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Nulla di ciò che accade e non ha volto
e nulla che precipiti puro, immune da traccia,
percettibile solo alla pietà
come te mi significa la morte.
Il vento ricco oscilla corrugato
sui vetri, finge estatiche presenze
e un oriente bianco s'esala
nei quadrivi di febbre lastricati.
Dalla pioggia alle candide schiarite
si levano allo sguardo variopinto
blocchi d'aria in festevoli distanze.
Apparire e sparire è una chimera.
È questa l'ora tua, è l'ora di quei re
sismici il cui trono è il movimento,
insensibili se non al freddo di morte
che lasciano nel sangue all'improvviso.
Loro sede fulminea è qualche specchio
assorto nella sera, ivi s'incontrano,
ivi si riconoscono in un battito.
Sei certa ed ingannevole, è vano ch'io ti cerchi,
ti persegua di là dai fortilizi,
dalle guglie riflesse negli asfalti,
nei luoghi ove l'amore non può giungere
né la dimenticanza di se stessi.
bk Feb 2015
I:
qualsiasi cosa veloce ed estrema mi attrae inevitabilmente. spesso&volentieri; penso agli incendi, agli scontri frontali, alle montagne russe, alle droghe sintetiche.
II:
io&te; in un pozzo di luce, tra piante esotiche e farfalle tropicali più grandi dei palmi delle nostre mani messe assieme. viviamo in questa casa di vetro da sei anni&abbiamo; dimenticato i nostri nomi.
III:
i fantasmi hanno smesso di esistere dal momento in cui hai smesso di esistere in ciò che sogno la notte. il mio cuore è disinfestato&i; suoi inquilini hanno tirato un sospiro di sollievo, spalancando le finestre.
IV*:
avevo sette anni quando ** trovato quei denti in giardino. li nascosi molto meglio&nessuno; ne ebbe più traccia.
Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.
Perché ancora alla mente
traccia sopporto corporale d'ieri,
premere con la mano ritemprata
questo sasso mi è dolce
come a provare il fascino di Dio.
Rivedrò i lutti, ovali
miracolosi delle donne spente
nel mio dritto abbandono.
E il volto di Maria
risuonerà nelle sue note piene.
La terra era pur dolce
al mio lento sviluppo
e più cara che all'uomo se la fine
mi sollevava dalla riprensione.
Per cadenzare armonico il mio passo
sopra la sabbia, vale ch'io risorga.
La nave arrivò come un cavallo volante, in un momento inesatto
Il nostro fratello marinaio, del Pantheon dei Poeti, era a bordo
Jean Pierre Basilic Dantor Frankétienne D’Argent
Chi ha scritto, in fretta, l'ultimo atto
Miracolosamente, finì in porto
Entrò e se ne andò senza dire una parola, senza soldi
Senza i suoi capolavori, senza una casetta
La vita è così: ce ne andiamo in qualsiasi momento dell'anno.

Kalfou te kindeng miwo, miba ye.

Frankétienne non se n'è andato
È da qualche parte, a Ravine-Sèche, Haiti, per le strade
La sua ispirazione è nello spettacolo "Le Point"
Non abbiamo altra scelta che prenderci cura di noi stessi
Dalla sua memoria, dalla sua invenzione e dalla sua immaginazione
Frankétienne era un genio haitiano, poeta, drammaturgo e spiralista
Ministro della cultura, paroliere, cantante, pittore e artista
Il suo nome era una frase molto, molto lunga
E le sue parole facevano ridere la gente fino all'estasi.

Kalfou te kindeng miwo, miba ye.

Mentre era in vita, non aveva ottenuto la sua piccola casa
Era un genio leggendario che sfidava l'immaginazione
Dittatori, l'ordinario, l'insolito e l'astratto
Diventare un mapou, un baobab. Wendell direbbe
Che potomitan! Che cattedrale! Che cittadella!
Parafrasando il figlio del direttore di McDonald's
"Se cadi, impara a rialzarti in fretta"
La tua caduta, lascia che la tua caduta diventi un cavallo, il tuo cavallo.
Per continuare il viaggio", l'escursione.

Kalfou te kindeng miwo, miba ye.

"Ogni minuto conta dopo i cinquanta"
Frankétienne una volta disse, dal momento che puoi andare
In qualsiasi momento, in qualsiasi momento
'Galaxy plomb gaillé', non lontano dal nadir
Una traccia invisibile sulla testa come Valentino o Tino Rossi
Frankétienne non c'è più, l'artista se n'è andato
Rimane più che mai un Essere nuovo
Il gigante, lo scrittore, l'attore, il paroliere
È vestito con le bretelle come un grosso ***** bianco
Non come un mostro alla Dr. Frankenstein. Come un mafioso
Come un ladro, la nave era come un cavallo volante. È la morte
Che ci minaccia come se avessimo torto
Piangiamo, piangiamo ora come una madre in lutto
Per questo ottantenne avanzato, per questo principe della luce.

