Submit your work, meet writers and drop the ads. Become a member
Non chiamarmi, non dirmi nulla
Non tentare di farmi sorridere.
Oggi io sono come la belva
che si rintana per morire.

Abbassa la lampada, copri il fuoco,
che la stanza sia come una tomba.
Lascia ch'io mi rannicchi nell'angolo
con la testa sulle ginocchia.

L'ore si spengano nel silenzio.
Salga in torbide onde l'angoscia
e m'affoghi: altro non chiedo
che di perdere la conoscenza.

Ma non è dato. Quel volto,
quel riso l'** sempre davanti.
Giorno e notte il ricordo m'è uncino
confitto nella carne viva.

Forse morire io non potrò
mai: condannata in eterno
a vegliare il mio strazio in me,
piangendo con occhi senza palpebre.
Non chiamarmi, non dirmi nulla
Non tentare di farmi sorridere.
Oggi io sono come la belva
che si rintana per morire.

Abbassa la lampada, copri il fuoco,
che la stanza sia come una tomba.
Lascia ch'io mi rannicchi nell'angolo
con la testa sulle ginocchia.

L'ore si spengano nel silenzio.
Salga in torbide onde l'angoscia
e m'affoghi: altro non chiedo
che di perdere la conoscenza.

Ma non è dato. Quel volto,
quel riso l'** sempre davanti.
Giorno e notte il ricordo m'è uncino
confitto nella carne viva.

Forse morire io non potrò
mai: condannata in eterno
a vegliare il mio strazio in me,
piangendo con occhi senza palpebre.
Non chiamarmi, non dirmi nulla
Non tentare di farmi sorridere.
Oggi io sono come la belva
che si rintana per morire.

Abbassa la lampada, copri il fuoco,
che la stanza sia come una tomba.
Lascia ch'io mi rannicchi nell'angolo
con la testa sulle ginocchia.

L'ore si spengano nel silenzio.
Salga in torbide onde l'angoscia
e m'affoghi: altro non chiedo
che di perdere la conoscenza.

Ma non è dato. Quel volto,
quel riso l'** sempre davanti.
Giorno e notte il ricordo m'è uncino
confitto nella carne viva.

Forse morire io non potrò
mai: condannata in eterno
a vegliare il mio strazio in me,
piangendo con occhi senza palpebre.
Luci spente.

È rimasto solo un faro a
illuminare il centro della scena.
L'atrio è vuoto, a parte me
e qualcuno lì negli ultimi posti.
Il palco è freddo, incompleto.

E vorrei scaldarlo di nuovo,
senza voler seguire un copione,
senza aver paura di balbettare,
senza la paura che le luci si spengano,
di nuovo.

Manca però l'attore a cui più tenevo,
quello che ha dato una nuova vita
a questo teatro di infantili drammi,
per dare spazio a singolari commedie,
oltre ad arricchire i miei racconti,
e soprattutto apprezzarli.

E vorrei che tornasse quella luce
che saturava ogni sorriso,
che faceva brillare il silenzio,
che fermava per un istante il tempo,
almeno per concederci l'occasione
di un degno ultimo atto,
con la speranza che sia lontano,

lontano,

o, almeno, felice.
To my dear dear actress

— The End —