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tangshunzi Jun 2014
<p><p> Io non so voi .ma il mio calendario è pieno zeppo di occasioni speciali di questa primavera - bambino docce .lauree .matrimoni - è il nome .** intenzione di esso !Mi piace aiutare gli amici impostare i loro eventi .così ** sempre prendere nota di eventuali tutorial per composizioni floreali .Questo fresco .succulento centrotavola fai da te da Bare Root Flora \u0026 Laura Murray fotografia è esattamente quello che sto cercando !Non perdere nessuna delle graziosa nella galleria .<p> Condividi questa splendida galleria Da Robyn : Primavera offre una tale generosità incredibile di bellissimi fiori che non abbiamo potuto resistere alla possibilità di riunire alcuni dei nostri preferiti per creare un lussureggiante primavera centrotavola perfetto per i tanti incontri che accadonoin questo periodo dell'anno : docce .feste di laurea .festa <b>abiti da sposa 2014</b>  della mamma e altre occasioni speciali !<p>è? nostro preferito opacoènave ?pezzo di filo di pollo abbastanza grande da creare una forma abbastanza stretta nel vostro contenitoreè? nostra di cinque tipi di vostri fiori preferiti .Provate a variare la forma un po 'così che alcuni sono morbidi e soffici.alcuni hanno una linea più lunga .alcuni sono più grandi .alcuni sono più piccoli .alcuni sono viney in natura.Variety rende la disposizione bellissimo !Abbiamo usato peonie.lillà .rose spray.tulipani .clematis e rami apple blossom .è? Ne o due tipi di fogliame.Sentitevi liberi di foraggiare dal vostro giardino di fiori e foglie !Abbiamo usato Dusty Miller e geranio profumato .è?coltello floreale o alcuni tagliatori -no forbici!Forbici danno gambo di un fiore .che vieta da bere correttamente .<p><p> Il primo passo per qualsiasi composizione floreale stupendo è quello di preparare i vostri fiori !Assicuratevi di pulire fuori qualsiasi fogliame che cadrà al di sotto della linea di galleggiamento .Foglie in acqua incoraggeranno la crescita di batteri .che accorciare la vita del vostro arrangiamento .<p> successivo .preparare il contenitore .Piegate il filo di pollo per adattarsi perfettamente all'interno del contenitore .Il filo di pollo agisce come una griglia per tenere i vostri fiori dove vuoi .dando il vostro disegno la forma desiderata .<p> Iniziare con la raccolta e l'immissione alcuni dei vostri grandi .soffici fiori in un gruppo qui .peonie e rose a spruzzo.Dà la disposizione  <a href="http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-2014-c-13"><b>abiti da sposa 2014</b></a>  un bel punto focale .Successivamente.aggiungere in alcuni dei vostri fiori lungo linea ( nel nostro pezzo abbiamo usato il lillà e tulipani ) .Utilizzare i fiori lungo linea per creare una forma giardino - esque selvaggio .Il movimento è fondamentale .lasciate i fiori raggiungere e picchiata !Darà il suo  <a href="http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-corti-c-49"><b>abiti da sposa corti</b></a>  pezzo così tanto la vita !<p> Trasforma il tuo imbarcazione in cerchio lenti come si progetta .continuando ad effettuare i tuoi più grandi.soffici fiori un po 'più basso .con i vostri fiori linea leggermente più alto .Inizia a riempire con le tue chiome .<p> Abbiamo terminato il nostro accordo con rami di mele e clematidi .La clematide viney è il tocco finale perfetto .Abbiamo lasciato la nostra sbirciare sopra le nostre altri fiori per dare al pezzo un aspetto molto selvaggio .Fotografia <p> : Laura  <p><a href="http://www.belloabito.com/goods.php?id=674" target="blank"><img width="240" height="320" src="http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/1/4609935353535395473.jpg"></a></p>  Murray Fotografia | Fiori: radice nuda FloraBare Root Flora è un membro del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Bare Root Flora VIEW</p>
DIY Lush Primavera Centrotavola_vestiti da sposa
Diego Scarca Mar 2010
Quando la sera scende
sulle nostre spalle come un manto
che non avremmo voluto portare,
non chiedermi di cercarti,
non chiedermi d'amare.

