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Miguel Serrano Feb 2017
Un sol de invierno ilumina la mar arrugada
empujada por el olor a sal.
Hoy he venido junto a la orilla a escribir de una chica
pero

huele a mar,
y el olor salado trae recuerdos dulces.
Huele a cubos y palas,
a olas blandas de bandera verde,
a la infantil valentía de salir al sol
quedando la edad adulta a cobijo.

Huelo la brisa que airea fotos que solo yo guardo
De mi abuelo enterrándome en la playa
–sonrio por verle de nuevo–,
saltos de fe desde los brazos de mi padre,
y castillos desafiando al océano entero.
Huelo veranos infinitos para lo pequeño que soy.

Yo vine aquí a escribir sobre una chica,
pero tengo arena en los recuerdos
y me drogaron la brisa y la mar.
Oh, un terribile timore;
La lietezza esplode
Contro quei vetri al buio
Ma tale lietezza, che ti fa cantare in voce
È un ritorno dalla morte: e chi può mai ridere -
Dietro, sotto il riquadro del cielo annerito
Riapparizione ctonia!
Non scherzo: ché tu hai esperienza
Di un luogo che non ** mai esplorato,
UN VUOTO NEL COSMO
È vero che la mia terra è piccola
Ma ** sempre affabulato sui luoghi inesplorati
Con una certa lietezza, quasicché non fosse vero
Ma tu ci sei, qui, in voce
La luna è risorta;
le acque scorrono;
il mondo non sa di essere nuovo e la sua nuova giornata
finisce contro gli alti cornicioni e il nero del cielo
Chi c'è, in quel VUOTO DEL COSMO,
che tu porti nei tuoi desideri e conosci?
C'è il padre, sì, lui!
Tu credi che io lo conosca? Oh, come ti sbagli;
come ingenuamente dai per certo ciò che non lo è affatto;
fondi tutto il discorso, ripreso qui, cantando,
su questa presunzione che per te è umile
e non sai invece quanto sia superba
essa porta in sé i segni della volontà mortale della maggioranza -
L'occhio ilare di me mai disceso agli Inferi,
ombra infernale vagolante
nasconde
E tu ci caschi
Tu conosci di ciò che è realtà solo quell'Uomo Adulto
Ossia ciò che si deve conoscere;
lei, la Donna Adulta, stia all'Inferno
o nell'Ombra che precede la vita
e di là operi pure i suoi malefizi, i suoi incantesimi;
odiala, odiala, odiala;
e se tu canti e nessuno ti sente, sorridi
semplicemente perché, per ora, intanto, sei vittoriosa -
in voce come una giovane figlia avida
che però ha sperimentato dolcezza;
Parigi calca dietro alle tue spalle un cielo basso
Con la trama dei rami neri; ormai classici;
questa è la storia -
Tu sorridi al Padre -
Quella persona di cui non ** alcuna informazione,
che ** frequentato in un sogno che evidentemente non ricordo -
strano, è da quel mostro di autorità
che proviene anche la dolcezza
se non altro come rassegnazione e breve vittoria;
accidenti, come l'** ignorato; così ignorato da non saperne niente -
cosa fare?

Tu doni, spargi doni, hai bisogno di donare,
ma il tuo dono te l'ha dato Lui, come tutto;
ed è Nulla il dono di Nessuno;
io fingo di ricevere;
ti ringrazio, sinceramente grato;
Ma il debole sorriso sfuggente
non è di timidezza
è lo sgomento, più terribile, ben più terribile
di avere un corpo separato, nei regni dell'essere - se è una colpa
se non è che un incidente:
ma al posto dell'Altro
per me c'è un vuoto nel cosmo
un vuoto nel cosmo
e da là tu canti.
Éramos aturdidos mozalbetes:
blanco listón al codo, ayes agónicos,
rimas atolondradas y juguetes.
Sin la virtud frenética de Orfeo,
fiados en la campánula y el cirio,
fuimos a embelesar las alimañas
cual neófitos que buscan el martirio.
En la misma espesura se extraviaba
la primeriza luz de nuestra frente,
y ante la misma fiera, reacia y sorda,
cesaba nuestro cántico inocente.
De aquella planta que regamos juntos
eran cofrades la senil vihuela,
los pupitres manchados de la escuela,
la bíblica muchacha que adoraste,
los días uniformes, el contraste
de un volumen de Bécquer y Fabiola,
la soprano indeleble que aún nos mima
con el ahínco de su voz pretérita,
y el prístino lucero que te indujo
al apurado trance de la rima.

