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tangshunzi Jun 2014
Sarò onesto .L'autunno è la mia stagione preferita .E ** tempo per maglioni accogliente .buonissimo cacao caldo e curling dal fuoco per quasi tutto l'anno .Cioè .fino a quando io offro i miei occhi su un tropicale amore -fest come questo giorno cara catturato dai Jonas Peterson .Perché questo .amici miei .è un insieme capolavoro piena di sole contro la terra mozzafiato conosciuta come Fiji .e se ogni ultima immagine gloriosa non ti vuole mettere in valigia un po 'di infradito e prendere il primo volo fuori .non so cosa farà .Vedi tutto qui .


E un piccolo film magia Zoom Fiji ?Penso che lo faremo .Si prega di aggiornare il tuo

browserColorsSeasonsSpringSettingsGolf ResortStylesDestination Da Sposa.Sono cresciuto sognando di sposarsi su un'isola tropicale e Fiji era il posto perfetto per rendere questo sogno .Fiji occupa un posto speciale in entrambi i nostri cuori come Dave mi ha sorpreso proponendo e organizzato per volare verso Fiji il giorno successivo per una vacanza incredibile .Siamo entrambi innamorati amare la cultura delle Fiji abiti da sposa on line .il popolo delle Fiji sono così felice e cordiale e ci siamo sempre sentiti così benvenuti.Abbiamo deciso di fare l'Intercontinental Golf Resort \u0026 Spa sulla Coral Coast .un posto così bello .Volevamo un matrimonio intimo con amici e famiglia per condividere il nostro giorno speciale .Abbiamo voluto creare un'atmosfera divertente e rilassante dove i nostri ospiti possono rilassarsi e hanno una grande vacanza !Ciò che era speciale era di essere in grado di uscire con i nostri ospiti che portano al matrimonio .cocktail a bordo piscina .snorkelling sulla barriera corallina e grandi cene .La mia wedding planner Jane all'Intercontinental Golf Resort e Spa ha fatto il lavoro più sorprendente prendersi cura di tutto.Dave e io non dovevano preoccuparsi per una cosa !Come eravamo sposati all'estero ** ancora voluto mettere il mio tocco speciale al nostro matrimonio così ** avuto una



palla di abiti da sposa 2014 progettare i nostri inviti di nozze.Volevo solo qualcosa di casuale e divertente per riflettere la giornata .
erano così felici con quello che il villaggio fornito in termini di fiori e decorazioni .siamo stati fortunati nostra famiglia sono stati in grado di aiutare le decorazioni parlare etc oltre a Fiji .E 'stato importante per noi per i nostri ospiti di sperimentare alcuni la cultura delle Fiji così abbiamo incorporato ballerini Fiji e uno spettacolo di fuoco .tutti i nostri ospiti davvero apprezzato questo .è veramente fatto la notte così speciale .Abbiamo anche avuto serenaders giocare prima della cerimonia e durante l' ora del cocktail .** anche avuto il privilegio di essere scortato alla cappella da due guerrieri delle Fiji .Il nostro ricevimento si è tenuto presso la firma raffinato ristorante Intercontinentals Navo che si affaccia sulla laguna e l'isola di Navo .Dave e ** organizzato un cocktail speciale per tutti i nostri ospiti in arrivo .è stato un mojito di cocco .i nostri ospiti davvero apprezzato questo tocco speciale .** amato il mio bouquet di orchidee e la bella rosa zenzero damigelle mazzi di fiori .hanno legato perfettamente con i loro abiti Amsale .I ragazzi hanno ben sopportare il calore indossando abiti in calore !

Una cosa che era molto importante per me era il nostro fotografo di matrimoni .Avevo fatto la mia ricerca.ma il mio cuore è stato impostato su Jonas Peterson .Non sono rimasto deluso .ha catturato il nostro giorno così bello .entrambi amiamo le nostre foto e li faremo amare sempre .** anche volato su un artista makeup incredibile da Sydney .Christina Chiaramente che era stato a Fiji molte volte quindi sapevo che ero in buone mani .Lei ha fatto un ottimo lavoro e siamo tutti sembrava così bello .il nostro trucco rimase tutto il giorno e la notte .** una squadra di provenienza dei capelli locale da Fiji .non sono rimasto deluso .sapevano esattamente quello che volevo e la loro conoscenza lavorando con i capelli al calore delle Fiji era incredibile !Abbiamo anche avuto il piacere di lavorare con Zoomfiji .hanno anche fatto un ottimo lavoro catturare il nostro giorno speciale .Ognuno è andato al di là di rendere il nostro giorno così incredibile .

Il personale era incredibile all'Intercontinental abiti da sposa 2014 e niente era troppo disturbo per loro .Hanno davvero fatto in modo che si cura di noi e abbiamo avuto il giorno avevamo sempre sognato !Vinaka !

Fotografo: Jonas Peterson | Abito da sposa: Spose di Beecroft | Cancelleria Wedding : Fave Paper Designs | Scarpe da sposa : peeptoe Scarpe | Abiti da sposa : Amsale | Makeup Artist : Christina Cleary | Capelli: Capelli N Mkp Perfezionista | Striscioni pubblicitari : Lullaby Mobiles| Pezzo di capelli della sposa : Kristi Bonnici Accessori da sposa | Abiti Girls ' : Silk \u0026 More | Località : Intercontinental Golf Resort \u0026 Spa FijiAmsale è un membro del nostro Look Book .Per ulteriori informazioni su come vengono scelti i membri .fare clic qui
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http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/2/4171635353535_396853.jpg
Fiji Wedding da Jonas Peterson_abiti da sposa corti
tangshunzi Jul 2014
matrimoni

Newport non mancano mai di wow .E 'proprio quello che fanno .Deve avere qualcosa a che fare con i suoi panorami splendidi e fascino del vecchio mondo .ma sono abbastanza sicuro che le sue coppie eleganti che affollano i litorali più belli che davvero rendono speciale .Perché ci portano i matrimoni come questo a Castle Hill Inn .che è ancora tradizionale fresco .e tutto intorno incantevole.E con splendidi fiori da Sayles Livingston Fiori e immagini mozzafiato da Lindsey Rae Fotografia - semplicemente non migliora .Vedi tutto qui .

