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Victor Marques Apr 2013
Sede de Cultura

Encontro-me sobre nuvens com verdade,
Olho com calor, Lealdade…
O estigma de estranha dor,
Escrevo num berço sem valor.

Aspirar a uma perfeição intelectual feita com arte,
Falar da vida, de um mundo sem dele fazer parte,
Me embebedar com o excelente vinho do Douro,
Ver a tourada com o forcado e sem toiro.

A minha dimensão é simples e pequena,
Cultura da linda açucena,
Um calor quando escrevo é terno e bendito,
Aplaudir a voz, o canto, o grito….

Victor Marques
Krusty Aranda Aug 2013
¡Preparados!

Sonido...

Cámara...

¡Acción!

Las cámaras graban la acción inexistente.
El sonido del silencio se cuela por todos lados.
No hay estímulos que generen reacciones.
No hay ideas inteligentes sobre las cuales trabajar.

Cortometraje de una idea profana.
Audiencia torpe, insensible e ignorante.
Imágenes de cuerpos desmembrados, mutilados;
un apuesto "gobernante" calmará a la sociedad.

Realidades alternas de ficción inexistente.
Emociones creadas por alguien más para ti.
Risa embotellada. Aplauso pre grabado.
Drama familiar público sin fin.

Grandes monopolios se apoderan de tu mente.
Haces lo que dicen. Piensas lo que quieren.
No eres ya dueño de ti mismo.
Debes tu existencia y tu "cultura" a él.

Las **estrellas
y el azteca ya no son lo que antes fueron.
Luceros en la noche. Fieros guerreros.
Tan solo defienden sus propios intereses
mientras nosotros les seguimos dando de comer.

Despidan el programa que se acabó el tiempo por hoy.
Asegurémonos de dejar limpio el plató,
así como las mentes y bolsillos de nuestros televidentes.
Apaga las luces y vámonos.
Hadn't written in spanish for a long time. Hope some of you can understand it :p
tangshunzi Jun 2014
Sarò onesto .L'autunno è la mia stagione preferita .E ** tempo per maglioni accogliente .buonissimo cacao caldo e curling dal fuoco per quasi tutto l'anno .Cioè .fino a quando io offro i miei occhi su un tropicale amore -fest come questo giorno cara catturato dai Jonas Peterson .Perché questo .amici miei .è un insieme capolavoro piena di sole contro la terra mozzafiato conosciuta come Fiji .e se ogni ultima immagine gloriosa non ti vuole mettere in valigia un po 'di infradito e prendere il primo volo fuori .non so cosa farà .Vedi tutto qui .


E un piccolo film magia Zoom Fiji ?Penso che lo faremo .Si prega di aggiornare il tuo

browserColorsSeasonsSpringSettingsGolf ResortStylesDestination Da Sposa.Sono cresciuto sognando di sposarsi su un'isola tropicale e Fiji era il posto perfetto per rendere questo sogno .Fiji occupa un posto speciale in entrambi i nostri cuori come Dave mi ha sorpreso proponendo e organizzato per volare verso Fiji il giorno successivo per una vacanza incredibile .Siamo entrambi innamorati amare la cultura delle Fiji abiti da sposa on line .il popolo delle Fiji sono così felice e cordiale e ci siamo sempre sentiti così benvenuti.Abbiamo deciso di fare l'Intercontinental Golf Resort \u0026 Spa sulla Coral Coast .un posto così bello .Volevamo un matrimonio intimo con amici e famiglia per condividere il nostro giorno speciale .Abbiamo voluto creare un'atmosfera divertente e rilassante dove i nostri ospiti possono rilassarsi e hanno una grande vacanza !Ciò che era speciale era di essere in grado di uscire con i nostri ospiti che portano al matrimonio .cocktail a bordo piscina .snorkelling sulla barriera corallina e grandi cene .La mia wedding planner Jane all'Intercontinental Golf Resort e Spa ha fatto il lavoro più sorprendente prendersi cura di tutto.Dave e io non dovevano preoccuparsi per una cosa !Come eravamo sposati all'estero ** ancora voluto mettere il mio tocco speciale al nostro matrimonio così ** avuto una



palla di abiti da sposa 2014 progettare i nostri inviti di nozze.Volevo solo qualcosa di casuale e divertente per riflettere la giornata .
erano così felici con quello che il villaggio fornito in termini di fiori e decorazioni .siamo stati fortunati nostra famiglia sono stati in grado di aiutare le decorazioni parlare etc oltre a Fiji .E 'stato importante per noi per i nostri ospiti di sperimentare alcuni la cultura delle Fiji così abbiamo incorporato ballerini Fiji e uno spettacolo di fuoco .tutti i nostri ospiti davvero apprezzato questo .è veramente fatto la notte così speciale .Abbiamo anche avuto serenaders giocare prima della cerimonia e durante l' ora del cocktail .** anche avuto il privilegio di essere scortato alla cappella da due guerrieri delle Fiji .Il nostro ricevimento si è tenuto presso la firma raffinato ristorante Intercontinentals Navo che si affaccia sulla laguna e l'isola di Navo .Dave e ** organizzato un cocktail speciale per tutti i nostri ospiti in arrivo .è stato un mojito di cocco .i nostri ospiti davvero apprezzato questo tocco speciale .** amato il mio bouquet di orchidee e la bella rosa zenzero damigelle mazzi di fiori .hanno legato perfettamente con i loro abiti Amsale .I ragazzi hanno ben sopportare il calore indossando abiti in calore !

Una cosa che era molto importante per me era il nostro fotografo di matrimoni .Avevo fatto la mia ricerca.ma il mio cuore è stato impostato su Jonas Peterson .Non sono rimasto deluso .ha catturato il nostro giorno così bello .entrambi amiamo le nostre foto e li faremo amare sempre .** anche volato su un artista makeup incredibile da Sydney .Christina Chiaramente che era stato a Fiji molte volte quindi sapevo che ero in buone mani .Lei ha fatto un ottimo lavoro e siamo tutti sembrava così bello .il nostro trucco rimase tutto il giorno e la notte .** una squadra di provenienza dei capelli locale da Fiji .non sono rimasto deluso .sapevano esattamente quello che volevo e la loro conoscenza lavorando con i capelli al calore delle Fiji era incredibile !Abbiamo anche avuto il piacere di lavorare con Zoomfiji .hanno anche fatto un ottimo lavoro catturare il nostro giorno speciale .Ognuno è andato al di là di rendere il nostro giorno così incredibile .

Il personale era incredibile all'Intercontinental abiti da sposa 2014 e niente era troppo disturbo per loro .Hanno davvero fatto in modo che si cura di noi e abbiamo avuto il giorno avevamo sempre sognato !Vinaka !

Fotografo: Jonas Peterson | Abito da sposa: Spose di Beecroft | Cancelleria Wedding : Fave Paper Designs | Scarpe da sposa : peeptoe Scarpe | Abiti da sposa : Amsale | Makeup Artist : Christina Cleary | Capelli: Capelli N Mkp Perfezionista | Striscioni pubblicitari : Lullaby Mobiles| Pezzo di capelli della sposa : Kristi Bonnici Accessori da sposa | Abiti Girls ' : Silk \u0026 More | Località : Intercontinental Golf Resort \u0026 Spa FijiAmsale è un membro del nostro Look Book .Per ulteriori informazioni su come vengono scelti i membri .fare clic qui
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-c-1
http://www.belloabito.com/goods.php?id=861
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/2/4171635353535_396853.jpg
Fiji Wedding da Jonas Peterson_abiti da sposa corti
Brenda Gutierrez Sep 2013
Yo soy Guanajuatense
Nacida en una sociedad de Mexicanos
Born in a society of Mexicans were everyone is accepted by who they are
Not trapped as a slave or treated different
The American society can’t be compare to a Mexican society
Los mexicanos somos unicos
tenemos caminos hechos por padres mexicanos
Somo bautisados catholicos  
nuestra madre es La Virgen De Guadalupe
la cual Juan Diego vio y lo combertio en un santo
Penjamo is city full of colors visible as the rainbow
Our flag known as the tri color is a important figure in Mexico
green signifies hope, joy, and love
white represents peace and honesty
red stands for hardiness, bravery, strength, and valor
the eagle was found by Aztec people
where they would see an eagle on a cactus eating a snake
Tenochtitlan was founded by Aztec people
Which is now call Mexico City
As we believe the history we also believe what
The bible tells us it’s a precious thing for us Mexicans
We tend to speak with god to find solution to problems
Not all cultures have a belief in god
I also find myself in a world full of pain a contradiction to war
Not knowing whether anything could be done
People are dead here and their
Everywhere there is war
Veniendo de México a un mundo con nuevas reglas
saviendo que tu vida a cambiado y estas evolucrado/a
en una cultura que quisas no aceptes
como dise un dicho
mas vale ser aceptado/a por quien eres que por quien te cres
all cultures judge others by the way they are
but we are all humans and have the right to be who we are
only God could judge
when people say you're brown
I said I’m proud
When they say I’ll never learn English
Look at me know your reading my words
Soy 100% Mexicana
con educacion Americana
pero echa y derecha
con cultura Mexicana
Roxanne Paola Jan 2017
when I was a child
a tremor entered me
and did not leave me for several years
I sat quivering in fear
as I heard a belt striking bare skin
I could almost feel it on my own
'obedece a tu familia'
and I did
this legacy of destructive love
and punishment instilled
by the ancestors of my grandfather
it was in many a scorching summer days
that brought about unadulterated joy
yet so much misery
tempers flared
but we would just keep dancing
playing
obligatory kissing strangers on the cheeks
until it was time to leave
and then I would lay under the cool sheets
my bare feet blackened with the dirt
from outside
hoping that tomorrow I would gain a
little more courage
or become somebody else
Santiago Nov 2015
[Chino Grande]

