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lmnsinner Oct 2019
Italian love songs                              
Canzoni d'amore italiane

fires the need, touch touch caress.        
alla necessità, tocco tocco carezza

my hand engulfs her little finger,              
la mia mano avvolge il suo mignolo
sliding down from her knuckle,                
scivolando giù dalla sua nocca,
to the glassine hard smooth of                
alla glassina dura liscia di
a petite fingernail, contradicting,            
un'unghia minuta, contraddittoria,
confirming the sensational opposition    
confermando l'opposizione sensazionale

the forefinger performs a solo,                
l'indice esegue un assolo,
exciting the ear’s topography,                  
eccitante la topografia dell'orecchio,
the sexuality of hill, vale, spaces,            
la sessualità di collina, valle, spazi,
curvatures extending an invitation,          
curvature che estendono un invito,
the neck, plane of the neck, take            
prendere il collo, piano del collo

I’m no longer of surety possessing,        
Non ** più la garanzia di possedere,
is it my finger or my tongue, is it              
è il mio dito o la mia lingua, vero?
that my finger became my tongue,        
che il mio dito è diventato la mia lingu,
all senses at attention, blurred,              
tutti i sensi all'attenzione, sfocato,
the love song enactment, touch              
recitazione della canzone d'amore, tocco
                      
<>

the confusion of love is its clarity, the master and the slave
becoming one

la confusione dell'amore è la sua chiarezza, il padrone e lo schiavo diventano uno
bk Jul 2015
I:
una volta sputavo vetri rotti, ora si sono tramutati in perle e diamanti, conosco le parole segrete per distruggere i mondi dei miei nemici, basterebbe un *aveva ragione lei
o un mi ha amato più di quanto amerà te per farvi schiantare al suolo, fate attenzione perché oltre ai gioielli so sputare fiamme.
spero che leggiate e soffriate soffriate soffriate.

II:
guardo le mie notti andare avanti contando gli spazi vuoti nei blister di plastica delle pastiglie.

III:
delle volte amore mio mi chiedo se non sia ingiusto che io spenda su di te così poche parole ma la verità è che io parlo per non vedere le ferite tesoro, alcune sono lì e non sono rimarginate.
spesso e volentieri le mie parole sono fatte di rabbia e rancore e tristezza, non c'è nulla di più lontano da te in tutto questo, scusami.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Marco Bo Aug 2018
without filling the spaces of silence
without fear, contemplating them
as sweet twilights

without dressing the most beautiful dress
if not the one in your eyes

without interrupting but listening
even if you already know the words

here it is!
for once becoming the desired guest,
and the next day, looking at his empty chair,
  breathing in his joy
left in the morning breeze
until you meet again..............


senza riempire gli spazi del silenzio
senza paura, contemplarli
come dolci crepuscoli

senza vestire il vestito più bello
se non quello nei tuoi occhi

senza interrompere, ma ascoltando
anche se conosci già le parole

ecco!
per una volta diventare l'ospite desiderato,
e il giorno dopo  guardando la sua sedia vuota
respirare le sua felicità rimasta nella brezza del mattino
fino al prossimo incontro

..........................

sin llenar los espacios de silencio
sin miedo, contemplarlos
cómo dulces crepúsculos

sin vestir el vestido más hermoso
si no es el que está en tus ojos

sin interrumpir, pero escuchando
incluso si ya sabes las palabras

así!
por una vez convertirse en el invitado deseado,
y el dia siguiente mirando su silla vacía
respirar su alegria
en la brisa de la mañana
hasta la próximo encuentro
Marco Bo Sep 2018
under this gray forgotten sky
I look to the ground and take flight

I reply to a distant call
of a deserved lonesome exodus

minimum quantum spaces
freedom in the first moments
voices and lights in the lips of a child
that takes life and peace from the breast of the world

under this gray forgotten sky
I look to the ground and take flight

I turn back I'm alone
but I do not fear this solo drum
and absorbed in my infinite intimacy
I migrate to the wild
sanctuary that will save my soul
-------------

sotto questo cielo grigio dimenticato
guardo a terra e prendo il volo

ad una chiamata remota rispondo
di un meritato esodo solitario

minimi spazi quantici
libertà dei primi momenti
voci e luci nelle labbra di un bambino
che prende vita e pace dal seno del mondo

sotto questo cielo grigio dimenticato
fisso la terra e prendo il volo

guardo indietro sono solo
ma non temo questo rullo di tamburo

  ed assorto nella mia infinita intimità
migro verso il selvatico
santuario che salverà la mia anima
----------------

bajo este olvidado cielo gris
miro el suelo e inicio el vuelo

respondo una llamada lejana
de un merecido éxodo solitario

mínimos espacios cuánticos
  libertad de los primeros momentos
voces y luces en los labios de un niño
eso agarra la vida y la paz del seno del mundo

bajo este olvidado cielo gris
miro la tierra e inicio el vuelo

me doy vuelta, estoy solo
pero no temo este rollo
  de tambor

   y absorto en mi infinita intimidad
migro a la naturaleza
santuario que mi alma salvará
...

sous ce ciel gris oublié
Je regarde le sol et commence le vol

Je réponds à un appel distant
d'un exode solitaire bien mérité

espaces quantiques minimaux
   la liberté des premiers instants
voix et lumières sur les lèvres d'un enfant
qui saisit la vie et la paix du sein du monde

sous ce ciel gris oublié
Je regarde la terre et je commence le vol

Je me retourne, je suis seul
mais je ne crains pas ce rouleau
   tambour

    et absorbé dans mon intimité infinie
Je migre vers la nature
sanctuaire que sauvera mon âme
Marco Bo Sep 2018
under this grey suburban sky
thunders rolling as rocks and drums
then silence in concrete transit spaces
although wild beats inside our veins
hunting scenes and escapes in vain

taste of honey and salt on your teeth
prey predators and carnival masks
smiles dreams feasts fire tears
running water
silence and lightning
remote storms
gentle breeze

essences and perfumes
tobacco leather cinnamon and ashes
smells of life
and skin

it's time to go home
home where we will recall
every flavor
every hug
every drop of dew
every smile and every single tear
their true meaning
and we will ask ourselves
why?
why have we ever parted from our heart?
................

sotto questo grigio cielo suburbano
tuoni che rotolano come pietre e tamburi
poi silenzio in spazi di transito di asfalto e cemento
anche se il selvatico batte nelle nostre vene
scene di caccia e fughe invano

sapore di miele e sale sui denti
prede predatori e maschere di carnevale
sorrisi sogni feste lacrime
acqua corrente
silenzio e fulmini
tempeste remote
e brezza leggera

essenze e profumi
tabacco cuoio cannella e cenere
odori di vita
e di pelle

è ora di tornare a casa
casa dove ricorderemo
ogni sapore
ogni abbraccio
ogni goccia di rugiada
ogni sorriso e ogni singola lacrima
il loro vero significato
e ci chiederemo
perché?
perché mai ci siamo separati dal nostro cuore?
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

— The End —