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ColorsSeasonsSummerSettingsOutdoorTentedStylesTraditional EleganceFrom Lindsey .Newport è sede di alcune delle più belle viste sull'oceano .nostalgico fascino del New England .e abiti da sposa 2014 riunioni di famiglia intimi .Così.quando Alexis e Will mi hanno invitato a catturare il loro matrimonio Castle Hill Inn sono rimasto basito !Entrambi hanno confessato quanto fosse importante per entrambi che il loro matrimonio non solo celebrare il loro abiti da sposa 2014 amore per l'altro .ma per le loro famiglie.Alexis e la volontà di Will è andato via con un intoppo !La loro giornata consisteva di deliziosi brindisi champagne.gite in tram .fiori a cascata .colori ricchi .cimeli e le tradizioni di famiglia.cocktail .incredibili - heart -felt discorsi .e una pista da ballo che non è mai



vuota
Fotografia : . Lindsey Rae Fotografia |Cinematografia : Daylight Films | design floreale : Sayles Livingston Flowers | Abito da sposa: Marco Zunino | Cake: Designs Confetteria | Inviti : Wedding Paper Divas | Scarpe : Jimmy Choo | Altri Abiti : Amsale | Catering : Castle Hill Inn | Boutique Bridal : KleinfeldBridal | DJ / Gruppo: Intrattenimento Specialisti | Hair + Trucco : SERAI Beauty | Luogo : Castle Hill InnAmsale è un membro del nostro Look Book .Per abiti da sposa on line ulteriori informazioni su come vengono scelti i membri .fare clic qui .Sayles Livingston Design è un membro del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Sayles Livingston design VIEW
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Nautica Wedding Newport a Castle Hill Inn da Lindsey Rae Fotografia_vestiti da sposa
Dovrei essere proprio come te, Cuore di ghiaccio nero, Sii gentile, Un amico, come creare un'illusione, nella tua mente, sii vicino, fingi di essere reale, un modo per conoscere, i tuoi sogni, i tuoi piani, la tua prossima mossa ,

Quando vedo le tue aspirazioni, che ti portano avanti,

Essendo un maestro manipolatore, come te, pianificherò astutamente la tua caduta, come un giullare, ridendo con la folla, che sono convinto che tu sia sempre stato, nient'altro che quello di un immutabile intimidito.

Sei davvero solo un codardo, hai paura di qualcuno, fai solo uno sforzo per fare ciò che è meglio, hai paura di qualcuno, che non è nemmeno una minaccia per te, o per la posizione che occupi.

Dimostra la tua superiorità, fiducia in te stesso, essendo orgogliosamente audace! Il tuo orgoglio, la tua arroganza, la tua ignoranza, la tua cecità e la tua ipocrisia...

NO, non potrei mai essere come te, rovinando gli altri come fai tu, pensavo di essere lo sciocco, ora vedo, ora ** pace.

Quindi prego sinceramente. "Dio apri il suo cuore, per accettare la tua grazia straordinaria, attraverso di te, conosceremo entrambi la nostra parte, il nostro posto, e se non presto, allora in Paradiso, avremo

un'eternità da rifare. "Sì, ti amo sorella mia in Cristo!

- VenJencie Ⓒ Autore Ven J. Arnold
"I Could Never Be Like You," An earlier poem that I wrote is translated into Italian by me. The title is, "Non potrei mai essere come te."  ~SacredInkedBlood https://m.facebook.com/VenjencieCliftonArnold
Aiere ha fatto n'anno - 'o diece 'e maggio,
na matenata calda e chiena 'e sole -,
penzaie 'ncapo a me: "Cu che curaggio
io stamattina vaco a faticà!".
Facenno 'o paro e sparo mme susette:
"Mo mme ne vaco 'a parte 'e copp' 'o Campo".
Int'a ddiece minute mme vestette
cu 'e mucassine e cu 'o vestito blu.

Nun facette sparà manco 'o cannone
ca già stevo assettato int' 'a cantina,
annanze a nu piatto 'e maccarune:
nu zito ch'affucava int 'o ragù.

C' 'a panza chiena, a passo... chianu chiano
mme ne trasette dint'a na campagna,
mmocca nu miezo sigaro tuscano,
ca m' 'o zucavo comme 'o biberò.

Tutto a nu tratto veco nu spiazzale
chino 'e ferraglie vecchie e arrugginite.
E ched' è, neh?... nu campo 'e residuate:
"il cimitero della civiltà".

Nu carro armato cu 'a lamiera rotta...
trattore viecchie... macchine scassate...
n' "Alfetta" senza 'e qquatte rote 'a sotto...
pareva 'o campusanto d' 'a Pietà!

Guardanno a uno a uno sti ruttame,
pare ca ognuno 'e lloro mme diceva:
"Guardate ccà cosa addiventiamo
quanno 'a vicchiaia subbentra a giuventù".

Mmiezo a sta pace, a stu silenzio 'e morte,
tutto a nu tratto sento nu bisbiglio...
appizzo 'e rrecchie e sento 'e di cchiù forte:
"Mia cara Giulietta, come va?".

Chi è ca sta parlanno cu Giulietta?
Nmiezo a stu campo nun ce sta nisciuno...
Tu vuo vedè che l'hanno cu ll' "Alfetta"?
Cheste so ccose 'e pazze! E chi sarrà?

Mme movo chianu chiano... indifferente,
piglio e mm'assetto 'ncopp' 'o carro armato...
quanno 'a sotto mme sento 'e di: "Accidente!...
E chisto mo chi è?... Che vularrà?".

Chi ha ditto sti pparole? Chi ha parlato?
I' faccio sta domanda e zompo all'erta...
"So io ch'aggio parlato: 'o carro armato...
Proprio addu me v'aviveve assettà?

A Napule nun se pò sta cuieto.
Aiere un brutto cane mascalzone
se ferma, addora... aiza 'a coscia 'e reto,
e po' mme fa pipi 'nfaccia 'o sciassi".

"Vi prego di accettare le mie scuse,
v' 'e ffaccio a nome anche del mio paese;
Ma voi siete tedesco o Made in Usa?
E come vi trovate in Italy?".

"Sono tedesco, venni da Berlino
per far la guerra contro l'Inghilterra;
ma poi - chiamalo caso oppur destino -
'e mmazzate ll'avette proprio ccà!".

"Ah, si... mo mme ricordo... le mazzate
ch'avisteve da noi napoletani...
E quanto furon... quattro le giornate,
si nun mme sbaglio: o qualche cosa 'e cchiù?".

"Furon quattro.Mazzate 'a tutte pizze:
prete, benzina, sputazzate 'nfacccia...
Aviveve vedè chilli scugnizze
che cosa se facettero afferrà!".

"Caro Signore, 'o nuosto è nu paisiello
ca tene - è overo - tanta tulleranza;
ma nun nce aimma scurdà ca Masaniello
apparteneva a chesta gente ccà.

E mo mm'ite 'a scusà ll'impertinenza,
primma aggio 'ntiso 'e dì: "Cara Giulietta".
Facitemmella chesta confidenza:
si nun mme sbaglio era st' "Alfetta" ccà?".

"Appunto, si,è qui da noi da un mese...
'A puverella è stata disgraziata,
è capitata 'nmano a un brutto arnese,
... Chisto nun ha saputo maie guidà.

Io mm' 'a pigliasse cu 'e rappresentante,
cu chilli llà che cacciano 'e ppatente;
chiunque 'e nuie, oggi, senza cuntante,
se piglia 'a macchinetta e se ne va".

"Di macchine in Italia c'è abbondanza...-
rispose sottovoce 'a puverella -
si no che ffa... po' nce grattammo 'a panza:
chillo ca vene ll'avimmo acchiappà".