Ese I Knew This Ruca
She Was Deadly As Sin
Got The Varrio So Sprung
Everybody Would Hit
Without A Passport
She Would Enter The Zone
And Break-Up
What You Thought Was A Happy Home
Mis Camaradas
Would Fight Amongst Themselves
And Then She Touched Another Ruca
It Would Start With A Blast
And She Undressed
Hot Dripping Sweaty *** ***
And If I Spoke Out Of Context
Forgive Me Ese
But She Would Make A Grown Man
Forget Of His Wife
Or Maybe Send Him To The Pinta
For The Rest Of His Life
It’ll Make A Soldier Or Country
Forget Of Their Flag
While These Women Sell Their Body
For A 10 Dollar Bag
That’s Awitado
That’s What I Am Right Now
Cause I Seen Ya All Over People
On The Stairway To Hell
It’s So Explicit
What The Cultura Holds
But I Guess Ain’t No One Carin’
Till We Killing Our Own

[Chino Grande - Hook]

It’s Kinda Sad Homie
What Were We Destined To Be?
Just A Product Of The Streets
So We Die As A Gee
It’s Kinda Sad Homie
She’s Got Toll On Your Soul
Ese No One Really Knows
What The Future Holds
It’s Kinda Sad Homie
Cause Our Kids Are Priceless
Like Emblem Dices
In A World Of Crisis
It’s Kinda Sad Homie
Turning Pale Like Ghosts
Hypnosis Unfolding
But Yeah Nobody Knows It

[Chino Grande]

She Would Make A School Boy
Forget His Books
I’ll Make A High School Prom Queen
Neglect Her Looks
It Was The Money – The Power
Its All So True
They Had An Ese Draped Up
In Them County Blues
With No Visita
Or No Money For Tienda
Only Visions Thats Embedded
Through The Brain From A Letra
She Would Make Em Go Berserk
Toss & Turn As They Call
Six Days & Unfazed
Till They Shake & Rock
Fresh Out To These Streets
She was Part Of The Speach
Her First Name’s A Myth
Until She’s Closer Reach
And All They Thought About
Is How They Miss Her Now
She’s All Grown Up
From A Juvenile
Meanwhile
Now She Put Her Head In The Clouds
Even The ******* Men
No Longer Get Aroused
As They Search For Revenge
Through Their Arm Or Their Leg
The Government Sent It To Us
Created The Plague

[Chino Grande - Hook]

It’s Kinda Sad Homie
What Were We Destined To Be?
Just A Product Of The Streets
So We Die As A Gee
It’s Kinda Sad Homie
She’s Got Toll On Your Soul
Ese No One Really Knows
What The Future Holds
It’s Kinda Sad Homie
Cause Our Kids Are Priceless
Like Emblem Dices
In A World Of Crisis
It’s Kinda Sad Homie
Turning Pale Like Ghosts
Hypnosis Unfolding
But Yeah Nobody Knows It

[Chino Grande]

First 3 Is A Plead
Lord Help Us Please
A Generation Sprung Out
On A Deadly Disease
With Overdoses
Turning Pale Like Ghosts
Hypnosis Unfolding
But Yeah Nobody Knows It
It’s A Sign Of The Times
But It’s Easy To Smoke It
Watch The Pipe Turn Black
Cause It’s Just So Potent
Make A Little Money
Young Kids Get Molded
Introduced That Ain’t Friends
Headed Straight Up Their Noses

[Interlude Dialogue]

[Chino Grande - Hook]

It’s Kinda Sad Homie
What Were We Destined To Be?
Just A Product Of The Streets
So We Die As A Gee
It’s Kinda Sad Homie
She’s Got Toll On Your Soul
Ese No One Really Knows
What The Future Holds
It’s Kinda Sad Homie
Cause Our Kids Are Priceless
Like Emblem Dices
In A World Of Crisis
It’s Kinda Sad Homie
Turning Pale Like Ghosts
Hypnosis Unfolding
But Yeah Nobody Knows It
Jean Cocteau es un ruiseñor mecánico a quien le ha dado cuerda Ronsard.

Los únicos brazos entre los cuales nos resignaríamos a pasar la vida, son los brazos de las Venus que han perdido los brazos.

Si los pintores necesitaran, como Delacroix, asistir al degüello de 400 odaliscas para decidirse a tomar los pinceles... Si, por lo menos, sólo fuesen capaces de empuñarlos antes de asesinar a su idolatrada Mamá...

Musicalmente, el clarinete es un instrumento muchísimo más rico que el diccionario.

Aunque se alteren todas nuestras concepciones sobre la Vida y la Muerte, ha llegado el momento de denunciar la enorme superchería de las "Meninas" que -siendo las propias "Meninas" de carne y hueso- colgaron un letrerito donde se lee Velázquez, para que nadie descubra el auténtico y secular milagro de su inmortalidad.

Nadie escuchó con mayor provecho que Debussy, los arpegios que las manos traslúcidas de la lluvia improvisan contra el teclado de las persianas.

Las frases, las ideas de Proust, se desarrollan y se enroscan, como las anguilas que nadan en los acuarios; a veces deformadas por un efecto de refracción, otras anudadas en acoplamientos viscosos, siempre envueltas en esa atmósfera que tan solo se encuentra en los acuarios y en el estilo de Proust.

¡La "Olimpia" de Manet está enferma de "mal de Pott"! ¡Necesita aire de mar!... ¡Urge que Goya la examine!...

En ninguna historia se revive, como en las irisaciones de los vidrios antiguos, la fugaz y emocionante historia de setecientos mil crepúsculos y auroras.

¡Las lágrimas lo corrompen todo! Partidarios insospechables de un "régimen mejorado", ¿tenemos derecho a reclamar una "ley seca" para la poesía... para una poesía "extra dry", gusto americano?

Todo el talento del "douannier" Rousseau estribó en la convicción con que, a los sesenta años, fue capaz de prenderse a un biberón.

La disección de los ojos de Monet hubiera demostrado que Monet poseía ojos de mosca; ojos forzados por innumerables ojitos que distinguen con nitidez los más sutiles matices de un color pero que, siendo ojos autónomos, perciben esos matices independientemente, sin alcanzar una visión sintética de conjunto.

Las frases de Oscar Wilde no necesitan red. ¡Lástima que al realizar sus más arriesgadas acrobacias, nos dejen la incertidumbre de su ****!

El cúmulo de atorrantismo y de burdel, de uso y abuso de limpiabotas, de sensiblería engominada, de ojo en compota, de retobe y de tristeza sin razón -allí está la pampa... más allá el indio... la quena... el tamboril -que se espereza y canta en los acordes del tango que improvisa cualquier lunfardo.

Es necesario procurarse una vestimenta de radiógrafo (que nos proteja del contacto demasiado brusco con lo sobrenatural), antes de aproximarnos a los rayos ultravioletas que iluminan los paisajes de Patinir.

No hay crítico comparable al cajón de nuestro escritorio.

Entre otras... ¡la más irreductible disidencia ortográfica! Ellos: Padecen todavía la superstición de las Mayúsculas.

Nosotros: Hace tiempo que escribimos: cultura, arte, ciencia, moral y, sobre todo y ante todo, poesía.

Los cubistas cometieron el error de creer que una manzana era un tema menos literario y frugal que las nalgas de madame Recamier.

¡Sin pie, no hay poesía! -exclaman algunos. Como si necesitásemos de esa confidencia para reconocerlos.

Esos tinteros con un busto de Voltaire, ¿no tendrán un significado profundo? ¿No habrá sido Voltaire una especie de Papa (*****) de la tinta?

En música, al pleonasmo se le denomina: variación.

Seurat compuso los más admirables escaparates de juguetería.

La prosa de Flaubert destila un sudor tan frío que nos obliga a cambiarnos de camiseta, si no podemos recurrir a su correspondencia.

El silencio de los cuadros del Greco es un silencio ascético, maeterlinckiano, que alucina a los personajes del Greco, les desequilibra la boca, les extravía las pupilas, les diafaniza la nariz.

Los bustos romanos serían incapaces de pensar si el tiempo no les hubiera destrozado la nariz.

No hay que admirar a Wagner porque nos aburra alguna vez, sino a pesar de que nos aburra alguna vez.

Europa comienza a interesarse por nosotros. ¡Disfrazados con las plumas o el chiripá que nos atribuye, alcanzaríamos un éxito clamoroso! ¡Lástima que nuestra sinceridad nos obligue a desilusionarla... a presentarnos como somos; aunque sea incapaz de diferenciarnos... aunque estemos seguros de la rechifla!

