Submit your work, meet writers and drop the ads. Become a member
Letícia Costa Jul 2013
Parte do tempo percebemos que somos perfeito
A maior parte não paramos de falar
Eu seguro sua mão, você dá um sorriso
A gente se beija no meio fio

Meu corpo se mexe pra trás e pra frente
Aqui está pra prefeitura, aqui está o bar que nos vende tequila
Somos tão esquisitos que daria certo

Os cartões de crédito dela me perdoaram
Os cabelos enrolados me perdoaram
Por que você não pode me perdoar?
Somos tão esquisitos que daria certo

O garoto de óculos escuros me deu um gole daquela ***** barata
Você me deixou colocar a cabeça no seu ombro
Quando fomos embora você me seguro no colo
Somos tão esquisitos que daria certo

Esquerda, direita, cima e baixo
Só porque não temos joguinhos não quer dizer que não é certo

Você vive dizendo que quer me ver
Amo essa mescla de felicidade e receio
Quando fico triste você faz uma dança engraçada
Somos tão esquisitos que fica perfeito
Rui Serra May 2014
É certo que por vezes
Pode ser tarde
Mas será tarde?
Ou talvez cedo
É certo
Que se procura algo
Um momento
Um instante
Um tempo perdido
Mas mesmo assim
Mesmo que tarde pareça
Talvez o não seja
Mesmo que tudo esteja perdido
Talvez não
É sempre possível sentirmo-nos bem
Inútil?
É inútil discutir
É inútil o gesto que leva à ruptura
O que importa?
O que importa é o impulso
Que de nós sobressai
E nos leva a dizer:
Sejamos realistas, exijamos o impossível.
Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore;
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? Dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?
Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
È la vita mortale.
Nasce l'uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perché dare al sole,
Perché reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura
Perché da noi si dura?
Intatta luna, tale
È lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.
Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perché delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno cò suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? Che vuol dir questa
Solitudine immensa? Ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri,
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors'altri; a me la vita è male.
O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perché d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perché giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu sè queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ** fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, né di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perché giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?
Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
È funesto a chi nasce il dì natale.
Leonardo Tonini Sep 2018
At the cinema they project a movie
And in that movie at a certain point it's raining
And it's a so realistic rain
That I pull the jacket on
Almost to protect myself
Even outside it's raining, or
Perhaps  not.
It's truth this rain that in a dream we dream
Even when it's raining outside?

*

POESIA 2:

Al cinema danno un film
e nel film a un certo punto piove
ed è una pioggia così realistica
che io mi tiro addosso il giubbino
quasi a proteggermi
anche fuori sta piovendo, o forse no.
E’ vera la pioggia che in un sogno sogniamo
anche quando fuori piove?
Second poem for the Luton Festival.
Pensando nos lugares em que estive,
Física e espiritualmente,
Os tormentos de agora apresentam-se desmedidos
Porque dói tanto isto que nem dói sequer?
Que me não causa, isto,
Miséria ou infelicidade, isto,
Que embora a boca, amedrontada,
O não tenha dito
Era precisamente o que desejava para mim?
É certo, não assim…
Ah, cheguei a ousar dizê-lo!
Em confidência à minha mãe,
Sorrateiramente por versos escondidos.
Isto que eu queria!

É certo, não assim.
Não mordendo o fruto
Que me deste, oculto pela mão,
Sobre os meus protestos gritados,
À boca a provar; e, embora eu o cheirasse,
Podre, juravas pelo amor ser são!
O sabor, por não ser desesperante,
Faz-se aditivo; logo estou eu trepando a árvore
Sedenta de o devorar.

Escorrendo-te pelo queixo,
Sumo de laranjas meladas;
A língua que to limpa não é a tua.
Fixo a dor e tombo nela
Como Narciso sobre si.
giovanna Feb 2022
inteiramente perfeito
tirava-me suspiros
és tão belo, tão doce
tal como uma miragem

com certo atrevimento
tentei lhe alcançar
porém não consegui
pois tal como uma miragem
você nem mesmo esteve ali
Adaptação de um poema que fiz em 2016, o significado é de se apaixonar por alguem que inventou uma personalidade, e na verdade, não era nada do que dizia ser.
tangshunzi Jun 2014
Ti ** mai detto che io sono un pollone completo per una storia d'amore ?Probabilmente capito che fuori già



.ma io amo sentire come fuori di tutte le persone del mondo .due persone è capitato di trovare l'altro - e quando finisce in un matrimonio bello come questo.mi rivolgo in poltiglia .Catturato da Heather Pipino Fotografia questa storia d'amore ha un finale molto felice.Vedere ancora di più qui .
Condividi questa splendida galleria ColorsSeasonsFallSettingsHotelStylesTraditional Elegance

Da Heather Pipino Fotografia. "Quattro anni fa non avrei maiè èe credevoè ñessere qui in piedi con una ragazza che camminava in un negozio di caffè che indossa un cappello Dodgers .ditutte le cose . abbiamo aspettato quasi due mesi prima che ci incontrassimo a vicenda . Dopo che tutti i testi .e-mail e telefonate abbiamo tenuto il nostro respiro e ha preso un salto .e abbiamo imparato nella vita.che tutto ciò che serve è venti secondi di coraggio folle afare qualcosa di grande accadere. "

Quelle parole erano solo una porzione di dolce voti Sam 'a Lindsey .ma danno una buona sbirciatina per i bellissimi cuori e amore stimolante che Sam e condividere Lindsey .Sono entrambi persone così gentili e genuini e la loro vita e l'amore riflettere sul fatto che in ogni modo.E 'doesnè èimporta quanto tempo siè èe li noti .Sam e abiti da sposa corti Lindsey sono il tipo di persone che ti accolgono con un caloroso abbraccio e lascerà piena di gioia .Essi vi invitano nel loro mondo e ti fanno abiti da sposa on line sentire come seè èe stati amici per anni .E ' questo amore che essi hanno per l'altro e per le persone intorno a loro che hanno fatto il loro giorno di nozze così incredibile .In una bella giornata in California.presso la Estancia Resort a La Jolla .amici e parenti si sono riuniti per sostenere e amare questa coppia che aveva toccato ciascuna delle loro vite .E 'stata una giornata piena di lacrime di gioia .il romanticismo .l'amore e la bellezza .e Sam e Lindsey meritato ogni singolo istante.

Da Bride.How ci siamo incontrati : Le nostre mamme lavorano insieme in una scuola nella Bay Area .Una volta che la sua mamma ha imparato che vivevo a San Diego .ha pensato che sarebbe stata una buona idea per me di mostrare il suo figlio in giro come gli era stato appena assunto lì .Lei e mi aveva viaggiato a Parigi circa sette anni fa con mia mamma e un altro insegnante .Mi ricordo che lei mi dice allora che avevo bisogno di incontrare suo figlio ma eravamo entrambi risalenti altre persone al momento .Ero titubante a incontrarlo fino a quando ** fatto un po ' di Facebook stalking.voglio dire .la ricerca .Mi fu colpito in primo click.The prima richiesta di amicizia è stata inviata e tanti.tanti .( molti) messaggi e fino a tarda notte dopo.i messaggi si rivolse a testi e testi voltai per le telefonate .Questo è durato per un certo periodo come i sentimenti si erano formate veloce e siamo stati nervosi e ansiosi di incontrarsi other.Finally un incontro è stato fissato al Coffee Bean a Carlsbad .Eravamo lì per quattro ore e quasi chiudiamo il posto in fondo .Il giorno dopo.unè edata irstèè stata impostata e il resto è storia !

Il nostro matrimonio ha avuto luogo a La Jolla .in California presso l' Estancia Hotel.Abbiamo scelto questa posizione perché è rilassato eleganza .giardini mozzafiato .ed è vicino a dove viviamo .Perché ci siamo incontrati e viviamo qui a San Diego e volevamo festeggiare il nostro amore qui .La maggior parte dei nostri ospiti di nozze erano da fuori città .abbiamo voluto l' atmosfera di essere caldo.accogliente.e una volta tutti vorremmo amare .

I colori erano nero.bianco e verde e il tema era classica .semplice eleganza.Volevamo la sede per parlare di se stesso in modo non volevo fiori eccessivamente fatto .ma felci semplicemente dichiarati e fiori bianchi .Isari Floral Studio ha fatto un lavoro incredibile catturare la nostra visione .

Volevamo il matrimonio per avere tocchi di tutti noi in tutto.Abbiamo parcheggiato la nostra hot rod (1932 Ford Roadster ) nel modo di entrata dell'hotel.Mio padre aveva una splendida "Just Married " segno gessato per noi.così abbiamo potuto avere un scappare con stile !Il nostro cane (leggi : nostro figlio ) . Non poteva essere sulla proprietà .purtroppo .così abbiamo avuto una foto incorniciata di lui fatta con un cartello appeso al collo che diceva : " Sono contento che tu sia qui a festeggiare con i miei genitori prega di godere il cagnolinoborse da me . Woof .Lux " .Su quel tavolo .avevamo sacchetti di biscotti monogramma di Michele Coulon Dessertier .Per il nostro libro degli ospiti .abbiamo lavorato con un graphic designer per fare quello di un manifesto sorta di nostra sede .Ora abbiamo questa grande opera d'arte.con parole gentili di tutti appendere in casa nostra .Sulle pareti della Sala Grande .avevo il nostro invito fatto saltare in aria e sparsi sui muri nelle loro cornici .Tutti questi tocchi davvero reso il giorno così memorabile .

nostro incredibile team di venditori e la nostra famiglia e gli amici sono ciò che veramente ha reso questa giornata il giorno più speciale della nostra vita finora.Siamo così fortunati ad aver avuto un bel matrimonio tale .Sono entusiasta di essere sposata con Sam per il resto della nostra vita !Fotografia

