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tangshunzi Jun 2014
<p><p> Io non so voi .ma il mio calendario è pieno zeppo di occasioni speciali di questa primavera - bambino docce .lauree .matrimoni - è il nome .** intenzione di esso !Mi piace aiutare gli amici impostare i loro eventi .così ** sempre prendere nota di eventuali tutorial per composizioni floreali .Questo fresco .succulento centrotavola fai da te da Bare Root Flora \u0026 Laura Murray fotografia è esattamente quello che sto cercando !Non perdere nessuna delle graziosa nella galleria .<p> Condividi questa splendida galleria Da Robyn : Primavera offre una tale generosità incredibile di bellissimi fiori che non abbiamo potuto resistere alla possibilità di riunire alcuni dei nostri preferiti per creare un lussureggiante primavera centrotavola perfetto per i tanti incontri che accadonoin questo periodo dell'anno : docce .feste di laurea .festa <b>abiti da sposa 2014</b>  della mamma e altre occasioni speciali !<p>è? nostro preferito opacoènave ?pezzo di filo di pollo abbastanza grande da creare una forma abbastanza stretta nel vostro contenitoreè? nostra di cinque tipi di vostri fiori preferiti .Provate a variare la forma un po 'così che alcuni sono morbidi e soffici.alcuni hanno una linea più lunga .alcuni sono più grandi .alcuni sono più piccoli .alcuni sono viney in natura.Variety rende la disposizione bellissimo !Abbiamo usato peonie.lillà .rose spray.tulipani .clematis e rami apple blossom .è? Ne o due tipi di fogliame.Sentitevi liberi di foraggiare dal vostro giardino di fiori e foglie !Abbiamo usato Dusty Miller e geranio profumato .è?coltello floreale o alcuni tagliatori -no forbici!Forbici danno gambo di un fiore .che vieta da bere correttamente .<p><p> Il primo passo per qualsiasi composizione floreale stupendo è quello di preparare i vostri fiori !Assicuratevi di pulire fuori qualsiasi fogliame che cadrà al di sotto della linea di galleggiamento .Foglie in acqua incoraggeranno la crescita di batteri .che accorciare la vita del vostro arrangiamento .<p> successivo .preparare il contenitore .Piegate il filo di pollo per adattarsi perfettamente all'interno del contenitore .Il filo di pollo agisce come una griglia per tenere i vostri fiori dove vuoi .dando il vostro disegno la forma desiderata .<p> Iniziare con la raccolta e l'immissione alcuni dei vostri grandi .soffici fiori in un gruppo qui .peonie e rose a spruzzo.Dà la disposizione  <a href="http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-2014-c-13"><b>abiti da sposa 2014</b></a>  un bel punto focale .Successivamente.aggiungere in alcuni dei vostri fiori lungo linea ( nel nostro pezzo abbiamo usato il lillà e tulipani ) .Utilizzare i fiori lungo linea per creare una forma giardino - esque selvaggio .Il movimento è fondamentale .lasciate i fiori raggiungere e picchiata !Darà il suo  <a href="http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-corti-c-49"><b>abiti da sposa corti</b></a>  pezzo così tanto la vita !<p> Trasforma il tuo imbarcazione in cerchio lenti come si progetta .continuando ad effettuare i tuoi più grandi.soffici fiori un po 'più basso .con i vostri fiori linea leggermente più alto .Inizia a riempire con le tue chiome .<p> Abbiamo terminato il nostro accordo con rami di mele e clematidi .La clematide viney è il tocco finale perfetto .Abbiamo lasciato la nostra sbirciare sopra le nostre altri fiori per dare al pezzo un aspetto molto selvaggio .Fotografia <p> : Laura  <p><a href="http://www.belloabito.com/goods.php?id=674" target="blank"><img width="240" height="320" src="http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/1/4609935353535395473.jpg"></a></p>  Murray Fotografia | Fiori: radice nuda FloraBare Root Flora è un membro del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Bare Root Flora VIEW</p>
DIY Lush Primavera Centrotavola_vestiti da sposa
Diego Scarca Mar 2010
Quando la sera scende
sulle nostre spalle come un manto
che non avremmo voluto portare,
non chiedermi di cercarti,
non chiedermi d'amare.

Quando la sera ci inietta nelle vene
la droga che ci fa tremare,
come una carezza perduta,
l'amore che avremmo dovuto amare,
lasciami vagabondare
per le vie in salita,
lasciami sbattere la testa
contro un muro,
lasciami insicuro, ubriaco,
contento di sbagliare.

