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Katrina Zechman Jul 2015
nello spirito del vento
amo il cuore e non la mente
parlare con l'anima e non le mani
amare se stessi per quello che sei
amo le tue idee anche se non sono vere
Hai cuore di amore, anche se non si tratta di pura
amo la tua verità
solo che ti amo così si può essere liberi
la verità è la verità
sarà l'ultima
il freno di cuore sarà valsa la pena il dolore
il tuo cuore
il tuo amore
il vostro libero arbitrio
sarà su e lo stesso
Tu ami
Hai detto
si cercano avventure lungo e in largo
solo per dire "voglio nascondere"
nello spirito del vento
Correrò e percorrere la distanza solo per vedere la bellezza nei colori
Vorrei cambiare il mio spirito per tutte le gambe per toccare la montagna
Correrò con il cielo e l'amore grande



(it is in italian.....please dont steal this one this is really personal.)
Took a hike in a park today.
Charles Lupo at my side - camera in hand
watching, waiting, and wondering
as we climbed those cute dunes of sand and sea grass.

There we plopped our ***** down, at the top,
Charles Lupo - busy documenting beauty.
Me, reading the same,
all bewildered and stubborn-like.

At our backs: industrial and residential devils,
all doggy eyed and spoiling words, disrupting our documents.
Setting fire and hell to our paper,
one by one.
Feeding the fire of big smokey green,
across the drenched, softly-splintered sky,
and in every peripheral of its inhabitants the notion:
Fly.

Before us, the crisp clear apple light
all egg yolk orange and such.
What a happiness elixir my mind has swallowed
on the sand banks next to my documenting companion.

Devils in our hearts,
minds like America’s harsh cornerstone turning,
and the park, only an image.
We pack our things and head up or down shore.

Return is certain.
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare.
Unpolished Ink Sep 2024
A torrent of rain
flick end of a storm,
we danced to kitchen jazz
safe and dry and warm,
wolves came to listen
more than one or two,
circular howling
maybe they were dancing too
E più facile ancora mi sarebbe
scendere a te per le più buie scale,
quelle del desiderio che mi assalta
come lupo infecondo nella notte.

So che tu coglieresti dei miei frutti
con le mani sapienti del perdono...

E so anche che mi ami di un amore
casto, infinito, regno di tristezza...

Ma io il pianto per te l'** levigato
giorno per giorno come luce piena
e lo rimando tacita ai miei occhi
che, se ti guardo, vivono di stelle.
Li osservo, questi uomini, educati
ad altra vita che la mia: frutti
d'una storia tanto diversa, e ritrovati,
quasi fratelli, qui, nell'ultima forma
storica di Roma. Li osservo: in tutti
c'è come l'aria d'un buttero che dorma
armato di coltello: nei loro succhi
vitali, è disteso un tenebrore intenso,
la papale itterizia del Belli,
non porpora, ma spento peperino,
bilioso cotto. La biancheria, sotto,
fine e sporca; nell'occhio, l'ironia
che trapela il suo umido, rosso,
indecente bruciore. La sera li espone
quasi in romitori, in riserve
fatte di vicoli, muretti, androni
e finestrelle perse nel silenzio.
È certo la prima delle loro passioni
il desiderio di ricchezza: sordido
come le loro membra non lavate,
nascosto, e insieme scoperto,
privo di ogni pudore: come senza pudore
è il rapace che svolazza pregustando
chiotto il boccone, o il lupo, o il ragno;
essi bramano i soldi come zingari,
mercenari, puttane: si lagnano
se non ce n'hanno, usano lusinghe
abbiette per ottenerli, si gloriano
plautinamente se ne hanno le saccocce
piene.
Se lavorano - lavoro di mafiosi macellari,
ferini lucidatori, invertiti commessi,
tranvieri incarogniti, tisici ambulanti,
manovali buoni come cani - avviene
che abbiano ugualmente un'aria di ladri:
troppa avita furberia in quelle vene...

