Dalla tua adolescenza
fatta di lunghi brividi ai capelli
e d'usignoli infitti alle tue palme,
sgorgava la vertigine di un giglio
esalante profumo di domanda.
Ah, l'immane fatica
d'innestare il tuo fiore prodigioso
oltre i tiepidi climi delle folle
a vertici di gelo!
Avorio concretato fra le mani
d'estremi crocifissi,
ronzio di spine ad ogni polpastrello
delle morbide dita,
e dopo rose, rose di stupore,
placide nevicate d'innocenza,
variare d'onde al largo dei tuoi occhi,
fissità di pupilla,
vedovi cigni solitari al corso
dei tuoi fiumi d'amore.