Quando la sera ci inietta nelle vene
la droga che ci fa tremare,
come una carezza perduta,
l'amore che avremmo dovuto amare,
lasciami vagabondare
per le vie in salita,
lasciami sbattere la testa
contro un muro,
lasciami insicuro, ubriaco,
contento di sbagliare.

Quando la sera scende
sulle nostre spalle in un minuto
nel quale non ci saremmo voluti tuffare,
non chiedermi di tornare.
Lascia che come volute di fumo,
come esalazioni nerastre,
le tenebre mi avviluppino
e mi s'offuschi la vista.

Che come un cane fiuti
la mia pista e con la morte
giochi a scacchi la mia partita.
Che un tossicomane m'abbagli,
che una prostituta o un pederasta
m'accostino, che una donna
che credevo morta
mi chieda aiuto dall'oltretomba,
da un'altra vita.

Quando la sera scende sui nostri sbagli
come dita che sentiamo chiudersi
in una stretta, come il viaggio
che non avremmo voluto fare,
come le cose a cui abbiam dovuto
rinunciare troppo in fretta,
come tutte le altre sere,
come ogni sera,
la stessa fitta, la stessa febbre,
un'euforia smarrita...

Quando la sera come un manto
scende sulla nostra vita,
lascia che questo manto
io non lo sopporti,
lascia che cerchi
di scrollarmelo di dosso,
lascia che a più non posso
io mi metta a gridare.
Diego Scarca, Architetture del vuoto, Torino, Edizioni Angolo Manzoni, 2007
È riapparsa la donna dagli occhi socchiusi
e dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano,
nell'immobile strada. Ogni cosa è riemersa.

Nell'immobile luce dei giorno lontano
s'è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato
la sua semplice fronte, e lo sguardo d'allora
è riapparso. La mano si è tesa alla mano
e la stretta angosciosa era quella d'allora.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.

È tornata l'angoscia dei giorni lontani
quando tutta un'immobile estate improvvisa
di colori e tepori emergeva, agli sguardi
di quegli occhi sommessi. È tornata l'angoscia
che nessuna dolcezza di labbra dischiuse
può lenire. Un immobile cielo s'accoglie
freddamente, in quegli occhi.
Fra calmo il ricordo
alla luce sommessa dei tempo, era un docile
moribondo cui già la finestra s'annebbia e scompare.
Si è spezzato il ricordo. La stretta angosciosa
della mano leggera ha riacceso i colori
e l'estate e i tepori sotto il viviclo cielo.
Ma la bocca socchiusa e gli sguardi sommessi
non dan vita che a un duro inumano silenzio.
Edoardo Alaimo Apr 2016
Quando penso a te,
non sei da qualche parte
a ragionare, a patire.
Un occhio, solo, alla luce,
Uno scudo contro mille lance,
In un terreno di battaglia lontano.
Sei qui con me,
E quando ti penso non ** paura
Né angoscia: io ti ** dentro
Quando ti vedo sei sempre come
Mille libri da cui trarre ispirazione.
Dentro di me, rimani il libro più bello
E il solo vederne la copertina
Mi fa stare meglio:
Sei come il sole, splendido dell'orizzonte,
Che diventa mio, al mattino
Sei una brezza di calma e di serenità
Che sfiora il corpo.
Che io sia ovunque,
Ti tengo stretta:
Con te sono piu forte,
Mi sento migliore
Il mondo intero lo sembra
Vi siano tramonti d'autunno,
O temporali e folgore
Sei la mia buona stella,
In questo luogo,
Dove si annega il pensiero,
E le preoccupazioni
Vorrei stare sospeso con te
In questo luogo;
E raccontarti a chiunque
"Era un mattino in cui sognava ignara
nei ròsi orizzonti una luce di mare:
ogni filo d'erba come cresciuto a stento
era un filo di quello splendore opaco e immenso.

Venivamo in silenzio per il nascosto argine
lungo la ferrovia, leggeri e ancora caldi

del nostro ultimo sonno in comune nel nudo
granaio tra i campi ch'era il nostro rifugio.

In fondo Casarsa biancheggiva esanime
nel terrore dell'ultimo proclama di Graziani;

e, colpita dal solo contro l'ombra dei monti,
la stazione era vuota: oltre i radi tronchi

dei gelsi e gli sterpi, solo sopra l'erba
del binario, attendeva il treno per Spilimbergo...

