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Marco Bo Oct 2018
the evening breath resting in my coat
the taste of a good rest resounding in my mouth
the fingertips that quiver in the cold
the meeting point between the warm hat and the wind
houses and people flowing away
rainy and cold late Winter days,
you shouting on me but I do not hear you
every second is such an important  treasure
and no time to waste I have in my heart,
no,
I'm not tired,
  I won't get up because I'm tired of giving up

but wait and see
about this No of mine they will speak for ages and more under this sky
they will be millions and consider that on that Winter evening
I was alone
I was alone
Rose between the thorns
that can't be hurt anymore
...................................      ................­.
il giorno di Rosa

il respiro della sera nel risvolto del cappotto
il sapore del riposo che risuona in bocca
la ***** delle dita che fremono al freddo
il punto d'incontro tra il caldo del cappello e il vento
case e persone che scorrono lontano
giorni di pioggia, sordo inverno
e tu che mi gridi addosso ma io no ti sento
ogni secondo è un tesoro immenso
e nel mio cuore non ** tempo da regalare al vento
no,
non sono stanca,
non mi alzo perchè sono stanca di arrendermi

e tu stai a vedere
di questo mio NO parleranno per ere e ancora
saranno milioni sotto questo cielo

e pensare che quella sera d'Inverno ero sola
ero sola
Rosa tra la spine
che non può farsi male
-----------------------

El dia de Rosa

el aliento de la noche envuelto en la solapa
el sabor del descanso que resuena en la boca
las yemas de los dedos que tiemblan al frío
el punto de encuentro entre el calor del sombrero y el viento.
casas y personas que fluyen lejos
días de frio y de lluvia al final del Invierno
y tu que gritas sobre mi pero no te escucho
cada segundo es un tesoro inmenso
y yo en mi corazón no tengo tiempo para regalar al viento
no,
no estoy cansada
  no me levanto porque estoy cansada de rendirme

pero espera y verás
de esto NO mio hablarán por edades y aún más
serán millones bajo este cielo
  y pensar esa noche de invierno
yo estaba sola

yo estaba sola
Rosa entre las espinas
que ya no se lastima
dedicated to Rosa Louise Parks
Marco Bo Nov 2018
under this gray sky
the eyes burn for the dark rain that falls down
and you shout your caresses on my cheeks of fear

I listen to you with the experience of my twenty years
when twenty years were many
and intense and sweet
sweet

under this gray sky
darkness that you fear, dreams that are lost in  space
in your throat suffocated smiles
opportunities torn in the wind

wind that doesn't come back
never written history books
flowers of little
or nothing
infinite
fragility
and yet
life
……………….

flores de poco

bajo este cielo gris
los ojos arden a través de lluvia oscura que cae
y tu gritas tus caricias en mis mejillas de miedo
yo te escucho con la experiencia de mis veinte años
cuando veinte años eran muchos
e intenso y dulces
dulces

bajo este cielo gris
oscuridad que temes, sueños que se pierden en vuelo
sonrisas sofocadas en la garganta
oportunidades que se rompen en el viento
viento que no vuelve
libros de historia nunca escritos
flores de poco o nada
fragilidad infinita
y sin embargo,
vida...…
……………..
fiori di poco

sotto questo grigio cielo
gli occhi bruciano per la buia pioggia che cade giù
e tu gridi le tue carezze sulle mie guance di timore
io ti ascolto con l'mpazienza dei miei vent'anni
di quando vent'anni erano tanti
e intensi e dolci
dolci

sotto questo grigio cielo
buio che temi, sogni che si perdono in volo
sorrisi soffocati in gola
opportunità che si disfano nel vento
vento che non torna
libri di storia mai scritti
fiori di poco o nulla
fragilità infinita
eppure
vita
E s'aprono i fiori notturni
nell'ora che penso à miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:
l sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormoni i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume la nella sala.
Nasce l'era sopra le fosse.

Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento...