: Heather Pepin Fotografia | dell'artista: Aqua Vivus Productions | Event Design : Sherry Glommen | Pianificazione : Swann Soirees | Floral Design : Isari Flower Studio | Floral Design : Isari Flower Studio | Cake : la zia della sposa | Inviti : Smitten Onpaper | Cerimonia Luogo : Estancia La Jolla | Banco Luogo : Estancia La abiti da sposa on line Jolla | Bridesmaids Dresses : Nordstrom | capelli: Jessica / Michelle - Koda Salon | Calligraphy : Brown Fox Calligrafia | Abbigliamento da Groomsmen : Nero risvolto | officiante : Cerimonie Per Bethel | pipistrelli pergroomsmen : Louisville Slugger | vestito nuziale : Tara Keely | sposa / damigella d'onore Abiti : Abbastanza Plum zucchero | Cookies : Michele Coulon Dessertier | Guest Book Graphic Designer : Designs J Gal | Musica live / DJ : Collin Elliot -Ancora Ascolto Productions | Trucco : FioreBeauty | Photobooth : Photobooth mobileHayley Paige e Jim Hjelm occasioni sono membri della nostra Look Book .Per ulteriori informazioni su come vengono scelti i membri .fare clic qui .Fiore Bellezza .Isari Fiore Studio + Design Event .Plum Piuttosto Zucchero.JLM Couture .Inc. e Mobile Photo Booth sono membri del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Fiore di bellezza VIEW PORTFOLIO Isari Fiore Studio vedi portfolio Plum graziosa Zucchero vedi portfolio JLM Couture Wedding Gown Bouti ... vedi portfolio Mobile Photo Booth VIEW
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-corti-c-49
http://www.belloabito.com/goods.php?id=230
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/1/2153735353535_393257.jpg
Elegante Wedding at Estancia La Jolla_abiti da sposa 2014
Uomo, mi hanno condotta dall'estremo
dove vivevo intera la "mia" vita
al Tuo opposto tremendo di giustizia:
che cosa dedurranno dal confronto
dei nostri due insondabili princìpi?
Qualcuno certo, conscio del Tuo inizio,
tratteneva i Tuoi volti successivi
in un travaglio cieco di rapporti
ma io, ancor prima che gli anelli tutti
della mia vita fossero congiunti,
mi distaccai precipite dal nulla
e proclamai la carne concepita.
Uomo Perfetto, cosa dannerai
di questo seme che, nel modularsi,
s'è rinforzato solo di se stesso
senza estasiarsi in giochi di virtù?
Certo conoscerai che equilibrando
ogni comandamento che mi esorta
a saturarmi tutta di peccato,
che riportando a questo intendimento
la perfezione delle mie lacune,
confluirei con adeguato passo
verso una vita lineare e assente.
Ma per ora, il peccato del mio tutto,
resta la tappa ultima e possente
ed un ritmo incessante di condanna
mi rigetta dal muovermi comune.
Quando, fanciulla appena, mi concessi,
quando mi sciolsi per la prima volta
da quel bruciore acuto di purezza
che sublimava ambiguità tremende,
sentii l'impegno che covavo dentro
crescere, quasi a forza di missione.
Non ** altra virtù che di condurmi
a prodigiose altezze di consenso
e una stanchezza illimite mi prende
se non mi adagio sopra un'altra forma...
Allineando tutte le mie ombre
volte perdutamente verso terra,
posso durare un tempo indefinito
accentrata in un'unica figura.
Ma che dolore sale le mie braccia
reggenti il grave fascio di me stessa:
l'essere dura giova solamente
a questa dubbia resistenza mia...
Sotto il piede che immagino sicuro
cerco il terreno viscido di sempre:
la tentazione è come un tempo lungo
ch'io devo bere, abbrividendo, in fretta...
Guarda, perché previeni il Tuo guardarmi
con errata coscienza di pudore?
Guarda, senza sapere l'astinenza,
queste carni purgate dal piacere,
questi occhi sinceri nell'orgoglio,
questi capelli dal profumo intenso
di vita e di memorie...
Peccato questo vivere me stessa?
So che la santità germoglierebbe
esercitando in me falsi connubi,
ma asségnami una giusta tolleranza
se l'indulgenza nega questo passo,
fa che il ritorno al vivere di sempre
non sprofondi nel buio di un abisso
e che non mi si dia maggiore colpa
se come gli altri, e con eguale indugio,
gioco il distacco dalla mia matrice.
tangshunzi Jul 2014
abiti da sposa corti Abbiamo sicuramente avuto la nostra parte di sorprendenti dettagli di nozze grazia le pagine di LSP .ma abbastanza positiva questa è la prima volta che abbiamo incontrato un cervo muschio.E 'uno dei molti dettagli moderni realizzati da The Horse Scrittura insieme con la pianificazione da parte in ogni caso e fiori + avorio verdi



di Lily e Società che dimostra rustico Wyoming gioca bene con un piccolo pizzico di mod .Date un'occhiata a ogni ultima immagine catturata dalla splendida Carrie Patterson Fotografia proprio qui.nella piena galleria .
Condividi questa splendida galleria ColorsSeasonsSummerSettingsTentedStylesModern

Qual è stata la tua visioneè ematrimonio erfectè?

Zee e ** incontrato a Jackson Hole e sempre discusso incredibile come un matrimonio a Jackson sarebbe.Per mostrare la bellezza di Jackson Hole ai nostri tanti amici e viaggiando da Georgia .Texas famiglia .e molti punti in mezzo era sicuro di essere incredibile .Volevo essere certo di mantenere le cose eleganti .ma abbastanza semplice da non distrarre dalla bella vista .

Quali sono tre dettagli unici che infuse nel vostro arredamento ?

mia madre e ** fatto tutta la pianificazione di noi stessi .che è qualcosa che entrambi amiamo fare !Cerco di emulare mia madre quando si tratta di pianificazione del partito e il layout .Ha il sapore più meraviglioso e l'occhio per la decorazione .e io sono così molto grato per tutto il suo aiuto durante la pianificazione .

Alcuni dettagli unici che infuse nostri cor désono :

I due Avorio Elk e Moose .la nostra torta nuziale Faux Bois con i miei genitori ' figurina Staffordshire in alto .gli alberi Aspen e le tovagliette Moss e fioriere .Mi è piaciuto molto anche il nostroè entler Luogo Carteèed i nostri numeri del tavolo .I nostri numeri della tabella sono stati etichettati in animali diversi ad ogni tavolo che rappresentava tutti i diversi vita selvaggia a Jackson Hole .

Qual è abiti da sposa 2014 stato il momento più memorabile ?

Durante la cena .il nostro fotografo Carrie tirato Zee e via per le fotografie al tramonto .Abbiamo camminato attraverso lo stagno .più vicino alle montagne e il nostro primo minuto solo tutto il giorno .Guardando indietro attraverso lo stagno alla bella tenda piena di persone più speciali nella nostra vita è un momento che non dimenticherò mai .

Che canzone hai fatto il tuo primo ballo a ?

Il nostro primo ballo : Crazy Love di Van Morrison padre / figlia Danza : Isnè èShe Lovely di Stevie Wonder

Cosaèse qualcosaèhai fatto fai da te ?

Mia nonna ha fatto la biancheria per i tavoli da cocktail .I quattro grandi Fioriere e la scaffalatura dietro ogni bar sono stati costruiti da un amico in Texas .Le tonalità appeso sopra la nostra pista da ballo abiti da sposa 2014 sono stati realizzati su misura solo per il nostro matrimonio .Avevamo laè èharlie Joseph 'ècappelli di carta fatti per i server di indossare durante il passaggio su cani e patatine fritte a tarda notte

Fotografia : Carrie Patterson Fotografia | Event Design : . The Horse Writing | Pianificazione : in ogni caso |Floral Design : Giglio E Azienda | Catering : Bistro Catering | Località : Jackson Hole Golf \u0026Tennis ClubCarrie Patterson fotografia è un membro del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Carrie Patterson Fotografia VIEW
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/1/4434735353535_391823.jpg
http://www.belloabito.com/goods.php?id=11
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-corti-c-49
Moderna incontra rustico in Wyoming_abiti da sposa on line
tangshunzi Jul 2014
Una cosa so per certo : quando una squadra di talento di fornitori si riunisce per una giornata di ispirazione .è un magico .cosa magica .Pensate Angela Roy Newton .Michelle Lange ed Eventi ( + molti.molti di più ) di tutte le forze che uniscono Kat Eitner per realizzare una giornata in stile boho di abbastanza .E 'un ambiente lussureggiante soddisfa tutte le cose impressionante e si può vedere ogni all'ultimo momento stupendo proprio qui in piena galleria .


E un film dolce da Nayeem Vohra Films .Si prega di aggiornare il tuo

browserColorsSeasonsSummerSettingsInnStylesBohemianRomantic Da Michelle Lange .Come fotografo .uno dei nostri compiti è abiti da sposa 2014 quello di essere un passo avanti a tutti gli altri.I nostri clienti sono i palpiti delle nostre imprese .e le decisioni e le azioni relative alla funzione di quelle imprese dovrebbero sempre tenere a mente che il battito cardiaco .Fin dall'inizio della mia attività .** avuto un molto dettagliato piano ' se qualcosa mai accaduto ' .Entrambi i miei genitori .mio marito hanno il piano dettagliato .Alcuni dei miei amici fotografi più vicini sono consapevoli del fatto che essi sono elencati come i contatti .Mai in un milione di anni avrei pensato che questo piano avrebbe dovuto entrare in vigore .ma il giorno prima di questa ripresa ispirazione ( mesi previsti in anticipo) .lo ha fatto .E il mio cuore le imprese non saltare un po ' .Credo davvero che una forza superiore mi ha fatto richiede una appendicectomia d'emergenza in un momento in cui ** avuto una pausa nella stagione dei matrimoni .La cosa più importante .è che venendo a contatto con ciò che è descritto nel mio piano .come un backup fotografo di emergenza .Angela Roy Newton intensificato al piatto per fotografare questa ispirazione ripresa ero così entusiasta per mesi.Questo la dice lunga su quelli di carattere e l'industria nel suo complesso .L'industria del matrimonio .mentre competitivo.è guidata da persone che amano l'amore e credono nel lavoro di squadra .Mentre spero di avere mai mettere questo piano di emergenza in vigore di nuovo .mi conforta sapere di quale grande industria sono una parte di .

