Submit your work, meet writers and drop the ads. Become a member
Mateuš Conrad Jun 2017
****, me, you just went though 500g
of pasta, like a shark might
                 **** off a piece of meat
on a bone... if what you juct cooked
wasn't tasty, i don't know what could,
or ever will be.

and it was a spontaneous recipe,
        i could feel the sharks swarming,
and the stomach grunting...
  some meat, pref. bbq sausage & chicken...
sun-dried tomatoes in olive oil,
garlic paste,
                 spring onions
              honey,
                    paprika,
        ­         turmeric,
                  peshwari chilli powder...
(or just mild)...
                   crème fraîche...
        and some parsley to garnish...
        pasta wise?
   not spaghetti...
                the bow-ties... *farfalle
...
                    i swear i must have
missed something... ah!
       zest of a lemon, and lemon juice
                               to combat the honey.
it couldn't have been that bad,
thought up in a matter of seconds,
    and half a kilogram of pasta eaten in
under half an hour...
                   couldn't have been that bad;
maybe that's why i was so good
at organic chemistry...
       translated, appropriately into
                           a culinary environment.
Sam Aug 2012
Mi fai scoppiare in lacrime.
Gioia, tristezza, e l'amore.
Sono sopraffatto
ogni volta
Ti vedo.

Le Farfalle ritorno
Di volta in volta.

Il mento così prominente,
Il tuo sorriso così luminoso,
I tuoi occhi così incantevole.

Un abbraccio come nessun altro,
Caldo, pieno d'amore.
Imbarazzante e scomodo.

Baci soffici, duro, lento, veloce.
Intenso.

Fai finta di essere, cose che non sono,
Ma dentro di me vedere il tuo amore, la compassione,
La paura, il dolore, la gioia.

ride piccoli come un anello vero figlio dalla bocca,
come ** dolcemente solleticare la vostra abbronzato, ventre maculato.

Avvolto tra le tue braccia,
un bruco in un bozzolo.
Cassetta di sicurezza, suono, sicuro.

Abbiamo urlare e piangere.
Ci baciamo e ci sorridiamo.
Abbiamo fatto male e guarire.

Tu sei mia,
Io sono tuo.
Non importa chi ti ha amato,
o che vi piace quando ci separiamo,
L'amore che sgorga dal mio cuore,
per te,
Continuerà fino a che non cessa di.

Mi fai ridere,
piangere,
urlo,
brivido,
nella gioia, la rabbia, la disperazione, l'amore.

Voi mi levate dal baratro che è la mia mente.
Mi ricordi per questo che voglio essere vivo.
Like a small bird
gathering bright objects for her nest,
I am gathering life.

Hands which reached out to me lead me on,
so I left at their bidding
for an ocean in the East.

Traveling through the night
as if lost in a waking dream,
I came at last to her proximity
and slept in an unknown room.

In the morning light,
beyond the highways,
I suddenly saw her, all April morning
blue and still.
Ocean water bathed my feet,
rinsed the crystal beads and pearls
I had worn to greet her.

Deep in the woods now, I see temples everywhere.
In the woodland light, some churches are.
Pagodas of bark and moss in the filtered light,
Ice caverns blue and still begin to melt
beside the waterfall that thunders down,
breathing mist in our faces, garlanding itself
in rainbow light.

In the small city airport
I am folded into the arms of my mother-of-pearl.
Salt water flows easily from my eyes -
like the sweet nectar filling my mouth.
"E facile per le farfalle di volare, sai."

I walk out into the grey-wet airfield,
screaming sounds of engines.
Walking forward, I close my eyes,
and the world is only light.

Now, I have come back to you,
with marzipan, and peacock feathers,
and stories of my adventures.

The light blazes, and the stars
send down their song.

The Universe is singing.
©Elisa Maria Argiro
This was written in April of 1978, after a visit to the East Coast. I was about to attend the first 'Student's Summer Sidhi Course' at Maharishi International University - which culminated with learning Yogic Flying. This is the context for my mother saying: È facile per le farfalle di volare, sai." (It is easy for butterflies to fly, you know.")
bk Feb 2015
I:
qualsiasi cosa veloce ed estrema mi attrae inevitabilmente. spesso&volentieri; penso agli incendi, agli scontri frontali, alle montagne russe, alle droghe sintetiche.
II:
io&te; in un pozzo di luce, tra piante esotiche e farfalle tropicali più grandi dei palmi delle nostre mani messe assieme. viviamo in questa casa di vetro da sei anni&abbiamo; dimenticato i nostri nomi.
III:
i fantasmi hanno smesso di esistere dal momento in cui hai smesso di esistere in ciò che sogno la notte. il mio cuore è disinfestato&i; suoi inquilini hanno tirato un sospiro di sollievo, spalancando le finestre.
IV*:
avevo sette anni quando ** trovato quei denti in giardino. li nascosi molto meglio&nessuno; ne ebbe più traccia.
Donall Dempsey Mar 2015
COME VIENE...VIENE!
(WHAT COMES...COMES!)