L'** visto allontanarsi con la sua valigetta,
dove dentro un libro di Montale era stretta

tra pochi panni, la sua rivoltella,
nel bianco colore dell'aria e della terra.

Le spalle un po' strette dentro la giacchetta
ch'era stata mia, la nuca giovinetta... ".
Nun songo nu grand'ommo
nun songo nu scienziato.
'A scola nun sò gghiuto
nisciuno m'ha mannato.
S' i' songo intelliggente?
e m' 'o spiate a mme?
I' songo nato a Napule,
che ne pozzo sapè?!
Appartengo alla *****...
a chella folla 'e ggente
ca nun capisce proprio 'o riesto 'e niente.
Però ve pozzo dicere na cosa:
campanno notte e ghiuomo a stu paese
pur i' me sò 'mparato quacche cosa,
quaccosa ca se chiamma umanità.
Senza sapè nè leggere e nè scrivere,
da onesto cittadino anarfabbeta,
ve pozzo parlà 'ncopp' a n' argomento
ca certamente ve pò interessà: chi è ll'ommo.
Ll'ommo è nu pupazzo 'e carne
cu sango e cu cervello
ca primma 'e venì al mondo
(cioè 'ncopp' a sta terra)
madre natura, ca è sempre priviggente,
l'ha miso 'nfunno 'a ll'anema,
cusuto dint'o core, na vurzella
cu dinto tante e tante pupazzielle
che saccio: 'o mariuncello,
na strega 'e Beneviento,
nu scienziatiello atomico
cu a faccia indisponente,
nu bello Capo 'e Stato
vestuto 'a Pulcinella;
curtielle, accette, strummolo
e quacche sciabbulella.
Penzanno ca 'o pupazzo
nu juomo se fa ommo,
si se vò divertì,
chesto 'o ppò fà. E comme?
Sceglienno 'a dint' 'o mazzo
ca tene dint' 'a vurzella,
chello ca cchiù lle piace
fra tutte 'e pazzielle.
Si po' sentite 'e dicere:
"'O tale hanno arrestato!
Era uno senza scrupolo:
pazziava al peculato.
E trene nun camminano?
'A posta s'he fermata?".
Chi tene 'mmano 'o strummolo,
pazzianno s'he spassato.
'O scienziatiello atomico
ch' 'a bomba 'a tena stretta
"Madonna! - tremma 'o popolo-
E si mo chisto 'a jetta?".
Guardate che disgrazia
si 'a sciabbulella afferra
nu capo ca è lunatico:
te fa scuppià na guerra.
Senza penzà ca 'o popolo:
mamme, mugliere e figlie,
chiagneno a tante 'e lacreme.
Distrutte sò 'e famiglie!
A sti pupazze 'e carne affocaggente
l'avessame educà cu 'o manganiello,
oppure, la natura priviggente,
avess' 'a fa turnà nu Masaniello.
Ma 'e ccose no... nun cagnano
e v' 'o dich'i' 'o pecché:
nuie simme tanta pecure...
facimmo sempe "mbee".
La mia terra è sui fiumi stretta al mare,
non altro luogo ha voce così lenta
dove i miei piedi vagano
tra giunchi pesanti di lumache.
Certo è autunno: nel vento a brani
le morte chitarre sollevano le corde
su la bocca nera e una mano agita le dita
di fuoco.
Nello specchio della luna
si pettinano fanciulle col petto d'arance.

Chi piange? Chi frusta i cavalli nell'aria
rossa? Ci fermeremo a questa riva
lungo le catene d'erba e tu amore
non portarmi davanti a quello specchio
infinito: vi si guardano dentro ragazzi
che cantano e alberi altissimi e acque.
Chi piange? Io no, credimi: sui fiumi
corrono esasperati schiocchi d'una frusta,
i cavalli cupi i lampi di zolfo.
Io no, la mia razza ha coltelli
che ardono e lune e ferite che bruciano.
È riapparsa la donna dagli occhi socchiusi
e dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano,
nell'immobile strada. Ogni cosa è riemersa.

Nell'immobile luce dei giorno lontano
s'è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato
la sua semplice fronte, e lo sguardo d'allora
è riapparso. La mano si è tesa alla mano
e la stretta angosciosa era quella d'allora.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.