"Giulietta, raccontate qui al signore
i vostri guai" - dicette 'o carro armato.
L' "Alfetta" rispunnette a malincuore:
"Se ci tenete, li racconterò.

Come sapete, sono milanese,
son figlia d'Alfa e di papà Romeo,
per fare me papà non badò a spese;
mi volle fare bella "come il fò".

Infatti, mi adagiarono in vetrina,
tutta agghindata... splendida... lucente!
Ero un' "Alfetta" ancora signorina:
facevo tanta gola in verità!

Un giorno si presenta un giovanotto
cu tanto nu paccotto 'e cambiale,
io, puverella!, avette fà 'o fagotto,
penzanno:Chi sa comme va a fernì!

Si rivelò cretino, senza gusto:
apparteneva 'a "gioventù bruciata".
Diceva a tutti quanti: "Io sono un fusto;
'e ffemmene cu mmico hanna cadè!".

Senza rispetto, senza nu cuntegno...
cambiava tutt' 'e giorne... signorina:
ci conduceva al solito convegno...
... alla periferia della città.

Chello ca cumbinava 'o giuvinotto?
Chi maie ve lo potrebbe raccontare:
io nn'aggio mantenute cannelotte
'e tutte specie, 'e tutte 'e qqualità:

la signorina di buona famiglia,
a vedova, 'a zetella, 'a mmaretata...
E quanno succedette 'o parapiglia,
stavamo proprio cu una 'e chesti ccà.

In una curva, questo gran cretino,
volle fare un sorpasso proibito,
di fronte a noi veniva un camioncino,
un cozzo, svenni, e mo mme trovo ccà".

"A nu fetente 'e chisto ce vulesse
nu paliatone, na scassata d'osse'...
Ma comme - dico i' po' - sò sempe 'e stesse
ca t'hanna cumbinà sti guaie ccà?".

"E che penzate 'e fà donna Giulietta?".
"E ch'aggia fà? - rispose 'a puverella-
So che domani viene una carretta,
mme pigliano e mme portano a squaglià".

"Giulietta... via, fatevi coraggio -
(dicette 'o carro armato). lo ero un "Tigre",
il popolo tremava al mio passaggio!...
Mannaggia 'a guerra e chi 'a vulette fà!

lo so cosa faranno del mio squaglio:
cupierche 'e cassarole, rubinette,
incudini, martelli, o qualche maglio,
e na duzzina 'e fierre pe stirà"

"lo vi capisco... sono dispiaciuto...
ma p' 'e metalli 'a morte nun esiste;
invece 'e n'ommo, quanno se n'è ghiuto,
"Signò m'aita scusà... i' songo 'e fore;
'o saccio, nun capisco...sò cafone;
però vurria sapè ched'è sta confusione?
Sti strille, chesta gente...e chillu carruzzone.
E chilli tre guagliuni
miezo a lli guardie cu e fucile armate
ca 'e porteno 'ncatena ammanettate.

Chi songo? Tre assassini?
Tre briganti 'e via Nova?
Tre carnette 'e malaspina?
Chi songo... e ch'anno fatto?".

"Niente di tutto questo, amico caro,
sono tre ladri, come vedi è chiaro.
Li portano in prigione ammanettati,
perché la Società li ha giudicati".

"S'avettano arrubbà nu miliardo,
che ssaccio... un patrimonio ... ".
"Un miliardo? No, non dir sciocchezze!
Rubaron, sì, ma delle frivolezza:
mi pare, da una sporta, qualche mela.
Il gioco non valeva la candela".

"Signó m'aita scusà... i' songo 'e fora;
lo saccio, nun capisco... sò cafone;
e quanto l'hanno date?
e quanto hanna scuntà?".

"Un anno e quattro mesi, se non sbaglio.
Infatti la facenda passò al vaglio
d'un giudice severo e molto irato,
perché quel furto lo trovò aggravato".

" 'A faccia d' 'o saciccio!
E chesto è tutto?
Signò pe' quacche mela...
ma ch'erano presutte?"

"Io penso che prosciutti o non prosciutti
la legge è legge ed è ugual per tutti.
La Società esige la condanna,
per chi la buona fede altrui inganna".

"Ah sì! chesto è overo,
è santa verità;
la legge è legge e s'adda rispettà.
Signò, ma spisso 'o cane mozzeca 'o stracciato.

E quacche vota 'a legge putesse fà 'a cecata!
E mo m'aita scusà... i' songo e fora
e nun saccio parlà, ve l'aggio ditto già;
ma c 'o permesso vuoste, vurria sapè chi site".

"Ancora tu non m'hai riconosciuto?
Ma allora tu sei un socio sprovveduto".

"Signò, mo nun capisco...
che vò significà?
Sò addeventato socio?
'E quale società?"

"La Società Umana... quella nostra.
Tutti apparteniamo a questa giostra.
È Società simbolica,
libera e democratica».

"Ah no! Mi dispiace signor mio!
Chello ca i' penzo 'e vuie,
o sape sulo Ddio!
Umano avite ditto?

Allora nuie mannammo,
senza penzà, 'ngalera
a chi se more e famma?
Chesta è na fetenzia... nun è democrazia!

Spiegateme na cosa:
Chi ha fatto chesti leggi scustumate,
ca pe chi tene famma
a pena s'è aggravata?".

"Noi della Società demmo il mandato
col nostro voto a qualche deputato".

"Ma allora 'a colpa è 'a nosta?
Nuie aimma jì, 'ngalera!
Tenimmo 'a faccia tosta
e la coscienza nera.

'A famma 'o ssaje ched'è?
'Na brutta malattia:
da 'o fuoco a nu governo, te cagna 'a geografia,
pò scancellà na storia, distrugge 'a munarchia.

Pò capità 'e vedè 'ncopp' 'a na barricata,
chill'ommo a panza chiena
ca primma ha condannato,
cu na scuppetta 'mmano ca spara scuppettate!".
Teneva diciott'anne Sarchiapone,
era stato cavallo ammartenato,
ma... ogne bella scarpa nu scarpone
addeventa c' 'o tiempo e cu ll'età.
Giuvinotto pareva n'inglesino,
uno 'e chilli cavalle arritrattate
ca portano a cavallo p' 'o ciardino
na signorina della nobiltà.

Pronto p'asc'i sbatteva 'e ccianfe 'nterra,
frieva, asceva 'o fummo 'a dint' 'o naso,
faville 'a sotto 'e piere, 'o ffuoco! 'A guerra!
S'arrevutava tutt' 'a Sanità.

Ma... ogni bella scarpa nu scarpone
c' 'o tiempo addeventammo tutte quante;
venette pure 'o turno 'e Sarchiapone.
Chesta è la vita! Nun ce sta che ffà.

Trista vicchiaja. Che brutto destino!
Tutt' 'a jurnata sotto a na carretta
a carrià lignammo, prete, vino.
"Cammina, Sarchiapò! Cammina, aah!".