¿Qué hicimos, camarada, del tanteo
feliz y de los ripios venturosos,
y de aquel entusiasta deletreo?

Hoy la armonía adulta va de viaje
a reclamar a una centuria prófuga
el vellón de su casto aprendizaje.

Mi maquinal dolencia es una caja
de música falible que en lo gris
de un tácito aposento se desgaja.

Y el alma, cera ayer, se petrifica
como los rosetones coloniales
de una iglesia con lama, que complica
su fachada borrosa con el humo
inveterado de los temporales.
Mariah Tulli Jun 2019
Na mesma posição, estática por dentro, pra quem olha de fora a inquietação é vívida, aquele esfregar das mãos e as pernas que não param de balançar. Gosto de observar a fundo todas as situações enquanto a mente tenta formular algo pra dizer, mas por final já está tudo pronto e a boca parece estar acostumada a repetir aquelas falas. Sabe quando você para na beira de uma cachoeira contemplando aquela natureza linda e nota como a água segue o seu fluxo natural? É apenas sobre isso... A vida adulta é sobre aceitação ela disse, mal sabia o quão habituada estou a essa palavra, já faz parte de mim a um bom tempo. O chá de camomila esfriou, o sono prometido nem deu as caras e sigo escutando as gotas de água caindo sobre o chão da vila, acompanhada das minhas escorrendo pela face. Agradeço pelo encontro, vivi mais uma vez e foi bom.
Mariah Tulli Nov 2018
Ei, entra e fica pra um café, porque sim eu mudei e agora tomo café, é essa tal de vida adulta que chega pra todos, seguida do cansaço. Mas entra, tu já conhece o caminho pra sala, aproveita que está aqui e me ajuda a fazer aquela comida que gostamos, mas não se sinta pressionada, entra por esses variados instantes, porque nós sabemos que não da mais pra entrar e ficar, já foi conversado e como dizemos, tá tudo bem mesmo! Entra e deixe que soltem aquele burburinho de que somos loucas, até gosto dele e concordo que somos sim, todos somos, mas pelo que vejo somos maduras, a ponto de bastar dez minutos de conversas sinceras para entendermos que não tem problema entrar e tomar um café.
De «El Pienta» al «Suárez» y hasta la alta sierra
Rebelde levantó puño de acero.
Dejó la azada y se trocó en guerrero;
Y cuando ceden todos, clama guerra.

Contra asechanzas e imposibles cierra,
El aire su pendón de «Comunero»,
Y se alza ante la muerte, rudo y fiero,
Cual risco erial de su nativa tierra.

Y al lanzarlo el verdugo en el vacío,
De lo alto de la horca, maniatado,
La faz adulta y el mirar sombrío,

Al salto se apresura, y más lo ahoga
La ira ante el intento fracasado
Que el nudo corredizo de la soga.
Oh, un terribile timore;
La lietezza esplode
Contro quei vetri al buio
Ma tale lietezza, che ti fa cantare in voce
È un ritorno dalla morte: e chi può mai ridere -
Dietro, sotto il riquadro del cielo annerito
Riapparizione ctonia!
Non scherzo: ché tu hai esperienza
Di un luogo che non ** mai esplorato,
UN VUOTO NEL COSMO
È vero che la mia terra è piccola
Ma ** sempre affabulato sui luoghi inesplorati
Con una certa lietezza, quasicché non fosse vero
Ma tu ci sei, qui, in voce
La luna è risorta;
le acque scorrono;
il mondo non sa di essere nuovo e la sua nuova giornata
finisce contro gli alti cornicioni e il nero del cielo
Chi c'è, in quel VUOTO DEL COSMO,
che tu porti nei tuoi desideri e conosci?
C'è il padre, sì, lui!
Tu credi che io lo conosca? Oh, come ti sbagli;
come ingenuamente dai per certo ciò che non lo è affatto;
fondi tutto il discorso, ripreso qui, cantando,
su questa presunzione che per te è umile
e non sai invece quanto sia superba
essa porta in sé i segni della volontà mortale della maggioranza -
L'occhio ilare di me mai disceso agli Inferi,
ombra infernale vagolante
nasconde
E tu ci caschi
Tu conosci di ciò che è realtà solo quell'Uomo Adulto
Ossia ciò che si deve conoscere;
lei, la Donna Adulta, stia all'Inferno
o nell'Ombra che precede la vita
e di là operi pure i suoi malefizi, i suoi incantesimi;
odiala, odiala, odiala;
e se tu canti e nessuno ti sente, sorridi
semplicemente perché, per ora, intanto, sei vittoriosa -
in voce come una giovane figlia avida
che però ha sperimentato dolcezza;
Parigi calca dietro alle tue spalle un cielo basso
Con la trama dei rami neri; ormai classici;
questa è la storia -
Tu sorridi al Padre -
Quella persona di cui non ** alcuna informazione,
che ** frequentato in un sogno che evidentemente non ricordo -
strano, è da quel mostro di autorità
che proviene anche la dolcezza
se non altro come rassegnazione e breve vittoria;
accidenti, come l'** ignorato; così ignorato da non saperne niente -
cosa fare?