È tornata l'angoscia dei giorni lontani
quando tutta un'immobile estate improvvisa
di colori e tepori emergeva, agli sguardi
di quegli occhi sommessi. È tornata l'angoscia
che nessuna dolcezza di labbra dischiuse
può lenire. Un immobile cielo s'accoglie
freddamente, in quegli occhi.
Fra calmo il ricordo
alla luce sommessa dei tempo, era un docile
moribondo cui già la finestra s'annebbia e scompare.
Si è spezzato il ricordo. La stretta angosciosa
della mano leggera ha riacceso i colori
e l'estate e i tepori sotto il viviclo cielo.
Ma la bocca socchiusa e gli sguardi sommessi
non dan vita che a un duro inumano silenzio.
È riapparsa la donna dagli occhi socchiusi
e dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano,
nell'immobile strada. Ogni cosa è riemersa.

Nell'immobile luce dei giorno lontano
s'è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato
la sua semplice fronte, e lo sguardo d'allora
è riapparso. La mano si è tesa alla mano
e la stretta angosciosa era quella d'allora.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.

È tornata l'angoscia dei giorni lontani
quando tutta un'immobile estate improvvisa
di colori e tepori emergeva, agli sguardi
di quegli occhi sommessi. È tornata l'angoscia
che nessuna dolcezza di labbra dischiuse
può lenire. Un immobile cielo s'accoglie
freddamente, in quegli occhi.
Fra calmo il ricordo
alla luce sommessa dei tempo, era un docile
moribondo cui già la finestra s'annebbia e scompare.
Si è spezzato il ricordo. La stretta angosciosa
della mano leggera ha riacceso i colori
e l'estate e i tepori sotto il viviclo cielo.
Ma la bocca socchiusa e gli sguardi sommessi
non dan vita che a un duro inumano silenzio.
Mateuš Conrad Apr 2020
i was going to write about how
i made kolhapuri masala for a curry i made...
and how i forgot one ingredient
when writing about it
and how i solved a sudoku puzzle to remind
me of it...
and something about...
   the men-yoroi...
               and details of a dream...
             but why detail all of that?
     after all... i reserve the content of dreams
for myself...
i dream so rarely: i rarely have a chance
to ponder them...
i hear about elaborate labyrinths of
dream-walkers... and those people who
have recurrent dreams...
  part envy part: ******* idiots...
reflex not working... hell with a knee ****...
the entire knee is missing!
dream-walkers: ghost-limb extensions
that some make a summary of: brain's ditto:
ergo tweet!
otherwise the real deal...
      the idea came with... a book...
not just any book...
the romford public library can blush...
picked it up in edinburgh...
sold at £28-        the cheapest online? £60!
well... itch... itch... behave... behave...
it's not a shoe... or a pair! ha ha!

it's just a first edition... 1985...
   the anatomy of madness: volume 1 -
people and ideas ed. by w. f. bynum, roy porter etc.
    tavistock publications
         for more information...
please write to: 11 new fetter lane
                            EC4P 4EE...
    east(ern)-central... believe me... no city in england
is given a NW... or a SW... the greenwich
treatment of... far far away in
the "honk honk hanging with kong"
or... whatever that sort of postcode is...
i would say anything with E17 is probably
Warsaw or Berlin... and hardly walthamstow...

if you're looking for the centre of the earth...
otherwise please write to:
      29 west 35th street
                           NY 10001...

sometimes it's just necessary to hit a plank
of wood with a spandex whip...
or... bop around seemingly on the verge of
drowning and misguide a bottled message...
or... droll! what's a droll?
curious or unusual in a way
      that provokes dry amusement;
yes... hardly a doll.

might as well start calling it...
Dickensian out-of-vogue: vogue etymological
revival of... the victorian lexicon...
being heavily influenced by...
the attire of the empire being...
that of saving the myth of rome...
with... good manners... b.d.s.m. ******
parameters and... brandy drank...
with some water...
like... a frenchman would clean his palette
when drinking an espresso...

the essay in mind?
        w. f. bynum & michael never:
   hamlet on the couch...

well so much for english jurisprudence:
due process, innocent until proven guilty...
and all that "jazz"...
not under the flimsy / quasi-hippocratic
"oath"... machado de assis: the alienist...
you are always to be presumed mad:
you have to be presumed sick...
before you can be well...
it's not like you are ever to be well...
otherwise: how does a psychiatric logic
work? yes... all those "metaphysical"
conundrums...