Da Kat Eitner Eventi .Questa ripresa ispirazione sviluppato da una visione di elementi bohemien



e nido d'ape .I mobili antichi nera da Trunk Vintage vacanze erano lo sfondo perfetto per i pops di corallo a Karma tavolo Fiori e design bouquet.Mostra arresto Marchesa e Reem Acra abiti di Elizabeth Giovanni.trapuntata runner e non convenzionale bella tavola disegno floreale aggiunti elementi di Boemia.Speriamo di abiti da sposa 2014 ispirare le coppie di incorporare accattivanti elementi.come il nido d'ape o pop di colore .tutto il loro grande giorno .Fotografia
: Angela Roy Newton | Fotografia : Michelle Lange | Fotografia: Nayeem Vohra Films | Pianificazione : Kat Eitner Eventi | Cake: Cake Fiction | Inviti : Poco signorina signora | Abiti da sposa : Elizabeth Giovanni | Lavagna Arte: Chalk It UpTo Love | Fiori \u0026 Event design: Karma Flowers | capelli: StylesOnB | Località : Raritan Inn | Trucco : Nicole Makeup Artistry Sievers | vestiti da sposa Favors Profumo : Anthropologie | Noleggio Mobili Vintage: Affitto Trunk VintageElizabeth Johns e Angela Roy Newton Fotografia sono membri del nostro Little Black Book .Scopri come i membri sono scelti visitando la nostra pagina delle FAQ .Elizabeth Johns vedi portfolio Angela Roy Newton Fotografia VIEW
http://www.belloabito.com/abiti-da-sposa-2014-c-13
http://www.belloabito.com/goods.php?id=1001
http://188.138.88.219/imagesld/td//t35/productthumb/2/2264035353535_397861.jpg
Bohemian Inspiration Spara_abiti da sposa on line
Agora no meu quarto
Com uma certa incerteza
Preenchendo a solidão
E alimentando a tristeza

Um vazio toma conta de mim
E no corredor a minha frente só escuridão
Enquanto um lado de mim diz sim
O outro diz não

No fim do corredor uma luz se acende
Tão intensa que meu olho chega a arder
Mesmo que eu não queria a ver
Ela se aproxima
E cada vez mais forte me domina

Então a escuridão some
A solidão é levada junto
A tristeza vira felicidade
E a morte não é mais solução

Tudo que eu quero é viver
Triste, sozinho e sem esperança ou não
A imprevisibilidade é o problema
Queria tanto saber se daria certo
E aí sim minha esperança não seria problema

E enquanto a luz permanece acesa
Guardo aquela certa incerteza
Será que tudo daria certo?
Será que as coisas não melhorariam?
VI

Giovane piano, e semplicetto amante
Poi che fuggir me stesso in dubbio sono,
Madonna a voi del mio cuor l’humil dono
Faro divoto; io certo a prove tante
L’hebbi fedele, intrepido, costante,
De pensieri leggiadro, accorto, e buono;
Quando rugge il gran mondo, e scocca il tuono,
S ‘arma di se, e d’ intero diamante,
Tanto del forse, e d’ invidia sicuro,
Di timori, e speranze al popol use
Quanto d’ingegno, e d’ alto valor vago,
E di cetra sonora, e delle muse:
Sol troverete in tal parte men duro
Ove amor mise l ‘insanabil ago.
Danielle Furtado Nov 2014
Nasceu no dia dos namorados. Filho de mãe brasileira com descendência holandesa e pai português. Tinha três irmãos: seu gêmeo Fabrício, o mais velho, Renato, e o terceiro, falecido, que era sua grande dor, nunca dizia seu nome e ninguém se atrevia a perguntar.
A pessoa em questão chamaremos de Jimmy. Jimmy Jazz.
Jimmy morava em Portugal, na cidade de Faro, e passou a infância fazendo viagens ao Brasil a fim de visitar a família de sua mãe; sempre rebelde, colecionava olhares tortos, lições de moral, renegações.
Seu maior inimigo, também chamado por ele de pai, declarou guerra contra suas ideologias punk, seu cabelo que gritava anarquismo, e a vontade que tinha ele de viver.
Certo dia, não qualquer dia mas no natal do ano em que Jimmy fez 14 anos, seu pai o expulsou de casa. Mais um menino perdido na rua se tornou o pequeno aspirante à poeta, agora um verdadeiro marginal.
Não tinha para onde ir. Sentou-se na calçada, olhou para seus pés e agradeceu pela sorte de estar de sapatos e ter uma caneta no bolso no momento da expulsão, seu pai não o deixara com nada, nem um vintém, e tinha fome.
Rondou pelas mesmas quadras ao redor de sua casa por uns dias, até se cansar dos mesmos rostos e da rotina daquela região, então tomou coragem e resolveu explorar outras vidas, havia encontrado um caderno em branco dentro de uma biblioteca pública onde costumava passar o dia lendo e este seria seu amigo por um bom tempo.
Orgulhoso, auto-suficiente, o menino de apenas 14 anos acabou encontrando alguém como ele, por fim. Seu nome era Allan, um punk que, apesar de ainda ter uma casa, estava doido para ir embora viver sua rotina de não ter rotina alguma, e eles levaram isso muito à sério.
Logo se tornaram inseparáveis, arrumaram emprego juntos, que não era muito mas conseguiria mantê-los pelo menos até terminarem a escola, conseguiram alugar uma casa e compraram um cachorro que nunca ganhou nome pois não conseguiam entrar em acordo sobre isso, Jimmy tinha também um lagarto de estimação que chamava de Mr. White, sua paixão.
Os dois amigos começaram a frequentar o que antes só viam na teoria: as festas punk; finalmente haviam conseguido o que estavam procurando há tempos: liberdade total de expressão e ação. Rodeados por todos os tipos de drogas e práticas sexuais, mas principalmente, a razão de todo o movimento: a música.
Jimmy tinha inúmeras camisetas dos Smiths, sua banda favorita, e em seu quarto já não se sabia a cor das paredes que estavam cobertas por pôsteres de bandas dos anos 80 e 90, décadas sagradas para qualquer amante da música e Jimmy era um deles, sem dúvida.
Apesar da vida desregrada que levava com o amigo, Jimmy conseguiu ingressar na faculdade de Letras, contribuindo para sua vontade de fazer poesia, e Allan em enfermagem. Os dois, ao contrário do que seus familiares pensavam, eram extremamente inteligentes, cultos, criaram um clube de poesia com mais dois ou três amigos que conheceram em uma das festas e chamaram de "Sociedade dos Poetas Mortos... e Drogados!", fazendo referência ao filme de  Peter Weir.
O nome não era apenas uma piada entre eles, era a maior verdade de suas vidas, eles eram drogados, Jimmy  era viciado em heroína, Allan também mas em menos intensidade que seu parceiro.
Jimmy não era hétero, gay, bissexual ou qualquer outra coisa que se encaixe dentro de um quadrado exigido pela sociedade, Jimmy era do amor livre, Jimmy apenas amava. E com o passar o tempo, amava seu amigo de forma diferente, assustado pelo sentimento, escondeu o maior tempo que pôde até que o sentimento sumisse, afinal é só um hormônio e a vida voltaria ao normal, mas a amizade era e sempre seria algo além disso: uma conexão espiritual, se acreditassem em almas.
Ambos continuaram suas vidas sendo visitados pela família (no caso de Jimmy, apenas sua mãe) duas vezes ao ano, no máximo, e nesses dias não faziam questão de esconderem seus cigarros, piercings ou qualquer pista da vida que levavam sozinhos, afinal, não os devia mais nada já que seus vícios, tanto químicos quanto musicais, eram bancados por eles mesmos.
Era 14 de fevereiro e Jimmy completara 19 anos, a vida ainda era a mesma, o amigo também, mas sua saúde não, principalmente sua saúde mental.
O poeta de sofá, como alguns de nós, sofria de um existencialismo perturbador, o mundo inteiro doía no seu ser, e não podia fazer muito sobre aquilo, afinal o que poderia fazer à respeito senão escrever?
Até pensou em viver de música já que tocava dois instrumentos, mas a ideia de ter desconhecidos desfrutando ou zombando dos seus sentimentos mais puros não lhe era agradável. Continuou a escrever sobre suas dores e amores, e se perguntava por que se sentia daquela forma, por que não poderia ser como seu irmão que, apesar de possuírem aparência idêntica, eram extremos do mesmo corpo. Fabrício era apenas outro cidadão português que chegava em casa antes de sua mãe ficar preocupada, não que ele fosse um filho exemplar, ele só era... normal, e era tudo que Jimmy não era e jamais gostaria de ser; aliás, ter uma vida comum era visto com desprezo pelos olhos dele, olhos que, ainda tão cedo, haviam visto o melhor e o pior da vida, já não acreditava em nada, nem em si mesmo, nem em deus, nem no universo, nem no amor.
Como poderia alguém amar uma pessoa com tanta dor dentro de si? Como ele explicaria sua vontade de morrer à alguém que ele gostaria de passar a vida toda com? Era uma contradição ambulante. Uma contradição de olhos azuis, profundos, e com hematomas pelo corpo todo.
Aos 20 anos, o tédio e a depressão ainda controlavam seu estado emocional a maior parte do tempo, aos domingos era tudo pior, existe algo sobre domingo à tarde que é inexplicável e insuportável para os existencialistas, e para ele não seria diferente. Em um domingo qualquer, se sentindo sozinho, resolveu entrar em um chat online daqueles famosos, e na primeira tentativa de conversa conheceu uma moça do Brasil, que como ele, amava a banda Placebo e sendo existencialista, também sofria de solidão, o que facilitou na construção dos assuntos.
Ela não deu muita importância ao português que dizia "não ser punk porque punks não se chamam de punks", já estava cansada de amores e amizades à distância, decidiu se despedir. O rapaz, insistente e talvez curioso sobre a pessoa com quem se deparara por puro acaso, perguntou se poderiam conversar novamente, e não sabendo a dor que isso a causaria, cedeu.
Assim como havia feito com Allan, Jimmy conquistou Julien, a nova amiga, rapidamente. De um dia para o outro, se pegou esperando para que Jimmy voltasse logo para casa para que pudessem conversar sobre poesia, música, começo e fim da vida, todos os porquês do mundo em apenas uma noite, e então perceberam que já não estavam sozinhos, principalmente ela, que havia tempo não conhecia alguém tão interessante e único quanto ele.
Não demorou muito para que trocassem confidências e os segredos mais íntimos, mas nem tudo era tão sério, riam juntos como nunca antes, e todos sabem que o caminho para o coração de uma mulher é o bom humor, Julien se encontrava perdidamente apaixonada pelo ****** que conhecera num site de relacionamentos e isso se tornaria um problema.
Qualquer relacionamento à distância é complicado por natureza, agora adicione dois suicidas em potencial, um deles viciado em heroína e outra que de tão frustrada já não ligava tanto para sede de viver que sentia, queria apenas ler poesia longe de todas as pessoas comuns, essas que ambos abominavam.
Jimmy era todos os ídolos de Julien comprimidos dentro de si. Ele era Marilyn Manson, era Brian Molko, era Gerard Way, Billy Corgan, Kurt Cobain, mas acima de todos esses, Jimmy era Sid Vicious e Julien sonhava com seus dias de Nancy.
Ele era o primeiro e último pensamento dela, e se tornou o tema principal de toda as poesias que escrevia, assim como as que lia, parecia que todas eram sobre o luso-brasileiro que considerava sua cópia masculina. Jimmy, como ela, era feminista, cheio de ideologias e viciado em bandas, mas ao contrário dela, não teria tanto tempo para essas coisas.
Estava apaixonado por um rapaz brasileiro, Estêvão, que também dizia estar apaixonado por ele mas nunca passaram disso, e logo se formou um semi-triângulo amoroso, pois Julien sabia da existência da paixão de Jimmy, mas Estêvão não sabia que existia outra brasileira que amava a mesma pessoa perdidamente. Não sentiu raiva dele, pelo contrário, apoiava o romance dos dois já que tudo que importava à ela era a felicidade de Jimmy, que como ela, era infeliz, e as chances de pessoas como eles serem felizes algum dia é quase nula.
O brasileiro era amante da MPB e da poesia do país, assim como amava ouvir pós-punk e escrever, interesses que eram comum aos três perdidos, mas era profissional para ele já que conseguira que seus trabalhos fossem publicados diversas vezes. Se Jimmy era Sid Vicious, Julien desejava ser Nancy (ou Courtney Love dependendo do humor), Estêvão era Cazuza.
Morava sozinho e não conseguia se fixar em lugar algum, estava à procura de algo que só poderia achar dentro dele mesmo mas não sabia por onde começar; convivia com *** há alguns meses na época, mas estava relativamente bem com aquilo, tinha um controle emocional maior do que nosso Sid.
Assim como aconteceu com Allan e Julien, não demorou muito para que Estêvão caísse nos encantos de Jimmy, que não eram poucos, e não fazia mais tanta questão de esconder o que sentia por ele. Dono de olhos infinitamente azuis, cabelo bagunçado que mudava de cor frequentemente, corpo magro, pálido, e escrevia os versos mais lindos que poderia imaginar, Jimmy era o ser mais irresistível para qualquer um que quisesse um bom tema para escrever.
--
Julien era de uma cidade pequena do Brasil, onde, sem a internet, jamais poderia ter conhecido Jimmy, que frequentava apenas as grandes cidades do país. Filha de pais separados, tinha o mesmo ódio pelo pai que ele, mas diferente do amigo, seu ódio era usado contra ela mesma, auto-destrutiva é um termo que definiria sua personalidade. Era de se esperar que ela se apaixonasse por alguém viciado em drogas, existe algo de romântico sobre tudo isso, afinal.
Em uma quarta-feira comum, antecipada por um dia nublado, escreveu:

Minhas palavras, todas tiradas dos teus poemas
Teu sotaque, uma voz imaginada
Que obra de arte eram teus olhos
Feitos de um azul-convite

E eu aceitei.


Jimmy era agora seu mundo, e qualquer lugar do mundo a lembrava dele. Qualquer frase proferida aleatoriamente em uma roda de amigos e automaticamente conseguia ouvir sua opinião sobre o assunto, ela o conhecia como ninguém, e em tão pouco tempo já não precisavam falar muita coisa, os dois sabiam dos dois.
Desejava que Jimmy fosse inteiramente dela, corpo e mente, que cada célula de seu ser pudesse tocar todas as células do dela, e que todos os pensamentos dele fossem sobre amá-la, mas como a maioria das coisas que queria, nada iria acontecer, se achava a pessoa mais azarada do mundo (e provavelmente era).
Em uma noite qualquer, após esperar o dia todo ansiosa pela hora em que Jimmy voltaria da faculdade, ele não apareceu. Bom, ele era mesmo uma pessoa inconstante e já estava acostumada à esse tipo de surpresa, mas existia algo diferente sobre aquela noite, sabia que Jimmy estava escondendo alguma coisa dela pois há dias estava estranho e calado, dormia cedo, acordava tarde, não comia, e as músicas que costumavam trocar estavam se tornando cada vez mais tristes, mas era inútil questionar, apesar da intimidade, ele se tornara uma pessoa reservada, o que era totalmente compreensível.
Após três ou quatro dias de aflição, ele finalmente volta e não parece bem, mesmo sem ver seu rosto, conhecia as palavras usadas por ele em todos os momentos. Preocupada com o sumiço, foi logo questionando sua ausência com certa raiva e euforia, Jimmy não respondia uma letra sequer. Julien deixou uma lágrima escorrer e implorou por respostas, tinha a certeza de que algo estava muito errado.
"Acalme-se, ou não poderei lhe contar hoje. Algo aconteceu e seu pressentimento está mais que correto, mas preciso que entenda o meu silêncio", disse à ela.
Julien não respondeu nada além de "me dê seu número, sinto que isso não é algo que se conta por escrito".
Discando o número gigantesco, cheio de códigos, sabia que assim que terminasse aquela ligação teria um problema muito maior do que a alta taxa que é cobrada por ligações internacionais. Ele atendeu e começou a falar interrompendo qualquer formalidade que ela viria a proferir:

– Apenas escute e prometa-me que não irá chorar.
Ela não disse nada, aceitando a condição.
– Há tempos não sinto-me bem, faço as mesmas coisas, não mudei meus costumes, embora deveria mas agora é tarde demais. Sinto-me diferente, meu corpo... fraco. Preciso te contar mas não tenho as palavras certas, acho que nem existem palavras certas para o que estou prestes à dizer então serei direto: descobri que sou *** positivo. ´
Um silêncio quase mórbido no ar, dos dois lados da linha.
Parecia-se com um tiro que atravessou o estômago dos dois, e nenhum podia falar.
Julien quebrou o silêncio desligando o telefone. Não podia expressar a dor que sentia, o sentimento de injustiça que a deixava de mãos atadas, Ele era a última pessoa do mundo que merecia aquilo, para ela, Jimmy era sagrado.

Apenas uma pessoa soube da nova situação de Jimmy antes de Julien: Allan.
Dois dias antes de contar tudo à amiga, Jimmy havia ido ao hospital sozinho, chegou em casa mais cedo, sentou-se no sofá e quis morrer, comparou o exame médico à um atestado de óbito e deu-se por morto. Allan chegou em casa e encontrou o amigo no chão, de olhos inchados, mãos trêmulas. Tirou o envelope de baixo dos braço de Jimmy, que o segurava como se fosse voar a qualquer instante, como se tivesse que apertar ao máximo para ter certeza de que aquilo era real. Enquanto lia os papéis, Jimmy suplicava sua morte, em meio à lágrimas, Allan lhe beijou como o amante oculto que foi por anos, com lábios fracos que resumiam a dor e o medo mas usou um disfarce para o pânico que sentia e sussurrou "não sinto nojo de ti, meu amigo, não estás morto".
Palavras inúteis. Já não queria ouvir nada, saber de nada. Jimmy então tentou dormir mas todas as memórias das vezes que usou drogas, que transou sem saber com quem, onde ou como, estavam piscando como flashes de luz quase cegantes e sentia uma culpa incomparável, um medo, terror. Mas nenhuma memória foi tão perturbadora quanto a da vez em que sofreu abuso ****** em uma das festas. Uma pessoa aleatória e sem grande importância, aproveitou-se do menino pálido e mirrado que estava dormindo no chão, quase desmaiado por culpa de todo o álcool consumido, mas ainda consciente, Jimmy conseguia sentir sua cabeça sendo pressionada contra a poça d'água que estava em baixo de seu corpo, e ouvia risos, e esses mesmos risos estavam rindo dele agora enquanto tentava dormir e rezava pra um deus que não acredita para que tudo fosse um pesadelo.
----
Naquele dia, Jimmy, que já era pessimista por si só, prometeu que não se trataria, que iria apenas esperar a morte, uma morte precoce, e que este seria o desfecho perfeito para alguém que envelheceu tão rápido, mas ele não esperaria sentado, iria continuar sua vida de auto-destruição, saindo cedo e voltando tarde, dormindo e comendo mal, não pararia também com nenhum tipo de droga, principalmente cigarro, que era tão importante quanto a caneta ao escrever seus poemas, dizia que sentir a cinza ainda quente caindo no peito o inspirava.
Outra manhã chegou, e mesmo que desejasse com toda força, tudo ainda era real, seus pensamentos eram confusos, dúvidas e incertezas tão insuportáveis que poderiam causar dores físicas e curadas com analgésicos. Trocou o dia pela noite, já não via o sol, não via rostos crús como os que se vê quando estamos à caminho do trabalho, só via os personagens da noite, prostitutas, vendedores de drogas, pessoas que compravam essas drogas, e gente como ele, de coração quebrado, pessoas que perderam amigos (ou não têm), que perderam a si mesmos, que terminaram relacionamentos até então eternos, que já não suportavam a vida medíocre imposta por uma sociedade programada e hipócrita. Continuou indo aos mesmos lugares por semanas, e já não dormia em casa todos os dias, sempre arrumava um espaço na casa de algum amigo ou conhecido, como se doesse encara
D. Furtado
V

Per certo i bei vostr’occhi Donna mia
Esser non puo che non fian lo mio sole
Si mi percuoton forte, come ci suole
Per l’arene di Libia chi s’invia,
Mentre un caldo vapor (ne senti pria)
Da quel lato si spinge ove mi duole,
Che forsi amanti nelle lor parole
Chiaman sospir; io non so che si sia:
Parte rinchiusa, e turbida si cela
Scosso mi il petto, e poi n’uscendo poco
Quivi d’ attorno o s’agghiaccia, o s’ingiela;
Ma quanto a gli occhi giunge a trovar loco
Tutte le notti a me suol far piovose
Finche mia Alba rivien colma di rose.
Pareva facile giuoco
mutare in nulla lo spazio
che m'era aperto, in un tedio
malcerto il certo tuo fuoco.