Tu doni, spargi doni, hai bisogno di donare,
ma il tuo dono te l'ha dato Lui, come tutto;
ed è Nulla il dono di Nessuno;
io fingo di ricevere;
ti ringrazio, sinceramente grato;
Ma il debole sorriso sfuggente
non è di timidezza
è lo sgomento, più terribile, ben più terribile
di avere un corpo separato, nei regni dell'essere - se è una colpa
se non è che un incidente:
ma al posto dell'Altro
per me c'è un vuoto nel cosmo
un vuoto nel cosmo
e da là tu canti.
Mateuš Conrad May 2020
i must be in one of those... "moods"...
    i must be in such circumstances follow an almost
ritual: the beauty of life...
coupled with the "fairness" of it...
notably when sharing it with people:
of a more... "south of the border"...
a more sour invitation to it...

                  my "free will": my... what little is it...
when someone else might: rest assured...
express his or her... "alternative"...
                      this a choice...

the wine has ran! down into the gob that
sometimes forgets to thirst...
and when not thirsting... does the unpardonable...
shelters itself in the abodes of ruining
patterns of shadow devoid of bodies...

drinks! listens to scandinavian pagan songs...
tiresome... tiresome those byzantine chants...
for all their worth: but enough is enough...
it would be the most precious time...
to translate some Horace...
   such be my need for solace -
but translation itself is hardly a comfort...

                       the cut-off reads...
   at *** tonantis annus hibernus Iovis
        imbris nivisque (conparat)...
       tonantis - thunderer
     hibernus - wintry
               annus - annum - year...
        imbris - growth...
        nivisque - snow... the cut-off is already:
as always crude...
                                    the whiskey is here!
and the romance of powder...
cheeks and roses! but we might as well
begin: from a beginning...

  beatus ille qui procul negotiis, ut prisca gens
mortalium, paterna rura bobus exercet suis
solutus omni faenore
    neque excitatur classico miles truci
  neque horret iratum mare
                       forumque vitat et superba civium
potentiorum limina.
   ergo aut adulta vitium propagine
altas maritat populos at in reducta valle
     mugientum prospectat errantis greges
inutilisque falce ramon amputans feliciores
insertit aut pressa puris mella condit amphoris
aut tondet infirmass ovis.
              vel *** decorum mitibus pomis caput
autumnus agris extulit,
         ut gaudet insitiva decerpens pita
certantem et uvam purpurae,
    qua muneretur te, Priape, et te, pater Silvane,
tutor finium.
           libet iacere modo sub antiqua ilice,
modo in tenaci gramine:
labuntur altis interim ripis aquae,
           queruntur in silvis aves fontesque
lymphis obstrepunt manantibus,
                             somnos quod invitet levis
.

thus listening to some of what the british
patriots have to offer...
i'd call them the demeaning "natives"...
but then i have on offer...
scottish nationalism
and welsh nationalism...
not to mention the irish: but i'll mention them...
english nationalism...
      hmm...

solution: repatriation... of the "invaders"
of Brimingham...
i know what deportation looks like...
on the weekend that Dianna was
"repatriated": her coffin was towed...
the home office came knocking...
    father doing a runner...
         visiting grandfather broke up his affair
with sober -
'nice com-pew-ter' said the home office
grey...
i was left in tears and punching
the wall...
       so much for integration...
          did my best lizzy... the paperwork...
"got in the way"...
            doesn't matter: the kosovans came
in 1999 circa etc.
     the canines are out...
                  where is my, mosque?
                          where is my kebab stash?
beside the 2004 tsunami...
          
home is where: i have a sparrow's worth
of fear: and perhaps a heart...
when i land in warsaw and try to escape it...
i land in warsaw: i'm a native of these parts:
am i "at home"...
i'll walk you down route 25 bus
past all the babylon and i'll tell you:
nothing like it!
dodo among the peacocks...
humpty-dumpty and sacred cows brigade...
that's not quiet me... but...
         touch 'em with a two metre long
****** if you must!
      