Aunque la estilográfica tenga reminiscencias de lagrimatorio, ni los cocodrilos tienen derecho a confundir las lágrimas con la tinta.

Renán es un hombre tan bien educado que hasta cuando cree tener razón, pretende demostrarnos que no la tiene.

Las Venus griegas tienen cuarenta y siete pulsaciones. Las Vírgenes españolas, ciento tres.

¡Sepamos consolarnos! Si las mujeres de Rubens pesaran 27 kilos menos, ya no podríamos extasiarnos ante los reflejos nacarados de sus carnes desnudas.

Llega un momento en que aspiramos a escribir algo peor.

El ombligo no es un órgano tan importante como imaginan ustedes... ¡Señores poetas!

¿Estupidez? ¿Ingenuidad? ¿Política?... "Seamos argentinos", gritan algunos... sin advertir que la nacionalidad es algo tan fatal como la conformación de nuestro esqueleto.

Delatemos un onanismo más: el de izar la bandera cada cinco minutos.

Lo primero que nos enseñan las telas de Chardin es que, para llegar a la pulcritud, al reposo, a la sensatez que alcanzó Chardin, no hay más remedio que resignarnos a pasar la vida en zapatillas.

Facilísimo haber previsto la muerte de Apollinaire, dado que el cerebro de Apollinaire era una fábrica de pirotecnia que constantemente inventaba los más bellos juegos de artificio, los cohetes de más lindo color, y era fatal que al primero que se le escapara entre el fango de la trinchera, una granada le rebanara el cráneo.

Los esclavos miguelangelescos poseen un olor tan iodado, tan acre que, por menos paladar que tengamos basta gustarlo alguna vez para convencerse de que fueron esculpidos por la rompiente. (No me refiero a los del Louvre; modelados por el mar, un día de esos en que fabrica merengues sobre la arena).

¡La opinión que se tendrá de nosotros cuando sólo quede de nosotros lo que perdura de la vieja China o del viejo Egipto!

¡Impongámosnos ciertas normas para volver a experimentar la complacencia ingenua de violarlas! La rehabilitación de la infidelidad reclama de nosotros un candor semejante. ¡Ruboricémonos de no poder ruborizarnos y reinventemos las prohibiciones que nos convengan, antes de que la libertad alcance a esclavizarnos completamente!

El cemento armado nos proporciona una satisfacción semejante a la de pasarnos la mano por la cara, después de habernos afeitado.

¡Los vidrios catalanes y las estalactitas de Mallorca con que Anglada prepara su paleta!

Los cubistas salvaron a la pintura de las corrientes de aire, de los rayos de sol que amenazaban derretirla pero -al cerrar herméticamente las ventanas, que los impresionistas habían abierto en un exceso de entusiasmo- le suministraron tal cúmulo de recetas, una cantidad tan grande de ventosas que poco faltó para que la asfixiaran y la dejasen descarnada, como un esqueleto.

Hay poetas demasiado inflamables. ¿Pasan unos senos recién inaugurados? El cerebro se les incendia. ¡Comienza a salirles humo de la cabeza!

"La Maja Vestida" está más desnuda que la "maja desnuda".

Las telas de Velázquez respiran a pleno pulmón; tienen una buena tensión arterial, una temperatura normal y una reacción Wasserman negativa.

¡Quién hubiera previsto que las Venus griegas fuesen capaces de perder la cabeza!

Hay acordes, hay frases, hay entonaciones en D'Annunzio que nos obligan a perdonarle su "fiatto", su "bella voce", sus actitudes de tenor.

Azorín ve la vida en diminutivo y la expresa repitiendo lo diminutivo, hasta darnos la sensación de la eternidad.

¡El Arte es el peor enemigo del arte!... un fetiche ante el que ofician, arrodillados, quienes no son artistas.

Lo que molesta más en Cézanne es la testarudez con que, delante de un queso, se empeña en repetir: "esto es un queso".

El espesor de las nalgas de Rabelais explica su optimismo. Una visión como la suya, requiere estar muellemente sentada para impedir que el esqueleto nos proporcione un pregusto de muerte.

La arquitectura árabe consiguió proporcionarle a la luz, la dulzura y la voluptuosidad que adquiere la luz, en una boca entreabierta de mujer.

Hasta el advenimiento de Hugo, nadie sospechó el esplendor, la amplitud, el desarrollo, la suntuosidad a que alcanzaría el genio del "camelo".

Es tanta la mala educación de Pió Baroja, y es tan ingenua la voluptuosidad que siente Pío Baroja en ser mal educado, que somos capaces de perdonarle la falta de educación que significa llamarse: Pío Baroja.

No hay que confundir poesía con vaselina; vigor, con camiseta sucia.

El estilo de Barres es un estilo de onda, un estilo que acaba de salir de la peluquería.

Lo único que nos impide creer que Saint Saens haya sido un gran músico, es haber escuchado la música de Saint Sáéns.

¿Las Vírgenes de Murillo?

Como vírgenes, demasiado mujeres.

Como mujeres, demasiado vírgenes.

Todas las razones que tendríamos para querer a Velázquez, si la única razón del amor no consistiera en no tener ninguna.

Los surtidores del Alhambra conservan la versión más auténtica de "Las mil y una noches", y la murmuran con la fresca monotonía que merecen.

Si Rubén no hubiera poseído unas manos tan finas!... ¡Si no se las hubiese mirado tanto al escribir!...

La variedad de cicuta con que Sócrates se envenenó se llamaba "Conócete a ti mismo".

¡Cuidado con las nuevas recetas y con los nuevos boticarios! ¡Cuidado con las decoraciones y "la couleur lócale"! ¡Cuidado con los anacronismos que se disfrazan de aviador! ¡Cuidado con el excesivo dandysmo de la indumentaria londinense! ¡Cuidado -sobre todo- con los que gritan: "¡Cuidado!" cada cinco minutos!

Ningún aterrizaje más emocionante que el "aterrizaje" forzoso de la Victoria de Samotracia.

Goya grababa, como si "entrara a matar".

El estilo de Renán se resiente de la flaccidez y olor a sacristía de sus manos... demasiado aficionadas "a lavarse las manos".

La Gioconda es la única mujer viviente que sonríe como algunas mujeres después de muertas.

Nada puede darnos una certidumbre más sensual y un convencimiento tan palpable del origen divino de la vida, como el vientre recién fecundado de la Venus de Milo.

El problema más grave que Goya resolvió al pintar sus tapices, fue el dosaje de azúcar; un terrón más y sólo hubieran podido usarse como tapas de bomboneras.

Los rizos, las ondulaciones, los temas "imperdibles" y, sobre todo, el olor a "vera violetta" de las melodías italianas.

Así como un estiló maduro nos instruye -a través de una descripción de Jerusalén- del gesto con que el autor se anuda la corbata, no existirá un arte nacional mientras no sepamos pintar un paisaje noruego con un inconfundible sabor a carbonada.

¿Por qué no admitir que una gallina ponga un trasatlántico, si creemos en la existencia de Rimbaud, sabio, vidente y poeta a los 12 años?

¡El encarnizamiento con que hundió sus pitones, el toro aquél, que mató a todos los Cristos españoles!

Rodin confundió caricia con modelado; espasmo con inspiración; "atelier" con alcoba.

Jamás existirán caballos capaces de tirar un par de patadas que violenten, más rotundamente, las leyes de la perspectiva y posean, al mismo tiempo, un concepto más equilibrado de la composición, que el par de patadas que tiran los heroicos percherones de Paolo Uccello.

Nos aproximamos a los retratos del Greco, con el propósito de sorprender las sanguijuelas que se ocultan en los repliegues de sus golillas.

Un libro debe construirse como un reloj, y venderse como un salchichón.

Con la poesía sucede lo mismo que con las mujeres: llega un momento en que la única actitud respetuosa consiste en levantarles la pollera.

Los críticos olvidan, con demasiada frecuencia, que una cosa es cacarear, otra, poner el huevo.

Trasladar al plano de la creación la fervorosa voluptuosidad con que, durante nuestra infancia, rompimos a pedradas todos los faroles del vecindario.

¡Si buena parte de nuestros poetas se convenciera de que la tartamudez es preferible al plagio!

Tanto en arte, como en ciencia, hay que buscarle las siete patas al gato.

El barroco necesitó cruzar el Atlántico en busca del trópico y de la selva para adquirir la ingenuidad candorosa y llena de fasto que ostenta en América.

¿Cómo dejar de admirarla prodigalidad y la perfección con que la mayoría de nuestros poetas logra el prestigio de realizar el vacío absoluto?

A fuerza de gritar socorro se corre el riesgo de perder la voz.

En los mapas incunables, África es una serie de islas aisladas, pero los vientos hinchan sus cachetes en todas direcciones.

Los paréntesis de Faulkner son cárceles de negros.

Estamos tan pervertidos que la inhabilidad de lo ingenuo nos parece el "sumun" del arte.

La experiencia es la enfermedad que ofrece el menor peligro de contagio.

En vez de recurrir al whisky, Turner se emborracha de crepúsculo.