Ora a quel vuoto ** congiunto
ogni mio tardo motivo,
sull'arduo nulla si spunta
l'ansia di attenderti vivo.

La vita che dà barlumi
è quella che sola tu scorgi.
A lei ti sporgi da questa
finestra che non s'illumina.
Uma casca solta, prisioneira de uma falha perfeita,
Perfeitos são o mitos, aos olhos de gente fechada,
Explicações são fraquezas, de acções de fachada.
Não sei mais quantas vezes eu repetirei, a ceita!

O peixe escorregadio, que vadio desaguou do mar,
Se esconde na toca do Coelho, que é toca desafeita,
Num segredo moribundo, de computador de aldeães,
Segundo um mito motar de um braço partido ao luar!

Essa vaquinha que pastou, pintada de vermelho corado,
Desfeita tantas vezes no pasto, moribundo da praia vazia,
Era apenas um segredo, pintado nas veias do tal marado,
Que mais ligada que a mentira à realidade, produzida, diria!

Que se fodam os mitos, que se lixe o correto, porque certo?
Estou eu, e eu, segundo os mitos que considero correctos,
Não tiro nem ponho, continuo caminho fora, boquiaberto,
Enquanto penso, na esperteza dos enxames concretos!

Na sementeira alheia, vanguardeira cairá tão perto,
Seu ***** espaço de terra, de um vazio moribundo,
E eu cumprida a missão, estarei bem melhor decerto,
Porque tudo como nada, tem um preço de vinda ao mundo!

Escolhas guardadas comigo, desde o dia que nasci,
Cabe ao meu cérebro processar o dia, é costume,
Que de tão leve vive meu lume, que ela não teme,
Limpeza de água, que cai e faz fumo, e aprendeu!
Autor: António Benigno

Código de autor: 2013.07.25.02.10
colddistance Aug 2012
Eu acordo e coloco as mãos na cabeça.
É desesperador o fato de não conseguir entender porque acordei,
Ou porquê não acordei do seu lado.
Mas acredito que as coisas não podem ser tão certas.
Se coisas assim fossem simples não daria certo.
Por enquanto, me afogo em pensamentos,
de coisas que eu deveria ter dito.
Se não fosse por você, não teria nem dormido.
Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore;
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? Dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?
Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
È la vita mortale.
Nasce l'uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perché dare al sole,
Perché reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura
Perché da noi si dura?
Intatta luna, tale
È lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.
Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perché delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno cò suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? Che vuol dir questa
Solitudine immensa? Ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri,
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors'altri; a me la vita è male.
O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perché d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perché giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu sè queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ** fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, né di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perché giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?
Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
È funesto a chi nasce il dì natale.
Julia Jaros Nov 2016
Sonha em se vestir com as nuvens
Cantar para uma platéia no topo da montanha mais alta
Sentir a luz do sol infiltrando seu corpo
Compartilhando o brilho entre si.

Beijar sem machucar
Divertir sem causar alvoroço
Ver sem precisar matar
nem correr para qualquer pescoço.

Beber um licor no bar mais caro
Flertar com os bonitões
Um volume a mais em suas calças
Escapando-lhes os botões.

A única platéia daquelas asas pretas,
aveludadas
Era o limo da gruta
Não corria, nem se assustava
Batia palmas quando ela cantava.
Se apaixonara.

Como poderia dar certo?
Ela queria o mundo
Saia todo dia por um segundo
Queimando-se
Por um breve trinfo.
Meu estômago borbulha náuseas de vazio
uma agonia que nasce das entranhas
as coisas são cada vez mais estranhas
os sorrisos cada dia mais sombrios

Quero chorar
mas a muito meus olhos estão secos
E meus pulmões pretos
não me permitem respirar

Abafado pelo silêncio que outrora pedi
Sentindo a alma das coisas que repudiei
Dentro do meu próprio abismo gritei
E nem sequer o próprio eco ouvi

Oh, majestoso algoz
nunca imaginei que te desejaria
A esse ponto é certo que me jogaria
de ponta ao declínio atroz

Mutilem meu corpo
nada sentirei
de minha mente já me ausentei
sofro tanto que, por mais nada sofro.
Nunca disse-lhe que em nada creio,
é certo que tenho fé em todas as coisas
e, deveras, dou nenhuma importância a elas.
Todos os caminhos tem ao fim  peso semelhante
pois serão trilhados pelos mesmos andarilhos.
O percurso não importa, e muito menos o destino
tendo em vista que a chegada é o ponto de partida.
As experiências são, em suma, meu objeto de valor.
A existência é algo simples, e criei o hábito de não mais dar-lhe sentido,
pois as conjecturas propostas são ,de fato, uma perda de tempo,
tempo no qual também não mais tenho me questionado,
pois acredito que os dias são uma besteira,
vejo agora apenas uma continuidade de movimentos
e não mais páginas de calendários, o que me proporcionou um entediante hábito de insonia.
E quanto ao resto da humanidade, digo que é bem possível que exista, mas não tenho certeza.
Por fim, não lhe peço nada,
pois, sinceramente, não me importo.
Victor Marques Jun 2010
Sentimentos que se cruzam ao acaso,
Carinho sonolento do fado,
Pastagens com verde intransigente,
Pastagens do amor verdejante.



Emboscadas de devotos amores,
Amor de eternos pensadores,
Remoinhos de rios tricolores,
Rounxinois cantadores.


Olhares sentidos, maltratados,
Colher frutas amadurecidas,
Colher flores floridas,
Amor dos meus pecados.


Noites sem dormir ou ter sono,
Amor ao luar ao abandono,
Cavalos brancos com passo certo,
Amor nu num ceu aberto.

Vic Ale
- From Me...
Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore;
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? Dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?
Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
È la vita mortale.
Nasce l'uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perché dare al sole,
Perché reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura
Perché da noi si dura?
Intatta luna, tale
È lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.
Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perché delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno cò suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? Che vuol dir questa
Solitudine immensa? Ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri,
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors'altri; a me la vita è male.
O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perché d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perché giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu sè queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ** fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, né di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perché giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?
Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
È funesto a chi nasce il dì natale.
Johnson Hagood Sep 2010
Natura certo, quando lasciò l’arte
  di sí fatti animali, assai fé bene
    per tòrre tali essecutori a Marte.*


mankind, however, does not repent this sin
and continues, blindly, to forge the very tools
with which the earth will be wiped blank with fire

and with it gone, the words of Virgil, Homer, Dante
the greatest achievements of the hearts of men
undone in an instant by the greed of a few

the very earth cries out, and burns through the night
a light by which few souls are searched
although a light which, piercing and bright,
might reveal much to those who would gaze within

machines of death roll off assembly lines
and pass through the hands of many men
invariably finding their way, regrettably
into hands that will use them for their intended purpose:

the destruction of worlds.
Epigraph: Dante's *Inferno*, XXXI:49-51


destruction by Johnson Hagood is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.
Victor Marques Feb 2012
Nascia o amor


Um certo dia de outono,
As noites sonolentas,
Deixei-me ao teu abandono,
Pois, tu me encantas.


O sol espreitava nas penedias,
O orvalho sempre branco,
Tu e tuas alegrias,
Teu amor dá alento.


As janelas estavam fechadas,
Tua pele morena e boca,
Pestanas bem cuidadas,
Nasce o amor numa vida oca.