     point being: my new discovery
of my rekindled ability to dream... is my new ****...
my new privacy...
how does hamlet on a couch matter?
how about... dickens in an armchair?
this is my alternative "doodle"...
if a shakespearean character is lying
on the couch...
what am i to do? in passing "listen"...
but doing nothing of the sort...
instead... reading some dickens...
and... having to finally...
succumb the victorian common colloquial...
i.e. of words: directly derived: etymologically
from latin - and loaned into english...
oh no... no romance concerning
Charlemagne, the vikings, the saxons...
the swabians or the dutch or the french...
what victorian england spoke:
having this phonetic encoding...
less and less imperium romanus and more
and more giuseppe belli sonnet slang...

cappuccino!
        e jjeerzera me diede un'antra stretta
    (last night she made me have another fit).
credi che ffussi uno scorpione? eh ggiusto!
era un pizzo d'un osso-de-bbaleno,
che jj'ussciva cqui ggiu ffora der busto.
    (you really think it was a scorpion?
yeah right, and not the piece of whale bone
which stuck our of the corset that she wore)...

so much for ancient rome...
so much so for victorian england...
what would you call it these-days...
if you started calling "it" a... 'lard-buff'?
    
as far as i am concerned: psychiatry is a branch
of "medicine"... or rather...
medicine has a tenctacle that reaches into
the parts of hades that only wriggling worms
get to chew on...
and at that: you're not presumed innocent...
you can't me... adverse logic:
you have to be sick... therefore guilty...
and how did ever... this loophole escape
the grand justices of the crown?
people pleaded insane: therefore guilty...
but thereby somehow exempt...
it's a satanic laugh i tell you...
                      no other... no less...
                  
                      you can't plead a case of law
when facing an antithesis copernican plea
of now standing up-side down in
australia: or the black swan...
or if caging a wallaby will ever bring you aid...

under english law: you are innocent...
until proven guilty...
under an extension of the hippocratic
oath within the realm of:
practice of psychiatry in england:
you are sick... until cured...
                 never can you be semi-well...
and therefore treated...
and by being treated... chances of you
making a recovery? ha ha...
chances of you becoming a spider
in a web designed by learned men...
lost in prefixes and suffixes and other sort
of ******* of rubric terminology?
oh hell!         cudos! applause applause
to you sir!

                the hamlet on the couch is
but a fraction of shakespeare...
for which i prescribe only one course of action...
some Dickens in an armchair...
no other cure for it, sir... and dearest madam...

and oh! oh i almost "forgot"...
why is it sourced as:
woda (water) and wódka (*****)...
such a close alliance...
but no... it's not a drinking water...
so much for water...
what is mirror? lustro...
       well...perhaps it shouldn't be called
for what it's called wódka:
the ill-water...
            perhaps it should be called:
pite-lustro...             drank-mirror...
well... it can't be called a verb and a past-particle
of that verb: pić-lustro: in the present-particle
of: to drink a mirror...

eh... nouns... loan words...
no man's land... brothels and judases...
easy targets... the bulk of the army hides waiting
in grammar...
unless... there's an army...
of "gender neutral pronouns"...
who wouldn't jump first and thirst for the idea...
mannequins eerie: err west!
the middle kingdom mantra began...
no nukes... nukes are not economically viable...
send em a bio-x-factor that the Y in XY will
sooner or later want to forget:
rather than forge...
we **** poor but our women give
the ****** of accelerated reproduction...

      Xin said to Wae Wae:
and that's how the Yang was brooded...
   and Chan said to Ezra: mind the Tao...
please!
  and all other politico: tic-toc
        tic-toc
                            some say it's *****...
some say it's: lustrzyca...
a mirroring-counter-effect...
  blind narcissus...
                my psychiatric ills:
too many words Wilhelm! too many words!
i need the pleb-lingo herr doktor helmut himmler!
to: "fitz inz"!
      
oh y'as sizzor: scissor sir: wery ilz sez he'z...
past the fever's crux 'n' zeniv sirs...