   my affairs with england...
was supposed to be a stop-over...
further argentina... h'america...
     the bleach baptism: ha! ha! h'america!
in search of a great-grandfather...
   guess this is "home"...
sure as ****... warsaw isn't!
      
                   and these concerns...
i will not sing the: god save the queen...
i'd rather whistle to: the british grenadiers fife
& drum... on a scale of: a *****... a nilly...

italy is being "invaded"
germany is being "invaded"
denmark is being "invaded"....
england and france are being "invaded"...
no guns, no tanks... no blitzkrieg?
"invasion"? or just slacking and slurrping
a neo-liberal old liberal pompous brat affair?
sleep more sleep a more dire sleep...
wake up when it's all over...
in the hands of the other...

   an invasion: an "invasion"... no tanks...
just the stories of sorrow from knife-crime
statistics... collateral and human shields...
such concerns...
if it's not the invaders it's the romanians
picking lettuce or the polacks
on construction sites...
but i am as much an exile as anywhere...
and i don't really have a high degree of concern
for my "tribe": either...

   the slow warfare of economic ruin concerning
a town that was sizing up a status of city...
with two metallurgy theatres of operation...
gone: gruzy... heaps of rubble...
           hersch! herr hersch!
     how iz zis evens pozziblah?
               i don't mind the invaders...
marry one: then i might...
   have a little calipso moment and count:
the number of shades of cinnamon,
copper, bronze and cherokee...

                      whiplash... i must be daft...
not to have learned a thing or two from
the **** and the ******... to have to learn
a new: "thing or two" from the... liberals
with their: no tanks, no planes, no microwaves,
no l.s.d. "freedom's freedom" policy!

england big... big O england...
big o: O and exclaimation mark: O! england...
i am not wed to your daughters...
nor the father or grand fairy pater to
them either...
               i didn't bring a mosque!
i didn't bring a flag!
i didn't bring a suntan that retains its
glue in winter!
i didn't bring anything...
beside... there's this idea of a nation...
and there's that...
of a diaspora... which of course...
you had... but didn't...
when... the "proselytes" decided that:
an english diaspora is not:
in our vision... what would become
the invested: hope and character to build
as a grand, u. s. of a.....
so much for the "motherland and the fathertongue"...
or the "fatherland and the mothertongue"...
whittle ol' england...
whittle ol' bargain: and more!

i brought sauerkraut and a poppy-seed cake...
the german might as well have brought
the former... but it's hardly an argument:
the "invaders" from the east brought their own food...
shame... seeing you gobbling down a curry
and a kebab...
who am i to complain?
i eat them too! i have an arsenal of spices
that would most likely compete with
the nuke arsenal of russia!

                      i didn't "integrate" you didn't
"integrate"... i have your tongue as a dearest: polly...
who doesn't want a *******?
that h.p. sauce is genius?
              well... and cricket? but i'll eat your
gob-*****... you will not eat mine...
so you have your bangladeshi "invaders"...
your friday night: chinese take-away and soho...
ahem... "soho"... chinatown...

who's to be complaining?!
exotica! ex-o-tica!
                     shrimp **** and watermelon *****:
requiring... ***** extensions to **** around
with: **** jamai... can oh she cancan but not
in the parisian "sense"...
          
        well... given that this was supposed
to be a translation of Horace...
here's my ****** translation of latin...
it's not a curry... it's not a mosque...
it's not a burning flag it's not a turban...
it's not a roman catholic on a pike...
dying a death more formidable than
a crucifixion...
i'm guessing a viking settling in york:
with something of a believable
scandal when sense of humour is concerned...

i can't promise stale: hardly any poetry...

fortunate he, who from the city's uproar from afar,
free like people of older date,
    with oxen ploughs the fief of hereditary role,
oblivious to either profit or toll,
he doesn't know, what is the **** of a battle horn,
he doesn't tremble, when the sea grieves a vengence,
shuns away from the forum's uproar,
        he doesn't, like customers - who -
                 protrude under the doubling of the wealthy.
he prefers the lush shrubs of grapevines -
with shoots wed to the stump of a poplar tree,
overseeing, leading herds of roaring cows
into and among pastures on the slopes
of mountainous valleys...
             hunt boars... interlock with beef...
                  so as to have a noble variety of fruit,
from pressed plasters: honey sieved into amphorae
or clipper woolly sheep of the herd.
                - and when golden autumn above
the fields - donning a wreath of harvested wheat:
raises its head -
with what kind of ecstasy / delight...
tears the sight of grafted pears...
                   and bunches in clusters of purple -
should for Priapus and Silvanus,
     watchman's bordering copper, bring forth:
the first gifts.
     how pleasant to rest upon cushioning grass
or under a an old and shady oak:
where fluvial trends in precipitious stance
of banks errodes...
                     where the birds' graceful nagging...
foliage murmurs, streams of water incessant:
thus a dream make... unexpectedly
.