Victor Marques
Vaghe stelle dell'Orsa, io non credea
Tornare ancor per uso a contemplarvi
Sul paterno giardino scintillanti,
E ragionar con voi dalle finestre
Di questo albergo ove abitai fanciullo,
E delle gioie mie vidi la fine.
Quante immagini un tempo, e quante fole
Creommi nel pensier l'aspetto vostro
E delle luci a voi compagne! Allora
Che, tacito, seduto in verde zolla,
Delle sere io solea passar gran parte
Mirando il cielo, ed ascoltando il canto
Della rana rimota alla campagna!
E la lucciola errava appo le siepi
E in su l'aiuole, susurrando al vento
I viali odorati, ed i cipressi
Là nella selva; e sotto al patrio tetto
Sonavan voci alterne, e le tranquille
Opre dè servi. E che pensieri immensi,
Che dolci sogni mi spirò la vista
Di quel lontano mar, quei monti azzurri,
Che di qua scopro, e che varcare un giorno
Io mi pensava, arcani mondi, arcana
Felicità fingendo al viver mio!
Ignaro del mio fato, e quante volte
Questa mia vita dolorosa e nuda
Volentier con la morte avrei cangiato.
Né mi diceva il cor che l'età verde
Sarei dannato a consumare in questo
Natio borgo selvaggio, intra una gente
Zotica, vil; cui nomi strani, e spesso
Argomento di riso e di trastullo,
Son dottrina e saper; che m'odia e fugge,
Per invidia non già, che non mi tiene
Maggior di sé, ma perché tale estima
Ch'io mi tenga in cor mio, sebben di fuori
A persona giammai non ne fo segno.
Qui passo gli anni, abbandonato, occulto,
Senz'amor, senza vita; ed aspro a forza
Tra lo stuol dè malevoli divengo:
Qui di pietà mi spoglio e di virtudi,
E sprezzator degli uomini mi rendo,
Per la greggia ch'** appresso: e intanto vola
Il caro tempo giovanil; più caro
Che la fama e l'allor, più che la pura
Luce del giorno, e lo spirar: ti perdo
Senza un diletto, inutilmente, in questo
Soggiorno disumano, intra gli affanni,
O dell'arida vita unico fiore.
Viene il vento recando il suon dell'ora
Dalla torre del borgo. Era conforto
Questo suon, mi rimembra, alle mie notti,
Quando fanciullo, nella buia stanza,
Per assidui terrori io vigilava,
Sospirando il mattin. Qui non è cosa
Ch'io vegga o senta, onde un'immagin dentro
Non torni, e un dolce rimembrar non sorga.
Dolce per sé; ma con dolor sottentra
Il pensier del presente, un van desio
Del passato, ancor tristo, e il dire: io fui.
Quella loggia colà, volta agli estremi
Raggi del dì; queste dipinte mura,
Quei figurati armenti, e il Sol che nasce
Su romita campagna, agli ozi miei
Porser mille diletti allor che al fianco
M'era, parlando, il mio possente errore
Sempre, ov'io fossi. In queste sale antiche,
Al chiaror delle nevi, intorno a queste
Ampie finestre sibilando il vento,
Rimbombaro i sollazzi e le festose
Mie voci al tempo che l'acerbo, indegno
Mistero delle cose a noi si mostra
Pien di dolcezza; indelibata, intera
Il garzoncel, come inesperto amante,
La sua vita ingannevole vagheggia,
E celeste beltà fingendo ammira.
O speranze, speranze; ameni inganni
Della mia prima età! Sempre, parlando,
Ritorno a voi; che per andar di tempo,
Per variar d'affetti e di pensieri,
Obbliarvi non so. Fantasmi, intendo,
Son la gloria e l'onor; diletti e beni
Mero desio; non ha la vita un frutto,
Inutile miseria. E sebben vòti
Son gli anni miei, sebben deserto, oscuro
Il mio stato mortal, poco mi toglie
La fortuna, ben veggo. Ahi, ma qualvolta
A voi ripenso, o mie speranze antiche,
Ed a quel caro immaginar mio primo;
Indi riguardo il viver mio sì vile
E sì dolente, e che la morte è quello
Che di cotanta speme oggi m'avanza;
Sento serrarmi il cor, sento ch'al tutto
Consolarmi non so del mio destino.
E quando pur questa invocata morte
Sarammi allato, e sarà giunto il fine
Della sventura mia; quando la terra
Mi fia straniera valle, e dal mio sguardo
Fuggirà l'avvenir; di voi per certo
Risovverrammi; e quell'imago ancora
Sospirar mi farà, farammi acerbo
L'esser vissuto indarno, e la dolcezza
Del dì fatal tempererà d'affanno.
E già nel primo giovanil tumulto
Di contenti, d'angosce e di desio,
Morte chiamai più volte, e lungamente
Mi sedetti colà su la fontana
Pensoso di cessar dentro quell'acque
La speme e il dolor mio. Poscia, per cieco
Malor, condotto della vita in forse,
Piansi la bella giovanezza, e il fiore
Dè miei poveri dì, che sì per tempo
Cadeva: e spesso all'ore tarde, assiso
Sul conscio letto, dolorosamente
Alla fioca lucerna poetando,
Lamentai cò silenzi e con la notte
Il fuggitivo spirto, ed a me stesso
In sul languir cantai funereo canto.
Chi rimembrar vi può senza sospiri,
O primo entrar di giovinezza, o giorni
Vezzosi, inenarrabili, allor quando
Al rapito mortal primieramente
Sorridon le donzelle; a gara intorno
Ogni cosa sorride; invidia tace,
Non desta ancora ovver benigna; e quasi
(Inusitata maraviglia! ) il mondo
La destra soccorrevole gli porge,
Scusa gli errori suoi, festeggia il novo
Suo venir nella vita, ed inchinando
Mostra che per signor l'accolga e chiami?
Fugaci giorni! A somigliar d'un lampo
Son dileguati. E qual mortale ignaro
Di sventura esser può, se a lui già scorsa
Quella vaga stagion, se il suo buon tempo,
Se giovanezza, ahi giovanezza, è spenta?
O Nerina! E di te forse non odo
Questi luoghi parlar? Caduta forse
Dal mio pensier sei tu? Dove sei gita,
Che qui sola di te la ricordanza
Trovo, dolcezza mia? Più non ti vede
Questa Terra natal: quella finestra,
Ond'eri usata favellarmi, ed onde
Mesto riluce delle stelle il raggio,
È deserta. Ove sei, che più non odo
La tua voce sonar, siccome un giorno,
Quando soleva ogni lontano accento
Del labbro tuo, ch'a me giungesse, il volto
Scolorarmi? Altro tempo. I giorni tuoi
Furo, mio dolce amor. Passasti. Ad altri
Il passar per la terra oggi è sortito,
E l'abitar questi odorati colli.
Ma rapida passasti; e come un sogno
Fu la tua vita. Iva danzando; in fronte
La gioia ti splendea, splendea negli occhi
Quel confidente immaginar, quel lume
Di gioventù, quando spegneali il fato,
E giacevi. Ahi Nerina! In cor mi regna
L'antico amor. Se a feste anco talvolta,
Se a radunanze io movo, infra me stesso
Dico: o Nerina, a radunanze, a feste
Tu non ti acconci più, tu più non movi.
Se torna maggio, e ramoscelli e suoni
Van gli amanti recando alle fanciulle,
Dico: Nerina mia, per te non torna
Primavera giammai, non torna amore.
Ogni giorno sereno, ogni fiorita
Piaggia ch'io miro, ogni goder ch'io sento,
Dico: Nerina or più non gode; i campi,
L'aria non mira. Ahi tu passasti, eterno
Sospiro mio: passasti: e fia compagna
D'ogni mio vago immaginar, di tutti
I miei teneri sensi, i tristi e cari
Moti del cor, la rimembranza acerba.
Carrego nos olhos o peso do vazio
A infinidade de possibilidades não me permite mover-me
Se espantas com essa condição?
Queres correr e nunca mais voltar?
Tens medo da dor e da culpa?
Pois que vás, e não voltes
Pouco me importa tua dor
E sabes que tampouco se importas com a minha
Dizes que tens carinho, ou será pena?
Não sou miserável, não quero compaixão
Dizes que beiro a loucura?
Nunca estive tão lúcido!
Sim, aquilo vistes em meus olhos é a alma dos homens
Se me dizes que não vistes nada
É por que de fato estas certa
Os homens não tem alma!
Quanto ao amor, é certo que ainda te amo
e não creio que deixarei de fazê-lo algum dia
Mas devo eu ter qualquer ambição quanto a isso?
Não é necessário tê-la tal como um objeto
Deveras alegraria-me tê-la, e sim, quando chegas muito perto...
a ponto de encostar-me, sim, tenho impulsos quase incontroláveis...
nada que a distância não resolva.
Não me digas o que fazer
Não me digas que preciso de ajuda
um homem não precisa de ajuda
Se estou me destruindo, é porque é o que devo fazer
E se um dia, nesses lapsos, eu não voltar
saiba que finalmente estarei livre!
Leonardo Tonini Sep 2018
You can’t say that the sky is clear today,
its colour isn’t the one of the Wisteria either
and the golden light (which is intelligence)
comes from it as the background of one of the
Madonna with Child paintings by Duccio or Simone Martini.  
I can’t definitely say with certainty
that the sun melts  in the sea to the West,
(West/****) if you have never seen the sea.
The trembling singing of a bird fades
with the noisy traffic jam on the road.

*

POESIA 4:

Il cielo oggi non può dirsi limpido
e nemmeno che ha il colore del glicine
e che la luce d’oro (che è intelligenza)
scenda da esso come il fondo di una Madonna col Bambino
di Duccio o di Simone Martini.
Non posso certo affermare con sicurezza
che il sole si scioglie nel mare a occidente
(occidente/uccidente) se non hai mai visto il mare.
Il tremulo canto di un uccello si confonde
con il rumore del traffico sulla strada.
The last poem for the Luton Festival. If you have any suggestions on the translation, let me know.
Certo i gabbiani cantonali hanno atteso invano
le briciole di pane che io gettavo
sul tuo balcone perché tu sentissi
anche chiusa nel sonno le loro strida.

Oggi manchiamo all'appuntamento tutti e due
e il nostro breakfast gela fra cataste
per me di libri inutili e per te di reliquie
che non so: calendari, astucci, fiale e creme.