Las mujeres modernas olvidan que para desvestirse y desvestirlas se requiere un mínimo de indumentaria.

La vida es un largo embrutecimiento. La costumbre nos teje, diariamente, una telaraña en las pupilas; poco a poco nos aprisiona la sintaxis, el diccionario; los mosquitos pueden volar tocando la corneta, carecemos del coraje de llamarlos arcángeles, y cuando deseamos viajar nos dirigimos a una agencia de vapores en vez de metamorfosear una silla en un trasatlántico.

Ningún Stradivarius comparable en forma, ni en resonancia, a las caderas de ciertas colegialas.

¿Existe un llamado tan musicalmente emocionante como el de la llamarada de la enorme gasa que agita Isolda, reclamando desesperadamente la presencia de Tristán?

Aunque ellos mismos lo ignoren, ningún creador escribe para los otros, ni para sí mismo, ni mucho menos, para satisfacer un anhelo de creación, sino porque no puede dejar de escribir.

Ante la exquisitez del idioma francés, es comprensible la atracción que ejerce la palabra "merde".

El adulterio se ha generalizado tanto que urge rehabilitarlo o, por lo menos, cambiarle de nombre.

Las distancias se han acortado tanto que la ausencia y la nostalgia han perdido su sentido.

Tras todo cuadro español se presiente una danza macabra.

Lo prodigioso no es que Van Gogh se haya cortado una oreja, sino que conservara la otra.

La poesía siempre es lo otro, aquello que todos ignoran hasta que lo descubre un verdadero poeta.

Hasta Darío no existía un idioma tan rudo y maloliente como el español.

Segura de saber donde se hospeda la poesía, existe siempre una multitud impaciente y apresurada que corre en su busca pero, al llegar donde le han dicho que se aloja y preguntar por ella, invariablemente se le contesta: Se ha mudado.

Sólo después de arrojarlo todo por la borda somos capaces de ascender hacia nuestra propia nada.

La serie de sarcófagos que encerraban a las momias egipcias, son el desafío más perecedero y vano de la vida ante el poder de la muerte.

Los pintores chinos no pintan la naturaleza, la sueñan.

Hasta la aparición de Rembrandt nadie sospechó que la luz alcanzaría la dramaticidad e inagotable variedad de conflictos de las tragedias shakespearianas.

Aspiramos a ser lo que auténticamente somos, pero a medida que creemos lograrlo, nos invade el hartazgo de lo que realmente somos.

Ambicionamos no plagiarnos ni a nosotros mismos, a ser siempre distintos, a renovarnos en cada poema, pero a medida que se acumulan y forman nuestra escueta o frondosa producción, debemos reconocer que a lo largo de nuestra existencia hemos escrito un solo y único poema.
Victor Marques Aug 2010
Terra Linda

Os coqueiros, as paisagens esverdeadas,
As águas puras, cristalinas, abençoadas.
O sol que aquece, afugenta ilusões,
Aquece a pele, mas não os corações.


Pobreza com simplicidade confrangedora,
Mundo de supérflua riqueza,
Cultura enriquecedora,
Mistura de mar e natureza.


Corpos esbeltos e danças ritmadas,
Nas areias deste mar deixei pegadas,
O céu lindo, esbranquiçado,
Sorriso lindo, rasgado.

Victor Marques
En la mañana sale el sol,
despertamos con una ilusión,
ver a nuestra isla ser una nación,
lucharemos por nuestra tierra después de la puesta del sol.

Ya es de noche, reina la oscuridad,
vestidos de negros, jamás nos verán,
con las sombras nos confundirán
y cuando menos lo esperan muy tarde será,
porque ya pronto tendremos nuestra libertad.

Mi pueblo está cansado de ser oprimido,
y ustedes invasores pagarán por lo que ha sucedido,
nuestra tierra la han destruido
pero de nuestro corazón se siente un latido,
aún no estamos en el olvido.

Nuestra cultura quisiste eliminar,
pero la mancha de plátano es difícil de borrar,
armados con fusiles y machetes iremos a luchar,
y en esta noche la muerte de Filiberto y Albizu vamos a vengar,
ya pronto la supremacía americana va a terminar,
por fin mi pueblo podrá respirar.

Escrito por: Yamil Rosario Vázquez (16-feb-2012)

Este poema es dedicado a todas las personas que en sus vidas han puesto un granito de arena para lograr la independencia de Puerto Rico, y a aquellos que han muerto luchando por ella.

En especial a:

Pedro Albizu Campos, Filiberto Ojeda Ríos, Ramón Emeterio Betances, y los a los estudiantes de la Universidad de Puerto Rico recinto de Río Piedras.
For my people... I'm a freshman at the University of Puerto Rico, Rio Piedras Campus, studying Pure Mathematics. I 'm also an elite gymnast with dreams of one day winning an Olympic Medal.
Victor Marques Jan 2011
Brasil

Os coqueiros, paisagens esverdeadas,
As águas, puras cristalinas, abençoadas.
O sol que aquece afugenta ilusões,
Aquece a pele e corações.


Pobreza com simplicidade enganadora,
Mundo de supérflua riqueza.
Cultura sempre enriquecedora.
Tudo tem sua beleza.


Corpos com danças ritmadas,
Areias que deixam pegadas.
Céu lindo, esbranquiçado,
Coqueiro bem-amado.

Victor Marques
Brasil, coqueiro
Anyelo Montero Jun 2014
A la final me dejé de tantos tecnicismos. De tantos margenes y cánones.
Me aburrí del molde cortazariano y de los coloquios de García Márquez.

Me cansé de tantos esquemas y lineas.
Las palabras cursis no enamoran a todas las chicas.

Y menos a ti. Y a ti que no te gusta la melancolía ni los suspiros ni las tardes frías.
A ti que no te gustan las cosas tan profundas; ni Cultura Profética ni Vicente García.

Así que te escribí esa carta en la que te decía lo que sentía.

Y recuerdo que cuando te dije que te escribí una carta de amor en mi cara te reíste y me dijiste que aborrecías.

Ay, cariño. Bastante cara me saliste.

Mucho gasté en rosas y chocolates que a la final no te entregué.
Y ahora me encapsulo de nuevo en mis moldes.

Y supongo que después de tu fiasco más nunca de nuevo saldré.
Mientras comían juntos y distantes y tensos
ella muy lentamente y él como ensimismado
hablaban con medida y doble parsimonia
de temas importantes y de algunos quebrantos

entonces como siempre o como casi siempre
el desvelo social condujo a la cultura
así que por la noche se fueron al teatro
sin tocarse un ojal ni siquiera una uña

su sonrisa       la de ella
era como una oferta un anuncio un esbozo
su mirada       la de él
iba tomando nota de cómo eran sus ojos

y como a la salida soplaba un aire frío
y unos dedos muy blancos indefensos y tristes
apenas asomaban por las sandalias de ella
no hubo más remedio que entrar en un boliche

y ya que el camarero se demoraba tanto
llegaron cautelosos hasta la confidencia
extra seca y sin hielo por favor       y fumaron
y entre el humo el amor era un rostro en la niebla

en sus labios       los de él
el silencio era espera la noticia era el frío
en su casa       la de ella
halló café instantáneo y confianza y cobijo

una hora tan sólo de memoria y sondeos
hasta que sobrevino un silencio a dos voces
como cualquiera sabe en tales circunstancias
es arduo decir algo que realmente no sobre

él probó       sólo falta que me quede a dormir
y ella también probó       y por qué no te quedas
y él sin mirarla       no me lo digas dos veces
y ella en voz baja       bueno y por qué no te quedas

y sus labios       los de él
se quedaron gustosos a besar sin usura
sus pies fríos       los de ella
que eran sólo el comienzo de la noche desnuda

fueron investigando deshojando nombrando
proponiéndose metas       preguntando a los cuerpos
mientras la madrugada y los temas candentes
conciliaban el sueño que no durmieron ellos

quién hubiera previsto aquella tarde
que el amor ese célebre informal
se dedicara a ellos tan formales
Ardiente juventud, tú que la herencia
Recoges ya del siglo diez y nueve,
Y que el maduro fruto de la ciencia
Llevas al porvenir con planta breve;
Tú que en la edad viril, la limpia aurora
Verás del nuevo siglo, en que, alentado
Por el rico saber que hoy atesora,
Tu espíritu esforzado,
Al saludar gozosa el sol naciente,
Honrarás las conquistas del presente
Con las sabias lecciones del pasado:

Atiende aquí a mi voz; vibre mi acento
Como un canto triunfal en tus oídos;
Y en noble sentimiento,
Como al sonar de bélico instrumento,
Los generosos pechos encendidos,
Al escucharse de la lira mía
Las toscas pulsaciones,
La acompañen en rítmica armonía
Latiendo vuestros nobles corazones.

Madre es la Patria, que confiada espera,
Al contemplaros, de su amor ufana,
En la marcial carrera,
Su porvenir, su nombre y su bandera
En vuestras manos entregar mañana;
Y, escudos de la ley y del derecho,
La mente con la ciencia engalanada,
Las patricias virtudes en el pecho,
Podréis decir que irradia vuestra espada
Aquella luz que en África una noche
Vieron brillar de César los guerreros
Como lenguas de fuego en sus aceros.

