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annh  Sep 2019
Empatico
annh Sep 2019
Lend me your biography; your innermost-ness,
Your secret shame; your hidden struggles,
And I shall gift you words.

A language woven with silk,
Borrowed from my own unravellings,
Frayed edges, now mended.

Let me help you thread the needle,
So that you may quilt your scattered pieces together,
And, in time, find yourself whole again.

‘Words are singularly the most powerful force available to humanity. We can choose to use this force constructively with words of encouragement, or destructively using words of despair. Words have energy and power with the ability to help, to heal, to hinder, to hurt, to harm, to humiliate and to humble.’
- Yehuda Berg
Una riflessione

Premessa:
Sono sempre stato molto empatico e ** sempre sofferto della sofferenza altrui. La sentivo come mia. Per questo ** sempre sognato un mondo ideale dove nessuno soffrisse, e dove i rapporti tra esseri viventi fosse il più delicato e rispettoso possibile.
E come ogni persona su questo mondo, quando qualcuno mi tratta male, dice qualcosa di negativo o faccia qualsiasi cosa che io reputi ingiusto nei miei confronti ci sto male, magari mi sento triste, adirato, arrabbiato ecc...

Quando la Russia invase l'Ucraina e pensai a tutta quella sofferenza mi sentii molto triste. MA.
Adesso uso un pensiero alternativo:

"Cioè la Russia fa uno schifo di guerra, e IO MI AUTOPUNISCO provando emozioni negative?
Cioè è lei che fa lo schifo e ci deve andare di mezzo la mia serenità?
Può la mia sofferenza, per quanto grande, cambiare ciò che sta accadendo?
No.
Anzi aggiungo un'altra persona che sta male, me stesso.
Questo non vuol dire che io non scenda in piazza a protestare o che avendone la possibilità io non provi a cambiare le cose.
Vuol dire semplicemente SOFFRIRE MENO."

Oppure, qualcuno mi tratta male e io ne devo soffrire?
Cioè lo stronzo sei te e ci devo stare male io?
Beh puoi andare bellamente a cagar.

— The End —