'O carrettiere, 'nfamo e disgraziato,
cu 'a peroccola 'nmano, e 'a part' 'o gruosso,
cu tutt' 'e fforze 'e ddà sotto 'o custato
'nfaccia 'a sagliuta p' 'o fà cammenà.

A stalla ll'aspettava Ludovico,
nu ciucciariello viecchio comm' a isso:
pe Sarchiapone chisto era n'amico,
cumpagne sotto 'a stessa 'nfamità.

Vicino tutt' 'e ddute: ciuccio e cavallo
se facevano 'o lagno d' 'a jurnata.
Diceva 'o ciuccio: "I' nce aggio fatto 'o callo,
mio caro Sarchiapone. Che bbuò fà?

lo te capisco, tu te si abbeluto.
Sò tutte na maniata 'e carrettiere,
e, specialmente, 'o nuosto,è 'o cchiù cornuto
ca maie nce puteva capità.

Sienteme bbuono e vide che te dico:
la bestia umana è un animale ingrato.
Mm' he a credere... parola 'e Ludovico,
ca mm' è venuto 'o schifo d' 'o ccampà.

Nuie simmo meglio 'e lloro, t' 'o ddico io:
tenimmo core 'mpietto e sentimento.
Chello ca fanno lloro? Ah, no, pe ddio!
Nisciuno 'e nuie s' 'o ssonna maie d' 'o ffà.

E quanta vote 'e dicere aggio 'ntiso:
"'A tale ha parturito int' 'a nuttata
na criatura viva e po' ll'ha accisa.
Chesto na mamma ciuccia nun 'o ffà!".

"Tu che mme dice Ludovico bello?!
Overo 'o munno è accussi malamente?".
"E che nne vuo sapè, caro fratello,
nun t'aggio ditto tutta 'a verità.

Tu si cavallo, nobile animale,
e cierti ccose nun 'e concepisce.
I' so plebbeo e saccio tutt' 'o mmale
ca te cumbina chesta umanità".

A sti parole 'o ricco Sarchiapone
dicette: "Ludovì, io nun ce credo!
I' mo nce vò, tenevo nu padrone
ch'era na dama, n'angelo 'e buntà.

Mm'accarezzava comm'a nu guaglione,
mme deva 'a preta 'e zucchero a quadrette;
spisse se cunzigliava c' 'o garzone
(s'io stevo poco bbuono) ch' eva fà".

"Embè! - dicette 'o ciuccio - Mme faie pena.
Ma comme, tu nun l'he capito ancora?
Si, ll'ommo fa vedè ca te vò bbene
è pe nu scopo... na fatalità.

Chi pe na mano, chi pe n'ata mano,
ognuno tira ll'acqua al suo mulino.
So chiste tutte 'e sentimente umane:
'a mmiria, ll'egoismo, 'a falsità.

'A prova è chesta, caro Sarchiapone:
appena si trasuto int' 'a vicchiaia,
pe poche sorde, comme a nu scarpone,
t'hanno vennuto e si caduto ccà.

Pe sotto a chillu stesso carruzzino
'o patruncino tuio n'atu cavallo
se ll' è accattato proprio stammatina
pe ghi currenno 'e pprete d' 'a città".

'O nobbile animale nun durmette
tutt' 'a nuttata, triste e ll'uocchie 'nfuse,
e quanno avette ascì sott' 'a carretta
lle mancavano 'e fforze pe tirà.

"Gesù, che delusione ch'aggio avuto!"-
penzava Sarchiapone cu amarezza.
"Sai che ti dico? Ll'aggia fa fernuta,
mmiezo a sta gente che nce campo a ffà?"

E camminanno a ttaglio e nu burrone,
nchiurette ll'uocchie e se menaie abbascio.
Vulette 'nzerrà 'o libbro Sarchiapone,
e se ne jette a 'o munno 'a verità.
Aiere ha fatto n'anno - 'o diece 'e maggio,
na matenata calda e chiena 'e sole -,
penzaie 'ncapo a me: "Cu che curaggio
io stamattina vaco a faticà!".
Facenno 'o paro e sparo mme susette:
"Mo mme ne vaco 'a parte 'e copp' 'o Campo".
Int'a ddiece minute mme vestette
cu 'e mucassine e cu 'o vestito blu.

Nun facette sparà manco 'o cannone
ca già stevo assettato int' 'a cantina,
annanze a nu piatto 'e maccarune:
nu zito ch'affucava int 'o ragù.

C' 'a panza chiena, a passo... chianu chiano
mme ne trasette dint'a na campagna,
mmocca nu miezo sigaro tuscano,
ca m' 'o zucavo comme 'o biberò.

Tutto a nu tratto veco nu spiazzale
chino 'e ferraglie vecchie e arrugginite.
E ched' è, neh?... nu campo 'e residuate:
"il cimitero della civiltà".

Nu carro armato cu 'a lamiera rotta...
trattore viecchie... macchine scassate...
n' "Alfetta" senza 'e qquatte rote 'a sotto...
pareva 'o campusanto d' 'a Pietà!

Guardanno a uno a uno sti ruttame,
pare ca ognuno 'e lloro mme diceva:
"Guardate ccà cosa addiventiamo
quanno 'a vicchiaia subbentra a giuventù".

Mmiezo a sta pace, a stu silenzio 'e morte,
tutto a nu tratto sento nu bisbiglio...
appizzo 'e rrecchie e sento 'e di cchiù forte:
"Mia cara Giulietta, come va?".

Chi è ca sta parlanno cu Giulietta?
Nmiezo a stu campo nun ce sta nisciuno...
Tu vuo vedè che l'hanno cu ll' "Alfetta"?
Cheste so ccose 'e pazze! E chi sarrà?

Mme movo chianu chiano... indifferente,
piglio e mm'assetto 'ncopp' 'o carro armato...
quanno 'a sotto mme sento 'e di: "Accidente!...
E chisto mo chi è?... Che vularrà?".

Chi ha ditto sti pparole? Chi ha parlato?
I' faccio sta domanda e zompo all'erta...
"So io ch'aggio parlato: 'o carro armato...
Proprio addu me v'aviveve assettà?

A Napule nun se pò sta cuieto.
Aiere un brutto cane mascalzone
se ferma, addora... aiza 'a coscia 'e reto,
e po' mme fa pipi 'nfaccia 'o sciassi".

"Vi prego di accettare le mie scuse,
v' 'e ffaccio a nome anche del mio paese;
Ma voi siete tedesco o Made in Usa?
E come vi trovate in Italy?".

"Sono tedesco, venni da Berlino
per far la guerra contro l'Inghilterra;
ma poi - chiamalo caso oppur destino -
'e mmazzate ll'avette proprio ccà!".

"Ah, si... mo mme ricordo... le mazzate
ch'avisteve da noi napoletani...
E quanto furon... quattro le giornate,
si nun mme sbaglio: o qualche cosa 'e cchiù?".