Stupefacente il tuo volto s'ostina ancora, stagliato
sui fondali di calce del mattino;
ma una vita senz'ali non lo raggiunge e il suo fuoco
soffocato è il bagliore dell'accendino.
Joana Jul 2014
Tudo é incerto.
Nunca haverão respostas corretas. Nunca ninguém há de saber a verdadeira razão e essência das coisas.
O mundo em nosso redor precisa que alguém repare nele, em vez de vivermos na nossa própria fantasia. Cada um tem o seu próprio mundo, mas o mundo em geral é de todos, e nós temos de começar a agir como se não fosse nada connosco. O mundo precisa de atenção. O mundo tem uma alma. Uma alma que não se consegue decifrar se aquilo a que chamam de "amor" não for sentido. A alma do mundo precisa de alguém, e esse alguém somos nós. A nossa alma precisa de alguém e esse alguém é quem nos vai fazer perder o folgo, sem razão aparente. O mundo precisa que reparem nele para viver, não por egoísmo, mas sim por cuidado. Nós tomamos conta do mundo, mas não sabemos o porquê. Talvez nunca chegaremos a saber, mas a alma do mundo continua a precisar de nós e nós continuamos a precisar de alguém que tome conta da nossa alma também.
As respostas podem, talvez, nunca chegar, mas a um certo ponto, nós acharemos que as temos na mão, mesmo que sejam as respostas erradas. Tudo é incerto.
A alma do mundo apodera-se de nós, para que nós também possamos ter uma alma.
Queremos respostas que apenas pertencem à alma do mundo. São respostas que nunca teremos, mas contentamo-nos com isso, pois sabemos que elas existem.
Oh, un terribile timore;
La lietezza esplode
Contro quei vetri al buio
Ma tale lietezza, che ti fa cantare in voce
È un ritorno dalla morte: e chi può mai ridere -
Dietro, sotto il riquadro del cielo annerito
Riapparizione ctonia!
Non scherzo: ché tu hai esperienza
Di un luogo che non ** mai esplorato,
UN VUOTO NEL COSMO
È vero che la mia terra è piccola
Ma ** sempre affabulato sui luoghi inesplorati
Con una certa lietezza, quasicché non fosse vero
Ma tu ci sei, qui, in voce
La luna è risorta;
le acque scorrono;
il mondo non sa di essere nuovo e la sua nuova giornata
finisce contro gli alti cornicioni e il nero del cielo
Chi c'è, in quel VUOTO DEL COSMO,
che tu porti nei tuoi desideri e conosci?
C'è il padre, sì, lui!
Tu credi che io lo conosca? Oh, come ti sbagli;
come ingenuamente dai per certo ciò che non lo è affatto;
fondi tutto il discorso, ripreso qui, cantando,
su questa presunzione che per te è umile
e non sai invece quanto sia superba
essa porta in sé i segni della volontà mortale della maggioranza -
L'occhio ilare di me mai disceso agli Inferi,
ombra infernale vagolante
nasconde
E tu ci caschi
Tu conosci di ciò che è realtà solo quell'Uomo Adulto
Ossia ciò che si deve conoscere;
lei, la Donna Adulta, stia all'Inferno
o nell'Ombra che precede la vita
e di là operi pure i suoi malefizi, i suoi incantesimi;
odiala, odiala, odiala;
e se tu canti e nessuno ti sente, sorridi
semplicemente perché, per ora, intanto, sei vittoriosa -
in voce come una giovane figlia avida
che però ha sperimentato dolcezza;
Parigi calca dietro alle tue spalle un cielo basso
Con la trama dei rami neri; ormai classici;
questa è la storia -
Tu sorridi al Padre -
Quella persona di cui non ** alcuna informazione,
che ** frequentato in un sogno che evidentemente non ricordo -
strano, è da quel mostro di autorità
che proviene anche la dolcezza
se non altro come rassegnazione e breve vittoria;
accidenti, come l'** ignorato; così ignorato da non saperne niente -
cosa fare?

Tu doni, spargi doni, hai bisogno di donare,
ma il tuo dono te l'ha dato Lui, come tutto;
ed è Nulla il dono di Nessuno;
io fingo di ricevere;
ti ringrazio, sinceramente grato;
Ma il debole sorriso sfuggente
non è di timidezza
è lo sgomento, più terribile, ben più terribile
di avere un corpo separato, nei regni dell'essere - se è una colpa
se non è che un incidente:
ma al posto dell'Altro
per me c'è un vuoto nel cosmo
un vuoto nel cosmo
e da là tu canti.
Julia Jaros Nov 2016
Lábios que mastigam
Que beijam
Falam
Calam.

Ouço-te com prazer
Os pelos dos braços arrepiam
Com amor elas te cobriam
Como eu poderia te ter?

Egoísta
Desejando os lábios finos
Visto até um figurino
Não sou mais, nunca fui.

Pele fina
Cabelos, cílios, lírios
Dedos finos
Tilintando em minha mente como sinos.

Amor da maneira errada
Ou errado da maneira certa
Errado de forma encoberta
Certo na história passada.

Essa é uma longa caminhada.
Marco Bo Sep 2018
under this grey suburban sky
the hardest or the most beautiful thing of the day
it is always around the corner
but you must look forward to notice

yes sure even backwards around and low and smell the ground
but if you do not look forward that one thing
ugly or beautiful you will not see
and then you make a mistake and pay the consequences
you do not notice anything until it's too late

that's why we trust each other
since beside hunting,
we remind each other that we are prey too

we two, master and dog
cannot tell which of the two has learned or taught the most
fact is that we have grown
overall we feel safer
as we put one foot or paw in front of the other
and forward we go

after all
life is just a bite or a wagging tail away
...................


sotto questo grigio cielo suburbano
la cosa più difficile o più bella della giornata
è sempre dietro l'angolo
ma devi guardare avanti per poterla notare

sì, certo, anche all'indietro, intorno e in basso
e sentire l'odore del terreno
ma se non si guarda avanti,
quella cosa, brutto o bella che sia, non vedrai
e potresti commettere un errore e pagarne le conseguenze
se non noti nulla finché non è troppo tardi
ecco perché ci fidiamo l'un l'altro

poiché oltre a cacciare
ci ricordiamo l’un l’altro che siamo anche noi prede
noi due, padrone e cane
non posso dire quale dei due ha imparato o insegnato di più

il fatto è che siamo cresciuti
nel complesso ci sentiamo più sicuri quando mettiamo un piede o una zampa di fronte all'altra

e avanti andiamo
dopotutto
la vita è solo a un morso, o a una coda contenta, di distanza
hi da s Oct 2017
toda cheia de vontade de ser um outro formato cheio de glória e que insiste em viver apesar do ar quente e sufocante dos quartos. menina levanta. pega com a mão. te suja. respinga aquela tinta e prepara tua boca pra gritar. não espera sentada nessa cadeira velha de ferro com essa espuma que conforta teu peso. aprende a respirar: inspira e expira. é fácil, olha. alguns fazem parecer bem simples, só que não é e tais enganada. o jogo tem muito mais chão do que imaginas. querias, é claro, dominar o mundo desde que chegasses. não é bem assim. precisas escrever muitas páginas ainda. foram só algumas mil semanas. procuras um motivo não é mesmo? mas sempre escolhes o mais fácil: não, eu não preciso disso. a vida te venceu sem fazer muitos movimentos. te parece injusto esse processo? parabéns. descobrisse como é que funciona o sentido de acordar todos os dias. olhar os rostos, o peso dos narizes, as curvas das orelhas e a largura das cinturas. essa criatura percebe quando alguém chorou antes de dar bom dia. levantou e continua levantando diariamente sem horário pra levantar. a porta independente de aberta ou não, vai falar aquilo que queres saber. falo pra ti ainda tudo isso? não vale a pena tentar organizar a ***** cinzenta. ela desprovem de gavetas. segurar a cabeça pareceu uma boa ideia. foi só por alguns segundos. perdes a paciência pra certas coisas muito rápido. ficas nessa insistência de não sei o quê. primeiro olha pra dentro e não dificulta tudo. não entendes o alfabeto com números. escreves até sem pensar e te atentas em preencher os espaços em branco. tua obsessão exagerada por tudo que amas e veneras chega ao absurdo. és aficionada por ti mesma e sabes disso. que lindo se apaixonar pelo espelho. que lindo se apaixonar pelo espelho. todos os dias. essas manchas todas dentro de ti parecem não acabar nunca. não dá pra ser abstrata. ser diferente. ela insiste em querer falar bonito. tudo que ela queria era arrancar esse fluído embolorado que persistem em crescer dentro. não admite que precisa encerrar o assunto. quanto tempo já passou desde que tu descobriu tudo isso? para de ficar fingindo que não vês a enorme pedra encobrindo as passagens. ficas tão inquieta que acho que nunca dormisse de verdade. acordas cansada. mais ainda do que quando colocas a cabeça encostada no travesseiro. pensas que tais viva e vivendo, mas não tais sorrindo com a frequência que deverias. certas palavras são escritas com mais fúria do que outras. cansada de falar ela só olha pro chão e põe a cabeça pra imaginar, e vai tão longe que nem mesmo aqueles quinze metros de pernas não conseguiriam alcançar. é tão bom escrever sem pressão, né? já sei que vais querer parar a qualquer momento por que lidar com o medo te faz recuar. tens medo do que mesmo? tens vergonha? teu corpo tem curvas que só a luz, a pele, o osso e o tecido conhecem. curvas essas que não se parecem com teu sustento. percebe-se que são coisas muito difíceis de traduzir. será que em outra língua tua conseguirias? tenho dó. francamente: o que vai ser de ti daqui cinco anos? te assustasse agora? enche um copo de água gelada e prende a respiração. dá dois, três, quatro goles. querias era gritar junto com aquelas três ou quatro músicas que andas suportando ouvir. pequenas respirações que parecem vir a partir da metade. afinal já fazem dez anos. querias ser jovem pra sempre? pois saiba que não podes. sentes o pesa da alma? a carga da perda e a falta de controle cada vez maior. vai acumulando tudo isso pra tu ver até onde vai dar. só choras quando o assunto é tu mesma. a história dos outros é bateria pra tua solidão incompreensível. quando é que vais parar de escrever? será que vais ler isso amanha e querer jogar fora? chegar de pensar em como os átomos só seriam visíveis com olho mágico. chega. não pensa assim. não tem saída não. o controle não é um simples objeto. não compara a um relógio, por exemplo. achas que três páginas vão ser suficiente? precisas de mais o que pra entender que nada funciona do jeito que a gente quer. aquela menina pode parecer burra mas pode estar vivendo feliz. para de especular. olha só, ela virou poesia. termina de escrever o que queres pro teu coração pulsar mais calmo. vai devagar. tens outras coisas pra se importar. parece meio bobo eu sei. nunca dá pra confiar no que se escreve. a linguagem é uma coisa difícil. complicado. tanto a, e, i, o, u. que besteira tudo isso. te deu vontade de riscar tudo que foi escrito até aqui. boba. não é perda de tempo se expressar. querias ficar calma não é mesmo? te presenteio com tua mão esquerda que gasta essa tinta. formas as letras e tens as palavras. agora uma frase. um ponto. mais outro ponto, e agora outra vírgula. fiz certo? fecha a porta, diz a tua mãe. teu dia finalmente tá acabando. e o espaço pra escrever também. surgiu aquela dúvida que te martela todos os dias: quanto tempo eu tenho até que morra? coças o olho esquerdo. um cílio torto que te incomoda. tocando a ponta saliente da unha do mindinho. a do pé, não a da mão. sinal de ansiedade. tais quase desistindo, né? tudo bem, falta pouco. vais poder se sentir vitoriosa e aliviada. pensasse naquela boca. esquece. nunca mostra isso pra ninguém. promete. a ansiedade aumentou um pouco. os olhos piscam cada vez menos. concentra. vai valer a pena esse tempo perdido? ao menos tais guardando todas as lembranças boas de tempos sombrios. que linda a caneta em ação. ainda não acabei de expurgar. você também não.
sobre tudo que senti em três páginas datilografadas.
D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finché non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo dè provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.
Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia vòto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? Che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
Marco Raimondi Feb 2018
Quando, aos calados tocares, caminha silenciosa,
Volvem os ventos, os ardores palpitantes;
Tens a noite a contemplar teu semblante,
Agora que nas sombras dissipa-te imperiosa,

