Dalla tua adolescenza fatta di lunghi brividi ai capelli e d'usignoli infitti alle tue palme, sgorgava la vertigine di un giglio esalante profumo di domanda.
Ah, l'immane fatica d'innestare il tuo fiore prodigioso oltre i tiepidi climi delle folle a vertici di gelo!
Avorio concretato fra le mani d'estremi crocifissi, ronzio di spine ad ogni polpastrello delle morbide dita, e dopo rose, rose di stupore, placide nevicate d'innocenza, variare d'onde al largo dei tuoi occhi, fissità di pupilla, vedovi cigni solitari al corso dei tuoi fiumi d'amore.