and of course... bad latin grammar...
working from vide cor meum:
     and ad hoc...
                             and a hiccup...
and carpe diem...
      hic: this...
   diem: day
   est: is
           mea: mine...
this day: is mine... or is it...
           hic diem: mea est!
   let's go with that...
  (because it just couldn't be
ancestral language with modern
english... this day: sure...
        is mine? n'ah n'ah'ah'ah)...

             bad english into french can't be
as bad as... good german into good
english and a zeppelin shower...
i.e. good english into bad french...
because it's most probably going
to be... good english into circa-good german...
which is... always the rage of a pwoblem...
you can write bad english into bad
german... and good english into good german...
but however you write good english into
french: it will most probably become:
bad french or... gascon...

    hell: call it a burgundian appealing?
it's a hush... elsewhere... a welshman...
a kashubian... a ruthenian... hell... even a prussian!

sam weller would state, so: wis as whittle
as: theta on the tip of the prefix with
the whiff of: THis!
Nun songo nu grand'ommo
nun songo nu scienziato.
'A scola nun sò gghiuto
nisciuno m'ha mannato.
S' i' songo intelliggente?
e m' 'o spiate a mme?
I' songo nato a Napule,
che ne pozzo sapè?!
Appartengo alla *****...
a chella folla 'e ggente
ca nun capisce proprio 'o riesto 'e niente.
Però ve pozzo dicere na cosa:
campanno notte e ghiuomo a stu paese
pur i' me sò 'mparato quacche cosa,
quaccosa ca se chiamma umanità.
Senza sapè nè leggere e nè scrivere,
da onesto cittadino anarfabbeta,
ve pozzo parlà 'ncopp' a n' argomento
ca certamente ve pò interessà: chi è ll'ommo.
Ll'ommo è nu pupazzo 'e carne
cu sango e cu cervello
ca primma 'e venì al mondo
(cioè 'ncopp' a sta terra)
madre natura, ca è sempre priviggente,
l'ha miso 'nfunno 'a ll'anema,
cusuto dint'o core, na vurzella
cu dinto tante e tante pupazzielle
che saccio: 'o mariuncello,
na strega 'e Beneviento,
nu scienziatiello atomico
cu a faccia indisponente,
nu bello Capo 'e Stato
vestuto 'a Pulcinella;
curtielle, accette, strummolo
e quacche sciabbulella.
Penzanno ca 'o pupazzo
nu juomo se fa ommo,
si se vò divertì,
chesto 'o ppò fà. E comme?
Sceglienno 'a dint' 'o mazzo
ca tene dint' 'a vurzella,
chello ca cchiù lle piace
fra tutte 'e pazzielle.
Si po' sentite 'e dicere:
"'O tale hanno arrestato!
Era uno senza scrupolo:
pazziava al peculato.
E trene nun camminano?
'A posta s'he fermata?".
Chi tene 'mmano 'o strummolo,
pazzianno s'he spassato.
'O scienziatiello atomico
ch' 'a bomba 'a tena stretta
"Madonna! - tremma 'o popolo-
E si mo chisto 'a jetta?".
Guardate che disgrazia
si 'a sciabbulella afferra
nu capo ca è lunatico:
te fa scuppià na guerra.
Senza penzà ca 'o popolo:
mamme, mugliere e figlie,
chiagneno a tante 'e lacreme.
Distrutte sò 'e famiglie!
A sti pupazze 'e carne affocaggente
l'avessame educà cu 'o manganiello,
oppure, la natura priviggente,
avess' 'a fa turnà nu Masaniello.
Ma 'e ccose no... nun cagnano
e v' 'o dich'i' 'o pecché:
nuie simme tanta pecure...
facimmo sempe "mbee".
"Era un mattino in cui sognava ignara
nei ròsi orizzonti una luce di mare:
ogni filo d'erba come cresciuto a stento
era un filo di quello splendore opaco e immenso.

Venivamo in silenzio per il nascosto argine
lungo la ferrovia, leggeri e ancora caldi

del nostro ultimo sonno in comune nel nudo
granaio tra i campi ch'era il nostro rifugio.

In fondo Casarsa biancheggiva esanime
nel terrore dell'ultimo proclama di Graziani;

e, colpita dal solo contro l'ombra dei monti,
la stazione era vuota: oltre i radi tronchi

dei gelsi e gli sterpi, solo sopra l'erba
del binario, attendeva il treno per Spilimbergo...