"Furon quattro.Mazzate 'a tutte pizze:
prete, benzina, sputazzate 'nfacccia...
Aviveve vedè chilli scugnizze
che cosa se facettero afferrà!".

"Caro Signore, 'o nuosto è nu paisiello
ca tene - è overo - tanta tulleranza;
ma nun nce aimma scurdà ca Masaniello
apparteneva a chesta gente ccà.

E mo mm'ite 'a scusà ll'impertinenza,
primma aggio 'ntiso 'e dì: "Cara Giulietta".
Facitemmella chesta confidenza:
si nun mme sbaglio era st' "Alfetta" ccà?".

"Appunto, si,è qui da noi da un mese...
'A puverella è stata disgraziata,
è capitata 'nmano a un brutto arnese,
... Chisto nun ha saputo maie guidà.

Io mm' 'a pigliasse cu 'e rappresentante,
cu chilli llà che cacciano 'e ppatente;
chiunque 'e nuie, oggi, senza cuntante,
se piglia 'a macchinetta e se ne va".

"Di macchine in Italia c'è abbondanza...-
rispose sottovoce 'a puverella -
si no che ffa... po' nce grattammo 'a panza:
chillo ca vene ll'avimmo acchiappà".

"Giulietta, raccontate qui al signore
i vostri guai" - dicette 'o carro armato.
L' "Alfetta" rispunnette a malincuore:
"Se ci tenete, li racconterò.

Come sapete, sono milanese,
son figlia d'Alfa e di papà Romeo,
per fare me papà non badò a spese;
mi volle fare bella "come il fò".

Infatti, mi adagiarono in vetrina,
tutta agghindata... splendida... lucente!
Ero un' "Alfetta" ancora signorina:
facevo tanta gola in verità!

Un giorno si presenta un giovanotto
cu tanto nu paccotto 'e cambiale,
io, puverella!, avette fà 'o fagotto,
penzanno:Chi sa comme va a fernì!

Si rivelò cretino, senza gusto:
apparteneva 'a "gioventù bruciata".
Diceva a tutti quanti: "Io sono un fusto;
'e ffemmene cu mmico hanna cadè!".

Senza rispetto, senza nu cuntegno...
cambiava tutt' 'e giorne... signorina:
ci conduceva al solito convegno...
... alla periferia della città.

Chello ca cumbinava 'o giuvinotto?
Chi maie ve lo potrebbe raccontare:
io nn'aggio mantenute cannelotte
'e tutte specie, 'e tutte 'e qqualità:

la signorina di buona famiglia,
a vedova, 'a zetella, 'a mmaretata...
E quanno succedette 'o parapiglia,
stavamo proprio cu una 'e chesti ccà.

In una curva, questo gran cretino,
volle fare un sorpasso proibito,
di fronte a noi veniva un camioncino,
un cozzo, svenni, e mo mme trovo ccà".

"A nu fetente 'e chisto ce vulesse
nu paliatone, na scassata d'osse'...
Ma comme - dico i' po' - sò sempe 'e stesse
ca t'hanna cumbinà sti guaie ccà?".

"E che penzate 'e fà donna Giulietta?".
"E ch'aggia fà? - rispose 'a puverella-
So che domani viene una carretta,
mme pigliano e mme portano a squaglià".

"Giulietta... via, fatevi coraggio -
(dicette 'o carro armato). lo ero un "Tigre",
il popolo tremava al mio passaggio!...
Mannaggia 'a guerra e chi 'a vulette fà!

lo so cosa faranno del mio squaglio:
cupierche 'e cassarole, rubinette,
incudini, martelli, o qualche maglio,
e na duzzina 'e fierre pe stirà"

"lo vi capisco... sono dispiaciuto...
ma p' 'e metalli 'a morte nun esiste;
invece 'e n'ommo, quanno se n'è ghiuto,
Teneva diciott'anne Sarchiapone,
era stato cavallo ammartenato,
ma... ogne bella scarpa nu scarpone
addeventa c' 'o tiempo e cu ll'età.
Giuvinotto pareva n'inglesino,
uno 'e chilli cavalle arritrattate
ca portano a cavallo p' 'o ciardino
na signorina della nobiltà.

Pronto p'asc'i sbatteva 'e ccianfe 'nterra,
frieva, asceva 'o fummo 'a dint' 'o naso,
faville 'a sotto 'e piere, 'o ffuoco! 'A guerra!
S'arrevutava tutt' 'a Sanità.

Ma... ogni bella scarpa nu scarpone
c' 'o tiempo addeventammo tutte quante;
venette pure 'o turno 'e Sarchiapone.
Chesta è la vita! Nun ce sta che ffà.

Trista vicchiaja. Che brutto destino!
Tutt' 'a jurnata sotto a na carretta
a carrià lignammo, prete, vino.
"Cammina, Sarchiapò! Cammina, aah!".

'O carrettiere, 'nfamo e disgraziato,
cu 'a peroccola 'nmano, e 'a part' 'o gruosso,
cu tutt' 'e fforze 'e ddà sotto 'o custato
'nfaccia 'a sagliuta p' 'o fà cammenà.

A stalla ll'aspettava Ludovico,
nu ciucciariello viecchio comm' a isso:
pe Sarchiapone chisto era n'amico,
cumpagne sotto 'a stessa 'nfamità.

Vicino tutt' 'e ddute: ciuccio e cavallo
se facevano 'o lagno d' 'a jurnata.
Diceva 'o ciuccio: "I' nce aggio fatto 'o callo,
mio caro Sarchiapone. Che bbuò fà?

lo te capisco, tu te si abbeluto.
Sò tutte na maniata 'e carrettiere,
e, specialmente, 'o nuosto,è 'o cchiù cornuto
ca maie nce puteva capità.

Sienteme bbuono e vide che te dico:
la bestia umana è un animale ingrato.
Mm' he a credere... parola 'e Ludovico,
ca mm' è venuto 'o schifo d' 'o ccampà.

Nuie simmo meglio 'e lloro, t' 'o ddico io:
tenimmo core 'mpietto e sentimento.
Chello ca fanno lloro? Ah, no, pe ddio!
Nisciuno 'e nuie s' 'o ssonna maie d' 'o ffà.

E quanta vote 'e dicere aggio 'ntiso:
"'A tale ha parturito int' 'a nuttata
na criatura viva e po' ll'ha accisa.
Chesto na mamma ciuccia nun 'o ffà!".

"Tu che mme dice Ludovico bello?!
Overo 'o munno è accussi malamente?".
"E che nne vuo sapè, caro fratello,
nun t'aggio ditto tutta 'a verità.

Tu si cavallo, nobile animale,
e cierti ccose nun 'e concepisce.
I' so plebbeo e saccio tutt' 'o mmale
ca te cumbina chesta umanità".

A sti parole 'o ricco Sarchiapone
dicette: "Ludovì, io nun ce credo!
I' mo nce vò, tenevo nu padrone
ch'era na dama, n'angelo 'e buntà.

