Fico absorta, não me movo
Que ilusão mais bonita
Você
hi da s Oct 2017
hoje eu acordei achando que as rosas da minha vida iam se entupir de água da chuva. e até que sim, mas quis dizer o que mesmo?

contente demais pra mascarar meu sentimento na busca de palavras precisas ou convidativas.

hoje eu to eu, só que com mais alguém.
o outro eu que fumou da natureza e tá em sintonia com alguma coisa.

mas é estranho que sinto as vezes uma relutância em querer voltar pro zero e nada. ou é alguma outra coisa nova que preciso passar na vida.

tudo que eu sei, eu fico com pé atrás. as vezes o negócio é mais no fundo. muito além do que eu possa imaginar.

queria só saber escrever as coisas mais lindas pra daí eu ficar contente.

olha só, me perdi totalmente do porque vim escrever aqui. só queria dizer que vale a pena registrar: hoje eu fui muito produtiva. muito além do que nos últimos dias. mas fluiu sem doer e me senti super bem. e acho que é isso.
drogada
Victor Marques Jun 2018
Quando adormeço sonho e fico sem pensamento,
Nem olho para a lua que fica muito distante,
Ruídos das árvores nao  sentidos,
Deixo de perceber os momentos vividos.


Deixo de olhar os charcos de tons esverdeados,
A Luz solar também nada alumia,
Perdido no sonho tudo fica esquecido,
A natureza também sente pouca alegria,
Com a noite os esquilos ficam empoleirados,  
Eu perdido num sonho sem futuro já passado...

As estrelas todas as noites acordadas,
Com facetas diferentes quando há trovoadas,
Eu perdido com sonhos e adormecido  simplesmente,
Me revejo com sono num sonho diferente...

Victor Marques
sonho, noite, natureza, sono
Mariah Tulli Jan 2019
Estamos sempre à procura, sigo tentando entender o motivo de querermos sempre estar com alguém, penso eu que em todas as ruas dessa cidade as vezes barulhenta e as vezes calma, tem alguém olhando ao redor a procura daquele amor, que é tão leve como a brisa de um vento. São duas da tarde e eu ainda nem almocei, porque fico procurando motivos para me movimentar nesse dia tão calorento. Ingerir algo pra me nutrir parece ser um bom motivo, mas nesse momento nem isso estou fazendo questão. A procura continua, porque agora já são duas da manhã e eu ainda não to satisfeita, pode ser porque não comi nada o dia inteiro, ou algumas línguas irão dizer que é porque eu ainda preciso aprender a me amar mais... acho que acredito mais na segunda opção mesmo. A questão toda é: sair pra jantar e talvez te achar ou ficar em casa pra me encontrar? Ultimamente tenho feito as duas coisas, tento me encontrar no meio desses livros e incensos acesos, ou até por meio dos sonhos, que muitos já me mostraram onde estou, só não sei pra onde preciso ir, talvez seja jantar mesmo, vai que nesse caminho das ruas dessa cidade eu me encontro e de quebra te acho.
dead0phelia Aug 2023
desde os 12 elizabeth bishop me ensinou que tudo bem perder as coisas
ter que fazer o movimento contrário
do meu corpo
da minha cabeça
e dos meus pés
dói muito
entao quanto antes eu te deixar ir melhor
melhor pra que as pessoas nesse plano espiritual possam pagar seus pecados e libertar suas gerações
melhor pra que eu possa me esconder nos dias
melhor pra que eu preste atenção na cor da água da torneira
"eu queria ser corriqueira" disse pra vânia aquela tarde que passei no brechó
"mas como assim menina" menos coerente, mais passageira, desabitada
mas a verdade é que eu fico
com muita força
e eu sempre fico tempo demais
e preencho muito espaço assim como sou muito preenchida por tudo
por que diabos não escolhi voltar nessa vida como cabides?
Mariana Seabra Mar 2022
Peço desculpa pelos meus extremos.

Tenho tanta urgência em mim,

Tanto desespero,

Sei lá eu de quê.




Às vezes sinto-me sufocada dentro de mim mesma,

às vezes tenho duas mãos à volta do pescoço

e nem penso em me debater para as retirar.

Sempre fui um pouco masoquista, sempre consegui encontrar na

dor uma forma de a admirar.



São sensações que aparecem subitamente,

sinto o meu corpo a entrar numa agressiva combustão

que me arde em todo o lado e, logo depois, se esvanece

num grito calado.



E de repente,  

Fico demasiado pequena

Para aguentar o calor da minha própria erupção.