Quando la sera scende
sulle nostre spalle in un minuto
nel quale non ci saremmo voluti tuffare,
non chiedermi di tornare.
Lascia che come volute di fumo,
come esalazioni nerastre,
le tenebre mi avviluppino
e mi s'offuschi la vista.

Che come un cane fiuti
la mia pista e con la morte
giochi a scacchi la mia partita.
Che un tossicomane m'abbagli,
che una prostituta o un pederasta
m'accostino, che una donna
che credevo morta
mi chieda aiuto dall'oltretomba,
da un'altra vita.

Quando la sera scende sui nostri sbagli
come dita che sentiamo chiudersi
in una stretta, come il viaggio
che non avremmo voluto fare,
come le cose a cui abbiam dovuto
rinunciare troppo in fretta,
come tutte le altre sere,
come ogni sera,
la stessa fitta, la stessa febbre,
un'euforia smarrita...

Quando la sera come un manto
scende sulla nostra vita,
lascia che questo manto
io non lo sopporti,
lascia che cerchi
di scrollarmelo di dosso,
lascia che a più non posso
io mi metta a gridare.
Diego Scarca, Architetture del vuoto, Torino, Edizioni Angolo Manzoni, 2007
Edoardo Alaimo Apr 2016
Quando penso a te,
non sei da qualche parte
a ragionare, a patire.
Un occhio, solo, alla luce,
Uno scudo contro mille lance,
In un terreno di battaglia lontano.
Sei qui con me,
E quando ti penso non ** paura
Né angoscia: io ti ** dentro
Quando ti vedo sei sempre come
Mille libri da cui trarre ispirazione.
Dentro di me, rimani il libro più bello
E il solo vederne la copertina
Mi fa stare meglio:
Sei come il sole, splendido dell'orizzonte,
Che diventa mio, al mattino
Sei una brezza di calma e di serenità
Che sfiora il corpo.
Che io sia ovunque,
Ti tengo stretta:
Con te sono piu forte,
Mi sento migliore
Il mondo intero lo sembra
Vi siano tramonti d'autunno,
O temporali e folgore
Sei la mia buona stella,
In questo luogo,
Dove si annega il pensiero,
E le preoccupazioni
Vorrei stare sospeso con te
In questo luogo;
E raccontarti a chiunque
This is what I was. There are many elements to this poem which are interesting.

First of all. The idea of "what is the idea I have of you" vs "what is the truth of you". Bringing an element of Le Chatelier principle: for me, when I think About you, you are not alone fighting a war, because in reality you are here with me.

This is clearly contradictory to reality. And it is a dream. Because when you are fighting you are alone. The hope of these sentences is to "bring an idea": for me you are not alone, so maybe you are not thinking you are alone.

This idea is Carried throughout the whole poem. Especially the "you are my breeze of calm and serenity". It is all about myself. It has nothing to do with you.. I myself feel calm when I think about you.

I myself feel tranquil and feel like talking about you to anybody.  But that is me. Not you.

I think the best continuation to this poem is "Colours'.
È riapparsa la donna dagli occhi socchiusi
e dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano,
nell'immobile strada. Ogni cosa è riemersa.

Nell'immobile luce dei giorno lontano
s'è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato
la sua semplice fronte, e lo sguardo d'allora
è riapparso. La mano si è tesa alla mano
e la stretta angosciosa era quella d'allora.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.

È tornata l'angoscia dei giorni lontani
quando tutta un'immobile estate improvvisa
di colori e tepori emergeva, agli sguardi
di quegli occhi sommessi. È tornata l'angoscia
che nessuna dolcezza di labbra dischiuse
può lenire. Un immobile cielo s'accoglie
freddamente, in quegli occhi.
Fra calmo il ricordo
alla luce sommessa dei tempo, era un docile
moribondo cui già la finestra s'annebbia e scompare.
Si è spezzato il ricordo. La stretta angosciosa
della mano leggera ha riacceso i colori
e l'estate e i tepori sotto il viviclo cielo.
Ma la bocca socchiusa e gli sguardi sommessi
non dan vita che a un duro inumano silenzio.
"Era un mattino in cui sognava ignara
nei ròsi orizzonti una luce di mare:
ogni filo d'erba come cresciuto a stento
era un filo di quello splendore opaco e immenso.

Venivamo in silenzio per il nascosto argine
lungo la ferrovia, leggeri e ancora caldi

del nostro ultimo sonno in comune nel nudo
granaio tra i campi ch'era il nostro rifugio.

In fondo Casarsa biancheggiva esanime
nel terrore dell'ultimo proclama di Graziani;

e, colpita dal solo contro l'ombra dei monti,
la stazione era vuota: oltre i radi tronchi

dei gelsi e gli sterpi, solo sopra l'erba
del binario, attendeva il treno per Spilimbergo...