Que no siempre el aliento de la guerra
Fue engendro del rencor y la venganza;
Ni el odio y la matanza
Sobre la faz de la extendida tierra
Han llevado las huestes victoriosas
Que, cual fieros torrentes desbordados,
Destruyeron naciones poderosas
En los heroicos tiempos ya pasados.

El saber, las costumbres, las ideas;
El rico idioma que a mezclarse llega
Con ignotos idiomas escondidos;
La extraña actividad que se desplega,
Al formar vencedores y vencidos
Nuevos pueblos, y razas, y naciones,
Con más altas tendencias,
Con más nobles creencias,
Y más rico caudal de aspiraciones:

Esta la guerra fue. ¡Cuán grande miro,
Sobre la deslumbrante Babilonia,
Su poderoso imperio alzando Ciro!
¡Y al hundirse la asiría monarquía,
De sus escombros de oro y alabastro
Surgir una era nueva, como un astro
Derramando la luz del nuevo día!

El espíritu helénico ¿a quién debe
Su más alto esplendor? Se alza primero
Como lejana luz brillando leve;
Lo trasforma en un sol la voz de Homero;
Y su inmortal fulgor, grande y fecundo,
Viene a alumbrar la historia,
Cuando Alejandro, en alas de la gloria,
Lo extiende en sus conquistas por el mundo.

Predilecto del genio y la victoria,
Por donde quiera que la firme planta
Asienta el hijo de Filipo, un templo
Para honrar el progreso se levanta.
¡Oh caudillo esforzado y sin ejemplo!
Su triunfal estandarte
Pueblos, reyes y obstáculos desprecia,
Porque lleva con él la fe de Grecia,
La voz del genio y el poder del arte.
Y al calor de la lucha y de las armas,
Y a la sombra del águila altanera
Que hacia el Oriente sus legiones guía,
Cifra imperecedera
De inmensa gloria, nace Alejandría.

¡Augusto emporio del saber humano,
Irguióse altiva entre la mar y el Nilo,
Siguiendo el trazo que con diestra mano
Supo copiar Dinócrates tranquilo
Del manto militar del soberano!

Ved: las romanas picas aparecen
Anunciando a la tierra
Que otros gérmenes crecen;
Que en la ciudad de Rómulo se encierra
El porvenir de cien generaciones,
Que llevarán, en alas de la guerra,
Fuertes y victoriosas sus legiones.
Y bajo el sol ardiente de Cartago,
Y en la margen del Támesis sombrío,
Y del Danubio entre el murmullo vago,
Y al pintoresco pie del Alpe frío,
Con César y Pompeyo soberanas,
Llevando al mundo entre sus garras preso,
De la victoria al encendido beso,
Se han de cernir las águilas romanas.

Y al cruzar esas huestes, anchas vías
Se abren para el viajero;
Despiertan en los pueblos simpatías,
Del mercader audaz rico venero;
Surcan tendidos mares los bajeles,
Y, nuevo Deucalión, Roma dejando
Su camino regado de laureles,
Fantásticas ciudades van brotando;
Y, el polvo que levantan los corceles,
Al disipar los vientos,
Dejan ver, como huellas de su paso,
Soberbios monumentos
Desde do nace el sol hasta el ocaso.

Después de tantos siglos de victoria
Roma también inclina su bandera;
Y los últimos fastos de su historia
El triunfo son de muchedumbre fiera
Atravesando con feroz encono
Los lejanos y estériles desiertos,
Y en numerosas hordas conducidos
Por caminos inciertos.
Cual de mares que están embravecidos,
Su espuma salpicando en las arenas
Las gigantescas olas,
Llegan a sepultar playas serenas:
Así vienen, ardientes y terribles,
Hunos, godos, alanos y lombardos,
Vándalos, francos, suevos, burguiñones,
Galos y anglo-sajones;
Y de ese hervor de muchedumbre extraña
Surgen nuevas naciones:
Inglaterra, Alemania, Francia, España.

Del escondido seno de la Arabia
Brota un incendio nuevo que devora
Al mundo ya cristiano;
Brilla la media luna aterradora;
Lanza un grito de guerra el africano;
Y Europa, en otro tiempo vencedora,
Trémula mira la atrevida mano
Del hijo del profeta,
Que, incontrastable, vino
A clavar su pendón sobre los muros
De la imperial ciudad de Constantino.
Su irresistible empuje
Hace rodar el trono de los godos;
Al paso del islam la tierra cruje,
Y al cielo de la ciencia tres estrellas
En tan sangrienta y trágica demanda
Asoman luego espléndidas y bellas:
Son Córdoba, Bagdad y Samarcanda.

Y en esa larga noche tenebrosa
Del espíritu humano, en la Edad Media,
Esos astros de luz esplendorosa
Guardan el sacro fuego
Que el mundo entonces desconoce ciego,
Y que otra culta edad mira asombrada,
Cuando su noble admiración excita
De Córdoba la arábiga Mezquita,
Y la soberbia Alhambra de Granada.

Siempre tras de la guerra,
Más vigorosa llega la cultura:
Así sobre la tierra
La negra tempestad ruge en la altura;
Tremenda se desata
De su seno la hirviente catarata;
El formidable rayo serpentea;
El relámpago incendia el horizonte;
El huracán los ámbitos pasea,
Infundiendo el terror del prado al monte
Y aquella confusión que, estremecida
Y acobardada ve Naturaleza,
Es nueva fuente de vigor y vida,
Y manantial de amor y de belleza.

Recordadlo vosotros, cuyo pecho
Desde temprana edad honra la insignia
Del soldado del pueblo y del derecho;
Y no olvidéis jamás, si acaso un día,
Siguiendo con valor vuestra bandera.
Lleváis o resistís la guerra impía
De nación extranjera,
Sin consentir jamás infame yugo,
Que la espada esgrimís del ciudadano,
No el hacha del verdugo:
Que el pendón que enarbola vuestra mano,
Es la antorcha de luz, y no la tea
Del incendiario vil: que los desvelos
De esta patria, tan tiernos y prolijos,
Es hallar en vosotros dignos hijos
De Hidalgo, de Guerrero y de Morelos.

