Submit your work, meet writers and drop the ads. Become a member
Debanjana Saha Nov 2017
Ek dost Tha Mera
Rehta Tha dur sheher me
Aata Tha kabhi kabar
Dher saare khushiyaan lekar
Din ya raat **, hasna muskurana,
Kabhi Kam na hota tha..

Jab bhi aata Tha
Har Roz milta Tha
Bohot der tak rukne ko taiyyar tha
Kabhi bola nahi-
K nahi yaar, aaj nahi.

Din badal Gaye mahine me,
Aur mujhe degaya har khushi
Jo kabhi mile na the!

Par ek din aisa bhi aaya,
Jab wo ghar Chala Gaya
Aur wapas kab aayega
Pata na tha..

Din, mahine bidte gaye
Par Akhon me asha kabhi na miti!
Usey bol to nahi payi
K dost kabhi to aa..

Ab har din naye dost banati hu
Hasti hu, khilkhilati hu,
Khush rehne ki koshish karti hu.
Din ya raat bahar rehti hu
Is umeed me k har Hawa me kabhi
Tu mil Jaye mujhe
Aur har din
Tere yaad me guzar leti hu..

Kabhi to aayega tu..
Din mahine saal
Shayed beet Jaye..

Kabhi to aayega tu..

English translation-

I had a friend,
Who stayed in another city,
Used to visit me every other day,
Bringing loads of happiness altogether
Without any shortage of Smiles or laughter.

Whenever he was here,
Everyday he used to meet me
Was ready to wait for me long
Never said, no today I can't.

Days passes by
And months too
And he gave me all happiness
And everyday seemed like a festival
Which I never had a chance to live!

But there came a day
When he had to return back home
Never knew when he would be back!

Days passed by
and months too.
But in my eyes,
Hopes never extinguished,
Never ever had I said
That friend- come back soon.

Everyday I make new friends
I smile, I laugh out loud.
I try to be happy
each and every day.
Day or night, I stay out
In the hopes of life
that the winds would
bring me closer to you.
And everyday I live
in the memories of you

May be someday
I would see you,
Days, months, years
Might pass by too,
May be someday..

Someday you will be back too..
I wrote this poetry dedicated to my friend who stays far off. I love him, I miss him loads. Hoping that we would be together all over again. There are days when I can't bear the pain of being apart. Neither can I express it in any way. The best way I could express was through this poetry.
Laggiù, ad Auschwitz, lontano dalla Vistola,
amore, lungo la pianura nordica,
in un campo di morte: fredda, funebre,
la pioggia sulla ruggine dei pali
e i grovigli di ferro dei recinti:
e non albero o uccelli nell'aria grigia
o su dal nostro pensiero, ma inerzia
e dolore che la memoria lascia
al suo silenzio senza ironia o ira.
Da quell'inferno aperto da una scritta
bianca: " Il lavoro vi renderà liberi "
uscì continuo il fumo
di migliaia di donne spinte fuori
all'alba dai canili contro il muro
del tiro a segno o soffocate urlando
misericordia all'acqua con la bocca
di scheletro sotto le doccie a gas.
Le troverai tu, soldato, nella tua
storia in forme di fiumi, d'animali,
o sei tu pure cenere d'Auschwitz,
medaglia di silenzio?
Restano lunghe trecce chiuse in urne
di vetro ancora strette da amuleti
e ombre infinite di piccole scarpe
e di sciarpe d'ebrei: sono reliquie
d'un tempo di saggezza, di sapienza
dell'uomo che si fa misura d'armi,
sono i miti, le nostre metamorfosi.

Sulle distese dove amore e pianto
marcirono e pietà, sotto la pioggia,
laggiù, batteva un no dentro di noi,
un no alla morte, morta ad Auschwitz,
per non ripetere, da quella buca
di cenere, la morte.
In quiet starlight beneath twin trees,
Where shadows danced in secret rhythms cast by campfire glows,
Hearts murmured softly to the moon.
Distance grown, lands apart,
Yet, a silent tether held firm.

Trails merge, unspoken flares,
souls in wordless chorus.
This uncharted depth treading lightly upon,
A tale unvoiced,
a memory held beneath twin trees.
Sono cresciuto in una terra strana
dopo che hai messo all'ombra la mia luce,
quasi non mossi piede dalla soglia
della mia meraviglia
per il dio nuovo cui tu m'opponevi.
In me cresceva il Dio dei miei domini
(ero ancora ragazzo)
ma tu mi hai rotto l'urlo ai vorticosi
margini della bocca,
l'urlo della potente giovinezza.
Mamma, io ti ringrazio
dalla rigida tomba entro cui siede
il mio pensiero finalmente puro.
Ora vedo che a forza mi hai strappato
il verde degli amari desideri,
mi hai edificato come l'architetto
sapiente che ritoglie chiari miti
dalle antiche macerie.

Nacqui umana rovina come tutti,
tu mi hai intessuta un'ala senza geli...
John F McCullagh Jun 2018
Mtu mweusi mweusi, katika mwezi mkali wa moto,
ameketi katika kivuli cha mti wa Baobab.
Majani yaliyomo mara moja
walikuwa kavu na ukame,
waathirika wa upepo wa mabadiliko.