È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
Siamo soli. Bianca l'aria
vola come in un mulino.
Nella terra solitaria
siamo in due, sempre in cammino.
Soli i miei, soli i tuoi stracci
per le vie. Non altro suono
che due gridi:
- Oggi ci sono
e doman me ne vo...
- Stacci!
Stacci! Stacci!
Io di qua, battendo i denti,
tu di là, pestando i piedi:
non ti vedo e tu mi senti;
io ti sento, e non mi vedi.
Noi gettiamo i nostri urlacci,
come cani in abbandono
fuor dell'uscio:
- Oggi ci sono
e doman me ne vo...
- Stacci!
Stacci! Stacci!
Questa terra ha certe porte,
che ci s'entra e non se n'esce.
È il castello della morte.
S'ode qui l'erba che cresce:
crescer l'erba e i rosolacci
qui, di notte, al tempo buono:
ma nient'altro...
- Oggi ci sono
e doman me ne vo...
- Stacci!
Stacci! Stacci!
C'incontriamo... Io ti derido?!
No, compagno nello stento!
No, fratello! È un vano grido
che gettiamo al freddo vento.
Né c'è un viso che s'affacci
per dire, Eh! Spazzacamino!...
per dire, Oh! Quel vecchiettino
degli stacci...
degli stacci!...
- stacci! Stacci!
E s'aprono i fiori notturni
nell'ora che penso à miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:
l sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormoni i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume la nella sala.
Nasce l'era sopra le fosse.

Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento...

È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
Siamo soli. Bianca l'aria
vola come in un mulino.
Nella terra solitaria
siamo in due, sempre in cammino.
Soli i miei, soli i tuoi stracci
per le vie. Non altro suono
che due gridi:
- Oggi ci sono
e doman me ne vo...
- Stacci!
Stacci! Stacci!
Io di qua, battendo i denti,
tu di là, pestando i piedi:
non ti vedo e tu mi senti;
io ti sento, e non mi vedi.
Noi gettiamo i nostri urlacci,
come cani in abbandono
fuor dell'uscio:
- Oggi ci sono
e doman me ne vo...
- Stacci!
Stacci! Stacci!
Questa terra ha certe porte,
che ci s'entra e non se n'esce.
È il castello della morte.
S'ode qui l'erba che cresce:
crescer l'erba e i rosolacci
qui, di notte, al tempo buono:
ma nient'altro...
- Oggi ci sono
e doman me ne vo...
- Stacci!
Stacci! Stacci!
C'incontriamo... Io ti derido?!
No, compagno nello stento!
No, fratello! È un vano grido
che gettiamo al freddo vento.
Né c'è un viso che s'affacci
per dire, Eh! Spazzacamino!...
per dire, Oh! Quel vecchiettino
degli stacci...
degli stacci!...
- stacci! Stacci!
Siamo soli. Bianca l'aria
vola come in un mulino.
Nella terra solitaria
siamo in due, sempre in cammino.
Soli i miei, soli i tuoi stracci
per le vie. Non altro suono
che due gridi:
- Oggi ci sono
e doman me ne vo...
- Stacci!
Stacci! Stacci!
Io di qua, battendo i denti,
tu di là, pestando i piedi:
non ti vedo e tu mi senti;
io ti sento, e non mi vedi.
Noi gettiamo i nostri urlacci,
come cani in abbandono
fuor dell'uscio:
- Oggi ci sono
e doman me ne vo...
- Stacci!
Stacci! Stacci!
Questa terra ha certe porte,
che ci s'entra e non se n'esce.
È il castello della morte.
S'ode qui l'erba che cresce:
crescer l'erba e i rosolacci
qui, di notte, al tempo buono:
ma nient'altro...
- Oggi ci sono
e doman me ne vo...
- Stacci!
Stacci! Stacci!
C'incontriamo... Io ti derido?!
No, compagno nello stento!
No, fratello! È un vano grido
che gettiamo al freddo vento.
Né c'è un viso che s'affacci
per dire, Eh! Spazzacamino!...
per dire, Oh! Quel vecchiettino
degli stacci...
degli stacci!...
- stacci! Stacci!
E s'aprono i fiori notturni
nell'ora che penso à miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:
l sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormoni i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume la nella sala.
Nasce l'era sopra le fosse.

Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento...

È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.

— The End —