No olvidéis que mecióse vuestra cuna
En el mismo recinto
Sobre el cual resistieron los aztecas
A las huestes del César Carlos Quinto;
Y que el indio jamás huyó cobarde,
Ni al ver flotando espléndidos palacios
En el revuelto mar, de audacia alarde;
Ni al ver cruzar, silbando en el espacio,
El duro proyectil; ni ante el ruido
Atronador del arcabuz ibero;
Ni al conocer el ágil y ligero
Corcel, que, resoplando entre la espuma
De sus hinchadas fauces, parecía
Hundir el virgen suelo que regía
Con su dorado cetro Moctezuma.
Recordad que a los golpes de la espada,
Y de las lanzas a los botes rudos,
Nunca temió la raza denodada,
Cuyos pechos desnudos
Puso ante los cañones por escudos.
Recordad que este pueblo, cuando siente
Herir su dignidad, fulmina el rayo,
Lo mismo en las montañas insurgente,
Que en los baluartes bajo el sol de mayo:
Que, en páginas de luz dejando escritas,
Glorias que nunca empañará la niebla,
Hidalgo fue un titán de Granaditas,
Y fue un gigante Zaragoza en Puebla:
Que merece en la historia eterna vida
La guerra al invasor osado y fiero,
Cual merece la guerra fratricida
La maldición del Universo entero:
Que una docta experiencia
Dicen que dan el triunfo ambicionado,
Más que las toscas armas del soldado,
Las invencibles armas de la ciencia;
Y, sabios y prudentes,
Al recoger la enseña sacrosanta
De esta patria, que hoy ciñe vuestras frentes
Con el lauro debido a vuestro celo,
Veladla siempre con amor profundo;
Y así cual brilla el sol sobre la esfera,
Mire brillar en vuestra mano el mundo,
Libre y llena de honor, nuestra bandera.
Dad de firmeza y de heroísmo ejemplo;
Nunca luchéis hermano contra hermano;
Amad la patria: y hallaréis por templo
El corazón del pueblo mejicano.
Aspen S Oct 2017
i come from whispers of Venezuelan lullabies
y las stories que viene del corazon de mi mama.
the annual celebracion de Corpus Christi is a
constant reminder de la amarilla, azul, y sangre roja
coursing through my veins.
when i was younger,
yo baile durante horas con mi papa
and sung at the top of my lungs
until the last bit of oxygen
en mi pulmones deteriorated.
mi cultura is the incarnation of who i am,
it inhabits every cell en mi cuerpo,
and never will i ever consider
disintegrating the ashes on which mis ancestros
were founded upon.
it's the embodiment of my children, and their children;
it's mi vida y mi alma,
and no one could ever tear down the walls
of this Venezuelan throne.
to those who've experienced discrimination and segregation toward their ethnicity; to those who've always seemed encaged in their identity; to those who never thought they'd ever experience freedom - don't let anyone ever tell you to erase your culture. it is the blood running through your veins, it's the air in which you breathe - allow yourselves to be free in your own skin. embrace who you are because, in the end, it's all you have.
Te escribo desde un puerto.
        La mar salvaje llora.
Salvaje, y triste, y solo, te escribo abandonado.
Las olas funerales redoblan el vacío.
Los megáfonos llaman a través de la niebla.
La pálida corola de la lluvia me envuelve.
        Te escribo desolado.
        El alma a toda orquesta,
        la pena a todo trapo,
te escribo desde un puerto con un gemido largo.
¡Ay focos encendidos en los muelles sin gente!
¡Ay viento con harapos de música arrastrada,
campanas sumergidas y gargantas de musgo!
        Te escribo derrotado.
        Soy un hombre perdido.
        Soy mortal. Soy cualquiera.
Recuerdo la ceniza de su rostro de nardo,
el peso de tu cuerpo, tus pasos fatigosos,
tu luto acumulado, tu montaña de acedia,
tu carne macilenta colgando en la butaca,
        tus años carcelarios.
        Caliente y sudorosa,
        obscena, y triste, y blanda,
la butaca conserva, femenina, aquel asco.
La pesadumbre bruta, la pena ******, dulce,
las manchas amarillas con su propio olor acre,
esa huella indecente de un hombre que se entrega,
        lo impúdico: tu llanto.
        Viviendo, viendo, oyendo,
        sucediéndote a ciegas,
lamiendo tus heridas, reptabas por un fango
de dulces linfas gordas, de larvas pululantes,
letargos vegetales y muertes que fecundan.
Seguías, te seguías sin vergüenza, viviendo,
        ¡oh blando y desalmado!
        Tú, cínico, remoto,
        dulce, irónico, triste;
tú, solo en tu elemento, distante y desvelado.
No era piedad la anchura difusa en que flotabas
con tu sonrisa ambigua. Fluías torpemente,
pasivo, indiferente, cansado como el mundo,
        sin un yo, desarmado.
        Estaciones, transcursos,
        circunstancias confusas,
oceánicos hastíos, relojes careados,
eléctricos espartos, posos inconfesables,
naufragios musicales, materias espumosas
y noches que tiritan de estrellas imparciales,
        te hicieron más que humano.
        Allí todo se funde.
        Los objetos no objetan.
Liso brilla lo inmenso bajo un azul parado
y en las plumas sedantes la luz del mundo escapa,
sonríe, tú sonríes, remoto, indiferente,
*******, grotesco, triste, cruel, fatal, adorado
        como un ídolo arcaico.
        Sin intención, sin nombre,
        sin voluntad ni orgullo,
promiscuo, sucio, amable, canalla, nivelado,
capaz de darte a todo, común, diseminabas
podrido las semillas amargas que revientan
en la explosión brillante de un día sin memoria.
        No eras ni alto ni bajo.
        La doble ala del fénix:
        furor, melancolía,
el temblor luminoso de la espira absorbente;
la lluvia consentida que duerme en los pianos;
las canciones gangosas lentamente amasadas;
los ojos de paloma sexuales y difuntos;
        cargas opacas; pactos.
        Caricias o perezas,
        extensiones absortas
en donde a veces somos tan tercamente abstractos
y otras veces los pelos fosforecen sexuales,
y fría, dulce, ansiosa, la lisa piel de siempre,
serpiente, silba, sorbe y envuelve en sus anillos
        un triste cuerpo amado.
        No hay clavo último
ardiendo,
        no hay centro diamantino,
no hay dignidad posible cuando uno ha visto tanto
y está triste, está triste, sencillamente triste,
se entrega atribulado y en lo efímero sabe
ser otro con los otros, de los otros, en otros:
        seguir, seguir flotando.
        ¡Oh inmemorial,
oh amigo
        amorfo, indiferente!
Deslizándote denso de plasmas milenarios,
tardío, legamoso de vidas maceradas,
cubierto de amapolas nocturnas, indolente,
por tu anchura sin ojos ni límites, acuosa,
        te creía acabado.
        Mas hoy vuelves, proclamas,
        constructor, la alegría;
te desprendes del caos; determinas tus actos
con voluntad terrena y aliento floral, joven.
Ni más ni menos que hombre, levantas tu estatua,
recorres paso a paso tu más acá, lo afirmas,
        llenas tu propio espacio.
        Los jóvenes obreros,
        los hombres materiales,
la gloria colectiva del mundo del trabajo
resuenan en tu pecho cavado por los siglos.
Los primeros motores, las fuerzas matinales,
la explotación consciente de una nueva esperanza
        ordenan hoy tu canto.
        Contra tu propia pena,
        venciéndote a ti mismo,
apagando, olvidando, tú sabes cuánto y cuánto,
cuánta nostalgia lenta con cola de gran lujo,
cuánta triste sustancia cotidiana amasada
con sudor y costumbres de pelos, lluvias, muertes,
        escuchas un mandato.
        Y animas la confianza
        que en ti quizá no existe;
te callas tus cansancios de liquen resbalado;
te impones la alegría como un deber heroico.
¡Por las madres que esperan, por los hombres que aún ríen,
debemos de ponernos más allá del que somos,
        sirviéndolos, matarnos!
        Con rayos o herramientas,
        con iras prometeicas,
con astucia e insistencia, con crueldad y trabajo,
con la vida en un puño que golpea la hueca
cultura de una Europa que acaricia sus muertos,
con todo corazón que, valiente, aún insiste,
        del polvo nos alzamos.
        Cantemos la promesa,
        quizá tan solo un niño,
unos ojos que miran hacia el mundo asombrados,
mas no interrogan; claros, sin reservas, admiran.
¡Por ellos combatimos y a veces somos duros!
¡Bastaría que un niño cualquiera así aprobara
        para justificarnos!
        Te escribo desde un puerto,
        desde una costa rota,
desde un país sin dientes, ni párpados, ni llanto.
Te escribo con sus muertos, te escribo por los vivos,
por todos los que aguantan y aún luchan duramente.
Poca alegría queda ya en esta España nuestra.
        Mas, ya ves, esperamos.
No cojas la cuchara con la mano izquierda.
No pongas los codos en la mesa.
Dobla bien la servilleta.
Eso, para empezar.
Extraiga la raíz cuadrada de tres mil trescientos trece.
¿Dónde está Tanganika? ¿Qué año
nació Cervantes?
Le pondré un cero en conducta si habla con su compañero.
Eso, para seguir.
¿Le parece a usted correcto que un ingeniero haga versos?
La cultura es un adorno y el negocio es el negocio.
Si sigues con esa chica te cerraremos las puertas.
Eso, para vivir.
No seas tan loco. Sé educado. Sé correcto.
No bebas. No fumes. No tosas. No respires.
¡Ay, sí, no respirar! Dar el no a todos los nos.
Y descansar: morir.
El indígena * - los acabados/extintos. Los únicos que existen aún siguen escondidos en la selva huyendo del recuerdo de las lágrimas e imágenes de la salvaje Conquista

El europeo * * - el que llegó solo pa robar, violar y matar al indígena...y por supuesto a los otros de las castas de piel obscura

El mestizo * - mezcla de los dos anteriores que tuvo la gran fortuna de no poder formar parte de ni la cultura de su mamá ni papá simplemente por haber nacido

El criollo * * - El Libertador pero no del pueblo sino de sus propios intereses de acabar lo que comenzaron los europeos

El ***** * - el secuestrado, desterrado, esclavizado, odiado, torturado, violado, y matado por el color de su piel

El mulato * -  sufrió igual o poquito más quel mestizo pero no tanto como el zambo

El zambo * - pobrecito del zambo que es el rostro más bello del nuevo mundo pero como el mestizo y el mulato nunca fue recibido y nunca pudo identificarse con ningún grupo cultural..de esta mezcla viene las más guapas mujeres del mundo

  *El engañao, esclavizado
  perseguido y matado
* *El zángano, explotador,
  asesino y sinvergüenza
Castas impuestos por el europeo
J Eduardo Ramos Aug 2014
Una noche en la Ciudad de México,
En esa ciudad antigua, espesa de cultura sobre un árido Lago de Texcoco;
primitiva como sus religiones sangrientas, y moderna como afilado
Cuchillo de plata y nácar.
Aunque las piramides de el sol
Y la luna
No fueron testigos,
Y no nos encontramos abrazados, desnudos, sobre la Calzada de Los Muertos,
La nívea sabana se tiño de virginal
Pureza en rojo de entrega,
tu vez primera.