"Wazee, wananiita zamani." Alidhani,
"Majira ya joto ya sabini yanigeuka kijivu,
lakini mti huu wa Baobab ulikua mrefu na wenye nguvu
Wakati majeshi ya Kirumi yalipitia njia hii. "

Mzee huyo alitafuta matunda ya baobab
na akaingia kwenye hali kama hali.
Alikuwa katika hali ya akili;
Sio usingizi, sio macho kabisa.

Aliposikia sauti: "Nina kiu." Ilisema,
Ingawa alikuwa na uhakika alikuwa peke yake.
Ilionekana si sauti ya binadamu:
monotone kavu ya ubongo.

"Kwa vizazi, wanaume kama wewe
Walitaka makazi yangu kutoka kwenye jua,
Lakini sasa imekamilika; nchi imeharibika
Na mimi nina kufa, mdogo. "

Mtu mzee alilia kusikia maneno haya
Kwa maana miti hizi zinapokufa, kama lazima,
Wao huanguka juu ya ardhi yenye ubongo
Hivyo haraka kurudi kwenye Vumbi.

"Dunia imebadilika kwa wewe na mimi,
Upepo ni kavu chini ya jua.
Ninasamehe ulimwengu wa wanadamu
Kwa maana hawajui waliyofanya. "

Mtu mzee aliamka na mwanzo
na akainua na miwa yake.
Alilia kwa kufikiri mti huu utafa

lakini machozi hawezi kuchukua nafasi ya mvua.
Mti Baobab huitwa "Mti wa Uzima" kwa ajili ya matunda mengi ya virutubisho ambayo hutoa wakati wa kavu Afrika. Kama hali ya hewa ya bara inabadilika na uharibifu wa jangwa unafanyika, miti ya zamani zaidi ya miti inakufa kwa kiu
Ritrovarmi in questo ovale
con un legame vitale
in solitudine a volteggiare
con l 'infinito aspettare
di qualcosa.
Sognare
di poter camminare
in un nuoto perpetuo
di pensieri
intravedendo una luce bianca.
La fine di tutto.
Uno schiocco
Un pianto.
La nascita della vita in bracccio a giganti biancheggianti.
Crescendo vidi cose senza senso
cosciente del perduto collettivo senno.
Vidi uomini con biancheggianti vestiti
baciare e non procreare
di fronte a un freddo altare
in nome di una croce
e un continuo narrare.
Esseri travestiti
professare falsi miti
e scuole dove si imparava a vivere
lasciando l'intelligenza reprimere.
Sicuri di un tranquillo lavoro
si sedevano su un falso trono
lasciando che un finto quadrato
rubassero loro gli anni d'oro.
Ed ora piano piano mi invecchio
sperando ancora in un qualche cambiamento.
Disteso in un biancheggiante letto
rimango cosciente che della vita
e delle esperienze connesse ad essa
non mi interessa piu niente.
Tutto improvvisamente si illumina di bianco
e mi appresto al grande salto.
Ma con me non posso portare nient'altro
che un tatuaggio
situato dentro al cuore
con impresso dentro il nome
di quella persona che in questa vita
mi diede tanto amore.
Se avess'io levità di una fanciulla
invece di codesto, torturato,
pesantissimo cuore e conoscessi
la purezza delle acque come fossi
entro raccolta in miti-sacrifici,
spoglierei questa insipida memoria
per immergermi in te, fatto mio uomo.

Io ti debbo i racconti più fruttuosi
della mia terra che non dà mai spiga.
e ti debbo parole come l'ape
deve miele al suo fiore. Perché t'amo
caro, da sempre, prima dell'inferno
prima del paradiso, prima ancora
che io fossi buttata nell'argilla
del mio pavido corpo. Amore mio
quanto pesante è adducerti il mio carro
che io ***** nel giorno dell'arsura
alle tue mille bocche di ristoro!
Ritrovarmi in questo ovale
con un legame vitale
in solitudine a volteggiare
con l 'infinito aspettare
di qualcosa.
Sognare
di poter camminare
in un nuoto perpetuo
di pensieri
intravedendo una luce bianca.
La fine di tutto.
Uno schiocco
Un pianto.
La nascita della vita in bracccio a giganti biancheggianti.
Crescendo vidi cose senza senso
cosciente del perduto collettivo senno.
Vidi uomini con biancheggianti vestiti
baciare e non procreare
di fronte a un freddo altare
in nome di una croce
e un continuo narrare.
Esseri travestiti
professare falsi miti
e scuole dove si imparava a vivere
lasciando l'intelligenza reprimere.
Sicuri di un tranquillo lavoro
si sedevano su un falso trono
lasciando che un finto quadrato
rubassero loro gli anni d'oro.
Ed ora piano piano mi invecchio
sperando ancora in un qualche cambiamento.
Disteso in un biancheggiante letto
rimango cosciente che della vita
e delle esperienze connesse ad essa
non mi interessa piu niente.
Tutto improvvisamente si illumina di bianco
e mi appresto al grande salto.
Ma con me non posso portare nient'altro
che un tatuaggio
situato dentro al cuore
con impresso dentro il nome
di quella persona che in questa vita
mi diede tanto amore.
Se avess'io levità di una fanciulla
invece di codesto, torturato,
pesantissimo cuore e conoscessi
la purezza delle acque come fossi
entro raccolta in miti-sacrifici,
spoglierei questa insipida memoria
per immergermi in te, fatto mio uomo.