Sono usciti dal ventre delle loro madri
a ritrovarsi in marciapiedi o in prati
preistorici, e iscritti in un'anagrafe
che da ogni storia li vuole ignorati...
Il loro desiderio di ricchezza
è, così, banditesco, aristocratico.
Simile al mio. Ognuno pensa a sé,
a vincere l'angosciosa scommessa,
a dirsi: "È fatta, " con un ghigno di re...
La nostra speranza è ugualmente ossessa:
estetizzante, in me, in essi anarchica.
Al raffinato e al sottoproletariato spetta
la stessa ordinazione gerarchica
dei sentimenti: entrambi fuori dalla storia,
in un mondo che non ha altri varchi
che verso il sesso e il cuore,
altra profondità che nei sensi.
In cui la gioia è gioia, il dolore dolore.
Tengo 'nu cane ch'è fenomenale,
se chiama "****", 'o voglio bene assaie.
Si perdere l'avesse? Nun sia maie!
Per me sarebbe un lutto nazionale.
Ll 'aggio crisciuto comm'a 'nu guaglione,
cu zucchero, biscotte e papparelle;
ll'aggio tirato su cu 'e mmullechelle
e ll'aggio dato buona educazione.

Gnorsì, mo è gruosso. È quase giuvinotto.
Capisce tutto... Ile manca 'a parola.
È cane 'e razza, tene bbona scola,
è lupo alsaziano, è polizziotto.

Chello ca mo ve conto è molto bello.
In casa ha stabilito 'a gerarchia.
Vò bene ' a mamma ch'è 'a signora mia,
e a figliemo isso 'o tratta da fratello.

'E me se penza ca lle songo 'o pate:
si 'o guardo dinto a ll'uocchiemme capisce,
appizza 'e rrecchie, corre, m'ubbidisce,
e pè fà 'e pressa torna senza fiato.

Ogn'anno, 'int'a ll'estate, va in amore,
s'appecundrisce e mette 'o musso sotto.
St'anno s'è 'nnammurato 'e na basotta
ca nun ne vò sapè: nun è in calore.

Povero ****, soffre 'e che manera!
Porta pur'isso mpietto stu dulore:
è cane, si... ma tene pure 'o core
e 'o sango dinto 'e vvene... vo 'a mugliera...
Where Ever U Go...

...Oh The Places U Will Go!!

Whatever U Do...

...Oh The Things U Will Do!!

As U begin this journey new
A poem I have penned 4...


Loup
Lupo
Lobo
Wolf
Ma’ iingan

...U

The voice
The very powerful voice

Rises deep within the aesculus
Creates a fullness, a resonance

Shaking the buckeye
And opening the 3rd Eye

Light afoot...
     ...through a dreamlike state

U glide through the underbrush
Time being taken, no rush

U stop and raise  your voice
For in this matter U have no choice

Whether a Growl
Whether a Howl

Your powerful voice...
   ...is the release of your soul

Your song rises high
Streaming across the sky

Your own hOwlPERA

          Or so U thought!!!

Because in this instance
From far off in the distance

Came that familiar, comforting call
That brings warmth with each snowfall

Touching your well trained ear
U know there is nothing to fear

A calm passes over U...
...for U know

That this message is true
And meant specifically for U

"Please Remember...

     ...I'LL ALWAYS Be There 4 U"

(c) 2017 Shawn White Eagle
I sound like a broken record...it has been so long since I last put my thoughts into prose. As my Lobo/Misigami/Minneosta begins this new path in this thing called life...I am proud of how my little pup has grown.  From being a helpless pup in the den...to those first steps exploring the outside world, eventually becoming an explorer in her own right...enjoying every adventure to the fullest...she has become not only a passionate explorer,  but a poet, an artist, a singer, an athlete, a student, a care giver...and so many other things that define this wonderfully loving person.  But most importantly...she is one of the most beautiful spirits I have ever known...and that incredible lupus spirit will continue to bring light into this world.  I love U Lobo!!  Do your thing and on the way...keep making this world a better place.

