Saffo, antica maestra e disperata portatrice d'amore, Saffo di viole incoronata e altera rendimi sciolta e in volo poi che accolga la tua grande parentesi nel cuore. Le mie notti deserte io le conosco già dai tuoi grandi, morbidi giacigli ove amore avventava alle tue labbra mirra e miele. Anche io non sono sazia come tu fosti ma mi aggiro eterna dentro anime aperte ad ogni lutto. Anche io ** l'amor mio che mi disdegna, Saffo mia grande e inutile maestra perché mi lasci e impoverisci il seno delle tue offerte? Giacerò infeconda anche stanotte e intorno a me i costanti fedelissimi aspetti di cupido apriranno dentro l'ali rapidissimi inviti cui rifuggo rimpiangendo e scoperta e innamorata. Saffo rendimi pura e innominata Come le parole, ove non cada lacrima e tempo, ove non misuri religione i suoi passi, ch'io non crolli come crollasti tu dalle tue rupi...