L'** visto allontanarsi con la sua valigetta,
dove dentro un libro di Montale era stretta

tra pochi panni, la sua rivoltella,
nel bianco colore dell'aria e della terra.

Le spalle un po' strette dentro la giacchetta
ch'era stata mia, la nuca giovinetta... ".
Nun songo nu grand'ommo
nun songo nu scienziato.
'A scola nun sò gghiuto
nisciuno m'ha mannato.
S' i' songo intelliggente?
e m' 'o spiate a mme?
I' songo nato a Napule,
che ne pozzo sapè?!
Appartengo alla *****...
a chella folla 'e ggente
ca nun capisce proprio 'o riesto 'e niente.
Però ve pozzo dicere na cosa:
campanno notte e ghiuomo a stu paese
pur i' me sò 'mparato quacche cosa,
quaccosa ca se chiamma umanità.
Senza sapè nè leggere e nè scrivere,
da onesto cittadino anarfabbeta,
ve pozzo parlà 'ncopp' a n' argomento
ca certamente ve pò interessà: chi è ll'ommo.
Ll'ommo è nu pupazzo 'e carne
cu sango e cu cervello
ca primma 'e venì al mondo
(cioè 'ncopp' a sta terra)
madre natura, ca è sempre priviggente,
l'ha miso 'nfunno 'a ll'anema,
cusuto dint'o core, na vurzella
cu dinto tante e tante pupazzielle
che saccio: 'o mariuncello,
na strega 'e Beneviento,
nu scienziatiello atomico
cu a faccia indisponente,
nu bello Capo 'e Stato
vestuto 'a Pulcinella;
curtielle, accette, strummolo
e quacche sciabbulella.
Penzanno ca 'o pupazzo
nu juomo se fa ommo,
si se vò divertì,
chesto 'o ppò fà. E comme?
Sceglienno 'a dint' 'o mazzo
ca tene dint' 'a vurzella,
chello ca cchiù lle piace
fra tutte 'e pazzielle.
Si po' sentite 'e dicere:
"'O tale hanno arrestato!
Era uno senza scrupolo:
pazziava al peculato.
E trene nun camminano?
'A posta s'he fermata?".
Chi tene 'mmano 'o strummolo,
pazzianno s'he spassato.
'O scienziatiello atomico
ch' 'a bomba 'a tena stretta
"Madonna! - tremma 'o popolo-
E si mo chisto 'a jetta?".
Guardate che disgrazia
si 'a sciabbulella afferra
nu capo ca è lunatico:
te fa scuppià na guerra.
Senza penzà ca 'o popolo:
mamme, mugliere e figlie,
chiagneno a tante 'e lacreme.
Distrutte sò 'e famiglie!
A sti pupazze 'e carne affocaggente
l'avessame educà cu 'o manganiello,
oppure, la natura priviggente,
avess' 'a fa turnà nu Masaniello.
Ma 'e ccose no... nun cagnano
e v' 'o dich'i' 'o pecché:
nuie simme tanta pecure...
facimmo sempe "mbee".
La mia terra è sui fiumi stretta al mare,
non altro luogo ha voce così lenta
dove i miei piedi vagano
tra giunchi pesanti di lumache.
Certo è autunno: nel vento a brani
le morte chitarre sollevano le corde
su la bocca nera e una mano agita le dita
di fuoco.
Nello specchio della luna
si pettinano fanciulle col petto d'arance.

Chi piange? Chi frusta i cavalli nell'aria
rossa? Ci fermeremo a questa riva
lungo le catene d'erba e tu amore
non portarmi davanti a quello specchio
infinito: vi si guardano dentro ragazzi
che cantano e alberi altissimi e acque.
Chi piange? Io no, credimi: sui fiumi
corrono esasperati schiocchi d'una frusta,
i cavalli cupi i lampi di zolfo.
Io no, la mia razza ha coltelli
che ardono e lune e ferite che bruciano.
È riapparsa la donna dagli occhi socchiusi
e dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano,
nell'immobile strada. Ogni cosa è riemersa.

Nell'immobile luce dei giorno lontano
s'è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato
la sua semplice fronte, e lo sguardo d'allora
è riapparso. La mano si è tesa alla mano
e la stretta angosciosa era quella d'allora.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.