Live 4 Love
Babbino
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare.
Li osservo, questi uomini, educati
ad altra vita che la mia: frutti
d'una storia tanto diversa, e ritrovati,
quasi fratelli, qui, nell'ultima forma
storica di Roma. Li osservo: in tutti
c'è come l'aria d'un buttero che dorma
armato di coltello: nei loro succhi
vitali, è disteso un tenebrore intenso,
la papale itterizia del Belli,
non porpora, ma spento peperino,
bilioso cotto. La biancheria, sotto,
fine e sporca; nell'occhio, l'ironia
che trapela il suo umido, rosso,
indecente bruciore. La sera li espone
quasi in romitori, in riserve
fatte di vicoli, muretti, androni
e finestrelle perse nel silenzio.
È certo la prima delle loro passioni
il desiderio di ricchezza: sordido
come le loro membra non lavate,
nascosto, e insieme scoperto,
privo di ogni pudore: come senza pudore
è il rapace che svolazza pregustando
chiotto il boccone, o il lupo, o il ragno;
essi bramano i soldi come zingari,
mercenari, puttane: si lagnano
se non ce n'hanno, usano lusinghe
abbiette per ottenerli, si gloriano
plautinamente se ne hanno le saccocce
piene.
Se lavorano - lavoro di mafiosi macellari,
ferini lucidatori, invertiti commessi,
tranvieri incarogniti, tisici ambulanti,
manovali buoni come cani - avviene
che abbiano ugualmente un'aria di ladri:
troppa avita furberia in quelle vene...

Sono usciti dal ventre delle loro madri
a ritrovarsi in marciapiedi o in prati
preistorici, e iscritti in un'anagrafe
che da ogni storia li vuole ignorati...
Il loro desiderio di ricchezza
è, così, banditesco, aristocratico.
Simile al mio. Ognuno pensa a sé,
a vincere l'angosciosa scommessa,
a dirsi: "È fatta, " con un ghigno di re...
La nostra speranza è ugualmente ossessa:
estetizzante, in me, in essi anarchica.
Al raffinato e al sottoproletariato spetta
la stessa ordinazione gerarchica
dei sentimenti: entrambi fuori dalla storia,
in un mondo che non ha altri varchi
che verso il sesso e il cuore,
altra profondità che nei sensi.
In cui la gioia è gioia, il dolore dolore.
Li osservo, questi uomini, educati
ad altra vita che la mia: frutti
d'una storia tanto diversa, e ritrovati,
quasi fratelli, qui, nell'ultima forma
storica di Roma. Li osservo: in tutti
c'è come l'aria d'un buttero che dorma
armato di coltello: nei loro succhi
vitali, è disteso un tenebrore intenso,
la papale itterizia del Belli,
non porpora, ma spento peperino,
bilioso cotto. La biancheria, sotto,
fine e sporca; nell'occhio, l'ironia
che trapela il suo umido, rosso,
indecente bruciore. La sera li espone
quasi in romitori, in riserve
fatte di vicoli, muretti, androni
e finestrelle perse nel silenzio.
È certo la prima delle loro passioni
il desiderio di ricchezza: sordido
come le loro membra non lavate,
nascosto, e insieme scoperto,
privo di ogni pudore: come senza pudore
è il rapace che svolazza pregustando
chiotto il boccone, o il lupo, o il ragno;
essi bramano i soldi come zingari,
mercenari, puttane: si lagnano
se non ce n'hanno, usano lusinghe
abbiette per ottenerli, si gloriano
plautinamente se ne hanno le saccocce
piene.
Se lavorano - lavoro di mafiosi macellari,
ferini lucidatori, invertiti commessi,
tranvieri incarogniti, tisici ambulanti,
manovali buoni come cani - avviene
che abbiano ugualmente un'aria di ladri:
troppa avita furberia in quelle vene...

Sono usciti dal ventre delle loro madri
a ritrovarsi in marciapiedi o in prati
preistorici, e iscritti in un'anagrafe
che da ogni storia li vuole ignorati...
Il loro desiderio di ricchezza
è, così, banditesco, aristocratico.
Simile al mio. Ognuno pensa a sé,
a vincere l'angosciosa scommessa,
a dirsi: "È fatta, " con un ghigno di re...
La nostra speranza è ugualmente ossessa:
estetizzante, in me, in essi anarchica.
Al raffinato e al sottoproletariato spetta
la stessa ordinazione gerarchica
dei sentimenti: entrambi fuori dalla storia,
in un mondo che non ha altri varchi
che verso il sesso e il cuore,
altra profondità che nei sensi.
In cui la gioia è gioia, il dolore dolore.
E più facile ancora mi sarebbe
scendere a te per le più buie scale,
quelle del desiderio che mi assalta
come lupo infecondo nella notte.