Não te adentras ante tal selva pavorosa;
Se é o negrume pelo qual apaixona-te exitante,
Cega teus claros olhares dos dias crepitantes,
Verás, é certo, a revelação de tuas cerradas pálpebras nebulosas;

Por que te insiste a perseverar loucura,
Se sabes que nas sombras não encontrarás amplidão?
Vinde aos dias, às luzes opalinas da fartura

E apenas a voz ressurge:

"Tenho em alvas lágrimas, dos dias, a punição
Portanto estendo meu destino à errante ventura
Pois a luz, tudo ruirá, em lábios amargos de maldição"
Mariah Tulli Feb 2019
Chovia a umas três horas, nada tão diferente de dias normais em São Paulo. Clara se arrumava para o trabalho com aquela pressa de quem ia perder o trem, mas na verdade era apenas a euforia pro segundo encontro com Luisa, que ia acontecer no fim do expediente. Se desesperou mais ainda quando olhou para cama e viu o tanto de roupa que havia deixado espalhada.  E se no final nós viermos para minha casa? Vai estar tudo uma bagunça, pensou ela, mas deixou assim mesmo, pois não queria criar expectativas demais, era apenas o segundo encontro e como já havia notado, Luisa parecia ser daquelas meninas meio tímidas de início. Pronto, calça preta, blusa preta e um boné vermelho que combinava com o tênis, pois em dias de chuva era necessário já que sempre perdia a sombrinha.

- Oii linda, então está tudo certo pra hoje né? Saio às 17h e prometo não atrasar. Disse clara enfatizando aquela idéia de pontualidade mais pra ela mesma do que para Luisa.
- Clara.. ops, claro rs! Te encontro no metrô perto do seu trabalho :)

Luisa tinha mania de fazer piadas com coisas bem bobas, era sua marca. Logo em seguida da mensagem enviada percebeu que mais uma vez tinha feito isso e riu de si mesma. Assim se estendeu o dia, Luisa sem muito o que fazer pois era seu dia de folga, então estava com todo o tempo do mundo para se arrumar, mas era daquelas decididas que pensava na roupa que iria vestir enquanto tomava banho e em dez minutos já estava pronta. O relógio despertou às 16h, trinta minutos se arrumando e mais trinta no metrô. Luisa estava pontualmente no local combinado, mesmo sabendo que Clara iria demorar mais um pouco ate finalizar todas as tarefas. Mais trinta minutos se passaram e nesse tempo Luisa já estava sentada em um bar ao lado da saída lateral do metrô com uma cerveja na mão, avistou aquele sorriso intenso de Clara, sorriu de volta cantarolando em sua cabeça “cê tem uma cara de quem vai fuder minha vida”, música vívida entre os jovens.

-Desculpa, te deixei esperando mais uma vez, como vamos resolver essa dívida aí? Disse clara esperando que a resposta fosse “com um beijo”.
-Sem problemas, já estou quase me acostumando, me rendi a uma cerveja, mas podemos beber outras lá em casa, o que acha?

Sem mais nem menos Clara aceitou e ficou surpresa pelo convite, a timidez percebida por ela já tinha ido embora pelo jeito. Chegando lá sentou em um colchão em cima de um pallet que ficava na sala e começou a analisar todo o ambiente, uma estante com dezenas de livros e três plantas pequenas no topo. Luisa com o tempo livre do dia deixou a casa toda arrumada e a geladeira cheia de cerveja, abriu uma garrafa e sentou-se ao lado de Clara em seu sofá improvisado.

-Posso? Pergunta Luisa ao indicar que queria passar a mão no sidecut de Clara.
-Claro, aproveita que raspei ontem.

Com a deixa para carícias, a mão ia deslizando de um lado para o outro em um toque suave na parte raspada do cabelo, até chegar ao ponto em que Clara já estava ficando um pouco excitada e gentilmente virou-se para Luisa encarou-a e sorriu, sem dizer nada, silêncio total, deixando aquela tensão pré beijo no ar por uns segundos. E sem nenhum esforço deixou que acontecesse naturalmente, sentindo aquele beijo encantador de Luisa. Pernas se entrelaçaram, corpos mais pertos um do outro, Clara acariciava lentamente o ombro de Luisa, aproveitando o movimento para abaixar a alça de sua blusa e dar um leve beijo na parte exposta, se estendendo ao pescoço, fazendo Luisa se arrepiar. Naquele momento o ambiente começa a ficar mais quente e num piscar de olhos as duas já se livraram de suas blusas. Clara volta a acariciar a pele de Luisa, mas dessa vez mais intensamente, percorre a mão pela barriga, puxa cuidadosamente a pele perto do quadril para conter o tesão, vai deslizando pela coxa, e num movimento quase imperceptível abaixa o short de Luisa e beija seus lábios molhados, fazendo-a soltar gemidos de excitação, criando um clima mais ofegante. Luisa em um mix de sensações sentiu a pulsação mais rápida de suas veias acelerado o coração, pernas tremendo e mãos suando, até perceber que aquele oral era o primeiro em que se entregava por completo, e se entregou.  Estava segura de si que aquilo era mágica e com a respiração voltando ao normal, posou um sorriso no rosto, abraçou Clara e perdurou o afago até cair no sono.
M Feb 2018
começaste. eu rendi-me. no escuro, só se ouviam os sussurros dos nossos fôlegos. os teus lábios nos meus. meus nos teus. percorri cada traço como pude, tentando decorar o calor da tua pele. perdi-me. soube-me a pouco a pesar de ter parecido uma eternidade que teve o seu fim. quero voltar. voltar a descobrir o sabor que me provocou tanto desejo.

apanhaste-me desprevenida. perdida talvez. carente. mas não tive medo. quase que te quis como a quis a ela. ela que algum dia, há uns anos atrás, me teve por completo. não comparo. mas como é bom sentir…

agarrei-te sem querer soltar. talvez um pouco muito. mas nem por um segundo pensei em parar. como te disse, não me arrependo. posso não te conhecer como outros de conhecem, mas te conheço melhor do que muitos alguma vez te irão conhecer. foi bom e se queres saber, não me importava de repetir. mas não sei se algum dia voltará a parecer tão certo como então.
Tenho ao meu lado o metro dos Restauradores
E um cigarro na mão
Em frente ao Hotel Avenida Palace põe se o dia
Em frente a mim que o vi a nascer.
A cidade corre por entre mim, vejo-a
Os pés apressados e quase serenos rostos
Que reparam por vezes também em mim
Tão exatos e certos os movimentos
E sei que nenhuns outros corpos poderiam ter por mim passado
Que não estes.

O céu escurece sobre os prédios
Estou posicionada de modo a ver todos os Ângulos certos
Dos telhados sob o quase ***** azul
Estamos em meados de novembro e não chove quase nunca
Os dias claros e as noites geladas
Mas não há frio algum nesta noite criança
E o cigarro vai-se rápido (certa que não irá nunca
Para sempre em mim como o melhor cigarro que já fumei
Pois, como tudo o resto que vi e escrevi, não podia ser mais certo)
Dayanne Mendes Dec 2015
Invasão
Foi você chegar na minha vida
Já me dizendo o que fazer
E o que não fazer
E achando isso certo
Me julgando pelo passado
Minhas escolhas erradas
Eu fazia tudo errado
Pra você

Decepção
Foi você me dizer
Que eu não presto
Que não havia confiança
Pra eu parar com minhas atitudes
Pra eu não ser mais quem eu era

Solidão
Foi ver você ir embora
Depois de todo o estrago
E me culpar por isso

Doloroso
Foi o processo
De aceitar que não foi amor
Só violência
Que você não passava de um babaca
Sem essência
Lascerò il momento per durare
nella tua eternità senza confini;
così io, ombra delicata e fiori
di velo ricoperti
tra marmi antichi e divorate chiome
svolgo il mio passo acceso alle veggenti
distese d'erba e anche al tuo passato,
uomo dei boschi, che mi sei sereno
quanto angosciata è la mia certa vita.
E lasciando le docili pasture
della ragione voglio smemorarmi
nei tuoi canti boschivi, sì che Amore
torni al mio seno e mi riaccolga intatta.
Forse tu mi hai sentito, quando ferma
nel sonno io gridavo il mio rancore
contro la vita, e certo mi hai chiamato
con lo strumento avido di suoni;
per questo, Pan, io vengo e nella corsa
perdo il mio velo e mi dimostro ignuda
nuda qual sono e non più giovinetta:
che amor mi morse dolce come mela,
e a me resta di un torsolo disfatto
l'amara meraviglia e la dolente
consunzione feroce dell'amore,
e che altri mi morda più assetato
che non Amore che mi toglie e mi tiene.

— The End —