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Edoardo Alaimo Apr 2016
Quando penso a te,
non sei da qualche parte
a ragionare, a patire.
Un occhio, solo, alla luce,
Uno scudo contro mille lance,
In un terreno di battaglia lontano.
Sei qui con me,
E quando ti penso non ** paura
Né angoscia: io ti ** dentro
Quando ti vedo sei sempre come
Mille libri da cui trarre ispirazione.
Dentro di me, rimani il libro più bello
E il solo vederne la copertina
Mi fa stare meglio:
Sei come il sole, splendido dell'orizzonte,
Che diventa mio, al mattino
Sei una brezza di calma e di serenità
Che sfiora il corpo.
Che io sia ovunque,
Ti tengo stretta:
Con te sono piu forte,
Mi sento migliore
Il mondo intero lo sembra
Vi siano tramonti d'autunno,
O temporali e folgore
Sei la mia buona stella,
In questo luogo,
Dove si annega il pensiero,
E le preoccupazioni
Vorrei stare sospeso con te
In questo luogo;
E raccontarti a chiunque
This is what I was. There are many elements to this poem which are interesting.

First of all. The idea of "what is the idea I have of you" vs "what is the truth of you". Bringing an element of Le Chatelier principle: for me, when I think About you, you are not alone fighting a war, because in reality you are here with me.

This is clearly contradictory to reality. And it is a dream. Because when you are fighting you are alone. The hope of these sentences is to "bring an idea": for me you are not alone, so maybe you are not thinking you are alone.

This idea is Carried throughout the whole poem. Especially the "you are my breeze of calm and serenity". It is all about myself. It has nothing to do with you.. I myself feel calm when I think about you.

I myself feel tranquil and feel like talking about you to anybody.  But that is me. Not you.

I think the best continuation to this poem is "Colours'.
Nel cuor dove ogni visïon s'immilla,
e spazio al cielo ed alla terra avanza,
talor si spenge un desiderio, e brilla
una speranza:
come nel cielo, oceano profondo,
dove ascendendo il pensier nostro annega,
tramonta un'Alfa, e pullula dal fondo
cupo un'Omega.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Nel cuor dove ogni visïon s'immilla,
e spazio al cielo ed alla terra avanza,
talor si spenge un desiderio, e brilla
una speranza:
come nel cielo, oceano profondo,
dove ascendendo il pensier nostro annega,
tramonta un'Alfa, e pullula dal fondo
cupo un'Omega.
Nel cuor dove ogni visïon s'immilla,
e spazio al cielo ed alla terra avanza,
talor si spenge un desiderio, e brilla
una speranza:
come nel cielo, oceano profondo,
dove ascendendo il pensier nostro annega,
tramonta un'Alfa, e pullula dal fondo
cupo un'Omega.

— The End —