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bk Jun 2015
mio caro amore  
** deciso che i tempi dello scrivere sotto sedativi sono tornati quindi poggia la testa al sedile, chiudi gli occhi e goditi la corsa.
I:
** messo la testa fuori dalla finestra nella speranza di riempire i miei polmoni di aria gelida ma tutto ciò che ** visto è la solita strada con il solito alienante senso di vuoto che solo un paesino del Sud può regalare. quando ** detto che i vicini di casa mi spaventano non stavo dicendo una bugia: aspetto ancora che qualcuno ammazzi qualcuno sulla mia strada, probabilmente perché un paio di anni fa quello sarebbe dovuto essere il mio destino.
II:
chissà se le persone hanno capito che le mie domande non hanno un doppio fine ma semplicemente ** una vera e propria dipendenza da informazioni, devo avere tutto perfettamente chiaro e perfettamente illuminato, altrimenti perdo il controllo e divento ossessiva finché il tutto non si chiarisce.

III;
penso alle ninfee, alle ranocchie, agli stagni putridi in cui riposano ossa. ogni Monet occulta un cadavere.

IV;
le tue mani sono molto belle e non mi importa se ti mangi le pellicine e non mi importa se le rovini col cemento finché le usi anche per costruìre imperi sulla mia schiena, palazzi con i miei capelli intrecciati.

V:
sono le 02:02 e il mondo non è bello ma almeno è silenzioso.
E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
Quando idealizziamo qualcuno stiamo dicendo molto più di noi che della persona stessa.
Nessuno è perfetto, sei tu che lo vuoi vedere così o forse hai bisogno di vederlo così.

Bisogna scindere ciò che racconta l'arte e "ciò che vorremmo che fosse"dalla realtà.
Perché soffriremo quando la realtà si scontrerà con le nostre idee.

Ma questa è anche una grande liberazione: non abbiamo bisogno noi stessi di essere perfetti per essere amati.



(Per chi legge: Io non sono uno psicologo, e so pochissimo di psicologia ma osservo tanto, quindi può essere che scrivo boiate, però ci provo lo stesso a scrivere ciò che penso, che deriva dall'osservazione di me stesso, da quello che leggo da professionisti, dall'osservazione degli altri e dal mero pensiero razionale.
Lo faccio più che altro per me stesso, per non dimenticare alcuni concetti che reputo fondamentali per la mia vita, perché il mondo è veramente grande e complesso e si fa in fretta a dimenticare. Inoltre è ovvio che mi fa piacere essere letto e criticato ;) )

E secondo me questo è alla base della nascita e del mantenimento di relazioni narcisiste: il narcisista mina la tua autostima (probabilmente già bassa?) e svaluta le tue azioni. Creando uno squilibrio immaginario tra te e lui. Dove lui è Dio e voi esseri umani che sbagliano e che devono farsi perdonare.("io sono migliore di te, io ** fatto così a causa tua, la colpa è tua non mia, sei tu che esageri).
Ricorda anche un po' le religioni, vero? Lol
Ebbene, questo è solo un appunto, nella mia testa il concetto è molto più ampio, comprende anche la filosofia dell'errore e altro, maaa per ora va bene così.

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Non voglio essere messo su un piedistallo, così come non metterò nessuno su un piedistallo, perché questa è la prova che o non ci vedono per ciò che siamo o che noi non vediamo gli altri per ciò che sono.
E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

— The End —