J Eduardo Ramos©
Igor Vitorino Jan 2015
Nova Andradina, meu moinho
Sua gente me recebeu com carinho
Lembro-me de cada rua e praça
Ali construí uma vida cheia de graça

Domingos entre amigos e festas
Passeios pelos seus rios e florestas
Sábados aminados em seus bares
Papeando com os tipos populares

No caminho do trabalho aventuras garantidas
Na “Escola Agrícola” se vai parte da minha vida
Ali fiz amigos e tenho estudantes incríveis
E aprendi com as mais situações horríveis

Política, cultura, dia-dia e aventuras
Aproximaram-me da vida dura
Que esse povo forte e lutador
Ostenta com graça e esplendor

Aqui somente abri portas e janelas
Aprendi o preço da liberdade
Descobri a força da vida e da solidariedade
Para sobreviver às contradições e querelas
Nova Andradina-MS
Mark Lecuona Apr 2017
No puedo hablar su idioma, pero
Es fuerte en mi corazón;
Vi a un niño
Y supe entonces que mi corazón era el mismo;
Cruzar la arena o un río es hacer una vida mejor;
Pero ¿es para cambiar la historia o para reclamarla?
¿No hay remedio?
El movimiento del pueblo siempre ha sido así,
Pero lo único que no haremos es el pecado
Y esperan ser perdonados;
Es nuestra decisión y su vida;
Él no pidió ir,
Ahora no puede quedarse;
El río no sabe quién sufre más;
Aún se eleva y cae en el corazón de los indefensos;
La única cultura que tenemos es la que cambia;
Eso es libertad;
El único amor o el odio que es honesto,
Es lo que digo a sus hijos
Para un niño, la vida;
Para su padre, el orgullo;
No soy la ley, en cambio
Soy ligero
Porque elijo la luz;
Pero también soy oscuridad,
Porque me escondo detrás del miedo de estar equivocado,
En vez del valor de la compasión;
La lucha está en nuestro corazón y mente;
Es la forma en que elegimos vivir y morir
Estas personas que cruzan;
¿Por qué están ellos aquí?
Sabemos por qué;
Hay alguien tan fuerte
¿Quién viviría donde no se quieren?
Hay alguien tan débil
¿Quién tendría miedo de sus hijos?
Mi corazón leal, se amerita en la sombra.
Yo lo sacara al día, como lengua de fuego
que se saca de un ínfimo purgatorio a la luz;
y al oírlo batir su cárcel, yo me anego
y me hundo en ternura remordida de un padre
que siente, entre sus brazos, latir un hijo ciego.
Mi corazón leal, se amerita en la sombra.
Placer, amor, dolor... todo le es ultraje
y estimula su cruel carrera logarítmica,
sus ávidas mareas y su eterno oleaje.
Mi corazón, leal, se amerita en la sombra.
Es la mitra y la válvula... Yo me lo arrancaría
para llevarlo en triunfo a conocer el día,
la estola de violetas en los hombros del alba,
el cíngulo morado de los atardeceres,
los astros, y el perímetro jovial de las mujeres.
Mi corazón, leal, se amerita en la sombra.
Desde una cumbre enhiesta yo lo he de lanzar
como sangriento disco a la hoguera solar.
Asi extirparé el cáncer de mi fatiga dura,
seré impasible por el este y el oeste,
asistiré con una sonrisa depravada
a las ineptitudes de la inepta cultura,
y habrá en mi corazón la llama que le preste
el incendio sinfónico de la esfera celeste.
Il capitalismo mi prende per mano dicendomi:
"Guarda, Simone, quante cose ti metto a disposizione! Migliaia di prodotti: auto, vestiti, esperienze, viaggi, chitarre bellissime, cellulari bellissimi, fotocamere meravigliosi, prodotti artistici che emozionano il tuo cuore, stimolano la tua mente, film, feste, libri di ogni tipo, strumenti musicali, cultura, social network, notizie da tutto il mondo, podcast di ogni tipo, approfondimenti su di ogni materia...ecc...ce n'è di tutti i gusti, per ogni persona e personalità, pure per un affamato di cultura come me.
E nell'acquisto, nel consumo di queste è nascosta la felicità"

E io mi ritrovo come un bambino in un buffet che vuole provare di tutto.
Ingordo della vita e ansioso di volermi gustare tutto. Non voglio perdere niente di tutto ciò che c'è.
Ma ecco il tranello. Nell'illusione di volermi gustare ogni cosa è insita l'ansia.
L'ansia che una vita è troppo breve per potermi gustare ogni cosa.
E anzi questa iperpossibilità di scelta rischia di non farmi gustare ciò che ** già, perché ci sarà sempre qualcosa di migliore da consumare, qualcosa di più buono da mangiare rispetto a ciò che ** io in bocca. Ed ecco scattata la trappola.
D'improvviso non ** più tempo e sono perso tra migliaia di strade da poter percorrere.
Quale scelta prendere quando le possibilità sono così tante?
Ogni strada percorsa è un'altra strada che non sto percorrendo. E ciò non mi fa gustare appieno la strada che ** scelto.
Maledetto capitalismo. Incredibile tranello narcisistico covert.

Perché covert?
Perché una volta approfondendo i disturbi di personalità scrissi questo appunto sui narcisisti covert:

"Pensiero dei Narci covert:

"Continua ricerca del meglio, perché io sono speciale e merito il meglio dalla vita.
E vivere con un costante senso di insoddisfazione perché questo meglio non è mai abbastanza.
Non c'è niente che appaga pienamente, ma solo momentaneamente."".

Ma ovviamente c'è la soluzione ed è capire, essere consapevoli.
Mateuš Conrad Dec 2021
mein gott!
trinken im der nacht: im der kalt, kalt
fingerbetäubung winter nacht:
was freude! was genuss!

hier mit mein: liebe der lieben!
Fräulein Bernstein -
       mich, ihr Herr Schnurrhaare...

that's the thing about choosing the right
of suitor... i went out looking for
Athena... i went out looking for Sophia...

all of sudden... they jump from one body
to the next... it's not reincarnation
and it's not incarnation...
it's an archetype modality that i put forth
onto each woman...
what is my return? perhaps the odd old
lady that's curious to me...
wisdom, from an older woman?
i would be a stranger, she wouldn't give it to me,
i trust old men to do that...

Athena and Sophia teach... from a woman's youth...
now... if i were looking for Odin...
if i were looking for Hades...
i'd be looking toward old men...

all of course just an amusement park for my
thinking & looking at an entire stand
of people in a football stadium...
i shopped for "souls" in those eyes & faces
transfixed by something so trivial
that it could only be:
22 ballerinas kicking a ball about...

a game of tennis usually employs a football
team of judges... if you were to add
the ball boys / girls...
a game of 7 rectangles...
no wonder it's not a popular game for
the public to engage with...

oh, the old gods of the fabled Europe...
did they suffer the same fate as
the Semitic gods that the Hebrew deity...
quiet simply ate? like the fate
of Beelzebub, poor sod...
no, i think they just went out of fashion...
as if Odin sent his son Thor (you sure it wasn't
Loki... playing that trick of turning
water into wine, resurrecting poor Lazarus...
send me back! send me back! he screamed)
to conquer the European gods...

i think they just went out of "fashion":
before there was even a concept of: fashion...
before donning animal furs etc.
of the old gods: sure... the Scandinavian
& the Greek ones survived: miraculously...

i have no qualms with the Hebrew god...
it's genius! it has no form... it's purely a god
of the script... a bit like... Thoth...
hmm... theta omicron theta or... FOF...
i could spice it up a little...
given: (ph)ilosophy-O-(th)ought...

Thoph or Photh?
                                 i'm liking this....
it's ideally compatible: the Hebrew deity with
language itself... what with the Hebrews
hiding their vowels like some Europeans
employ diacritical marks...
a caron "hovering" over an S can hide either
a H or a Zed... "magic"!

the suffering sun, tortured on the cross...
what a great banner to march up north!
subdue the pagans... but... no... don't invite them...
scare away their old gods
keep the people at the distance...
howling, chattering obsenities,
gnashing their teeth... when the narrative was
swallowed...
sooner or later everyone looses track of
a narrative of any kind... myth becomes fiction
while... people are bonding over...
journalistic crowd control mechanisms...
fear, scare mongering... miss-information...

let's begin afresh...
for me, the New Testament very much resembles
the book of Genesis...
a Judeo-Greco conspiracy manifesto against
the Roman Empire...
i guess the Greeks despised the Romans
for plagiarising their gods &... since they lost
their vigour, their vitality:
they couldn't believe that reinventing the old
gods could bring such refreshing mana
to a people with no prior knowledge...

what the Romans accomplished by turning
Zeus into Jupiter...
the New Testament is equivalent to the book of Genesis
(insert debate) -
the garden of Gethsemane...
Mt. Golgotha... a book... riddled... with...
metaphor, imagery...
no... oh no... you're not getting off that likely:
you're not cutting corners...
i'm not even going to bother myself
with the Book of Revelation as the Exodus part
of this story...
if you really think i'm going to settle for
the sort of Exodus "you're" talking about...
we ******* via genocide & what not?
you have to remember...
we're talking... circa 2000 years of a Hebrew
exodus from Palestine to... so far north
as to mingle with the deutschemensch &
subsequently conjure up: yiddish!

managing to undermine the Roman empire was
one thing... but thinking that the northern
barbarians could be accommodating...
sure... some were... the Polacks were benevolent...
king Casimir welcomed the Hebs who would
later become Yids to Poland...
prior to world war II kicking off...
the Juices used to brag (as recalled by my
grandfather): wasze ulice, nasze kamienice...
your streets... our tenement buildings...
basically insinuating:
you can be homeless if you'd like...

i like the idea of the Hebrew god... why?
Juices are masochists...
they feel a need to be punished by their deity...
hell... the Holocaust happened...
at least they know when they're doing
something wrong...
the Holocaust happened & what?!
no divine intervention?!