E esta alma inquieta luta,  

Protesta,

Escraviza-me,

Nem sequer me escuta,

Só arranha as paredes dentro de mim

À procura duma fenda por onde se escapar.




Mas porque me quer ela abandonar?!

  

Eu sei, e quero deixá-la ir!


Para a roda da fortuna que a veio seduzir, para o penhasco de onde

ela se quer mandar.

Sem sequer se questionar se terá uma rede por baixo que a vá

amparar.



Sempre fui assim, muita emoção e pouca razão.

Impulsiva, selvagem, bruta, desmedida,

em todos os assuntos que se relacionam com o coração.



“C(ALMA)”…grito-lhe de volta.



E afinal, ela ouve,

Mas não quer saber.



Às vezes dou por mim a chorar

Sem me aperceber de como comecei

E sem qualquer noção

De como irei parar.



Às vezes sinto a sua dor,  

E choro com ela,  

Enquanto ela me implora por uma última dança  

Contigo.



Enquanto eu lhe imploro

Algo muito semelhante.

Algo que se assemelhe a um porto de abrigo.



MAS CALMA NA ALMA!

Dobra os extremos

Junta-os num ponto não tão distante.

E assim, bailemos,

Sem fazer do amor um bailado agoniante.



Pois só no meio termo é que se dança bem quando pretendes dançar com uma acompanhante.
Vanno verso le Terme di Caracalla
giovani amici, a cavalcioni
di Rumi o Ducati, con maschile
pudore e maschile impudicizia,
nelle pieghe calde dei calzoni
nascondendo indifferenti, o scoprendo,
il segreto delle loro erezioni...
Con la testa ondulata, il giovanile
colore dei maglioni, essi fendono
la notte, in un carosello
sconclusionato, invadono la notte,
splendidi padroni della notte...

Va verso le Terme di Caracalla,
eretto il busto, come sulle natie
chine appenniniche, fra tratturi
che sanno di bestia secolare e pie
ceneri di berberi paesi - già impuro
sotto il gaglioffo basco impolverato,
e le mani in saccoccia - il pastore
migrato
undicenne, e ora qui, malandrino e
giulivo
nel romano riso, caldo ancora
di salvia rossa, di fico e d'ulivo...

Va verso le Terme di Caracalla,
il vecchio padre di famiglia, disoccupato,
che il feroce Frascati ha ridotto
a una bestia cretina, a un beato,
con nello chassì i ferrivecchi
del suo corpo scassato, a pezzi,

rantolanti: i panni, un sacco,
che contiene una schiena un po' gobba,
due cosce certo piene di croste,
i calzonacci che gli svolazzano sotto
le saccocce della giacca pese
di lordi cartocci. La faccia
ride: sotto le ganasce, gli ossi
masticano parole, scrocchiando:
parla da solo, poi si ferma,
e arrotola il vecchio mozzicone,
carcassa dove tutta la giovinezza,
resta, in fiore, come un focaraccio
dentro una còfana o un catino:
non muore chi non è mai nato.
Mariana Seabra Mar 2022
Acho curioso como, só na língua portuguesa, existem mais de 450 000 palavras e, é impossível manter uma conta exata porque todos os dias são criadas palavras novas.

E por muitas palavras que se tenham criado ao longo da existência da linguagem verbal, muitas das vezes, continuam a ser todas insuficientes para nos expressarmos, para chegarmos ao outro, para que ele nos entenda ou àquilo que tentamos transmitir. Curioso, não é? Nem sempre a abundância serve de muito se não soubermos como a repartir.

Há coisas que não podem ser escritas…Descritas…Mas é tão bonito  tentar!

Há coisas que nasceram para serem faladas, outras para serem simplesmente observadas, outras para serem sentidas, outras para serem ignoradas…Mas há sempre muito mais, muito mais para além do que se vê e do que se pode compreender.

Quantas mais palavras me passam pela cabeça, menos vontade tenho de as escrever. Quanto mais enrolada estiver no meio das emoções, menos vontade tenho de falar sobre elas.

Não acredito que algum dia se possa ter dito tudo, há sempre mais, muito mais.

Mas às vezes, parece que não há nada mais a escrever ou a comunicar. (Mas quem estou eu a tentar enganar?!)

A escrita é só outro abrigo para onde fujo da vida. Um bom abrigo, sim, mas o que acontece quando não quero fugir da vida e sim entrar nela de cabeça?

Ora, aí fujo da escrita!

