"Era un mattino in cui sognava ignara nei ròsi orizzonti una luce di mare: ogni filo d'erba come cresciuto a stento era un filo di quello splendore opaco e immenso.
Venivamo in silenzio per il nascosto argine lungo la ferrovia, leggeri e ancora caldi
del nostro ultimo sonno in comune nel nudo granaio tra i campi ch'era il nostro rifugio.
In fondo Casarsa biancheggiva esanime nel terrore dell'ultimo proclama di Graziani;
e, colpita dal solo contro l'ombra dei monti, la stazione era vuota: oltre i radi tronchi
dei gelsi e gli sterpi, solo sopra l'erba del binario, attendeva il treno per Spilimbergo...
L'** visto allontanarsi con la sua valigetta, dove dentro un libro di Montale era stretta
tra pochi panni, la sua rivoltella, nel bianco colore dell'aria e della terra.
Le spalle un po' strette dentro la giacchetta ch'era stata mia, la nuca giovinetta... ".