estrada: tempus...
                            auditores? lemures!
stage: time...
            the audience? ghosts!
that's bound to happen... binding oneself
to a Horace...
       with what's already available...
the stage: the audience....
and beside: the audience: time...
        well... i rather enjoy entertaining...
a stage of time: and the audience of ghosts...
than have to resort / retort to
the latter "debacle"...

             i, didn't... bring an "invaders"...
detail... lucky for me...
of the german the zeppelin and the ******...
you didn't even have to taste
anything by the leftover mongol...
that crimea became the capital of
the diaspora... that the mongol became known
as the tartar...
                                      chebureki...

endear me! have you humpty-dumpties!
your sacred cows!
your mosques! your chinatown!
your frizzy and your froth!
your angst your liberals and your
huguenots!
your passive-aggresive secular "christianity"
tingling with **** atheism...
"your"... Birmingham!
"your"... Loon'don...
                            
             clywed y çymraeg!
                                    éist clann gàidhli!

seobheith!
           no heidegger: no "there"...
                        anois!
              
        YMA!
                                     YMABODAU!
i leave Wstminster to the porky-pies...
who with and with: "who":
where else?!
Oh, un terribile timore;
La lietezza esplode
Contro quei vetri al buio
Ma tale lietezza, che ti fa cantare in voce
È un ritorno dalla morte: e chi può mai ridere -
Dietro, sotto il riquadro del cielo annerito
Riapparizione ctonia!
Non scherzo: ché tu hai esperienza
Di un luogo che non ** mai esplorato,
UN VUOTO NEL COSMO
È vero che la mia terra è piccola
Ma ** sempre affabulato sui luoghi inesplorati
Con una certa lietezza, quasicché non fosse vero
Ma tu ci sei, qui, in voce
La luna è risorta;
le acque scorrono;
il mondo non sa di essere nuovo e la sua nuova giornata
finisce contro gli alti cornicioni e il nero del cielo
Chi c'è, in quel VUOTO DEL COSMO,
che tu porti nei tuoi desideri e conosci?
C'è il padre, sì, lui!
Tu credi che io lo conosca? Oh, come ti sbagli;
come ingenuamente dai per certo ciò che non lo è affatto;
fondi tutto il discorso, ripreso qui, cantando,
su questa presunzione che per te è umile
e non sai invece quanto sia superba
essa porta in sé i segni della volontà mortale della maggioranza -
L'occhio ilare di me mai disceso agli Inferi,
ombra infernale vagolante
nasconde
E tu ci caschi
Tu conosci di ciò che è realtà solo quell'Uomo Adulto
Ossia ciò che si deve conoscere;
lei, la Donna Adulta, stia all'Inferno
o nell'Ombra che precede la vita
e di là operi pure i suoi malefizi, i suoi incantesimi;
odiala, odiala, odiala;
e se tu canti e nessuno ti sente, sorridi
semplicemente perché, per ora, intanto, sei vittoriosa -
in voce come una giovane figlia avida
che però ha sperimentato dolcezza;
Parigi calca dietro alle tue spalle un cielo basso
Con la trama dei rami neri; ormai classici;
questa è la storia -
Tu sorridi al Padre -
Quella persona di cui non ** alcuna informazione,
che ** frequentato in un sogno che evidentemente non ricordo -
strano, è da quel mostro di autorità
che proviene anche la dolcezza
se non altro come rassegnazione e breve vittoria;
accidenti, come l'** ignorato; così ignorato da non saperne niente -
cosa fare?

Tu doni, spargi doni, hai bisogno di donare,
ma il tuo dono te l'ha dato Lui, come tutto;
ed è Nulla il dono di Nessuno;
io fingo di ricevere;
ti ringrazio, sinceramente grato;
Ma il debole sorriso sfuggente
non è di timidezza
è lo sgomento, più terribile, ben più terribile
di avere un corpo separato, nei regni dell'essere - se è una colpa
se non è che un incidente:
ma al posto dell'Altro
per me c'è un vuoto nel cosmo
un vuoto nel cosmo
e da là tu canti.

— The End —