Io ti debbo i racconti più fruttuosi
della mia terra che non dà mai spiga.
e ti debbo parole come l'ape
deve miele al suo fiore. Perché t'amo
caro, da sempre, prima dell'inferno
prima del paradiso, prima ancora
che io fossi buttata nell'argilla
del mio pavido corpo. Amore mio
quanto pesante è adducerti il mio carro
che io ***** nel giorno dell'arsura
alle tue mille bocche di ristoro!
Sono cresciuto in una terra strana
dopo che hai messo all'ombra la mia luce,
quasi non mossi piede dalla soglia
della mia meraviglia
per il dio nuovo cui tu m'opponevi.
In me cresceva il Dio dei miei domini
(ero ancora ragazzo)
ma tu mi hai rotto l'urlo ai vorticosi
margini della bocca,
l'urlo della potente giovinezza.
Mamma, io ti ringrazio
dalla rigida tomba entro cui siede
il mio pensiero finalmente puro.
Ora vedo che a forza mi hai strappato
il verde degli amari desideri,
mi hai edificato come l'architetto
sapiente che ritoglie chiari miti
dalle antiche macerie.

Nacqui umana rovina come tutti,
tu mi hai intessuta un'ala senza geli...
Sono cresciuto in una terra strana
dopo che hai messo all'ombra la mia luce,
quasi non mossi piede dalla soglia
della mia meraviglia
per il dio nuovo cui tu m'opponevi.
In me cresceva il Dio dei miei domini
(ero ancora ragazzo)
ma tu mi hai rotto l'urlo ai vorticosi
margini della bocca,
l'urlo della potente giovinezza.
Mamma, io ti ringrazio
dalla rigida tomba entro cui siede
il mio pensiero finalmente puro.
Ora vedo che a forza mi hai strappato
il verde degli amari desideri,
mi hai edificato come l'architetto
sapiente che ritoglie chiari miti
dalle antiche macerie.

Nacqui umana rovina come tutti,
tu mi hai intessuta un'ala senza geli...
Ritrovarmi in questo ovale
con un legame vitale
in solitudine a volteggiare
con l 'infinito aspettare
di qualcosa.
Sognare
di poter camminare
in un nuoto perpetuo
di pensieri
intravedendo una luce bianca.
La fine di tutto.
Uno schiocco
Un pianto.
La nascita della vita in bracccio a giganti biancheggianti.
Crescendo vidi cose senza senso
cosciente del perduto collettivo senno.
Vidi uomini con biancheggianti vestiti
baciare e non procreare
di fronte a un freddo altare
in nome di una croce
e un continuo narrare.
Esseri travestiti
professare falsi miti
e scuole dove si imparava a vivere
lasciando l'intelligenza reprimere.
Sicuri di un tranquillo lavoro
si sedevano su un falso trono
lasciando che un finto quadrato
rubassero loro gli anni d'oro.
Ed ora piano piano mi invecchio
sperando ancora in un qualche cambiamento.
Disteso in un biancheggiante letto
rimango cosciente che della vita
e delle esperienze connesse ad essa
non mi interessa piu niente.
Tutto improvvisamente si illumina di bianco
e mi appresto al grande salto.
Ma con me non posso portare nient'altro
che un tatuaggio
situato dentro al cuore
con impresso dentro il nome
di quella persona che in questa vita
mi diede tanto amore.
Se avess'io levità di una fanciulla
invece di codesto, torturato,
pesantissimo cuore e conoscessi
la purezza delle acque come fossi
entro raccolta in miti-sacrifici,
spoglierei questa insipida memoria
per immergermi in te, fatto mio uomo.

Io ti debbo i racconti più fruttuosi
della mia terra che non dà mai spiga.
e ti debbo parole come l'ape
deve miele al suo fiore. Perché t'amo
caro, da sempre, prima dell'inferno
prima del paradiso, prima ancora
che io fossi buttata nell'argilla
del mio pavido corpo. Amore mio
quanto pesante è adducerti il mio carro
che io ***** nel giorno dell'arsura
alle tue mille bocche di ristoro!
Tu
E con la caduta dei miti
Io divento il mio dio.

Ma non so che farmene.

Perché bramo la tua mente, le tue labbra, i tuoi abbracci, il tuo corpo. Ogni cosa di te. Tutto di te.

Mi sei entrata dentro la pancia.
E non vuoi più uscire.

Mi sei entrata dentro la mente, dentro i miei sogni
portando un'eterna primavera.
Ma la vivo come una condanna.
La condanna di chi ama e non vorrebbe amare

— The End —