Mm'accarezzava comm'a nu guaglione,
mme deva 'a preta 'e zucchero a quadrette;
spisse se cunzigliava c' 'o garzone
(s'io stevo poco bbuono) ch' eva fà".

"Embè! - dicette 'o ciuccio - Mme faie pena.
Ma comme, tu nun l'he capito ancora?
Si, ll'ommo fa vedè ca te vò bbene
è pe nu scopo... na fatalità.

Chi pe na mano, chi pe n'ata mano,
ognuno tira ll'acqua al suo mulino.
So chiste tutte 'e sentimente umane:
'a mmiria, ll'egoismo, 'a falsità.

'A prova è chesta, caro Sarchiapone:
appena si trasuto int' 'a vicchiaia,
pe poche sorde, comme a nu scarpone,
t'hanno vennuto e si caduto ccà.

Pe sotto a chillu stesso carruzzino
'o patruncino tuio n'atu cavallo
se ll' è accattato proprio stammatina
pe ghi currenno 'e pprete d' 'a città".

'O nobbile animale nun durmette
tutt' 'a nuttata, triste e ll'uocchie 'nfuse,
e quanno avette ascì sott' 'a carretta
lle mancavano 'e fforze pe tirà.

"Gesù, che delusione ch'aggio avuto!"-
penzava Sarchiapone cu amarezza.
"Sai che ti dico? Ll'aggia fa fernuta,
mmiezo a sta gente che nce campo a ffà?"

E camminanno a ttaglio e nu burrone,
nchiurette ll'uocchie e se menaie abbascio.
Vulette 'nzerrà 'o libbro Sarchiapone,
e se ne jette a 'o munno 'a verità.
Teneva diciott'anne Sarchiapone,
era stato cavallo ammartenato,
ma... ogne bella scarpa nu scarpone
addeventa c' 'o tiempo e cu ll'età.
Giuvinotto pareva n'inglesino,
uno 'e chilli cavalle arritrattate
ca portano a cavallo p' 'o ciardino
na signorina della nobiltà.

Pronto p'asc'i sbatteva 'e ccianfe 'nterra,
frieva, asceva 'o fummo 'a dint' 'o naso,
faville 'a sotto 'e piere, 'o ffuoco! 'A guerra!
S'arrevutava tutt' 'a Sanità.

Ma... ogni bella scarpa nu scarpone
c' 'o tiempo addeventammo tutte quante;
venette pure 'o turno 'e Sarchiapone.
Chesta è la vita! Nun ce sta che ffà.

Trista vicchiaja. Che brutto destino!
Tutt' 'a jurnata sotto a na carretta
a carrià lignammo, prete, vino.
"Cammina, Sarchiapò! Cammina, aah!".

'O carrettiere, 'nfamo e disgraziato,
cu 'a peroccola 'nmano, e 'a part' 'o gruosso,
cu tutt' 'e fforze 'e ddà sotto 'o custato
'nfaccia 'a sagliuta p' 'o fà cammenà.

A stalla ll'aspettava Ludovico,
nu ciucciariello viecchio comm' a isso:
pe Sarchiapone chisto era n'amico,
cumpagne sotto 'a stessa 'nfamità.

Vicino tutt' 'e ddute: ciuccio e cavallo
se facevano 'o lagno d' 'a jurnata.
Diceva 'o ciuccio: "I' nce aggio fatto 'o callo,
mio caro Sarchiapone. Che bbuò fà?

lo te capisco, tu te si abbeluto.
Sò tutte na maniata 'e carrettiere,
e, specialmente, 'o nuosto,è 'o cchiù cornuto
ca maie nce puteva capità.

Sienteme bbuono e vide che te dico:
la bestia umana è un animale ingrato.
Mm' he a credere... parola 'e Ludovico,
ca mm' è venuto 'o schifo d' 'o ccampà.

Nuie simmo meglio 'e lloro, t' 'o ddico io:
tenimmo core 'mpietto e sentimento.
Chello ca fanno lloro? Ah, no, pe ddio!
Nisciuno 'e nuie s' 'o ssonna maie d' 'o ffà.

E quanta vote 'e dicere aggio 'ntiso:
"'A tale ha parturito int' 'a nuttata
na criatura viva e po' ll'ha accisa.
Chesto na mamma ciuccia nun 'o ffà!".

"Tu che mme dice Ludovico bello?!
Overo 'o munno è accussi malamente?".
"E che nne vuo sapè, caro fratello,
nun t'aggio ditto tutta 'a verità.

Tu si cavallo, nobile animale,
e cierti ccose nun 'e concepisce.
I' so plebbeo e saccio tutt' 'o mmale
ca te cumbina chesta umanità".

A sti parole 'o ricco Sarchiapone
dicette: "Ludovì, io nun ce credo!
I' mo nce vò, tenevo nu padrone
ch'era na dama, n'angelo 'e buntà.

Mm'accarezzava comm'a nu guaglione,
mme deva 'a preta 'e zucchero a quadrette;
spisse se cunzigliava c' 'o garzone
(s'io stevo poco bbuono) ch' eva fà".

"Embè! - dicette 'o ciuccio - Mme faie pena.
Ma comme, tu nun l'he capito ancora?
Si, ll'ommo fa vedè ca te vò bbene
è pe nu scopo... na fatalità.

Chi pe na mano, chi pe n'ata mano,
ognuno tira ll'acqua al suo mulino.
So chiste tutte 'e sentimente umane:
'a mmiria, ll'egoismo, 'a falsità.

'A prova è chesta, caro Sarchiapone:
appena si trasuto int' 'a vicchiaia,
pe poche sorde, comme a nu scarpone,
t'hanno vennuto e si caduto ccà.

Pe sotto a chillu stesso carruzzino
'o patruncino tuio n'atu cavallo
se ll' è accattato proprio stammatina
pe ghi currenno 'e pprete d' 'a città".

'O nobbile animale nun durmette
tutt' 'a nuttata, triste e ll'uocchie 'nfuse,
e quanno avette ascì sott' 'a carretta
lle mancavano 'e fforze pe tirà.

"Gesù, che delusione ch'aggio avuto!"-
penzava Sarchiapone cu amarezza.
"Sai che ti dico? Ll'aggia fa fernuta,
mmiezo a sta gente che nce campo a ffà?"

E camminanno a ttaglio e nu burrone,
nchiurette ll'uocchie e se menaie abbascio.
Vulette 'nzerrà 'o libbro Sarchiapone,
e se ne jette a 'o munno 'a verità.
Aiere ha fatto n'anno - 'o diece 'e maggio,
na matenata calda e chiena 'e sole -,
penzaie 'ncapo a me: "Cu che curaggio
io stamattina vaco a faticà!".
Facenno 'o paro e sparo mme susette:
"Mo mme ne vaco 'a parte 'e copp' 'o Campo".
Int'a ddiece minute mme vestette
cu 'e mucassine e cu 'o vestito blu.

