La mia terra è sui fiumi stretta al mare, non altro luogo ha voce così lenta dove i miei piedi vagano tra giunchi pesanti di lumache. Certo è autunno: nel vento a brani le morte chitarre sollevano le corde su la bocca nera e una mano agita le dita di fuoco. Nello specchio della luna si pettinano fanciulle col petto d'arance.
Chi piange? Chi frusta i cavalli nell'aria rossa? Ci fermeremo a questa riva lungo le catene d'erba e tu amore non portarmi davanti a quello specchio infinito: vi si guardano dentro ragazzi che cantano e alberi altissimi e acque. Chi piange? Io no, credimi: sui fiumi corrono esasperati schiocchi d'una frusta, i cavalli cupi i lampi di zolfo. Io no, la mia razza ha coltelli che ardono e lune e ferite che bruciano.