i also like the idea of...
a... ahem:

      wohlwollendschutzstaffelmann...

a benevolent SS-man, basically...
i drink, i'll start speaking German, why not?
i'll drink, get drunk, start speaking German
& even if it kills me... will be listening to some
Roy Orbison! Roy! you're the man!
all the plebs can have their Elvis... you're the man Roy'oh!

why... wohlwollendschutzstaffelmann?
well... borrowed from my "late" grandfather...
memories from world war two...
the Russians? colts... fresh from Siberia
or what other *******...
slept in barns with the animals...
rugged smelly... Russians, you know...
but... the Nazis, stationed in my hometown...
home... town-of-birth...
London is my home...

from someone's who dead memory:
i still love how he said the following with
very poor punctuation,
he said it like a German might... compounded
i.e. herrbittebonbon:
herr! bitte bon-bon!
       & the schwarzbekleidet SS-mann would give
him sweets, bon-bon... he would run back home
& put his hands that were stuck together
by the sweets under  running tap of water:
to unglue them... ergo?

die wohlwollendschutzstaffelmann...
i think i look the part...
if i look the part: that' enough... optics is king...
just look the part, no matter whether you fill
the specified role... lucky for me, as a steward
i get to do a little bit extra & engage with
the public...
i have to, i, simply have to:
meditate on a frightening excitment..
how, i put that into practice is... my private
******* deal, savvy?

- guess what, i'm happy people taking up
the classics, it almost feels like the good
old days when...
books like...
were printed in 1967 for people studying
for their O-levels (ordinary level)
of the G.S.E. before... G.C.S.E. *******
came in and standards were dropped...
so... basically people circa 16 years old learning...
Cicero... in Latin... no... not in English...
in mother-******* Latin...
books like? the alpha classics...
the thought of Cicero...
selection edited by S. J. Wilson
(G. Bell & Sons)...
general editor? a Mr. R. C. Carrington, M. A.,
D. Phil., headmaster of St. Olave's School...

sample (why not?)
wait wait, imagine my delight... back then...
an S. J. Wilson would rather put
the title B. A. after this name...
than a Mr. at the front... trans-****** "issues"?!
almost subscript: senior classical master,
Methodist College, Belfast...
sure... sure... have to be doubly sure whether
or not the ******* Irish are literate...
let's check if they still speak Gaelic
like the Welsh speak Velsh...
no? oh... then like the Scots...
capitulated to the English and just retained
their ****** accents...
Scot's a sing-along-because-it's-a-****-up-Friday
and Hibernian are playing Harts...
or some other load of *******...

some people seem to WANT to become extinct...
& the English... the people who conjured
up Darwin and Darwinism...
i'm thinking... these people... espouse...
half-wit ****** Darwinism...
the Dodo project people...
Christian "compassion" (suicide) sort of got in
the way of... the cruel, sane, objectivity
of the origins of Darwinism...
well... is that a sort of... "oops", moment?!
if Darwinism was discovered under
the cloak of Islam... ha... ah: ha ha ha ha ha!
brown people breaking the backs of brown
people...
camel jockeys taking charge of Bangladeshi bodies...
but... no... i will not feed the narrative as
as a reactionary...

sample: unlike Cicero's Roman Gentleman...
shunning physical labour... me? i adore it...
arbeit macht frei... even if it's merely standing...
minding the crowd... sure... i'd rather cycle for 40 miles
than stand in one place for 4 hours
looking out for some elder perhaps having a stroke
or a heart-attack... my feet are killing me...
after a long period of exercise i feel, sort of, relaxed...
oddly enough: doing something for which you
are being paid: drags you down into Mammon's pit
of suffering... compare that to cycling out of
your own volition... wow... 40 miles is like a breeze...
you feel it, you don't feel it, you feel it...
you don't feel it...

iam de artificiis et quaestibus, qui liberales habendi,
qui sordidi sint, haec fere accepimus.
beginning with... ending with:
omnium autem rerum, ex quibus aliquid acquiritur,
nihil est agri cultura melius, nihil dulcius,
nihil uberius, nihil homine libero dignius...

that last line... i think i can conjure a translation
on a *****-nilly... nothing human dignifying liberty...
loosely...
if Cicero were to be reborn...
comparing the supposed slavery of physical
labour...
to... non-physical labour... whereby there are
two options... getting fat... or...
having to get on the ol' hamster wheel at the gym?
who the ****'s loosing out, &, more precisely,
on what?!

personally... i'd rather be tired from physical labour
& enjoy my free time... than...
do "work" that's all pickled-brain & juice
"inspiring" extension... to then have to...
"enjoy"... exercise! ha ha! the conundrum!
shouldn't those treadmills & exercise bikes be...
producing electricity, rather than, wasting it?
shouldn't people exercising generate energy?
they're not doing anything useful to begin with...
shouldn't they jump on the queue and generate
battery life? wait... what?!
physical labour is frowned upon...
from the time of Cicero...
get fat?! you need a crane-"lift", mate... ahem...
beached whale beauties!

**** me, at least i managed to walk off / cycle off
20kg, down from 120kg to... fluctuations
of 96kg through to 98kg...

haven't the people picked up the classics, though?
last time i heard there was some:
DO
to perform... a virus spoke & people started to
enlarge their... spoof presence to:
DELTA-OMICRON!
oh look... people are relearning the Greek alphabet,
guess William Wallace's uncle is back...
if we're really lucky... we'll get an Omega
"variant"...

coming back to the Hebrew... deity...
what's Y? a DEL implosion...
what's DEL? the up-side-down delta... nabla...
so why is it, "omicron" when the delta variant
could be be called nabla?
oh... right... not many people know about...
said "X"...
what's that? (ch)AOS or (ch)eat or... lo(ch)?

that's what i love about the Hebrew deity...
it's a soul-eater... minor deity eater...
poor Beelzebub... from a minor god of the Canaanites...
to a demon...
a bit like...
the archangel Michael... reduced to...
St. Michael... so much for the suffering at
Golgotha... Jesus / Loki...
oh pity me, pity me...
in the background... Santa Clause was waiting for
someone to inact the: Satan's Claus...

look at it, the tetragrammaton:
Y... the imploded ∇ (del), what happens
when ∇ (del) intertwines with delta?
you get... the star of David...
see... it works perfectly inthe Latin script...
H... one is a surd...
the other... a source for laughter...
what would the mensch do...
without... the Hebrews' definite article?
probably not laugh... i.e. why HA HA
and not... MA MA? or GA GA?!
well... rugby works on goal posts being
H shaped, anyway... so: we're good to go...

ah... W... W is a ref. to trigonometry...
cosine starts from 1 down to 0... through to -1
and then wave? no?
M... starts (sine) starts at zero... up to 1...
back to zero then to -1... wave...
we're talking about a Hebrew god...
it's not like Odin became... the ha-shem's *****...
he sort of... fell out of vogue...

ha ha... Loki oh, hey! hey "Zeus"! ******* ******...
at least i had enough of a ***** bank in me
to not play the narrative of a ******:
and actually **** a *****!
ooh... not comfy... is that supposed to be:
my sort of variation of a, "problem"?
i'mt not even going to bother myself with
the hard-core h'american believers...
that ship, that ship has ******* sailed...
wave, bye-bye... pretend it's the ******* Titanic...
o.k.?

circa 2000 years later, there should be a book...
allowing for the congestion of history
of the Hebrew people moving north...
trusting the barbarians...
it was an exodus 2.0... take it, or leave it...
culminating...
yeah... i "forgot" to tell you...
these people wouldn't be constructing a pyramid...
actually laburing for the construct of
someone's vanity...
there would be a brick... this brick... you'd move to
some random place... place it there... pick it up...
then move it back to its place of origin...
a sadistically ingenious joke... if you ask me...
but no, not building of pyramids...
necrophilia: directly...
nothing... metaphorical...

what other, nuance of the words, among the English?
terms like, orthography,
without an application
of diacritical markers?! what, are,
your, *******, islander, intellectuals, are, on?
Dickensian prose?!
*****... don't be coming from Devonshire...
or anywhere Bristol, slandering Essex...
******* westernlandfotzen!

in the meantime:
let the dolls play with their toys...
lassen die puppen spielen mit ihr spielzeuge!

i have enough time to wait...
fingers like spiders...
space...
       like cobwebs.....
Valeria Chauvel May 2020
¿Si creo en el amor?
No. No creo.
El tiempo me hizo escéptica
ante pueblos invisibles.

Solo llevo a la esperanza
cuando por casualidad reluce
bajo una piedra.

Cuando amor se reduce a nación
y nación se reduce a cultura
y cultura se reduce a familia
y familia se reduce a amigos e hijos,
e hijos se reduce a quién parí,
entonces no creo en él.

Hoy todos visten ostentoso amor
dentro de una burbuja.
Hoy todos aman y nadie sabe hacerlo
cuando los puritanos rezan al Dios Dinero
con su religión del capital.

¿Si creo en la felicidad?
No. Todo lo que veo son migas de pan
y llevo una sonrisa a medias.

— The End —