Talvez seja nesses mesmos momentos em que não consigo escrever nada. Como se não me lembrasse de uma única palavra entre as 450 000 existentes. Nos momentos em que mais quero saltar para a vida, agarrá-la e abraçá-la, senti-la simplesmente, como se nunca me tivessem ensinado o que são as palavras e como as posso utilizar. Há momentos em que não sinto que as precise de usar, então, abro o caderno, olha para a página em branco e, fico só a contemplar.  

Neste momento, parei de perseguir a vida para a poder vir escrever, porque tenho sempre algo mais que quero dizer. E curioso, há muito mais em mim que se pode ler sem ter de carregar o peso de uma única palavra.  

Há uma linguagem secreta entendida por toda a gente, uma linguagem universal e paciente, mas só pode ser compreendida no silêncio, na beleza do olhar, em duas mãos entrelaçadas ou entre lábios que se estão prestes a beijar.
Vanno verso le Terme di Caracalla
giovani amici, a cavalcioni
di Rumi o Ducati, con maschile
pudore e maschile impudicizia,
nelle pieghe calde dei calzoni
nascondendo indifferenti, o scoprendo,
il segreto delle loro erezioni...
Con la testa ondulata, il giovanile
colore dei maglioni, essi fendono
la notte, in un carosello
sconclusionato, invadono la notte,
splendidi padroni della notte...

Va verso le Terme di Caracalla,
eretto il busto, come sulle natie
chine appenniniche, fra tratturi
che sanno di bestia secolare e pie
ceneri di berberi paesi - già impuro
sotto il gaglioffo basco impolverato,
e le mani in saccoccia - il pastore
migrato
undicenne, e ora qui, malandrino e
giulivo
nel romano riso, caldo ancora
di salvia rossa, di fico e d'ulivo...

Va verso le Terme di Caracalla,
il vecchio padre di famiglia, disoccupato,
che il feroce Frascati ha ridotto
a una bestia cretina, a un beato,
con nello chassì i ferrivecchi
del suo corpo scassato, a pezzi,

rantolanti: i panni, un sacco,
che contiene una schiena un po' gobba,
due cosce certo piene di croste,
i calzonacci che gli svolazzano sotto
le saccocce della giacca pese
di lordi cartocci. La faccia
ride: sotto le ganasce, gli ossi
masticano parole, scrocchiando:
parla da solo, poi si ferma,
e arrotola il vecchio mozzicone,
carcassa dove tutta la giovinezza,
resta, in fiore, come un focaraccio
dentro una còfana o un catino:
non muore chi non è mai nato.
Mariah Tulli Nov 2018
As vezes percebo que eu não sei nada do que tá acontecendo na minha vida, sempre que parece estar tudo bem, quando vou a fundo, vira caos... fico me perguntando se um dia isso se normaliza. Creio eu que não, que a cada tempo que passa as coisas vão se tornando mais difíceis e assim a vida segue. Mas qual o momento que podemos nos permitir ser fracos, digo fracos porque a sociedade assim a entende, mas quero dizer na verdade, nos permitir sentir, qual o momento? Estou aqui me julgando por um ato que fiz e não gostaria que os outros fizessem comigo, mas todo mundo erra né, e aprende com seus erros. **** happens all the time and of course we can predict some things, but some times the ego grows up in our head and takes the lead, that’s bad, but it happens and we have to accept that. So you have to embrace this guilty and turns into power to don’t do this again, and one more time, learn from your mistakes. That’s all folks
dead0phelia Nov 2022
rejeição é uma das palavras mais afiadas que já provei. toda vez que não sou escolhida, ou que sou deixada pra trás, toda vez que sou abandonada, sinto doer uma dor de como se eu estivesse sendo cortada inteira em centenas de fatias impossíveis de serem realocadas depois. fico pensando se isso pode ter a ver com todas as vezes que meu pai não apareceu ou se tem a ver com as vezes que minha mãe esqueceu de me buscar na escola. e aí eu insisto muito no ser que não me quer porque fiquei craque na arte de esperar sozinha, no portão com o porteiro que não tava recebendo hora extra pra estar ali até tarde da noite. e agora ficamos eu e o porteiro imaginário esperando o ser amado me levar pra casa e sinto ódio como quando pequena mas permaneço imóvel
dead0phelia Feb 2020
o gosto que fica quando você vai embora
a ausência que sinto em tudo que você diz
o medo que estampa as suas pupilas
suas mãos finas a me segurar
mas sem nunca me prender
já eu se pudesse te agarrava pelas pernas
mas fico inerte a observar
e aprendo a me contentar
com o gosto que fica quando você vai embora

— The End —