Sola nel mondo eterna, a cui si volve Ogni creata cosa, In te, morte, si posa Nostra ignuda natura; Lieta no, ma sicura Dall'antico dolor. Profonda notte Nella confusa mente Il pensier grave oscura; Alla speme, al desio, l'arido spirto Lena mancar si sente: Così d'affanno e di temenza è sciolto, E l'età vote e lente Senza tedio consuma. Vivemmo: e qual di paurosa larva, E di sudato sogno, A lattante fanciullo erra nell'alma Confusa ricordanza: Tal memoria n'avanza Del viver nostro: ma da tema è lunge Il rimembrar. Che fummo? Che fu quel punto acerbo Che di vita ebbe nome? Cosa arcana e stupenda Oggi è la vita al pensier nostro, e tale Qual dè vivi al pensiero L'ignota morte appar. Come da morte Vivendo rifuggia, così rifugge Dalla fiamma vitale Nostra ignuda natura; Lieta no ma sicura, Però ch'esser beato Nega ai mortali e nega à morti il fato.