So che tu coglieresti dei miei frutti
con le mani sapienti del perdono...

E so anche che mi ami di un amore
casto, infinito, regno di tristezza...

Ma io il pianto per te l'** levigato
giorno per giorno come luce piena
e lo rimando tacita ai miei occhi
che, se ti guardo, vivono di stelle.
Tengo 'nu cane ch'è fenomenale,
se chiama "****", 'o voglio bene assaie.
Si perdere l'avesse? Nun sia maie!
Per me sarebbe un lutto nazionale.
Ll 'aggio crisciuto comm'a 'nu guaglione,
cu zucchero, biscotte e papparelle;
ll'aggio tirato su cu 'e mmullechelle
e ll'aggio dato buona educazione.

Gnorsì, mo è gruosso. È quase giuvinotto.
Capisce tutto... Ile manca 'a parola.
È cane 'e razza, tene bbona scola,
è lupo alsaziano, è polizziotto.

Chello ca mo ve conto è molto bello.
In casa ha stabilito 'a gerarchia.
Vò bene ' a mamma ch'è 'a signora mia,
e a figliemo isso 'o tratta da fratello.

'E me se penza ca lle songo 'o pate:
si 'o guardo dinto a ll'uocchiemme capisce,
appizza 'e rrecchie, corre, m'ubbidisce,
e pè fà 'e pressa torna senza fiato.

Ogn'anno, 'int'a ll'estate, va in amore,
s'appecundrisce e mette 'o musso sotto.
St'anno s'è 'nnammurato 'e na basotta
ca nun ne vò sapè: nun è in calore.

Povero ****, soffre 'e che manera!
Porta pur'isso mpietto stu dulore:
è cane, si... ma tene pure 'o core
e 'o sango dinto 'e vvene... vo 'a mugliera...
E più facile ancora mi sarebbe
scendere a te per le più buie scale,
quelle del desiderio che mi assalta
come lupo infecondo nella notte.

So che tu coglieresti dei miei frutti
con le mani sapienti del perdono...

E so anche che mi ami di un amore
casto, infinito, regno di tristezza...

Ma io il pianto per te l'** levigato
giorno per giorno come luce piena
e lo rimando tacita ai miei occhi
che, se ti guardo, vivono di stelle.
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare.
Tengo 'nu cane ch'è fenomenale,
se chiama "****", 'o voglio bene assaie.
Si perdere l'avesse? Nun sia maie!
Per me sarebbe un lutto nazionale.
Ll 'aggio crisciuto comm'a 'nu guaglione,
cu zucchero, biscotte e papparelle;
ll'aggio tirato su cu 'e mmullechelle
e ll'aggio dato buona educazione.

Gnorsì, mo è gruosso. È quase giuvinotto.
Capisce tutto... Ile manca 'a parola.
È cane 'e razza, tene bbona scola,
è lupo alsaziano, è polizziotto.

Chello ca mo ve conto è molto bello.
In casa ha stabilito 'a gerarchia.
Vò bene ' a mamma ch'è 'a signora mia,
e a figliemo isso 'o tratta da fratello.

'E me se penza ca lle songo 'o pate:
si 'o guardo dinto a ll'uocchiemme capisce,
appizza 'e rrecchie, corre, m'ubbidisce,
e pè fà 'e pressa torna senza fiato.

Ogn'anno, 'int'a ll'estate, va in amore,
s'appecundrisce e mette 'o musso sotto.
St'anno s'è 'nnammurato 'e na basotta
ca nun ne vò sapè: nun è in calore.

Povero ****, soffre 'e che manera!
Porta pur'isso mpietto stu dulore:
è cane, si... ma tene pure 'o core
e 'o sango dinto 'e vvene... vo 'a mugliera...

— The End —