L'** visto allontanarsi con la sua valigetta,
dove dentro un libro di Montale era stretta

tra pochi panni, la sua rivoltella,
nel bianco colore dell'aria e della terra.

Le spalle un po' strette dentro la giacchetta
ch'era stata mia, la nuca giovinetta... ".
Nun songo nu grand'ommo
nun songo nu scienziato.
'A scola nun sò gghiuto
nisciuno m'ha mannato.
S' i' songo intelliggente?
e m' 'o spiate a mme?
I' songo nato a Napule,
che ne pozzo sapè?!
Appartengo alla *****...
a chella folla 'e ggente
ca nun capisce proprio 'o riesto 'e niente.
Però ve pozzo dicere na cosa:
campanno notte e ghiuomo a stu paese
pur i' me sò 'mparato quacche cosa,
quaccosa ca se chiamma umanità.
Senza sapè nè leggere e nè scrivere,
da onesto cittadino anarfabbeta,
ve pozzo parlà 'ncopp' a n' argomento
ca certamente ve pò interessà: chi è ll'ommo.
Ll'ommo è nu pupazzo 'e carne
cu sango e cu cervello
ca primma 'e venì al mondo
(cioè 'ncopp' a sta terra)
madre natura, ca è sempre priviggente,
l'ha miso 'nfunno 'a ll'anema,
cusuto dint'o core, na vurzella
cu dinto tante e tante pupazzielle
che saccio: 'o mariuncello,
na strega 'e Beneviento,
nu scienziatiello atomico
cu a faccia indisponente,
nu bello Capo 'e Stato
vestuto 'a Pulcinella;
curtielle, accette, strummolo
e quacche sciabbulella.
Penzanno ca 'o pupazzo
nu juomo se fa ommo,
si se vò divertì,
chesto 'o ppò fà. E comme?
Sceglienno 'a dint' 'o mazzo
ca tene dint' 'a vurzella,
chello ca cchiù lle piace
fra tutte 'e pazzielle.
Si po' sentite 'e dicere:
"'O tale hanno arrestato!
Era uno senza scrupolo:
pazziava al peculato.
E trene nun camminano?
'A posta s'he fermata?".
Chi tene 'mmano 'o strummolo,
pazzianno s'he spassato.
'O scienziatiello atomico
ch' 'a bomba 'a tena stretta
"Madonna! - tremma 'o popolo-
E si mo chisto 'a jetta?".
Guardate che disgrazia
si 'a sciabbulella afferra
nu capo ca è lunatico:
te fa scuppià na guerra.
Senza penzà ca 'o popolo:
mamme, mugliere e figlie,
chiagneno a tante 'e lacreme.
Distrutte sò 'e famiglie!
A sti pupazze 'e carne affocaggente
l'avessame educà cu 'o manganiello,
oppure, la natura priviggente,
avess' 'a fa turnà nu Masaniello.
Ma 'e ccose no... nun cagnano
e v' 'o dich'i' 'o pecché:
nuie simme tanta pecure...
facimmo sempe "mbee".
"Era un mattino in cui sognava ignara
nei ròsi orizzonti una luce di mare:
ogni filo d'erba come cresciuto a stento
era un filo di quello splendore opaco e immenso.

Venivamo in silenzio per il nascosto argine
lungo la ferrovia, leggeri e ancora caldi

del nostro ultimo sonno in comune nel nudo
granaio tra i campi ch'era il nostro rifugio.

In fondo Casarsa biancheggiva esanime
nel terrore dell'ultimo proclama di Graziani;

e, colpita dal solo contro l'ombra dei monti,
la stazione era vuota: oltre i radi tronchi

dei gelsi e gli sterpi, solo sopra l'erba
del binario, attendeva il treno per Spilimbergo...

L'** visto allontanarsi con la sua valigetta,
dove dentro un libro di Montale era stretta

tra pochi panni, la sua rivoltella,
nel bianco colore dell'aria e della terra.

Le spalle un po' strette dentro la giacchetta
ch'era stata mia, la nuca giovinetta... ".
Dietro un pianoforte,
quello è il mio posto.

Dietro la tua schiena, sbirciando i tuoi scritti e disegni,
quello è il mio posto.

Stretta a me,
questo
il tuo posto.

— The End —