È tornata l'angoscia dei giorni lontani
quando tutta un'immobile estate improvvisa
di colori e tepori emergeva, agli sguardi
di quegli occhi sommessi. È tornata l'angoscia
che nessuna dolcezza di labbra dischiuse
può lenire. Un immobile cielo s'accoglie
freddamente, in quegli occhi.
Fra calmo il ricordo
alla luce sommessa dei tempo, era un docile
moribondo cui già la finestra s'annebbia e scompare.
Si è spezzato il ricordo. La stretta angosciosa
della mano leggera ha riacceso i colori
e l'estate e i tepori sotto il viviclo cielo.
Ma la bocca socchiusa e gli sguardi sommessi
non dan vita che a un duro inumano silenzio.
È riapparsa la donna dagli occhi socchiusi
e dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano,
nell'immobile strada. Ogni cosa è riemersa.

Nell'immobile luce dei giorno lontano
s'è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato
la sua semplice fronte, e lo sguardo d'allora
è riapparso. La mano si è tesa alla mano
e la stretta angosciosa era quella d'allora.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.

È tornata l'angoscia dei giorni lontani
quando tutta un'immobile estate improvvisa
di colori e tepori emergeva, agli sguardi
di quegli occhi sommessi. È tornata l'angoscia
che nessuna dolcezza di labbra dischiuse
può lenire. Un immobile cielo s'accoglie
freddamente, in quegli occhi.
Fra calmo il ricordo
alla luce sommessa dei tempo, era un docile
moribondo cui già la finestra s'annebbia e scompare.
Si è spezzato il ricordo. La stretta angosciosa
della mano leggera ha riacceso i colori
e l'estate e i tepori sotto il viviclo cielo.
Ma la bocca socchiusa e gli sguardi sommessi
non dan vita che a un duro inumano silenzio.
Nun songo nu grand'ommo
nun songo nu scienziato.
'A scola nun sò gghiuto
nisciuno m'ha mannato.
S' i' songo intelliggente?
e m' 'o spiate a mme?
I' songo nato a Napule,
che ne pozzo sapè?!
Appartengo alla *****...
a chella folla 'e ggente
ca nun capisce proprio 'o riesto 'e niente.
Però ve pozzo dicere na cosa:
campanno notte e ghiuomo a stu paese
pur i' me sò 'mparato quacche cosa,
quaccosa ca se chiamma umanità.
Senza sapè nè leggere e nè scrivere,
da onesto cittadino anarfabbeta,
ve pozzo parlà 'ncopp' a n' argomento
ca certamente ve pò interessà: chi è ll'ommo.
Ll'ommo è nu pupazzo 'e carne
cu sango e cu cervello
ca primma 'e venì al mondo
(cioè 'ncopp' a sta terra)
madre natura, ca è sempre priviggente,
l'ha miso 'nfunno 'a ll'anema,
cusuto dint'o core, na vurzella
cu dinto tante e tante pupazzielle
che saccio: 'o mariuncello,
na strega 'e Beneviento,
nu scienziatiello atomico
cu a faccia indisponente,
nu bello Capo 'e Stato
vestuto 'a Pulcinella;
curtielle, accette, strummolo
e quacche sciabbulella.
Penzanno ca 'o pupazzo
nu juomo se fa ommo,
si se vò divertì,
chesto 'o ppò fà. E comme?
Sceglienno 'a dint' 'o mazzo
ca tene dint' 'a vurzella,
chello ca cchiù lle piace
fra tutte 'e pazzielle.
Si po' sentite 'e dicere:
"'O tale hanno arrestato!
Era uno senza scrupolo:
pazziava al peculato.
E trene nun camminano?
'A posta s'he fermata?".
Chi tene 'mmano 'o strummolo,
pazzianno s'he spassato.
'O scienziatiello atomico
ch' 'a bomba 'a tena stretta
"Madonna! - tremma 'o popolo-
E si mo chisto 'a jetta?".
Guardate che disgrazia
si 'a sciabbulella afferra
nu capo ca è lunatico:
te fa scuppià na guerra.
Senza penzà ca 'o popolo:
mamme, mugliere e figlie,
chiagneno a tante 'e lacreme.
Distrutte sò 'e famiglie!
A sti pupazze 'e carne affocaggente
l'avessame educà cu 'o manganiello,
oppure, la natura priviggente,
avess' 'a fa turnà nu Masaniello.
Ma 'e ccose no... nun cagnano
e v' 'o dich'i' 'o pecché:
nuie simme tanta pecure...
facimmo sempe "mbee".
Nun songo nu grand'ommo
nun songo nu scienziato.
'A scola nun sò gghiuto
nisciuno m'ha mannato.
S' i' songo intelliggente?
e m' 'o spiate a mme?
I' songo nato a Napule,
che ne pozzo sapè?!
Appartengo alla *****...
a chella folla 'e ggente
ca nun capisce proprio 'o riesto 'e niente.
Però ve pozzo dicere na cosa:
campanno notte e ghiuomo a stu paese
pur i' me sò 'mparato quacche cosa,
quaccosa ca se chiamma umanità.
Senza sapè nè leggere e nè scrivere,
da onesto cittadino anarfabbeta,
ve pozzo parlà 'ncopp' a n' argomento
ca certamente ve pò interessà: chi è ll'ommo.
Ll'ommo è nu pupazzo 'e carne
cu sango e cu cervello
ca primma 'e venì al mondo
(cioè 'ncopp' a sta terra)
madre natura, ca è sempre priviggente,
l'ha miso 'nfunno 'a ll'anema,
cusuto dint'o core, na vurzella
cu dinto tante e tante pupazzielle
che saccio: 'o mariuncello,
na strega 'e Beneviento,
nu scienziatiello atomico
cu a faccia indisponente,
nu bello Capo 'e Stato
vestuto 'a Pulcinella;
curtielle, accette, strummolo
e quacche sciabbulella.
Penzanno ca 'o pupazzo
nu juomo se fa ommo,
si se vò divertì,
chesto 'o ppò fà. E comme?
Sceglienno 'a dint' 'o mazzo
ca tene dint' 'a vurzella,
chello ca cchiù lle piace
fra tutte 'e pazzielle.
Si po' sentite 'e dicere:
"'O tale hanno arrestato!
Era uno senza scrupolo:
pazziava al peculato.
E trene nun camminano?
'A posta s'he fermata?".
Chi tene 'mmano 'o strummolo,
pazzianno s'he spassato.
'O scienziatiello atomico
ch' 'a bomba 'a tena stretta
"Madonna! - tremma 'o popolo-
E si mo chisto 'a jetta?".
Guardate che disgrazia
si 'a sciabbulella afferra
nu capo ca è lunatico:
te fa scuppià na guerra.
Senza penzà ca 'o popolo:
mamme, mugliere e figlie,
chiagneno a tante 'e lacreme.
Distrutte sò 'e famiglie!
A sti pupazze 'e carne affocaggente
l'avessame educà cu 'o manganiello,
oppure, la natura priviggente,
avess' 'a fa turnà nu Masaniello.
Ma 'e ccose no... nun cagnano
e v' 'o dich'i' 'o pecché:
nuie simme tanta pecure...
facimmo sempe "mbee".
"Era un mattino in cui sognava ignara
nei ròsi orizzonti una luce di mare:
ogni filo d'erba come cresciuto a stento
era un filo di quello splendore opaco e immenso.