Nun facette sparà manco 'o cannone
ca già stevo assettato int' 'a cantina,
annanze a nu piatto 'e maccarune:
nu zito ch'affucava int 'o ragù.

C' 'a panza chiena, a passo... chianu chiano
mme ne trasette dint'a na campagna,
mmocca nu miezo sigaro tuscano,
ca m' 'o zucavo comme 'o biberò.

Tutto a nu tratto veco nu spiazzale
chino 'e ferraglie vecchie e arrugginite.
E ched' è, neh?... nu campo 'e residuate:
"il cimitero della civiltà".

Nu carro armato cu 'a lamiera rotta...
trattore viecchie... macchine scassate...
n' "Alfetta" senza 'e qquatte rote 'a sotto...
pareva 'o campusanto d' 'a Pietà!

Guardanno a uno a uno sti ruttame,
pare ca ognuno 'e lloro mme diceva:
"Guardate ccà cosa addiventiamo
quanno 'a vicchiaia subbentra a giuventù".

Mmiezo a sta pace, a stu silenzio 'e morte,
tutto a nu tratto sento nu bisbiglio...
appizzo 'e rrecchie e sento 'e di cchiù forte:
"Mia cara Giulietta, come va?".

Chi è ca sta parlanno cu Giulietta?
Nmiezo a stu campo nun ce sta nisciuno...
Tu vuo vedè che l'hanno cu ll' "Alfetta"?
Cheste so ccose 'e pazze! E chi sarrà?

Mme movo chianu chiano... indifferente,
piglio e mm'assetto 'ncopp' 'o carro armato...
quanno 'a sotto mme sento 'e di: "Accidente!...
E chisto mo chi è?... Che vularrà?".

Chi ha ditto sti pparole? Chi ha parlato?
I' faccio sta domanda e zompo all'erta...
"So io ch'aggio parlato: 'o carro armato...
Proprio addu me v'aviveve assettà?

A Napule nun se pò sta cuieto.
Aiere un brutto cane mascalzone
se ferma, addora... aiza 'a coscia 'e reto,
e po' mme fa pipi 'nfaccia 'o sciassi".

"Vi prego di accettare le mie scuse,
v' 'e ffaccio a nome anche del mio paese;
Ma voi siete tedesco o Made in Usa?
E come vi trovate in Italy?".

"Sono tedesco, venni da Berlino
per far la guerra contro l'Inghilterra;
ma poi - chiamalo caso oppur destino -
'e mmazzate ll'avette proprio ccà!".

"Ah, si... mo mme ricordo... le mazzate
ch'avisteve da noi napoletani...
E quanto furon... quattro le giornate,
si nun mme sbaglio: o qualche cosa 'e cchiù?".

"Furon quattro.Mazzate 'a tutte pizze:
prete, benzina, sputazzate 'nfacccia...
Aviveve vedè chilli scugnizze
che cosa se facettero afferrà!".

"Caro Signore, 'o nuosto è nu paisiello
ca tene - è overo - tanta tulleranza;
ma nun nce aimma scurdà ca Masaniello
apparteneva a chesta gente ccà.

E mo mm'ite 'a scusà ll'impertinenza,
primma aggio 'ntiso 'e dì: "Cara Giulietta".
Facitemmella chesta confidenza:
si nun mme sbaglio era st' "Alfetta" ccà?".

"Appunto, si,è qui da noi da un mese...
'A puverella è stata disgraziata,
è capitata 'nmano a un brutto arnese,
... Chisto nun ha saputo maie guidà.

Io mm' 'a pigliasse cu 'e rappresentante,
cu chilli llà che cacciano 'e ppatente;
chiunque 'e nuie, oggi, senza cuntante,
se piglia 'a macchinetta e se ne va".

"Di macchine in Italia c'è abbondanza...-
rispose sottovoce 'a puverella -
si no che ffa... po' nce grattammo 'a panza:
chillo ca vene ll'avimmo acchiappà".

"Giulietta, raccontate qui al signore
i vostri guai" - dicette 'o carro armato.
L' "Alfetta" rispunnette a malincuore:
"Se ci tenete, li racconterò.

Come sapete, sono milanese,
son figlia d'Alfa e di papà Romeo,
per fare me papà non badò a spese;
mi volle fare bella "come il fò".

Infatti, mi adagiarono in vetrina,
tutta agghindata... splendida... lucente!
Ero un' "Alfetta" ancora signorina:
facevo tanta gola in verità!

Un giorno si presenta un giovanotto
cu tanto nu paccotto 'e cambiale,
io, puverella!, avette fà 'o fagotto,
penzanno:Chi sa comme va a fernì!

Si rivelò cretino, senza gusto:
apparteneva 'a "gioventù bruciata".
Diceva a tutti quanti: "Io sono un fusto;
'e ffemmene cu mmico hanna cadè!".

Senza rispetto, senza nu cuntegno...
cambiava tutt' 'e giorne... signorina:
ci conduceva al solito convegno...
... alla periferia della città.

Chello ca cumbinava 'o giuvinotto?
Chi maie ve lo potrebbe raccontare:
io nn'aggio mantenute cannelotte
'e tutte specie, 'e tutte 'e qqualità:

la signorina di buona famiglia,
a vedova, 'a zetella, 'a mmaretata...
E quanno succedette 'o parapiglia,
stavamo proprio cu una 'e chesti ccà.

In una curva, questo gran cretino,
volle fare un sorpasso proibito,
di fronte a noi veniva un camioncino,
un cozzo, svenni, e mo mme trovo ccà".

"A nu fetente 'e chisto ce vulesse
nu paliatone, na scassata d'osse'...
Ma comme - dico i' po' - sò sempe 'e stesse
ca t'hanna cumbinà sti guaie ccà?".

"E che penzate 'e fà donna Giulietta?".
"E ch'aggia fà? - rispose 'a puverella-
So che domani viene una carretta,
mme pigliano e mme portano a squaglià".

"Giulietta... via, fatevi coraggio -
(dicette 'o carro armato). lo ero un "Tigre",
il popolo tremava al mio passaggio!...
Mannaggia 'a guerra e chi 'a vulette fà!

lo so cosa faranno del mio squaglio:
cupierche 'e cassarole, rubinette,
incudini, martelli, o qualche maglio,
e na duzzina 'e fierre pe stirà"

"lo vi capisco... sono dispiaciuto...
ma p' 'e metalli 'a morte nun esiste;
invece 'e n'ommo, quanno se n'è ghiuto,
"Signò m'aita scusà... i' songo 'e fore;
'o saccio, nun capisco...sò cafone;
però vurria sapè ched'è sta confusione?
Sti strille, chesta gente...e chillu carruzzone.
E chilli tre guagliuni
miezo a lli guardie cu e fucile armate
ca 'e porteno 'ncatena ammanettate.

Chi songo? Tre assassini?
Tre briganti 'e via Nova?
Tre carnette 'e malaspina?
Chi songo... e ch'anno fatto?".