The sun is
preaching her sermon

to the town
of Praiano

that clings to the cliffs
in wonder.

Here in her hand
of light & water

she tells the parables
of pebbles.

One wave waves to another
as she walks upon the water.

Bells undress Time
disrobe her of her hours.

Lemons grow
big-bellied on branches

pregnant
with yellow.

The juice
of the Future

praying in a church
of trees.

Here, a congregation
of butterflies & bees.

Grapes dream of being
turned into wine.

Figs ripen
with pleasure.

The gods of pagan times
survive

disguised as statues.

I only believing
in the religion of

a woman's
laughter.

And even now
as darkness

grows
upon the rose

it's as if
the sunlight never leaves

only changes
colour

and the sunlight darkens
only to blossom

into the next morning
in love with Time.

**

CHE COSA SI FA

Il sole
sta predicando

alla citta
di Praiano

che miracolosamente
si aggrappa alle scogliere.

Qui nella sua mano
di luce ed acqua

racconta le parabole
di ciottoli.

Un' onda fluttua verso un'altra
come cammina sull'acqua.

Le campane spogliano il Tempo
la svestono delle sue ore.

I limoni crescono
rigonfi sui rami

gravidi di giallo.

Il succo
del Futuro

che prega in una chiesa
di alberi.

Qui una congrgazione
di farfalle ed api.

L'uva sogna di essere
trasformata in vino.

I fiche maturano
con piacere.

Le divinita dell'epoca pagana
sopravivono

transvestite in statue.

Io credo solo
nell religione

di una risata di una donna.

E anche ora
come il buio

aumenta
sopra la rosa

e come se
la luce del sole non andasse mai via

ma cambia
solo colore

e la luce del sole si oscura

per fiorire
la mattina dopo

innamorata del Tempo.
Non avete veduto le farfalle
con che leggera grazia
sfiorano le corolle in primavera?
Con pari leggerezza
limpido aleggia sulle cose tutte
lo sguardo della vergine sorella.
Non avete veduto quand'è notte
le vergognose stelle
avanzare la luce e ritirarla?...
Così, timidamente, la parola
varca la soglia
del suo labbro al silenzio costumato.
Non ha forma la veste ch'essa porta,
la luce che ne filtra
ne disperde i contorni. Il suo bel volto
non si sa ove cominci, il suo sorriso
ha la potenza di un abbraccio immenso.
E s'aprono i fiori notturni
nell'ora che penso à miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:
l sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormoni i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume la nella sala.
Nasce l'era sopra le fosse.

Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento...

È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
In mezzo ad uno scampanare fioco
sorse e batté su taciturne case
il sole, e trasse d'ogni vetro il fuoco.
C'era ad un vetro tuttavia, rossastro
un lumicino. Ed ecco il sol lo invase,
lo travolse in un gran folgorìo d'astro.
E disse, il sole: - Atomo fumido! Io
guardo, e tu fosti. - A lui l'umile fiamma:
- Ma questa notte tu non c'eri, o dio;
e un malatino vide la sua mamma
alla mia luce, fin che tu sei sorto.
Oh! grande sei, ma non ti vede: è morto! -
E poi, guizzando appena:
- Chiedeva te! Che tosse!
Voleva te! Che pena!
Tu ricordavi al cuore
suo le farfalle rosse
su le ginestre in fiore!
Io stavo lì da parte...
gli rammentavo sere
lunghe di veglia e carte
piene di righe nere!
Stavo velata e trista,
per fargli il ben non vista. -.
lauren Mar 2018
They say butterflies do not appear in Venice
But I saw one.
In the hot heat of summer,
Past the rickety abandoned homes
While passing through yet another alley
Of vintage clothing shops.
It flew and fluttered in a fragile nature
Right past my head and
Strangers overlooked it,
But I marveled in its beauty while
They talked about the bridges that were
Under our feet and the
Gondolas that ventured past us.
They say this and that but
I fail to listen because
This and that simply means nonsense
Because I saw one.
In that moment he was there
Whispering sweet Italian lullabies
In my ear
La mia piccola farfalle.
And I felt at home
From hundreds of miles away.
They say butterflies do not appear in Venice
But I saw one.
In mezzo ad uno scampanare fioco
sorse e batté su taciturne case
il sole, e trasse d'ogni vetro il fuoco.
C'era ad un vetro tuttavia, rossastro
un lumicino. Ed ecco il sol lo invase,
lo travolse in un gran folgorìo d'astro.
E disse, il sole: - Atomo fumido! Io
guardo, e tu fosti. - A lui l'umile fiamma:
- Ma questa notte tu non c'eri, o dio;
e un malatino vide la sua mamma
alla mia luce, fin che tu sei sorto.
Oh! grande sei, ma non ti vede: è morto! -
E poi, guizzando appena:
- Chiedeva te! Che tosse!
Voleva te! Che pena!
Tu ricordavi al cuore
suo le farfalle rosse
su le ginestre in fiore!
Io stavo lì da parte...
gli rammentavo sere
lunghe di veglia e carte
piene di righe nere!
Stavo velata e trista,
per fargli il ben non vista. -.
E s'aprono i fiori notturni
nell'ora che penso à miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:
l sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormoni i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume la nella sala.
Nasce l'era sopra le fosse.

Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento...

È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
Donall Dempsey Aug 2020
COME VIENE...VIENE!
(WHAT COMES...COMES!)

for Paolo Sandulli

The sun is
preaching her sermon

to the town
of Praiano

that clings to the cliffs
in wonder.

Here in her hand
of light & water

she tells the parables
of pebbles.

One wave waves to another
as she walks upon the water.

Bells undress Time
disrobe her of her hours.

Lemons grow
big-bellied on branches

pregnant
with yellow.

The juice
of the Future

praying in a church
of trees.

Here, a congregation
of butterflies & bees.

Grapes dream of being
turned into wine.

Figs ripen
with pleasure.

The gods of pagan times
survive

disguised as statues.

I only believing
in the religion of

a woman’s
laughter.

And even now
as darkness

grows
upon the rose

it’s as if
the sunlight never leaves

only changes
colour

and the sunlight darkens
only to blossom

into the next morning
in love with Time.

*

This was written for the Italian artist/ceramic sculptor Paolo Sandulli who has a studio in an old Saracen tower overlooking Praiano called Torre a Mare.

His work and his workplace are magical and deliciously fantastic making the mind smile and the soul laugh as he creates a

NUOVE MITOLOGIE MEDITERRANEE

with his love of place and people. Delightful and enthralling.

Check out Paolo's creations at p.sandulli@alice.it

The title in the English version comes from the Italian menu which is the chief's surprise...eh...what comes...comes..ok? The title like Paolo's work amused me so much that it became the poem's name. The dish itself was a pizza with a midrash of everything and anything.

CHE COSA SI FA

Il sole è
la sua predicazione predica

alla città
di Praiano

che si aggrappa alle scogliere
a meraviglia.

Qui in mano
di luce e acqua

racconta le parabole
di ciottoli.

Una ondata onde ad un altro
come lei cammina sulle acque.

Campane spogliarsi Tempo
disrobe della sua ora.

Limoni crescere
grande-addome su filiali

incinta
con il giallo.

Il succo
del Futuro

pregare in una chiesa
di alberi.

Qui, una congregazione
di api e farfalle.

Uvaggio sogno di essere
trasformata in vino.

Fichi maturi
con piacere.

La divinità pagane di volte
sopravvivere

dissimulata come statue.

** solo credere
nella religione di

una donna
risate.

E anche adesso
come il buio

cresce
la rosa

è come se
la luce del sole non lascia

solo le modifiche
colore

e la luce del sole si oscura
solo a fiore

nella mattina successiva
in amore con il tempo.
Non avete veduto le farfalle
con che leggera grazia
sfiorano le corolle in primavera?
Con pari leggerezza
limpido aleggia sulle cose tutte
lo sguardo della vergine sorella.
Non avete veduto quand'è notte
le vergognose stelle
avanzare la luce e ritirarla?...
Così, timidamente, la parola
varca la soglia
del suo labbro al silenzio costumato.
Non ha forma la veste ch'essa porta,
la luce che ne filtra
ne disperde i contorni. Il suo bel volto
non si sa ove cominci, il suo sorriso
ha la potenza di un abbraccio immenso.
E s'aprono i fiori notturni
nell'ora che penso à miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:
l sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormoni i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume la nella sala.
Nasce l'era sopra le fosse.

Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento...

È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
In mezzo ad uno scampanare fioco
sorse e batté su taciturne case
il sole, e trasse d'ogni vetro il fuoco.
C'era ad un vetro tuttavia, rossastro
un lumicino. Ed ecco il sol lo invase,
lo travolse in un gran folgorìo d'astro.
E disse, il sole: - Atomo fumido! Io
guardo, e tu fosti. - A lui l'umile fiamma:
- Ma questa notte tu non c'eri, o dio;
e un malatino vide la sua mamma
alla mia luce, fin che tu sei sorto.
Oh! grande sei, ma non ti vede: è morto! -
E poi, guizzando appena:
- Chiedeva te! Che tosse!
Voleva te! Che pena!
Tu ricordavi al cuore
suo le farfalle rosse
su le ginestre in fiore!
Io stavo lì da parte...
gli rammentavo sere
lunghe di veglia e carte
piene di righe nere!
Stavo velata e trista,
per fargli il ben non vista. -.
Non avete veduto le farfalle
con che leggera grazia
sfiorano le corolle in primavera?
Con pari leggerezza
limpido aleggia sulle cose tutte
lo sguardo della vergine sorella.
Non avete veduto quand'è notte
le vergognose stelle
avanzare la luce e ritirarla?...
Così, timidamente, la parola
varca la soglia
del suo labbro al silenzio costumato.
Non ha forma la veste ch'essa porta,
la luce che ne filtra
ne disperde i contorni. Il suo bel volto
non si sa ove cominci, il suo sorriso
ha la potenza di un abbraccio immenso.

— The End —