Venivamo in silenzio per il nascosto argine
lungo la ferrovia, leggeri e ancora caldi

del nostro ultimo sonno in comune nel nudo
granaio tra i campi ch'era il nostro rifugio.

In fondo Casarsa biancheggiva esanime
nel terrore dell'ultimo proclama di Graziani;

e, colpita dal solo contro l'ombra dei monti,
la stazione era vuota: oltre i radi tronchi

dei gelsi e gli sterpi, solo sopra l'erba
del binario, attendeva il treno per Spilimbergo...

L'** visto allontanarsi con la sua valigetta,
dove dentro un libro di Montale era stretta

tra pochi panni, la sua rivoltella,
nel bianco colore dell'aria e della terra.

Le spalle un po' strette dentro la giacchetta
ch'era stata mia, la nuca giovinetta... ".
"Era un mattino in cui sognava ignara
nei ròsi orizzonti una luce di mare:
ogni filo d'erba come cresciuto a stento
era un filo di quello splendore opaco e immenso.

Venivamo in silenzio per il nascosto argine
lungo la ferrovia, leggeri e ancora caldi

del nostro ultimo sonno in comune nel nudo
granaio tra i campi ch'era il nostro rifugio.

In fondo Casarsa biancheggiva esanime
nel terrore dell'ultimo proclama di Graziani;

e, colpita dal solo contro l'ombra dei monti,
la stazione era vuota: oltre i radi tronchi

dei gelsi e gli sterpi, solo sopra l'erba
del binario, attendeva il treno per Spilimbergo...

L'** visto allontanarsi con la sua valigetta,
dove dentro un libro di Montale era stretta

tra pochi panni, la sua rivoltella,
nel bianco colore dell'aria e della terra.

Le spalle un po' strette dentro la giacchetta
ch'era stata mia, la nuca giovinetta... ".
Dietro un pianoforte,
quello è il mio posto.

Dietro la tua schiena, sbirciando i tuoi scritti e disegni,
quello è il mio posto.

Stretta a me,
questo
il tuo posto.

— The End —