Kalfou te kindeng miwo, miba ye.

P.S. Un omaggio a Frankétienne e alla sua famiglia, a Wendell Théodore
E compagnia, a Radio Métropole e a tutti i buoni Haitiani.
Le mie più sentite condoglianze a tutti! Siediti e lascia che la terra voli!
Questa è una traduzione di:
‘Le Navire Est Venu À Cheval Ou Hommage Au Fameux Poète Frankétienne’
‘The Ship Came Like A Flying Horse or Homage to the Famous Poet Frankétienne’

Copyright © Febbraio 2025, Hébert Logerie, Tutti i diritti riservati.
Hébert Logerie è autore di diverse raccolte di poesie.
Nulla di ciò che accade e non ha volto
e nulla che precipiti puro, immune da traccia,
percettibile solo alla pietà
come te mi significa la morte.
Il vento ricco oscilla corrugato
sui vetri, finge estatiche presenze
e un oriente bianco s'esala
nei quadrivi di febbre lastricati.
Dalla pioggia alle candide schiarite
si levano allo sguardo variopinto
blocchi d'aria in festevoli distanze.
Apparire e sparire è una chimera.
È questa l'ora tua, è l'ora di quei re
sismici il cui trono è il movimento,
insensibili se non al freddo di morte
che lasciano nel sangue all'improvviso.
Loro sede fulminea è qualche specchio
assorto nella sera, ivi s'incontrano,
ivi si riconoscono in un battito.
Sei certa ed ingannevole, è vano ch'io ti cerchi,
ti persegua di là dai fortilizi,
dalle guglie riflesse negli asfalti,
nei luoghi ove l'amore non può giungere
né la dimenticanza di se stessi.
Nulla di ciò che accade e non ha volto
e nulla che precipiti puro, immune da traccia,
percettibile solo alla pietà
come te mi significa la morte.
Il vento ricco oscilla corrugato
sui vetri, finge estatiche presenze
e un oriente bianco s'esala
nei quadrivi di febbre lastricati.
Dalla pioggia alle candide schiarite
si levano allo sguardo variopinto
blocchi d'aria in festevoli distanze.
Apparire e sparire è una chimera.
È questa l'ora tua, è l'ora di quei re
sismici il cui trono è il movimento,
insensibili se non al freddo di morte
che lasciano nel sangue all'improvviso.
Loro sede fulminea è qualche specchio
assorto nella sera, ivi s'incontrano,
ivi si riconoscono in un battito.
Sei certa ed ingannevole, è vano ch'io ti cerchi,
ti persegua di là dai fortilizi,
dalle guglie riflesse negli asfalti,
nei luoghi ove l'amore non può giungere
né la dimenticanza di se stessi.
Perché ancora alla mente
traccia sopporto corporale d'ieri,
premere con la mano ritemprata
questo sasso mi è dolce
come a provare il fascino di Dio.
Rivedrò i lutti, ovali
miracolosi delle donne spente
nel mio dritto abbandono.
E il volto di Maria
risuonerà nelle sue note piene.
La terra era pur dolce
al mio lento sviluppo
e più cara che all'uomo se la fine
mi sollevava dalla riprensione.
Per cadenzare armonico il mio passo
sopra la sabbia, vale ch'io risorga.
Perché ancora alla mente
traccia sopporto corporale d'ieri,
premere con la mano ritemprata
questo sasso mi è dolce
come a provare il fascino di Dio.
Rivedrò i lutti, ovali
miracolosi delle donne spente
nel mio dritto abbandono.
E il volto di Maria
risuonerà nelle sue note piene.
La terra era pur dolce
al mio lento sviluppo
e più cara che all'uomo se la fine
mi sollevava dalla riprensione.
Per cadenzare armonico il mio passo
sopra la sabbia, vale ch'io risorga.
Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.
Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.
Domenico Feb 19
In mosaico di mondo, ciascuno
splende, frammento che rimane smosso.
Ma nel quadro, senso si scopre pruno:
senza'l tutto, resta vuoto addosso.

Ogni persona ha storia unica,
c'arricchisce chi ha forza di sentir.
L'inclusione accoglie, non giudica,
plasma, com'onda che riva va' fluir.

Luce, ombra di pregiudizio scaccia,
lumeggi verità a volti, critica
colori, che al razzismo minaccia.

Come tronco, società già radica
costumi e, in rami, presto traccia
futuro; diversità sì amica.

— The End —