"Niente di tutto questo, amico caro,
sono tre ladri, come vedi è chiaro.
Li portano in prigione ammanettati,
perché la Società li ha giudicati".

"S'avettano arrubbà nu miliardo,
che ssaccio... un patrimonio ... ".
"Un miliardo? No, non dir sciocchezze!
Rubaron, sì, ma delle frivolezza:
mi pare, da una sporta, qualche mela.
Il gioco non valeva la candela".

"Signó m'aita scusà... i' songo 'e fora;
lo saccio, nun capisco... sò cafone;
e quanto l'hanno date?
e quanto hanna scuntà?".

"Un anno e quattro mesi, se non sbaglio.
Infatti la facenda passò al vaglio
d'un giudice severo e molto irato,
perché quel furto lo trovò aggravato".

" 'A faccia d' 'o saciccio!
E chesto è tutto?
Signò pe' quacche mela...
ma ch'erano presutte?"

"Io penso che prosciutti o non prosciutti
la legge è legge ed è ugual per tutti.
La Società esige la condanna,
per chi la buona fede altrui inganna".

"Ah sì! chesto è overo,
è santa verità;
la legge è legge e s'adda rispettà.
Signò, ma spisso 'o cane mozzeca 'o stracciato.

E quacche vota 'a legge putesse fà 'a cecata!
E mo m'aita scusà... i' songo e fora
e nun saccio parlà, ve l'aggio ditto già;
ma c 'o permesso vuoste, vurria sapè chi site".

"Ancora tu non m'hai riconosciuto?
Ma allora tu sei un socio sprovveduto".

"Signò, mo nun capisco...
che vò significà?
Sò addeventato socio?
'E quale società?"

"La Società Umana... quella nostra.
Tutti apparteniamo a questa giostra.
È Società simbolica,
libera e democratica».

"Ah no! Mi dispiace signor mio!
Chello ca i' penzo 'e vuie,
o sape sulo Ddio!
Umano avite ditto?

Allora nuie mannammo,
senza penzà, 'ngalera
a chi se more e famma?
Chesta è na fetenzia... nun è democrazia!

Spiegateme na cosa:
Chi ha fatto chesti leggi scustumate,
ca pe chi tene famma
a pena s'è aggravata?".

"Noi della Società demmo il mandato
col nostro voto a qualche deputato".

"Ma allora 'a colpa è 'a nosta?
Nuie aimma jì, 'ngalera!
Tenimmo 'a faccia tosta
e la coscienza nera.

'A famma 'o ssaje ched'è?
'Na brutta malattia:
da 'o fuoco a nu governo, te cagna 'a geografia,
pò scancellà na storia, distrugge 'a munarchia.

Pò capità 'e vedè 'ncopp' 'a na barricata,
chill'ommo a panza chiena
ca primma ha condannato,
cu na scuppetta 'mmano ca spara scuppettate!".
"Signò m'aita scusà... i' songo 'e fore;
'o saccio, nun capisco...sò cafone;
però vurria sapè ched'è sta confusione?
Sti strille, chesta gente...e chillu carruzzone.
E chilli tre guagliuni
miezo a lli guardie cu e fucile armate
ca 'e porteno 'ncatena ammanettate.

Chi songo? Tre assassini?
Tre briganti 'e via Nova?
Tre carnette 'e malaspina?
Chi songo... e ch'anno fatto?".

"Niente di tutto questo, amico caro,
sono tre ladri, come vedi è chiaro.
Li portano in prigione ammanettati,
perché la Società li ha giudicati".

"S'avettano arrubbà nu miliardo,
che ssaccio... un patrimonio ... ".
"Un miliardo? No, non dir sciocchezze!
Rubaron, sì, ma delle frivolezza:
mi pare, da una sporta, qualche mela.
Il gioco non valeva la candela".

"Signó m'aita scusà... i' songo 'e fora;
lo saccio, nun capisco... sò cafone;
e quanto l'hanno date?
e quanto hanna scuntà?".

"Un anno e quattro mesi, se non sbaglio.
Infatti la facenda passò al vaglio
d'un giudice severo e molto irato,
perché quel furto lo trovò aggravato".

" 'A faccia d' 'o saciccio!
E chesto è tutto?
Signò pe' quacche mela...
ma ch'erano presutte?"

"Io penso che prosciutti o non prosciutti
la legge è legge ed è ugual per tutti.
La Società esige la condanna,
per chi la buona fede altrui inganna".

"Ah sì! chesto è overo,
è santa verità;
la legge è legge e s'adda rispettà.
Signò, ma spisso 'o cane mozzeca 'o stracciato.

E quacche vota 'a legge putesse fà 'a cecata!
E mo m'aita scusà... i' songo e fora
e nun saccio parlà, ve l'aggio ditto già;
ma c 'o permesso vuoste, vurria sapè chi site".

"Ancora tu non m'hai riconosciuto?
Ma allora tu sei un socio sprovveduto".

"Signò, mo nun capisco...
che vò significà?
Sò addeventato socio?
'E quale società?"

"La Società Umana... quella nostra.
Tutti apparteniamo a questa giostra.
È Società simbolica,
libera e democratica».

"Ah no! Mi dispiace signor mio!
Chello ca i' penzo 'e vuie,
o sape sulo Ddio!
Umano avite ditto?

Allora nuie mannammo,
senza penzà, 'ngalera
a chi se more e famma?
Chesta è na fetenzia... nun è democrazia!

Spiegateme na cosa:
Chi ha fatto chesti leggi scustumate,
ca pe chi tene famma
a pena s'è aggravata?".

"Noi della Società demmo il mandato
col nostro voto a qualche deputato".

"Ma allora 'a colpa è 'a nosta?
Nuie aimma jì, 'ngalera!
Tenimmo 'a faccia tosta
e la coscienza nera.

'A famma 'o ssaje ched'è?
'Na brutta malattia:
da 'o fuoco a nu governo, te cagna 'a geografia,
pò scancellà na storia, distrugge 'a munarchia.

Pò capità 'e vedè 'ncopp' 'a na barricata,
chill'ommo a panza chiena
ca primma ha condannato,
cu na scuppetta 'mmano ca spara scuppettate!".
Le vie della vita, tortuose e spinose,
Ogni scelta ci porta alla luce o all’ombra.
Alcune vie portano a fortuna radiosa,
Altre si perdono nella nebbia nascosta.

Il successo brilla come stella lontana,
Ma, avvicinandoci, si dissolve il bagliore.
Il fallimento segna con traccia profonda,
Ogni caduta ci guida con cuore.

Tra pioggia e sole camminiamo con grazia,
Perdite e guadagni ci insegnano il sentiero.
Ogni scelta è rischio e speranza sincera,
Attraverso ogni svolta, la nostra strada intera.

Perché il vero valore della vita, in fine,
Sta nei passi fatti e nel senso che ci affina.

— The End —