Già li vedevo gli occhi tuoi, soavi seguirmi sempre per il mio cammino, chinarsi mesti sul mio capo chino, volgersi, al mio dubbiar, dubbiosi e gravi. Come col dolor tuo mi consolavi, come, o cuore vivente oltre il destino! Come al tuo collo ti tornai bambino piangendo il pianto che su me versavi! Or che rivivo alfine, or che trovai ah! Le due parti del tuo cuore infranto, ora quell'occhio più che mai materno... No: tu con gli altri, al freddo, all'acqua, stai, con gli altri solitari in camposanto, in questa sera torbida d'inverno.