Torno, ritrovo il fenomeno della fuga del capitale, l'epifenomeno (infimo) dell'avanguardia. La polizia tributaria (quasi accertamento filosofico sugli incartamenti di un poeta) fruga in quel fatto privato che sono i soldi, contaminati da carità, dolenti di inspiegabili consunzioni, e pieni di senso di colpa, come il corpo da ragazzi: però con mia gongolante leggerezza perché qua, non c'è da accertare nulla, se non la mia ingenuità. Torno, e trovo milioni di uomini occupati soltanto a vivere come barbari discesi da poco su una terra felice, estranei ad essa, e suoi possessori. Così nella vigilia della Preistoria che a tutto ciò darà senso, riprendo a Roma le mie abitudini di bestia ferita, che guarda negli occhi, godendo del morire, i suoi feritori….